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Korn - MTV Unplugged
02/03/2023
( 1786 letture )
Nu metal goes acoustic.

Può un sottogenere groovy e infuso di hip-hop levigarsi nelle trame insidiose dell’unplugged? Risposta affermativa se in campo scendono i pionieri Korn, una band che non ha mai avuto paura di sperimentare né di apporre modifiche all’originario Bakersfield sound, filtrato da una grandeur “epica” nel maestoso Untouchables, passato attraverso i binari semi-industrial di See You on the Other Side-Untitled e infettato dal virus elettronico dubstep nel controverso The Path of Totality. Un percorso di cadute/ripartenze non facile da gestire che ha messo dunque alla prova il gruppo quanto i fan, di volta in volta incuriositi o spaventati dai “capricci” del leader Jonathan Davis, sempre alla ricerca di nuove sfide con le quali misurarsi.

2005-2011. Per i Korn gli anni più disordinati quando non apertamente confusi, spezzati tra auto-imposti incentivi al cambiamento e nostalgiche pulsioni reazionarie, addii temporanei ma dolorosi (Brian “Head” Welch) e rinunce polemiche (lo storico drummer David Silveria), il tutto aggravato dall’ormai inderogabile eclissi della propria creatura, quel nu metal dominatore a cavallo dei millenni ora soppiantato dal metalcore e dall’emo post hardcore. Come se non bastasse, durante il See You on the Other Side Tour europeo al frontman viene diagnosticata la porpora trombocitopenica idiopatica, una grave malattia del sangue che lo obbliga al ricovero in ospedale e ad un’attenta fase di cura per evitare il latente rischio di morte emorragica.
Condizioni di salute non ottimali, equivoci sul piano stilistico e una line-up ridotta all’osso fanno pertanto da sfondo al concerto del 9/12/2006 patrocinato dalla gloriosa ma ormai impolverata serie MTV Unplugged, responsabile negli anni ’90 di esibizioni leggendarie (Nirvana, Alice in Chains, Queensrÿche, Kiss, Eric Clapton ecc.) non più bissate dal 2000 in avanti. Disponibile online sul sito dell’emittente il 23 febbraio 2007 e in tv dal 2 marzo, il live imbastito dai Korn rema contro l’idea di uno show frugale e minimalista in cui, una volta spenti gli amplificatori, rimangono solo una chitarra e un basso acustico, delle percussioni e la tremolante luce delle candele: no, Davis ha in mente ben altro e per questo incarica Richard Gibbs (al suo fianco in Queen of the Damned) di confezionare arrangiamenti stratificati e inusuali dove tromboni, contrabbassi e violoncelli si affiancano a strumenti più ricercati (taiko, cimbassi) o curiosi (sega musicale, armonica a bicchieri/glassarmonica).
Dagli undici brani in scaletta (non considerando le b-sides No One’s There, Thoughtless e la japanese bonus track Dirty) emerge la preminenza accordata al “nuovo” See You on the Other Side, mentre della quadrilogia storica vengono opzionati i classici Blind (Korn), Freak on a Leash/Got the Life (Follow the Leader) e Falling Away From Me/Make Me Bad (Issues); solo un pezzo da Untouchables e nessuno da Life Is Peachy o Take a Look in the Mirror, sostituiti da un particolare mash-up e da una cover dei Radiohead.

