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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Death Angel - Frolic Through The Park
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( 7532 letture )
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Band tra le più promettenti e apprezzate nel circuito underground della Bay Area di San Francisco, i Death Angel destarono immediatamente grande curiosità, vuoi per la parentela che univa questi quattro ragazzi di origine filippina (tutti cugini), vuoi per l’urticante e bombarolo esordio di The Ultra-Violence e vuoi per la loro giovanissima età, con un drummer in piena adolescenza. Dopo essere entrati nelle grazie del loro concittadino Kirk Hammett, anch’esso di origine filippina, questi improbabili “Angeli della Morte” scelsero saggiamente di non ribadire pedissequamente la legnata d’esordio, cercando una dimensione più ricercata e intima per la propria musica, inconfutabile già nel secondo lavoro. L’evoluzione rispetto al disco precedente è radicale e considerevole: in Frolic Through the Park ci troviamo di fronte un thrash lontano dagli stilemi classici del genere, canonici e irruenti; non è ancora definibile “technical”, eppure si delinea attraverso diramazioni stilistiche disparate, con non indifferenti spruzzate di funky e, in misura minore, jazz; si passa così dalle consuete bordate fast’n’furious, comunque intrise di componenti alternative e funk-oriented, ad episodi assolutamente singolari ed inusuali. L’intelligenza e la lungimiranza della band si riflettono proprio nella volontà di non ripetersi, e soprattutto nell’intenzione di tenersi lontano dal plagio nei confronti degli altri thrashers in voga nel periodo: così facendo, i cinque cugini hanno creato uno stile proprio e originale, sicuramente ancorato alle classiche rasoiate thrash ma articolato in pause ripetute, improbe dissolvenze, linee vocali non convenzionali, giri di basso irregolari e soluzioni funky cucite nel guitarworking. A tal proposito, immediatamente colpisce il buonissimo e variegato parco-riff dal quale i due chitarristi attingono le idee per le proprie composizioni: pur non essendo dei fenomeni del virtuosismo, i cinque californiani possiedono una valida tecnica di base e risultano efficienti nel collegare fibrillanti martellamenti dai tratti tumultuosi ad alcune sfumature melodiche e di estrazione completamente estranea all’universo heavy metal. Proprio attraverso un rifferrama sferzante e tagliente, unitamente al roboante drumworking di Andy Galeon, l’act americano sprigiona notevole potenza, anche se la sezione solista appare meno espressiva, alternando momenti più o meno diretti, senza però risultare quasi mai fiammante e memorabile, mantenendo invece un profilo basso e contenuto.
Così come Gus Pepa e Rob Cavestany arricchiscono ogni traccia con riff invitanti ed incisivi, Galeon è assai costante nell’arco delle undici canzoni, solido e corposo nel suo robusto picchiare su pelli e tamburi, abile nel destreggiarsi anche in efficaci galoppate col doppio pedale. Le chitarre suonano quadrate e ruvide, la registrazione è nitida anche se si distingue parecchio la produzione ottantiana: nel complesso il platter è buono anche se tostissimo da assimilare e comprendere, in quanto punta forte più che altro sul taglio alternativo della proposta insita tra i suoi solchi che sul reale feeling trasmesso dai brani, che restano positivi ma non epocali. Il vocalism di Mark Osegueda è, in linea con la proposta della sua band, del tutto particolare: non spicca per aggressività, ma riserva spunti incalzanti, pecca a causa dell’assenza di refrain davvero irresistibili e, forse, rappresenta l’elemento più fragile nel mosaico globale di questa band. Il genere prediligerebbe una timbrica più aggressiva, aspra e trascinante, e il fruitore più tradizionalista potrebbe incontrare qualche difficoltà ad accettare l’eccessiva pulizia di questo singer, alle prese con un cantato assai squillante. La scaletta si