|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Richie Kotzen - Mother Head’s Family Reunion
|
25/05/2024
( 647 letture )
|
Quando nel 1994 il talentuosissimo chitarrista americano Richie Kotzen si mette al lavoro sul suo quarto album solista, la sua situazione professionale e di carriera è a dir poco interlocutoria. Egli, infatti, è reduce dai successi dei suoi primi, bellissimi, album solisti – l’esordio omonimo è del 1989 – ma anche dalla fine, traumatica e turbolenta del suo primo grande snodo professionale, uno dei tre che marchieranno a fuoco la sua intera carriera (gli altri due saranno i Mr Big e il progetto The Winery Dogs). È il 1991 quando i Poison, la band della Pennsylvania tutta lustrini, paillettes, feste, sesso, droga e rock n’ roll, che, dopo aver assaporato il grande successo di pubblico a fine anni ’80 si sta autodistruggendo fra liti e dipendenze varie, decide di cambiare tutto e caccia il chitarrista originario C.C. DeVille assoldando proprio la nostra giovane promessa come sostituto. A Kotzen bastano pochissimi mesi per ambientarsi e per imporsi musicalmente e compositivamente: il suo talento innato intriso di blues, soul e funk arricchisce in gran parte le coordinate musicale dei Poison, e il nuovo album Native Tongue risulta un passo in avanti epocale per la band, riuscendo, in un periodo tutt’altro che facile per le rock band anni’80, a convincere pienamente la critica e a smuovere, seppur solo parzialmente, il pubblico (nota a margine: anche se non avete mai apprezzato i Poison, ascoltatevi questo album perché fa storia a sé, ed è una perla rara). Sembrerebbe andare tutto per il meglio, se non fosse che Kotzen, oltre ad un caratterino non facile, mostra ben presto una certa attitudine a “desiderare la donna d’altri”, per dirla in senso biblico; se le donne in questione sono quelle dei suoi compagni di band, si capisce bene come Richie si trovi ben presto in mano un biglietto di sola andata verso casa. Tutt’altro che abbattuto, il nostro si rimette subito al lavoro sui suoi pezzi solisti; il suo talento non è comunque passato inosservato, malgrado la fine burrascosa con i Poison, e l’appoggio di una major come la MCA e di un produttore di fama come Richie Zito ne è la prova evidente.
In Mother Head's Family Reunion c’è tutto Richie Kotzen, ossia ci sono tutte le componenti e gli stili musicali che da sempre caratterizzano le espressioni di questo poliedrico e straordinario artista. Si parte di gran carriera con il funk rock scatenato di Socialite, dove il nostro si lancia in scorribande funamboliche con la sua chitarra, ben coadiuvato da una sezione ritmica di altissimo livello; l’adrenalina rimane alta anche con la successiva title-track, che però dà maggior spazio alle melodie, con strofe e chorus ben congegnati. Il nostro scrive canzoni complete, pronte per essere apprezzate da tutti, e non sterili pezzi di bravura destinati a pochi iniziati; da qui la scelta, estremamente saggia, di privilegiare brani corti – solo uno supera i cinque minuti di durata – e di limitare gli assoli a quanto strettamente necessario per la buona riuscita dei pezzi. Where Did Our Love Go parte come una delicata ballad soul semi-acustica, dove Kotzen sfodera e magnifica il secondo “pezzo da 90” del suo repertorio: la voce. Una voce bellissima, una sorta di incrocio fra Chris Cornell e Glenn Hughes, adattissima al suo stile; una voce che saprà, a differenza di molti colleghi, conservare intatta negli anni. Natural Thing è un roccioso pezzo rock, decisamente di stampo ’70 ma nello stesso tempo attualissimo, per l’epoca e tuttora adesso; mentre in A Love Divine è il blues che la fa da padrone, per uno dei pezzi emozionalmente più intensi dell’intero disco. Di nuovo tempo di ballad con Soul To Soul, che poi si apre in un mid-tempo insinuante e perfetto per esaltare le doti vocali e strumentali di Kotzen, perfettamente a suo agio in questi ambiti. Può sorprendere la scelta di inserire in scaletta una cover, Reach Out I'll Be There (originariamente proposta dei Four Tops nel lontano 1967), ma bastano le prime note per comprendere come il nostro se ne sia appropriato e la abbia perfettamente adattata al mood e allo stile generale del disco, tanto che non stona assolutamente in mezzo al resto dei brani. Testify è un potente e trascinante hard rock, dove un sapiente uso dei cori e delle armonizzazioni riflette bene il gusto tipicamente seventies di Kotzen; Used punta invece maggiormente sul soul e sulle profonde vibrazioni che solo questa musica, quando è così ben suonata, sa dare. Ci si avvicina alla fine del disco, ma restano ancora importanti cartucce da sparare: prima di tutto la bellissima semi-ballad A Woman And A Man, dove la voce vellutata e profonda di Richie Kotzen sa dare vere emozioni, unitamente alla sua magica chitarra. Segue Livin’ Easy, blues/funk/rock di assoluto pregio, che dimostra ancora una volta come tutti questi generi siano perfettamente radicati nelle origini del nostro, e siano parte integrante del suo bagaglio musicale; infine, la lunga Cover Me, assolutamente scatenata sin dal roboante inizio, dove tutta la band si lancia in una scorribanda travolgente in cui ciascuno sa trovare il suo spazio e mostrare le proprie indubbie doti. Per chi possiede l’edizione giapponese, c’è anche la traccia bonus Wailing Wall, un altro tirato funk-rock ben realizzato e ben suonato.