Accolto nello studio a Times Square da una cinquantina di spettatori, il trio JD-Fieldy-Munky (insieme agli “animali” del SYOTOS tour) dà il benvenuto con un flebile “are you ready?” sbigottendo immediatamente il pubblico, tutt’altro che preparato a una Blind rifunzionalizzata in chiave “ispanica”: ritmi percussivi latinoamericani e il flamenco a innervare la chitarra di Munky trasfigurano il sacro anthem korniano disorientando i nu metaller in ascolto, impossibilitati a ratificarne la blasfemia o il coraggio avventato. Hollow Life -tra pianoforte, tamburi, sobrie melodie e falsetti, ristabilisce un equilibrio unplugged canonico agevolante la predisposizione verso Freak on a Leash, una quasi ballad ornata da sinfonie di violoncello e dal registro elegante di miss Evanescence Amy Lee, frontwoman che aveva stregato Jonathan per la cover di Thoughtless nel live album Anywhere but Home (2004). Unico neo le censure -imposte da esigenze televisive- alle explicit lyrics, disseminate in vari punti della tracklist e lampanti anche nel break di Falling Away From Me, dove il sonoro “fuck” originario cede a un moscissimo vocalizzo e il pur buon arrangiamento (intreccio di archi, campanelli e glassarmonica) non riesce a mascherare un timbro lontano dal pathos inquieto di Issues. Al contrario il trasporto emotivo -addirittura sfociante in genuina identificazione- lascia il segno nella radioheadiana Creep, riflesso dei tormenti adolescenziali di un cantante a suo agio nelle vesti del “weirdo” e qui intento a dedicare l’inno dei perdenti a chiunque abbia dovuto subire le angherie del bullismo. A metà concerto fanno il loro ingresso i brani di See You on the Other Side e se la non eccelsa in partenza Love Song trova qui un outfit idoneo e ritmato, i contrabbassi e le modulazioni “tribali” in Twisted Transistor fungono da valido surrogato all’epidermide industrial nonostante la gravità degli archi elida (obbligatoriamente) il battito sincopato e l’elasticità della traccia originaria. L’incedere quadrato di Coming Undone perde bpm ma guadagna in suggestività riformulandosi in una marcia orchestrale intagliata dall’atipica sega, Got the Life dal canto suo abbina percussioni accelerate e gli orpelli dei tasti d’avorio a un’eco “spagnoleggiante” memore di Blind e il risultato, ora in qualche modo familiare, consente un’elaborazione più gestibile rispetto al traumatico opener.
Unicum irripetuto, Make Me Bad/In Between Days erige un ponte fra nu metal e new wave/post-punk scomodando i The Cure in un mash-up dove Issues incontra The Head on the Door: Jonathan non trattiene l’emozione per avere di fronte il suo idolo Robert Smith e in sei minuti i due realizzano un crossover impensabile appartenente in maniera esclusiva a questo unplugged a dir poco singolare. L’aura solenne dei taiko dona poi alla conclusiva Throw Me Away un intrigante fascino esotico rivitalizzando una traccia che, al pari di Love Song, nel disco madre non aveva raccolto molti consensi e dunque possiamo unirci agli applausi finali tutto sommato meritati.

Il set rispecchia l’intermittenza dei Korn nella seconda metà degli anni ’00, una fase creativa quanto instabile mai davvero a fuoco nella moltitudine di progetti e orientamenti stilistici: le defezioni di Welch e Silveria, acuite da un Jonathan Davis “cagionevole” e ormai attratto da lidi extra-metal (visibili già in Alone I Play), hanno influito notevolmente su una band al tempo in cerca di un’identità non recuperata prima del come-back di Head nel 2012/2013; fino ad allora, i portabandiera del nu metal si sono divisi tra innovazione e velleità retroattive tentando comunque di stupire e l’MTV Unplugged si inserisce bene in questa dicotomia. Alti e bassi, idee non sviluppate al meglio, una performance vocale “ragionata” e, tolto qualche frangente, incapace di abbandonarsi ad un’emozionalità libera, scelte discutibili nella tracklist (perché non attingere maggiormente da Untouchables? Alone I Break sarebbe stata perfetta) e riletture molto azzardate dei brani storici collocano questa parentesi in un limbo critico ambiguo, favorevole agli ascoltatori “esterni” piuttosto che ai nu metaller di vecchia data. Imparagonabile ai masterpiece dei ‘90, l’approccio dei californiani alla dimensione unplugged è ad ogni modo un tentativo sperimentale “forte” realizzato in anni complicati e, anche solo per l’incoscienza di aver de-elettrificato il nu metal, vale la pena sentirlo così da rivivere uno degli episodi più anomali nell’intera discografia korniana.



