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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 9078 letture )
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Premetto che i Krokus non sono mai stati tra i miei gruppi preferiti, il combo svizzero era noto negli anni 80 più che altro come gruppo clone degli AC/DC, ed ovviamente gli originali erano sempre stati preferiti dagli aficionados, che di conseguenza non erano mai stati teneri con loro, me compreso, ed in conseguenza di ciò ad un certo punto i Krokus , vista l’impossibilità di sfondare veramente in Europa, si erano decisamente rivolti verso il mercato Americano, una operazione tra l’altro commercialmente riuscita, The Blitz fa parte di quel periodo.
L’incontro tra lo stile AC/DC e l’approccio american-oriented impresso dalla produzione diede luogo ad una sorta di incrocio tra gli Australiani e i Def Leppard, col risultato di scontentare ulteriormente gli Europei, ma di conquistare di fatto il mercato americano, notoriamente più facile quando i crismi della commercialità ammantano i prodotti immessi al suo interno.
The Blitz comunque fila via senza scosse, ma con un tasso di originalità pari a zero, (cosa che accadeva anche prima), e rappresenta tutto sommato a mio avviso una ulteriore involuzione rispetto al periodo precedente, dove almeno i Krokus non si erano mai spacciati da qualcosa di diverso da quello che erano: un onesto gruppo di discreti musicisti che si divertivano a suonare assieme senza pretese di passare alla storia della musica.
Eppure i risultati di questo periodo Americano furono ottimi, raggiungendo il disco d’oro negli States e quatro o cinque Hits tratte dal disco che godettero di un discreto airplay diedero molta popolarità alla band, come detto però in Europa persero parecchi fans, ma la cosa era tanto prevedibile quanto calcolata.
La mano di Bob Rock e Mike Frazer, ( Van Halen, Bon Jovi , Metallica, Kiss), si sente parecchio, la voce del Maltese Storace è leggermente meno Johnsoniana del solito, i testi sono canonicamente leggeri alla maniera Americana, i fastidiosissimi coretti AOR sono tutti al posto giusto, Von Arb piazza i suoi soliti riffs, ma l’effetto è edulcorato ad arte per vendere , ed oltretutto a me il genere non dice molto, molto meglio l’onestà precedente nonostante i difetti intrinseci.
Buone al di là di tutto Midnite Maniac, Out To Lunch, Rock The Nation , e Ready To Rock, tutte songs che, se registrate e prodotte nel solco della tradizione Accidicciana avrebbero almeno avuto il sapore “normale” della proposta Krokus, di poca sostanza , ma almeno autenticamente normale.
I Krokus comunque sono ancora vivi e vegeti , e ormai hanno alle spalle una ventina di album, segno che la voglia di suonare è vera ed autentica, e non è poco.
Chi ama gli AC/DC e vuole anche ascoltare qualcun altro può rivolgersi ai primi album, quelli del periodo 74/82, potrebbe essere un diversivo piacevole, ma non più di quello.
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10
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60? Boh non capisco... i China che fanno Glam Metal vanno bene e i Krokus no?
Con tutto che i China e i Gotthard sono meglio di loro (per me) però questo disco Americaneggiante mi piace. Anche quando si trattava di Headhunter comunque l\'originalità era pari a 0 ok ma si trattava comunque di un ottima band con un ottimo singer come Storace.