delinea come una serie di brani veloci ed incentrati su ritmiche thrash, ma concede anche due o tre passaggi a sé stanti, del tutto fuori dagli schemi; un disco sicuramente sperimentale, che non è consigliato tanto agli aficionados di thrash canonico ma sembra rivolto a palati più fini, open-minded, capaci di non scandalizzarsi di fronte a improvvisazioni tanto imprevedibili. Il pezzo che funge da opener, 3rd Floor, è una mazzata potentissima, aggrappata a velocissime vampate di riff affilati e continui stop’n’go; anche le linee vocali appaiono convincenti e travolgenti, ben sposate con la forzuta base ritmica e musicale in un binomio da headbanging; un assolo brillante completa il quadro del brano, subito incalzato da un’altra sassaiola tipicamente thrash, Road Mutants: una nevrotica scarica elettrica, infervorata anche dagli esaltanti cori di supporto al refrain. L’act californiano corre spedito come un treno e non accenna a fermarsi con Why You Do This, un tirato accorpamento di riff folli (a tratti quasi intrisi di reminiscenze punk) che mantiene alta la tensione, galoppa a briglia sciolta e presenta anche alcuni elementi indirizzati allo scardinamento degli schemi classici del thrash. A questo punto ci si imbatte in Bored, il primo tentativo davvero marcato di sperimentazione e commistione funky: il pezzo è ben ritmato, possiede un robusto sfondo ritmico, ma il cantato rockeggiante di Mark Osegueda risulta distantissimo dai canoni thrash. Stridenti orpelli chitarristici vengono inseriti in coincidenza dei ripetuti rallentamenti, creando un andamento zoppicante e insolito, presto ribadito nella successiva Confused, almeno in avvio: questa composizione si avvia sinistra e a tratti noiosa, arroccata su riff pesanti, e attorno al quarto minuto si sfoga in una veemente (ma eccessiva-mente breve) accelerazione thrashy.
Altrettanto sfumata è Open Up, che in avvio si presenta innocua e colorata ma poi e-splode in una serrata corsa thrashy, pur continuando ad alternare al suo interno bizzarre tendenze jazz quasi da jam session; il poker di brani atipici viene completato da Cold Gin, cover dei Kiss, ovviamente caratterizzato da tratti hard’n’heavy, edulcorati e ottantiani, anche se la stessa Shores of Sin si rifiuta di seguire del tutto le classiche coordinate metalliche della Bay Area: quasi tre minuti di introduzione in dissolvenza, trame inusuali, ritmiche discontinue, pause ripetute ed un chorus assai melodico fanno da contraltare alle caratteristiche schegge irruente. Terminato l’excursus extra-thrash, le teste degli headbangers possono riprendere a scuotersi con Guilty of Innocence, forsennata frustata dal riffery penetrante, chiaro retaggio dei primissimi Metallica ed im-perniata su inclementi accelerazioni ad alto rischio; la conclusione del platter è affidata a Mind Rape, esercizio di thrash furibondo imbevuto di rapidità spasmodiche e mitragliate secche e stentoree di riff tronchi. La tensione è elevata, il tupa-tupa batteristico accontenta i palati dei puristi e gli stop di rito modellano la traccia secondo il tipico imprinting dei Death Angel. In alcune versioni dell’opera è presente una valida bonus track, Devil’s Metal, altra bella batosta isterica, arricchita da un’ampia sezione strumentale centrale e contraddistinta da pathos impellente; il refrain vocale è un po’ banalotto ed i rallentamenti apparentemente forzati, ma la stratificazione melodica e gli elementi soft non mancano. La tecnica riversata in questo album non è sufficientemente elevata per poter parlare di metal progressivo, ma la scelta stilistica è in ogni caso coraggiosa: incamminarsi in direzioni non lineari né convenzionali era cosa assai rischiosa, soprattutto a quell’epoca (nella quale il thrash classico dettava tutte le regole del music-business metallico, o quasi). Solo a sprazzi i thrasher californiani regalano un sound partico-larmente devastante, regalando sani momenti da headbanging ma non riuscendo ad eguagliare l’irresistibile dinamica del debut.
