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Dark Funeral - We Are the Apocalypse
26/03/2022
( 3513 letture )
Il black metal dei Dark Funeral passa dall’eterna afflizione al peso eterno di una osannata gloria e vittoria, funziona puntualmente e ne ricalca ogni volta i neri e sempre nuovi passaggi. Il periodo di intermezzo che va da Angelus Exuro pro Eternus a Where Shadows Forever Reign segna due grossi cambiamenti: una crescita compositiva e la svolta vocale con il nuovo cantante Heljarmadr, che prende il posto del nostro storico e malvagio Emperor Magus Caligula. La lirica e le linee vocali di Heljarmadr sono diverse dai vecchi stilemi della band ma non mancano di una forte e spiccata personalità: la sua presenza infatti ne ha conferito un nuovo marchio fatto di estremi concetti che vanno oltre gli oscuri temi, ombre che regnano sul mondo ed una prossima ed inevitabile apocalisse; in questa nuova visione catastrofica, Heljarmadr si accompagna allo storico chitarrista Lord Ahriman, che dirige il resto della band verso una perfetta e ben costruita armonia d’intenti. Un inferno in terra.

Il passato e le influenze old school dei vecchi lavori non sono molto presenti in questo nuovo We Are The Apocalypse, che comunque è di buona fattura e di un livello tecnico importante. La sostanza anticristiana del disco è rappresentata dall’artwork di Marcelo Vasco, che stavolta lo ha inserito in un contesto di desolazione e distruzione e ruderi in classico stile black metal. Questo ritorno dopo sei anni di silenzio è davvero particolare per quanto riguarda una rinnovata veste meno sporca a livello di riff e più innovativa nelle sezioni ritmiche. We Are The Apocalypse è la settima opera della band incastrata comunque nel migliore dei modi in un percorso musicale che va avanti da ventotto anni. Il gruppo è un intaglio fondamentale per la scena black nordeuropea ed anche internazionale che dà puntualmente prova ogni volta di indiscussa bravura e maestria. La qualità produttiva è sicuramente in fase evolutiva, il che li rende più nitidi e limpidi. Questa cosiddetta “chiarezza” musicale ed il dinamismo compositivo di questo prodotto di un colosso del black è indiscutibile; We Are The Apocalypse non è sicuramente un classico old style ma è un frutto appetibile dai toni scorrevoli e confezionato benissimo come tutti i lavori della band, dall’artwork alle foto, dal songwriting all’attitudine impeccabile. Bello ma non molto suggestivo, le soluzioni e le sezioni ritmiche purtroppo sanno di già sentito e di poca intensità, manca di ferocia e cattiveria ma si distingue per la precisa ed ottima produzione. La voce è in primo piano, ai bordi troviamo e una strumentazione buona e pulita ma che viaggia ai margini. Le chitarre sono corpose e le sezioni di basso e batteria, compresi blast beat, sono precisi ma volte troppo semplici. Nightfall spicca principalmente per l’orecchiabile ritornello, un brano velocissimo dove padroneggiano su tutta la progressione strumentale e la rabbia vocale di questo nuovo ed eclettico singer. Let The Devil In, primo singolo estratto dal disco, è un gioco strumentale misto tra nuova e vecchia scuola, drumwork infernale a tratti ritualistico su semplici guitarwork incisivi, dannati vocalizzi anticristiani e scongiuri a Satana in pieno stile Dark Funeral:

“I open up the throat to sacrifice the lamb of God
And let the warm and flowing blood
Fulfill my emptiness and let the Devil hear
The futile, painful, soundless screams
I open wide the chest to feast upon the beating heart
And let the pulse arouse my flesh
And our eyes can see so deep within the dark”


When Our Vengeance Is Done ha gli stessi e potenti messaggi del brano precedente, in qui la diabolica e vecchia anima fantasma dei Dark Funeral persiste essendo una canzone molto diretta ed esplicita. I momenti successivi sono distaccati sia dal concept sia dall’energia dei tre precedenti brani, con i vampiri nuovi protagonisti di questi cantici demoniaci. Nosferatu ha un’atmosfera ed una melodia oscura ricca di dettagli nuovi ed una ritmica incalzante, mentre When I'm Gone e Beyond the Grave sono incisive e spedite con uno stilema semplice e lineare. A Beast To Praise e Leviathan hanno una forma scriptum scorrevole imbellettata da notevoli arpeggi e da batteria spesso strozzata dal cantato perverso e forte di Heljarmadr. Chiude il sound old school della titletrack, lo speciale guitarwork di Lord Ahriman che richiama i tempi, forse, andati decantando in scream l’apocalisse dei Dark Funeral.

