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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 4595 letture )
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Dentro la rabbia e oltre.
Gli Otep sono una di quelle band sopravvissute al “nu-metal funeral”, assieme a qualche sporadico gruppo macina incassi. Ascoltandoli possono venire in mente tanti acts in voga da anni negli USA: Disturbed, Slipknot, Korn, Mudvayne e compagnia milionaria. Il fatto è che se si sopravvive alla fine di un genere usa e getta, alcune qualità è necessario averle, e bisogna ammettere che gli Otep le abbiano.
Figli di un sano rancore verso il presente e guidati da una giovane donna, acida sul palco quanto impegnata socialmente, questi quattro americani “contro” procedono imperterriti dal 2000, tra lo stridore dei testi e l’impatto dei suoni. Avere una ragazza carina e determinata come vocalist può presentare dei ritorni positivi, vero, ma solo in partenza. Il tempo passa e se i meriti non seguono le apparenze ben presto la bolla si sgonfia ed il progetto va a rotoli. Otep Shamaya guida il gruppo dagli inizi a sua immagine e somiglianza ed ancora una volta si ha la sensazione forte che sia lei a tirare la carretta, con i suoi sbalzi vocali e umorali, i passaggi dal pulito al ruvido più caustico.
Questa eterna ragazza sembra sempre più incarognita, e probabilmente è questa la sua forza, oltre alle doti vocali concesse da Madre Natura. Le sue urla stridule, a volte melliflue ma più spesso belluine, incidono il crisma a questa band. Il resto dei componenti le costruisce a pelle una sezione ritmica adeguata, perché segue in tutto e per tutto i suoi umori. I toni sui quali poggia Atavist sono vari e spaziano dagli inserti melodici (We Dream Like Lions), caratterizzati dall’incedere malinconico e suadente della voce, alla pura aggressione verbale (Atom To Adam, I, Alone). L’insieme racconta un mix emozionale e sonoro, fatto di aggressione meditata e misurata, di contorsioni acustiche che dominano la maggior parte delle tracce, delineando al meglio gli sbalzi umorali che una persona media con una via qualsiasi possa subire ed amplificare. Se ci fossero stati quei due filler in meno il voto sarebbe stato più alto, ed anche se la cover finale dei Doors non sembra una scelta così riuscita, ciò nonostante il disco si fa apprezzare.
Atavist è un buon album, sulla scia del precedente Smash The Control Machine, e se è vero che le continue bordate corrosive di inizio carriera presenti in Sevas Tra, in questo caso sono poco più che un ricordo, è altrettanto onesto ammettere che la band abbia intrapreso una strada meno diretta ma più incisiva qualitativamente. Parallelamente a quanto realizzato negli anni dai Mudvayne, anche gli Otep hanno puntato nel corso degli anni ad un cambiamento stilistico, e forse ad una maturazione, che li ha portati a dare la prevalenza alla qualità della scrittura piuttosto che all’aggressività tout court. Non si parla infatti di scegliere la via maestra del ritornello facile e della strofa amorevole, ma di allargare gli spazi attraverso contenuti molteplici, che si inerpicano tra il crossover, il metal, il post-core, l’alternative ed il rock. La qualità tecnica dei musicisti fa il resto, e quando c’è da picchiare, da spremere le chitarre e da percuotere la doppia cassa, puntualmente la violenza arriva e si palesa, amplificata dal crescendo che la annuncia.
Di certo chi non ha mai amato tale gruppo non troverà in Atavist un motivo per cambiare opinione. Chi invece segue la band dagli inizi, ancora una volta potrà godere della voce di Shamaya, dei dubbi che alimentano i suoi testi e dei rimbalzi striduli che quelle parole provocano nel nostro cervello.
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5
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Concordo. Sevas Tra è il migliore. |
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4
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"sevas tra" pietra miliare del nu metal "estremo" e disco che consiglio a tutti... house of secrets mi era già piaciuto meno... gli altri non li conosco... otep shamaya "chanteuse" di rara bravura... |
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3
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Grandissima band! Non mi hanno mai deluso. |
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2
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Concordo con Alex..ma sempre grandi! |
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1
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gran disco...anche se molto simile al precedente |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Atavist Animus 02. Atom To Adam 03. Drunk On The Blood Of Saints 04. Remember To Forget 05. Skin Of The Master 06. We Dream Like Lions 07. I, Alone 08. Baby's Breath 09. Fists Fall 10. Stay 11. Bible Belt 12. Not To Touch The Earth
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Line Up
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Otep Shamaya - Vocals Rob Patterson - Guitars "Evil" J. McGuire - Bass Mark "Moke" Bistany - Drums
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