VOTO RECENSORE
68
VOTO LETTORI
54.85 su 7 voti [ VOTA]
Nu Metal Head
Domenica 12 Marzo 2023, 17.59.05
9
Inoltre scusate se rompo, ma nella colonna di destra ci sarebbe un\'imprecisione nella cronologia degli album: questo unplugged viene prima di \"Untitled\" e dopo \"SYOTOS\"... Questo uscì il 6 marzo 2007, mentre \"Untitled\" il 31 luglio 2007...
Nu Metal Head
Domenica 12 Marzo 2023, 17.51.18
8
Esatto! Nei loro alti e bassi continui, l\'ho sempre giudicato un gruppo generalmente migliore dei colleghi Slipknot...
Daniele
Domenica 12 Marzo 2023, 17.25.29
7
Tra mezzi passi falsi e capolavori immensi i Korn comunque hanno avuto il coraggio di rischiare. Lunga vita ,in attesa del prossimo disco
Galilee
Domenica 5 Marzo 2023, 16.44.12
6
Non l\'ho mai ascoltato, ma m\'incuriosisce. A me gli Unplugged in generale piacciono abbastanza. Ultimamente gira quello di Salmo su YouTube. Un capolavoro. Non fatevi ingannare dal fatto che sia un artista rap. I\'unplugged è suonato e cantato da Dio. Oltre alla magnifica location.
Bacon Apocalypse
Domenica 5 Marzo 2023, 15.09.20
5
Non mi hanno mai fatto impazzire queste scelte di fare un Unplugged anche se altre band hanno fatto di meglio (Alice in Chains in particolare) però devo dire che sentire, non solo, la collaborazione con Amy Lee ma anche altri pezzi, un po\' messi da parte e che sicuramente non verranno più proposti in sede live. PS: Creep dei Radiohead è una delle canzoni più brutte che io abbia mai ascoltato, non riesco a mandarla giù come canzone (o come band, ma su quest\'ultima potrei anche sbagliarmi)
Indigo
Sabato 4 Marzo 2023, 14.53.34
4
@Numetalhead, purtroppo l\'ho sentito anche io quel brano... in confronto Tension (una bonus track di The Path of Totality, secondo me la più brutta canzone mai scritta dai Korn) o la versione latinoamericana di Blind nel qui presente Unplugged sono mezzi capolavori e ho detto tutto
MetalFlaz
Sabato 4 Marzo 2023, 8.07.23
3
eh mi ricordo che mandai un sms (ah quanti ricordi) al tizio di Radio Rock FM (ah quanti ricordi) che incensava questa uscita in cui chiedevo di passare \"tearing away\" dei Sadist al posto della ciofeca tratta da questo unplugged
Nu Metal Head
Venerdì 3 Marzo 2023, 14.16.58
2
Ce l\'avevo, ma poi l\'ho dato via... Esperimento tutto sommato non leggendario, gli episodi più interessanti sono i featuring con Amy Lee e Robert Smith... Il voto è giusto... Ma Jon il punto più basso l\'ha toccato un paio di settimane fa, comparendo come ospite nel nuovo singolo/video di Kim Dracula! Ma che roba è quella?!? Un guazzabuglio di generi chiamato trap metal?!?
SkullBeneathTheSkin
Venerdì 3 Marzo 2023, 11.27.49
1
Valutato nel suo insieme e separato dalla componente visuale, il valore del disco è più o meno quello dato dalla rece. Scompare quasi se paragonato agli Unplugged con la U maiuscola, tuttavia dico da sempre che di base è eccezionale che un disco cosi esista. Fra le band del filone sono stati in ben pochi a proporre qualcosa di acustico, ed anche se preferisco quanto fatto dai Nonpoint in qualche singolo/EP, anche in questa prova i Korn dimostrano di esserne la punta di diamante indiscussa.
INFORMAZIONI
2007
EMI / Virgin
Acoustic
Tracklist
1. Blind
2. Hollow Life
3. Freak on a Leash
4. Falling Away From Me
5. Creep
6. Love Song
7. Got the Life
8. Twisted Transistor
9. Coming Undone
10. Make Me Bad/In Between Day
11. Throw Me Away
Line Up
Jonathan Davis (Voce)
James “Munky” Shaffer (Chitarra Acustica)
Reginald “Fieldy” Arvizu (Basso Acustico)

Musicisti ospiti:
Amy Lee (Voce su traccia 3)
Robert Smith (Voce, Cori su traccia 10)
Richard Gibbs (Arrangiamenti)
Rob Patterson (Chitarra)
Kalen Musmecci (Percussioni, Cori)
Michael Jochum (Percussioni)
Zac Baird (Tastiera)
Jeremy Turner (Violoncello)
Evie Koh (Violoncello)
Julie Green (Violoncello)
Erik Friedlander (Violoncello)
Bill Ellison (Contrabbasso)
Jeff Carney (Contrabbasso)
Mike Davis (Trombone)
Jeff Nelson (Trombone)
Dale Struckenbruck (Sega Musicale)
Bill Hayes (Armonica a Bicchieri)
Morris Kainuma (Cimbasso)
Andy Bove (Cimbasso)
Hana Yoshikawa (Taiko)
Heather McPherson (Taiko)
Wynn Yamami (Taiko)
Midoro Yasuda (Taiko)
Alan Okada (Taiko)
Merle Okada (Taiko)
 
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