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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Graveyard - Hisingen Blues
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( 8286 letture )
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Quando si parla di musica, non è mai semplice scindere l'aspetto tecnico da quello puramente emotivo: puo' capitare di rimanere abbagliati da quelle che sembrano, all'apparenza, semplici lampadine, ma anche di rimanere al buio dinanzi ad un sontuoso lampadario d'epoca. Fortunatamente i Graveyard appartengono al primo caso, poiché brillano a dismisura di luce propria; ma se siete alla ricerca di originalità ve lo dico subito, non continuate a leggere questa recensione. Se siete invece affamati di grande musica, quella scritta col cuore, capace di farvi pulsare il sangue nelle vene e di farvi commuovere per la sua genuinità, allora siete nel posto giusto, continuate tranquillamente la vostra lettura.
Quella che vi sto per raccontare è la storia di quattro ragazzi svedesi, che insieme sono riusciti nel non facile compito di creare delle canzoni con la loro arte, in grado forse di poter resistere all'usura del tempo, quello stesso tempo che aveva cullato l'arte dei loro maestri portandola sino a noi. Nel 2000, dalle costole dei Norrsken, nacquero due delle più importanti entità che l'hard rock moderno conosca: Magnus Pelander creò i Witchcraft, mentre Joakim Nilsson fondò i Graveyard. Il primo omonimo album dei secondi arrivò solo nel 2007 e fu subito amore: un lavoro bellissimo, aggrappato come un'edera ai suoni del vecchio millennio, squisitamente sixties, dannatamente maturo. Da quell'album sono passati quattro anni ed il gruppo piano piano ha evoluto, seppur lentamente ma in modo costante, il proprio sound, depurandolo dalle piccole sbavature presenti nel debutto ed elevando il songwriting ai margini della perfezione, grazie anche ad un budget ben diverso a disposizione, visto che per loro si è scomodata niente di meno che una delle etichette metal per eccellenza - la Nuclear Blast - e già questa di per se è un notizia molto importante per il movimento retro-rock che sta tornando in auge in pompa magna grazie a band come i Graveyard.
Ma veniamo al nuovo Hisingen Blues; un affresco sonoro dai colori indelebili, affissi fra le pieghe di sound stregonesco, dai tratti psichedelici e settantiani. I Graveyard però non sono una band capace di scrivere solamente il perfetto bignami dei suoni vintage; questi ragazzi sono invece riusciti a scrivere, con la loro passione, un capolavoro da custodire gelosamente, montando un caleidoscopio di emozioni contrastanti, scaraventate in faccia al mondo con l'irruenza di un treno merci e l'appagante bellezza di un soffio di vento fresco nel bel mezzo della torrida staticità del music business odierno. Provate ad ascoltare la stupenda opener Ain't Fit To Live Here: sembra di sentire una versione dopata dei Led Zeppelin, o la successiva No Good Mr. Holden, per chi scrive la Since I've Been Lovin You del nuovo millennio. Vi sembra esagerato il paragone? allora date un ascolto alla title track, sorretta da un riff di chitarra immerso nel blues più spettrale, elegante e passionale che possiate ascoltare. Che dire poi della voce di Joakim, in grado di tenere al guinzaglio l'ascoltatore con una performance da standing ovation; una delle migliori ugole della scena hard rock mondiale, capace di tratteggiare efficacemente paesaggi sporchi - da rocker consumato - ed immergerli nella profondità e nel calore dei momenti più intimi senza mai risultare banale o scontato. Uncomfortably Numb rappresenza l'anello di congiunzione tra il prog dei Pink Floyd, omaggiati già nel titolo, ed il blues sofferto dei migliori Led Zeppelin: avvolgente e toccante. Longing, costruita su di un tappeto percussivo e devota alla magia western di Ennio Morricone, ci mostra il vasto spettro sonoro della band, aumentano i richiami folk, grazie a chitarre acustiche dal forte impatto evocativo e ad un finale sospinto dal sapore mistico del Dio Pan tanto caro ai Blood Ceremony. Nella successiva Ungreateful The Dead si scorgono forti reminescenze doom, sia nel riffing di chitarra, sia per l'incedere minaccioso che riveste la canzone, la quale è dotata di un assolo mozzafiato e un ritornello che si stampa in testa all'istante. Buying Truth - altro highlights dell'album, ma dall'atmosfera piu' spensierata - e Rss proseguono il discorso intrapreso fin'ora, ma lo fanno tenendo sempre alta la tensione e il livello del songwriting.