In sintesi, un disco davvero notevole questo Mother Head's Family Reunion, assolutamente da consigliare non solo ai fan di Richie Kotzen ma a tutti gli amanti del rock, del blues, del soul e in generale della musica ben composta e ben suonata. Il buon successo di pubblico e critica ridarà slancio alla carriera solistica del nostro, che infatti, malgrado gli importanti progetti nei quali avrà modo di essere coinvolto, non trascurerà mai di proporre sempre nuovi album solisti o nuove collaborazioni di grande interesse (altra nota a margine: se ne avete l’occasione, procuratevi assolutamente il progetto Smith/Kotzen del 2021, ossia la collaborazione a 4 mani con Adrian Smith degli Iron Maiden; uno dei più riusciti dischi rock degli ultimi anni).
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Mi aspettavo di più. Invece è più funky / R\'n\'B che hard rock. Paradossalmente mi ha impressionato di più come cantante che come chitarrista. Una voce pazzesca. Però capisco perché quando uscì non lo presi. Nel 1994 in tema uscirono ben altri dischi. Senza scomodare il capolavoro assoluto From the Cradle di Clapton, i Mother Station, i Primal Scream e Jimmy Barnes se ne vennero fuori con ben altre perle (senza contare COSA uscì quell\'anno, dai Tiamat ai Queensryche, dai Massive Attack a Offspring, I Love you e Saviour Machine). 75 |
|
|
|
|
|
|
2
|
Nella prima parte della sua carriera Richie Kotzen ha alternato dischi in stile (diciamo) jazz-rock/fusion ad altri che guardavano più al funk e al rock blues. Questo qui, pubblicato dopo l’esperienza con i Poison, è a mio parere quello dove il chitarrista dichiara abbastanza esplicitamente ciò che gli piacerebbe fare nella vita. Una bella miscela di funk, rock (più o meno hard), soul e r&b; il fatto che coverizzi un famoso pezzo della scena Motown è abbastanza indicativo, quasi una dichiarazione d’intenti. Dopo i due album con Greg Howe infatti imboccherà quella strada definitivamente, con risultati forse anche superiori (penso a What If…, Wave of Emotion o Something to Say) a questo disco, già di ottimo livello. Voto 82 |
|
|
|
|
|
|
1
|
Quando uscì lo snobbai alla grande. L\'ho preso giusto un mese fa. Lo ascoltando proprio ora. La mia sensazione è sempre la solita: gran cantante; grandissimo chitarrista, buon/ottimo compositore. Ma quando parte in assolo - tecnicamente ineccepibile - c\'è sempre qualcosa che non mi torna. Come da esempio in Reach out. Però prima lo voglio metabolizzare come si deve |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Socialite – 2:55 2. Mother Head's Family Reunion – 3:00 3. Where Did Our Love Go – 3:30 4. Natural Thing – 2:40 5. A Love Divine – 4:14 6. Soul to Soul – 3:37 7. Reach Out I'll Be There (cover dei Four Tops) – 6:56 8. Testify – 3:21 9. Used – 4:33 10. Woman and a Man – 4:10 11. Livin' Easy – 3:29 12. Cover Me – 5:08 13. Wailing Wall (traccia bonus nell'edizione giapponese) – 2:38
|
|
Line Up
|
Richie Kotzen (Voce, Chitarra, Organo Hammond, Pianoforte, Clavinet, Basso) Tommy Funderburk (Cori) Timothy B. Schmit (Cori) Richie Zito (Mellotron) John Pierce (Basso) Atma Anur (Batteria, Percussioni)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|