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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 8138 letture )
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Con ben quattro anni di distanza dalla precedente release, i Borknagar tornano sulle scene a far parlare di se -o meglio- a ricordare ai propri fan di essere ancora vivi e vegeti: mentre l'ultimo full-lenght fu un disco acustico, la tappa ancora precedente in cui poterli catalogare all’interno del mondo metal risale infatti al lontano 2004. Il nuovo Universal, ampiamente pubblicizzato nel web con studio report, interviste durante la registrazione, spiegazioni sul cambio di etichetta (dalla Century Media alla sempre più "norvegio-centrica" Indie Recordings), edizioni limitate e lussuose, iTunes promotionals, ecc..., pare tuttavia più fumo che arrosto.
Già il "singolo" presente da un paio di mesi sul Myspace, ri(s)vela i Borknagar come un gruppo stanco e poco ispirato. Havoc parte a rilento -senza carica- tentando di ricalcare il mood di The Archaic Course; anche quando le parti della canzone si velocizzano e diventano più aggressive, qualche buon riff viene sepolto dalle tastiere drammatiche e dalle voci pulite che Vintersorg usa in maniera molto accondiscendente, senza orecchiabilità e senza melodie importanti. Già dal periodo del citato The Archaic Course, l'uso delle keyboards da parte dei Borknagar non fu molto significativo, anche a causa dell’assenza di un tastierista ad hoc. Le prime sperimentazioni con un membro stabile (Lazare dei Solefald) si rivelarono incisive ma poco efficaci in Quintessence (pena la produzione dell'album, veramente caotica). La perfezione sonora venne toccata in Empiricism dove il nuovo cantante (Vintersorg appunto) creò linee vocali praticamente perfette (forse merito della sua giovane, instancabile e ribollente fucina creativa), e le tastiere -per la prima volta- furono utilizzate in maniera organica (pianoforte, hammond, archi, synth di accompagnamento, ecc...). Epic seguì sulla stessa scia.
Con questo nuovo Universal ci troviamo di fronte al tentativo di ri-proporre un The Archaic Course sfruttato con una produzione simile a quella dell'agglomerante e confusionario Quintessence, nonché al netto delle buone idee sul come sviluppare le parti vocali. Le chitarre pulite emergono dal nulla quasi senza motivo, creando dei fraseggi circostanziali (Reason, Abrasion Tide), mentre il muro di batteria fa a gara con quello creato dall’hammond; quei pochi riff lontani dalla banalità vengono purtroppo messi in ombra dai coretti di Vintersorg che suonano davvero patetici. L'unica traccia veramente nuova ed interessante è For A Thousand Years To Come, caratterizzata da ottime clean-vocals -memorizzabili ed in linea con la canzone seppur dai toni troppo aggressivi- che assieme agli spompati screaming di Vintersorg diminuiscono la credibilità del brano. Altro punticino interessante quello ascrivibile alla corta Flashflower in cui Lazare duetta lodevolmente assieme a Vintersorg, creando dei rimandi a Neonism dei Solefald.
Il sogno dura poco: Worldwide è ancora l'ennesimo pentolone di riff poco convincenti alternati da grossi tastieroni (tutti uguali) e dalla batteria frenetica di Kinkade. Il disco si chiuderebbe con My Domain, dove un'interessante partecipazione di ICS Vortex, crea un punto di contatto fra il vecchio dittico The Archaic Course/Quintessence ed i recenti Dimmu Borgir: interessante canzoncina in mid-tempos in cui le voci di Simen sono a dir poco estasianti; il brano si sviluppa ordinatamente fra intermezzi di pianoforte e intrecci di chitarre. Il disco, dicevamo, si chiuderebbe qui, non fosse per le due bonus-track, reperibili nella versione deluxe la cui qualità li rende del tutto trascurabili: la (realmente) conclusiva Loci non è altro che un brutto ricalco delle sovrapposizioni vocali di Genuine Pulse.
L'impressione generale è quella di trovarsi di fronte ad una raccolta di b-sides composte durante le registrazioni di Epic. Mi spiace veder colare a picco una di quelle band per cui, da giovane, provavo dei tuffi al cuore: speravo -in fondo- che la sperimentazione di Origin non avesse distolto la band dalle belle melodie che erano riusciti a comporre. Mi sbagliavo! Peccato veramente!