Chiude l'album la toccante The Siren, con i suoi sei minuti di montagne russe emozionali, fra suoni puliti, esplosioni elettriche ed assoli di un'eleganza mostruosa. Trovare al giorno d'oggi album di tale caratura è cosa ardua: Hisingen Blues è un album capace di sprigionare la visceralità di suoni senza tempo, sfoggiando canzoni perfette, e questo senza alcuna sbatura o calo di tono; un album ancorato al passato, ma attualizzato ad un presente affamato di grande musica. A mio avviso uno degli album piu' belli, se non il più bello che abbia avuto il piacere di ascoltare quest'anno, assieme a Pentagram, Orchid e Blood Ceremony, un album da buy or die... Ehi, ma che fate ancora li a leggere? Non mi avete sentito? Correte a comprarlo, non ve ne pentirete!
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16
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Che grande album! Come il buon Giax qui sotto mi sono riavvicinato ultimamente a sonorità più prettamente rock, e i Graveyard (che non conoscevo!) mi hanno colpito in pieno: songwriting ispiratissimo, rock che strizza l'occhio a psichedelia e blues, un sound che rimanda ai seventies con più di un eco di Led Zeppelin e altri numi tutelari del grande rock del passato senza però scadere nel più becero scimmiottamento. Stupendo. Voto 86 |
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15
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Uno dei miei punti fermi già da un paio d'anni e non mi stanco mai di ascoltarlo. Sarà perchè nel biennio di università ho avuto una virata verso lidi più rock (e tutto ciò che comprende questo meraviglioso genere, dal prog all'hard 'n heavy), sarà perché ho bisogno di un ritorno alle origini, una necessità di sentire un banale accordo amplificato da delle calde valvole e distorto da un fuzz, sarà perché i tecnicismi da conservatorio preferisco lasciarli a chi studia teoria della musica, appunto, al conservatorio, sarà perché ho conosciuto tanti, troppi pseudo-critici amanti solo del Jazz e di prolissi cliché e manco sapevano la differenza tra tempi pari o tempi dispari, sarà perché....alle volte, dall'apparente semplicità nascono capolavori come questo e ci fanno comprendere che dopo quasi mezzo secolo, il Rock, quello vero, è vivo e vegeto e il ricambio generazionale ce lo abbiamo sotto il naso. Qui tutto è perfetto. Volevano ricreare un lavoro da primissimi '70 e ce l'hanno fatta. I numi tutelari, certo ci sono pure loro e li ha già citati Witchcraft (sei un po' la mia Bibbia e allo stesso tempo, la mia rovina economica) ma non c'è derivazione, non c'è plagio. Un plauso alla band tutta. 90. |
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14
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Colpevolmente appena scoperti, letteralmente folgorato sulla via di una miscela davvero esplosiva di rock/psichedelia/blues/prog... Tra le due vette di No Good Mr. Holden e Buying Truth si estende un altopiano incredibile di colori, luci e ritmi che credevo pressochè irripetibili nel terzo millennio . Su tutti il cantante (e chiedo scusa per l'aggettivo da fanboy adolescenziale, ma quando ci vuole....), semplicemente mostruoso ! |
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13
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disco da me piu' ascoltato con quello degli orchid .... |
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10
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Assolutamente un disco eccezionale......bravi davvero. Le atmosfere '70 ci sono alla grande e loro riescono davvero ad emozionare. |
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9
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disco veramente fenomenale!!!!!!! |
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8
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Finalmente comprato! Cazzo, se è bello... Sono ancora al primo ascolto, ma è veramente tanta roba  |
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7
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carino ma eccessivamente derivativo. mancano totalmente di personalità. ottima recensione in ogni caso. |
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6
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..l'altro lo scoprirai a breve..promesso..ahahahahahah  |
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5
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Beh... Sicuramente i Pentagram... Poi.... Maledetto, vedi che lo fai apposta?  |
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4
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ottima filosofia di vita..la penso esattamente come te..ti do una dritta in anteprima..tieni da parte un altro po di soldi questo mese,che visti i tuoi ottimi gusti musicali,di album penso ne dovrai comprare almeno altri due oltre questo  |
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3
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Ovviamente scherzavo, anzi grazie per le dritte! I soldi è meglio investirli in qualcosa di tangibile e che resta per sempre  |
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@ Lizard ahahah non vorrei essere l'artefice della tua,a quanto pare imminente,banca rotta,ma quest'album non puo' proprio mancare nella discografia di chi ama queste sonorità squisitamente retro'.... |
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1
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Witchcraft te lo dico: se continui di questo passo mi avrai sulla coscienza!!! E' almeno il terzo disco che mi fai venire voglia di comprare!!!  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - Ain't Fit To Live Here 2 - No Good,Mr Holden 3 - Hisingen Blues 4 - Uncomfortably Numb 5 - Buying Truth (Tack & Forlat) 6 - Longing 7 - Ungreateful Are The Dead 8 - Rss 9 - The Siren
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Line Up
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Joakim Nilsson (vocals, guitar) Jonatan Larocca (guitar) Rikard Edlund (bass) Axel Sjoberg (drums)
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