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Grand Magus - Iron Will
( 4938 letture )
L’epopea dei Grand Magus è una trama infinita di continui capolavori, troppo spesso messi ingiustamente in secondo piano rispetto a nomi ben più altisonanti. Ma titoli del calibro di Grand Magus (2001), Monument (2003), Wolf’s Return (2005) ed il più recente Hammer of the North (2010) meriterebbero menzioni in prima pagina in un eventuale quotidiano dedicato al mondo dell’heavy metal. Non da meno, naturalmente, questo Iron Will, pubblicato nel 2008 e da molti osannato come l’apice assoluto del combo svedese, un gruppo in grado di assicurare grandi colpi anche nel futuro più prossimo. La loro discografia, pur nel suo piccolo, mostra come una band moderna dovrebbe approcciarsi al temibile mondo della musica: con passione e forza d’animo, senza mai voltarsi indietro, senza mai prostrarsi alla volontà altrui. Ciò che i Grand Magus ci propongono di volta in volta è il puro frutto delle loro idee, del loro lavoro e il prodotto finito risente non poco di questo approccio oggigiorno non poi così convenzionale. Il segreto, per così dire, del loro successo strettamente professionale deriva tanto da questa attitudine lavorativa “all’antica”, priva di tanti ritocchi dell’ultima ora atti a rendere perfetto un disco, quasi come se fosse un prodotto omologato, pronto per essere impacchettato e spedito nel più grande dei centri commerciali, ma altresì ricca di particolari personali, di inventiva e, perché no, di improvvisazione. Dopotutto la vera arte nasce dal momento, da quell’ispirazione tanto folgorante quanto labile ed evanescente, quasi fosse una nuvola pallida che stenta a volersi far dipingere di un colore appariscente, così da non perdere la propria naturale bellezza. Una cosa che i Grand Magus devono aver imparato fin dal primo momento, a partire da quell’esordio di ben alto livello più di dieci anni or sono.

Ad aprire l’album più riuscito della loro carriera ci pensa Like the Oar Strikes the Water, canzone incentrata su dei riff subito graffianti, una voce potente e calibrata ed una base ritmica che ben poco ha a che vedere con l’etichetta di band doom. Meno immediata è invece Fear Is the Key, che in assoluto è il pezzo più veloce e travolgente dell’intero platter; ciò che non convince troppo è però il cantato, troppo semplice e ripetitivo, leggermente diverso solo quando viene alzato di tono. Per una canzone che sembra aver poco da dire, ne troviamo subito un’altra riuscitissima. Si tratta di Iron Will, preceduta da un intermezzo di quaranta secondi, abbastanza superfluo, ma ormai tipico della band svedese. Iron Will, dicevamo. Una canzone da immaginarsi idealmente in un contesto di battaglie, guerre e combattimenti corpo a corpo con tanto di scudi e spade. La stessa cosa si potrebbe dire per la successiva Silver Into Steel, che risulta infatti fin da subito tra i pezzi migliori del disco. È in questi tratti che si denota tutta la magnificenza dei Grand Magus, tutta la loro bravura nel rendere giustizia a delle composizioni efficaci non solo “in potenza” ma anche “in atto”. Il lato più oscuro e maligno emerge invece in The Shadow Knows, canzone carica di un’energia tutta sua, ben risaltata dal drumworking mordace di Sebastian “Seb” Sippola e caratterizzata da un riffing “cattivo” che si insinua con intelligenza tra le ritmiche ed il cantato, senza peraltro disdegnare la melodia dell’assolo, poco dopo la metà del brano. Ci è voluto ben più di un ascolto, invece, per capire fino a fondo Self Deceiver, non una canzone immediata, oscura e penetrante, con echi alla Black Sabbath dell’omonima canzone contenuta proprio nel primo album della band britannica. Ogni suono, ogni strumento si avvinghia su di noi con una lentezza impetuosa, spietata, fino a catturarci completamente dopo un ascolto difficile ma soddisfacente. Non convince più di tanto la successiva Beyond Good And Evil, ormai poca cosa rispetto a quanto offertoci precedentemente dai tre musicisti nordici. Lineare e fin troppo piatta, anche per i canoni stessi della band, non si evolve e non fa niente per attirarci a lei, così che arrivare alla traccia conclusiva senza aver conservato molto della penultima diventa compito assai facile. I Am the North, questo il titolo dell’ultimo pezzo, già dal titolo si propone come canzone dai tratti epici e sfarzosi, presupposti assolutamente riscontrabili nello svolgersi della stessa. La sua durata, che potete leggere facilmente dai vostri lettori mp3 o dai vostri I-Pod, è però falsata dalla presenza di una ghost track -alquanto scarna a dir la verità- dopo ben tre minuti di silenzio.

Doveroso, arrivati a questo punto, fare un cenno anche all’artwork, sicuramente molto evocativo, raffigurante un mostro spaventoso nell’atto di risalire dal sottosuolo in un contorno di foschia e -presumibilmente- gelo, mentre sullo sfondo si intravedono fitti boschi, a loro volta coperti da una coltre di nubi e nebbia. Se si pensava che fosse arduo, per una band dei giorni nostri, arrivare a realizzare di volta in volta album dal così elevato livello di qualità e, allo stesso tempo, di quantità, allora bisogna capacitarsi della splendida realtà rappresentata dai Grand Magus. Che di loro non parlino le prime pagine dei giornali è stato detto, ma sarebbe davvero un errore grossolano non dar loro merito del lavoro finora svolto. Un lavoro duro e talvolta complesso, ma finalizzato a grandi obiettivi. Non siate timorosi, se ancora non li conoscete questo è l’album giusto per avvicinarvi al magico e contorto mondo dei Grand Magus.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
54.93 su 32 voti [ VOTA]
marmar
Lunedì 10 Marzo 2014, 21.13.40
5
Per me il più bello dei Gran Magus, il resto della discografia è onesta, nulla più.
Steelminded
Venerdì 26 Aprile 2013, 21.31.04
4
Questo infatti è bello, gli ultimi due bellissimi, ma monument, grand magus e wolf mi fanno abbastanza schifo. Evviva!
Marsù
Mercoledì 21 Marzo 2012, 20.43.51
3
Ah ah ah tutti uguali? Bella Cazzata Jek, mi hai fatto proprio sganasciare! Bellissimo album questo, anche se a mio avviso Monument è inarrivabile. E il primo omonimo è una piccola gemma da custodire... L ultimo è bello, ma forse un pò ruffiano...
jek
Mercoledì 21 Marzo 2012, 20.34.15
2
Sarà ma a me i dische dei magus sebrano un po' tutti uguali... forse colpa della voce.
Greatest_tiz
Lunedì 12 Marzo 2012, 17.17.54
1
Il mio album preferito di questo gruppo! Acquistato logicamente!
INFORMAZIONI
2008
Rise Above Records
Heavy/Doom
Tracklist
1. Like the Oar Strikes the Water
2. Fear Is the Key
3. Hövding
4. Iron Will
5. Silver Into Steel
6. The Shadow Knows
7. Self Deceiver
8. Beyond Good And Evil
9. I Am the North
Line Up
Janne “JB” Christoffersson (Voce, Chitarra)
Fox Skinner (Basso)
Sebastian “Seb” Sippola (Batteria)
 
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