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VOTO LETTORI
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90.11 su 128 voti [
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36
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La solita nazista? Ahahaha😂 |
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Infatti @Duke.Buona serata anche a te. |
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...ciao spirit....lisa è la solita nazista....che non rispetta le idee altrui....non vale la pena rispondere...alle sue provocazioni....viva la libertà di espressione....bravissimo ad acquistare CD nuovi e supportare la scena....selezionando le novità più meritevoli....buona serata... |
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A parte che proprio oggi ho ordinato 9 nuovi cd,quindi non sò a cosa ci si riferisca,e mi pare anche Duke compri cose nuove,ma cosa centra la trap adesso non si capisce. Ogni volta la trap o i bigotti.Magari un pò di senso critico non fà male.Esce roba buona,ma anche tante cagate.Mi pare normale. |
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Meno male ci son persone che comprano e ascoltano dischi nuovi. Ancora oggi ci sono album validissimi, con gente come voi 2 ci resterebbe di ascoltare la trap.. Poveri noi🤦 |
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Quoto @Duke. Certamente le nuove generazioni propongono anche cose valide,ma non regge il confronto coi classici che hanno fatto per primi la storia. |
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30
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Meno male non tutti la pensano come te, altrimenti la musica metal sarebbe estinta. W le nuove generazioni e le nuove band🤟 |
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...lo sto riascoltando....disco di buon thrash.....meglio rispolverare questi dischi storici che ascoltare ...gli ennesimi cloni....che girano di questi tempi..... |
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Riascoltato ieri sera, per me rimane un disco clamoroso....e pensare che il primo demo andò malissimo, poi il supporto live ai Metallica cambiò tutto, tanto Kirk nel 1985 produsse il loro secondo demo, ed ovviamente erano giovanissimi, Galeon aveva appena 14 anni. Quindi dopo un esordio col botto, un classico del Thrash, esce questo che sorprese gli addetti ai lavori per la maturità, un songwriting eccellente ed anche una buona dose di originalità, ed esempio Bored anticipa i Mordred di Fool\'s Game. Voto 85 |
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Ho comprato la ristampa su CD uscita da poco quindi l\'ho riascoltato dopo qualcosa come 15 anni e devo dire che questo disco é bellissimo.
Se stai a sentire alcune persone questo disco Rispetto al precedente é meno bello perché più sperimentale, con più influenze funk ecc
In realtà rispetto a Ultra Violence (che é molto bello) é meno derivativo. meglio prodotto/registrato e le influenze funk sono veramente lievi.
Il disco é assolutamente Thrash e per me é un capolavoro! |
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26
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l'unico disco dei Death Angel che abbia mai ascoltato... questo é molto bello! |
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.....voto troppo basso per questo disco storico.....alzare voto...please..... |
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dimenticavo.il voto e' troppo basso.io darei 90-95!! |
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Uno dei miei album preferiti di sempre.mitici death angel!! |
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Ideale punto d'incontro tra l'irruenza giovanile del debut e il thrash più ragionato di Act III , quest'album non ha proprio nulla da invidiare né all'uno né all'altro dei due album di cui sopra! Anzi, per certi aspetti lo reputo addirittura il migliore. Voto : non meno di 90 ! |
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21
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Una band che ha sempre saputo fare ottimi album, con una evoluzione difficile da trovare in un`altro gruppo thrash, ma sempre con efficacia. Il qui presente album presenta i primi vagiti di quelle sperimentazioni che si vedranno piu` avanti ( e bisognerebbe anche considerare l`album uscito a nome The Organisation per capire la loro evoluzione fino in fondo) ma qui si parla ancora di tecno thrash come piace a me con grandi canzoni come 3rd floor o Bored, fenomenali esempi di thrash tecnico ma fruibile. Un album per me da 90. |
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Siamo ai livelli del primo (anche se ancora adesso non è molto capito),thrash particolarissimo con sfumature funky ( ottimo lavoro di basso). Ve lo consiglio,sentitelo con apertura mentale.90/100 |