“Over seas of agony and oceans of despair
A never ending stream of grief, of molten stone and painful death
Among the dead and cursed the pyres reach towards the sacred skies
Through the gates of Hell we march with all demonic forces by our side
We are the Apocalypse”


Nove episodi che nella loro completezza hanno sia un senso logico che una concreta anima, ma non definiscono la band, ed è palese, purtroppo, la piccola discesa del gruppo non verso gli inferi stavolta. Si spera vivamente che questa sia una fase di transizione o di rinascita. Un disco dalle soluzioni semplici seppur non tropo piatto, che divide ma non impera: divide i puristi e la nuova generazione ma accomuna il senso unico dei bravi musicisti che imperterriti continuano a scrivere pagine del black metal. We Are The Apocalypse è un attacco sfrontato ma molto gradevole dove la riuscita era inevitabile. In fondo. i Dark Funeral del 2022 sanno ancora reggere i confronti e tenere in piedi questa particolare scena.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
74.12 su 90 voti [ VOTA]
Spirit Of The Forest
Sabato 6 Gennaio 2024, 10.47.49
16
Band che non ho mai apprezzato,e questo album conferma ogni loro peculiarità.Può essere soddisfacente per chi si culla in tematiche sataniche ed è in perenne lotta con la cristianità, come se il senso della vita fosse tutto lì,ma personalmente non hanno alcun peso specifico nel mio concetto di blackmetal.
REOPEN
Mercoledì 29 Marzo 2023, 16.32.44
15
Il tempo passa anche per i nostri,registrazione nella media,un 65 ci sta.
EnricoN
Lunedì 27 Febbraio 2023, 1.05.05
14
Sì ma basta osannare sempre e solo il primo... Diabolis Interium è un album devastante. Sarà che è stato il primo disco che ho ascoltato dei DF, però per Diana XD. Anche Vobiscum è bello e molto oscuro, ma della prima trilogia è quello che mi piace di meno, tutto quello che è venuto dopo... tutta roba mediocre IMO.
Punto Omega
Giovedì 7 Aprile 2022, 17.08.07
13
Non sto parlando di appiattimento, ma di stagnazione creativa. Vobiscum è l'album che inizia a puntare tutto su canzoni con tempi veloci, quelli che seguono ripropongono la stessa formula. In quel periodo c'era la rincorsa a voler essere il più veloci e brutali possibile e il culmine della scena svedese in questo senso era rappresentato da Marduk, Dark Funeral e Setherial. Ad un certo punto (chi prima, chi dopo) le stesse band avevano capito di aver raggiunto una stagnazione creativa (nel senso che lo stesso modello veniva ripetuto costantemente), pertanto hanno cominciato a "ragionare" e a rallentare i tempi per offrire una maggior varietà all'interno di un unico album.A mio modestissimo parere i Necrophobic non sono tanto accostabili ai Dark Funeral, poiché appartengano ad una scuola di pensiero musicale più affine a Dissection, Sacramentum, Lord Belial e Dawn. Questo tipo di proposta presenta un approccio ben più melodico, approccio a cui effettivamente gli ultimi due dei Dark Funeral un po' si avvicinano.
Collederfomento
Giovedì 7 Aprile 2022, 8.35.37
12
Concordo che sia un più che buono album e che se possa discutere sui suoni, ma se non ci fosse scritto DarkFuneral avrebbe preso anche di più, poi che i Necrophobic sono in formissima da anni non si discute. Però non si può sentire che i DF di Vobiscum e Diabolis erano in appiattimento, anzi quello è venuto forse con il quarto. Fatto sta che il precedente era anche meglio, ma questo è solo mezzo gradino sotto.
Punto Omega
Giovedì 31 Marzo 2022, 13.36.10
11