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14
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Beh valutarlo 58 è davvero poco... tutto sommato non è male,non è una delle perle della loro discografia ma comunque è accettabile! For A Thousand Years To Come devo dire che è un gran bel pezzo! |
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13
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Beh sicuramente non merita 58!!! Di tutta la discografia dei Borknagar è quello che mi piace di meno, ma un 65-70 ci sta! |
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12
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Secondo me prende le "sberle" da tutti i precedenti e pure dall'ultimo Vintersorg! |
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11
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suvvia, forse necessità di più ascolti...el temp' el desquarcia la verità |
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10
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dopo mesi d'ascolto il voto è salito a 80... mi piace molto, soprattutto se ascoltato per intero... |
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9
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Una volta li adoravo, ora li ignoro o quasi. Trovo la bocciatura meritata, dopo Empiricism solo minestre riscaldate. |
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8
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questo disco è una tortura per le mie orecchie, ma dove sono finiti i Borknagar di Empyricism???? Già Epic mi annoiava a morte, questo è addirittura peggio...speriamo almeno che il buon Vintersorg non ci deluda... |
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7
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nono. Allora, premetto che i Borknagar sono uno dei miei gruppi preferiti e che fin'ora non sono mai rimasto deluso davanti alle loro uscite. "Universal" non è il capolavoro che mi aspettavo, è poco sperimentale, ma comunque molto gradevole e lungi dall'essere un disco insufficiente o così poco interessante. Lo dico con occhio critico, senza farmi condizionare dal fatto che la band in questione mi piaccia molto, ma proprio non mi trovo d'accordo con il recensore, che ha comunque motivato tutto ciò che ha scritto e pertanto non è criticabile . Il fatto è che secondo me molte persone si aspettavano qualcosa di sperimentale e trovandosi davanti un disco tutto sommato "normale" si sono sentite "tradite" ed insoddisfatte. "Universal" è un bel dischetto, gradevolissimo, suonato perfettamente, con parti interessanti ("Havoc", "For A Thousand Years To Come" e "My Domain") ed altre, a mio parere meno riuscite ("Flashflower"). Il calo di ispirazione, dopo più di dieci anni di carriera è normale, è successo agli Arcturus, ai Dimmu Borgir e a tanti altri artisti "solidi" e capaci, il fatto è che i Borknagar hanno comunque mantenuto un songwriting fresco e non banale, a differenza di tanti altri. Quindi secondo me, pur non essendo un capolavoro, "Universal" rimane un lavoro buono e degno di essere ascoltato più volte. |
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6
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mi piace ogni ascolto di più...va preso con calma, molta calma. (voto:70) |
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5
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Secondo me è un ottimo disco! |
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4
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Guarda, giuro che lo dico per primo col cuore in mano. Col passare degli anni, tutte le "nuove proposte" viking-epic-folk-metal, difficilmente mi sono andate giù. Ogni volta che usciva un disco dei Borknagar (da Quintessence in avanti), o di Vintersorg (da Odemarkens Son in avanti), per me era una gioia. Anche i nuovi dischi di Vintersorg (che sono molto più tecnici e di meno facile assimilazione rispetto ai primi), anche il disco dei Waterclime (gran bell'album) mi hanno entusiasmato. Ho provato seriamente a considerare anche i Cronian (che però sono verament osceni). Non ti dico quando è uscito il primo disco dei Fission: per me è stato uno dei migliori dischi death-metal melodico degli ultimi anni. Questo solo per dirti che, in genere, personalmente, tutto quello che toccava Vintersorg lo prendevo per oro colato. Ecco ancora il mio sgomento di fronte a questo nuovo album dei Borknagar. Veramente senza alcun tipo di ispirazione, perfino i testi, sembrano delle brutte copie di quelli partoriti negli ultimi anni da tutti i progetti di Vintersorg. |
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3
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Capisco che questo disco non sia nulla di miracoloso, ma dire che è addirittura al di sotto della sufficienza significa semplicemente averlo ascoltato piuttosto male, non poco, ma male. Se questo disco è insufficiente lo è praticamente l'80% dei dischi recensiti qui su metallized nell'ultimo mese e mezzo |
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2
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Ma poi la cosa mi sorprende perchè dalle anteprime rilasciate sembrava promettere bene. Mi spiace molto. |
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1
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Non avrei ancora il coraggio di ascoltarlo... non sono mai riuscito a capire perché il mio rapporto coi Borknagar nasca e finisca col meraviglioso The Olden Domain... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Havoc 2. Reason 3. The Stir Of Seasons 4. For A Thousand Years To Come 5. Abrasion Tide 6. Fleshflower 7. Worldwide 8. My Domain 09. Coalition Of The Elements 10. Loci
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Line Up
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Vintersorg - Vocals, Choirs Øystein Garnes Brun - Electric/Acoustic/High String Guitars Jens F. Ryland - Guitars Lazare - Keyboards, Hammond Organ, Grand Piano, Backing Vocals, Lead Vocals (on "Fleshtower") Tyr - Bass David Kinkade - Drums
Guest member: I.C.S. Vortex (Simen Hestnaes) - Vocals on "My Domain"
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