Non concordo con il voto della recensione, per me un 75 ci sta tutto! |
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9
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@Hellraiser,condivido a pieno.I Krokus hanno saputo districarsi bene tra Hard Rock,blues e metal classico,glam,pop.Alla fine questo disco non è male,a parte qualche traccia un po' debole,però il voto è basso siamo oltre la sufficienza,anche se non è sicuramente un capolavoro,come lo era Headhunter(sicuramente il loro album migliore).Non sono certo una band innovativa ma degli ottimi musicisti che hanno portato avanti,e portano avanti una certa idea di rock primordiale e grezzo che oramai in pochi ricordano,travolti come sono da tantissimi sottogeneri di metal(alcuni dei quali inutili,non faccio nomi,per non creare polemiche inutili!). |
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8
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Nota storica: il cambio di direzione, a livello musicale, fu imposto alla band dalla casa discografica Arista/Ariola. E la cosa divenne ancor piu' sconcertante con il seguente (bruttissimo) "Change of Address", in cui si introdussero anche dei synth qua e là. Il loro contratto con la Ariola si chiuse - per loro fortuna - con il disco "Alive & Screaming", dopo di cui - recuperato Von Rohr che aveva abbandonato il gruppo proprio per il cambio di sonorità - diedero alle stampe "Heart Attack" un onesto disco di hard-rock, che faceva l'occhiolino a quanto pubblicato dal 1983 indietro. Purtroppo i tempi erano cambiati e per i Krokus fu l'inizio della fine. Detto questo: "The Blitz" fu uno dei miei primi dischi e, malgrado non fulmini per originalità, è molto meno brutto di quanto detto nella recensione. Dimenticare una "Boys Nite Out" o "Out of control" vuol dire aver schiacciato - per il comprensibile fastidio d'ascolto - troppo velocemente il tastino FWD ed aver perso due pezzi che, nella media del disco, spiccano per un insolito impatto sonoro, al limite della violenza. Disco godibile, da lungomare a luglio, con la sigaretta in bocca. |
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7
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Rispetto gli AC/DC, laloro storia e la loro leggenda, ma non hanno la minima vena creativa dei Krokus, fanno lo stesso disco da 40 anni. I Krokus sono superiori tecnicamente, a livello melodico e compositivo perciò viva i Krokus che ancora oggi spaccano di brutto. Comunque si, assomigliano agli Ac/Dc versione più hard n' heavy |
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6
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Questi caro Raven, come hai sottlineato, con 'The Blitz' fecero la fine della tua omonima band con 'The pack is back'. Dei krokus mi piacciono i primi in stile ac/dc e , soprattutto, quando sfiorano i Priest in 'Headhunter'. Qui pocus krokus |
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5
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come hanno detto in molti andrebbe recensito Headhunter un piccolo capolavoro che per me li inalza fra i grandi del hard&heavy |
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4
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Anch'io dei krokus ho "ONE VICE AT A TIME", effettivqamente molto ac/dc, ma l'idea di una band metal svizzera mi faceva impazzire, epoi non erano poi così male. |
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3
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Storace ha sicuramente una buona voce, ma se intendi dire che inizialmente non copiavano gli AC/DC e che poi hanno creato musica da ricordare non mi trovi d'accordo, ma ovviamente è la normale dialettica tra punti di vista differenti. |
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2
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Beh, chi considera i Krokus i cloni degli AC/CD è solo perché li conosce superficialmente. Purtroppo (o per fortuna) alla voce hanno un personaggio come Marc Storace dalle innegabili similitudini con lo scomparso Bon Scott. Ma da lì a chiamarli cloni, ne passa. I krokus hanno una raffinatezza tecnica e stilistica che gli AC/DC non hanno mai avuto e, forse, ricercato. Spaziano dal blues al rock, all'hard rock, al metal con note di pop/glam come il pezzo che li ha resi famosi negli states "Bedside Radio". Con una componente tecnica non indifferente. In altre parole, i loro pezzi non sono "i soliti 4 accordi" degli ac/dc. Per non parlare della voce di storace, che riesce a dare una personalità e uno stile del tutto unici ai brani. Come giustamente ha detto Mauro, andrebbe recensito "headhunter", ma anche l'ultimo "HELLRAISER" e l'imminente "HOODOO", di cui ho avuto la fortuna di poter ascoltare l'anteprima, dato che canto nel tributo ufficiale per l'italia e la svizzera dei krokus, Midnite Maniac. Si lo so: sono fissato con gli svizzeri..  |
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1
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Bene........sono daccordissimo con te. Quando comprai "ONE VICE AT A TIME" dissi ma questi sono gli AC/DC!!!! Rimane comunque un album dei KROKUS che secondo me andrebbe recendito....... si chiama "HEADHUNTER" molto Priestiano con addirittura ROB "THE GREAT" HALFORD ospite in un pezzo (Ready to burn) CIAO a presto e complimenti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Marc Storace - Vocals Fernando Von Arb - Guitars Jeff Kloven - Drums Mark Kohler - Bass
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Line Up
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1. Midnite Maniac 2. Out Of Control 3. Boys Nite Out 4. Our Love 5. Out To Lunch 6. Ballroom Blitz 7. Rock The Nation 8. Hot Stuff 9. Ready To Rock
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