Talvolta non riesco a comprendere su che basi vengano fatte certe affermazioni. Il periodo di stagnazione totale i Dark Funeral l'hanno vissuto da Vobiscum Satanas a Angelus, lasso di tempo in cui veramente c'è stato un appiattimento stilistico quasi totale. Con il penultimo album hanno dato nuova linfa alle loro composizioni e quest'ultimo è, di fatto, un proseguio del suo predecessore, sebbene il livello qualitativo sia leggermente inferiore. Si può dicutere del missaggio, della produzione, delle singole canzoni, ma se si mette in discussione tutto l'album, allora, forse, è il caso di chiedersi se il gruppo sia gradito.I paragoni con altri gruppi che presentano un'altro approccio e un'altra interpretazione del genere, mi sembrano un po' fuori luogo.
legion666
Mercoledì 30 Marzo 2022, 20.38.38
10
Dominator......mi manchi....sigh
Uno
Mercoledì 30 Marzo 2022, 9.45.16
9
"Bello solo il primo album". Poi vado a vedere i commenti del primo album e trovo: "posers. Band inutile che cavalcó il trend. Puri mestieranti. Merde insomma." Ragazzi, siete dei critici eccezionali!! Siete sprecati se fate qualsiasi altra cosa nella vita!!!
Aceshigh
Martedì 29 Marzo 2022, 21.16.09
8
Per me fino ad Angelus compreso, tutti album di alto livello con un paio di capolavori almeno. Col penultimo Where Shadows Forever Reign ho avvertito un calo e mi sento di fare lo stesso discorso per quest’ultima prova. Alcuni pezzi, come Nightfall o A Beast To Praise, mi sono piaciuti, ma altri mi hanno lasciato indifferente. Non è un brutto album sicuramente, ma la distanza dalla qualità di un tempo è abbastanza chiara. Voto 76
Luca
Martedì 29 Marzo 2022, 8.00.29
7
Plasticazza.. fatto un buon album, ovviamente il primo e poi piattume più totale
DaveHC
Lunedì 28 Marzo 2022, 21.27.58
6
Ascolto black metal fin dalla metà degli anni '90 ma i Dark Funeral proprio non mi hanno mai detto nulla e anche questo disco, per quello che ho potuto sentire, conferma la mia opinione.
Andrea
Lunedì 28 Marzo 2022, 15.30.25
5
Forse il loro peggiore album, perlomeno quello più inutile. Il penultimo era nettamente più ispirato e registrato meglio. Fastidiosa la messa in primo piano continua della voce di Heljarmadr.
Le Marquis de Fremont
Lunedì 28 Marzo 2022, 13.35.24
4
Sono indubbiamente un appassionato di questo sound e non ho mancato di ascoltare tutta la scorsa settimana questa nuova uscita dei Dark Funeral. Bello ma non all'altezza del precedente Where Shadows Forever Reign e secondo me, inferiore come songwriting ai due ultimi dei Necrophobic, per stare sul black metal Svedese. Ho avuto la sensazione di una certa ripetitività dei brani. Naturalmente non può essere messa in discussione una band di questo livello, anche per i capolavori fatti in passato. Dopo sei anni di tempo per comporre e perfezionare, ci si aspettava di stare almeno sui livelli del precedente. Girerà ancora parecchio sui miei device ma altri titoli stanno prendendo di più la mia attenzione, al momento. Spero che non si deva attendere altri sei anni e che si torni a cose molto più eccelse. Au revoir.
Dario
Domenica 27 Marzo 2022, 11.14.56
3
Album che dire piatto e monotono è un complimento. Li ascolto da The secret e....non ci siamo Capisco l'evoluzione dei Sargeist ad esempio ma questi Dark Funeral non li riconosco proprio. Meno rockstar e più vero black metal please
Abbath
Sabato 26 Marzo 2022, 21.42.53
2
Un album piatto, da Angelus Exuro… non ne fanno uno decente.
lisablack
Sabato 26 Marzo 2022, 20.23.35
1
Mi è piaciuto, solito disco nel loro stile che non stanca mai🤘sono in linea con la recensione
INFORMAZIONI
2022
Century Media Records
Black
Tracklist
1. Nightfall
2. Let the Devil In
3. When Our Vengeance Is Done
4. Nosferatu
5. When I'm Gone
6. Beyond the Grave
7. A Beast to Praise
8. Leviathan
9. We Are the Apocalypse
Line Up
Heljarmadr (Voce)
Lord Ahriman (Chitarra)
Chaq Mol (Chitarra)
Adra-Melek (Basso)
Jalomaah (Batteria)
 
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