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acquistato di recente in versione cd, visto che si e' resa disponibile la re-issue. Belliissimo album, imho, molto vario molto eclettico che prova delle soluzioni 'nuove' nelle ritmiche e certe 'dissonanze'. Certo chi e' abituato a the ultra violence questo album puo' essere' alquanto ostico. Per me e' quasi techno thrash a questo punto della joro carriera. Dopo non li ho piu' seguiti e quel poco che avevo comprato l'ho anche gia' rivenduto. Qui' ci sono i veri death angel, imho...... |
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18
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Bel disco anche se preferisco di gran lunga 'The ultra-violence' dopo di che non li ho più seguiti, preferisco roba più diretta e veloce e meno tecnica. |
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Il loro disco + bello. |
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16
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Uno dei migliori lavori di Thrash Metal di tutti i tempi!! |
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Quoto forbiddenevil e LAMBRUSCORE; anch'io rientro tra coloro i quali apprezzano molto quest'album. Devo ammettere di averlo accolto bene, ma non entusiasticamente come il debutto all'epoca di uscita (in parte spiazzato dagli inserti inusuali per il genere), salvo rivalutarlo poco tempo dopo, grazie ad ascolti più attenti e privi di pregiudizi. Per me dopo il mitico The Ultra Violence rimane il migliore. |
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...come spesso accade, vado controcorrente...per me questo è il loro miglior disco, tecnico e sparato a puntino...99! |
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Fabryz, non ti preoccupare, peggio la mia faccia quando sono cascato dritto di muso in mezzo alla ghiaia, con conseguente polverone, vista la mia stazza, ahah.... |
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LAMBRUSCORE: non so xche' e' uscita la faccina perplessa di fianco al tuo nick,fai conto che non ci sia o pensala sorridente.. |
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10
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LAMBRUSCORE i i suicidal fanno paura,hanno fatto tutti cd validi diversi uno dall'altro e hanno ancora tuttora un'energia spropositata dal vivo nonostante l'eta' e i cambi di line up... considera comunque che i red hot hanno iniziato a meta' anni 80 a fare funky rock quindi diciamo che sono stati un po' i precursori di questo genere mentre i suicidal hanno iniziato a mettere elementi funky nel thrash da lights,camera nel 90 quando e' arrivato trujillo mentre prima facevano hardcore e crossover e rimangono distanti come tipo di musica dai red hot...difatti e' + giusto dire, parlando di paragoni nel funky, che lo scettro dei red hot x me dal 91 e' passato nelle mani degli infectious grooves,side project da paura degli stessi suicidal...mi spiace ma tra blood sugar sex magik dello stesso anno e il debut degli infectious non c'e' partita, anche se considero blood sugar un buon album, ma la creativita' di mike muir e trujillo era a pieno regime in quegli anni e la loro musica suonava + fresca di quella dei red hot secondo me... scusate la divagazione su bands che non hanno a che vedere con la recensione. |
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9
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Fabryz, anche per me i Suicidal tendencies sono un gruppo da paura, visti al Clash of the titans, ma li conoscevo anche da prima, sanno combinare bene metal, funk, hardcore ed altro, i Red hod chili peppers (il primo nome che mi viene in mente) fanno ridere a confronto e pensare al successo di questi ultimi ..... |
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8
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A me non sono mai piaciuti i death angel e ritengo che i re dell'innesto di componenti funky nel thrash (e non solo) siano i suicidal tendencies,che oltre a essere il gruppo piu' sottovalutato di sempre, questi se li mangiano a colazione,tecnicamente e artisticamente...parere del tutto personale s'intende,ma la visibilita' dei death angel mi sembra eccessiva in rapporto al loro valore. |
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7
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Da vecchio sclerotico, dico che per me questo è un signor disco, gruppo riconoscibile tra 1000 altri e non è poco, originalissimo modo dìintendere il thrash, poi il terzo album non l'ho mai ascoltato bene, mi ricordo che all'epoca non mi era piaciuto, credo non mi piacerà anche adesso.... |
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...ottimo disco, anche se a volta stenta un pò a decollare...Di sicuro i Death Angel non dovrebbero stare dove sono, ma molto più in alto... |
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Buon disco terzo in classifica per quanto mi riguarda. |
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Via di mezzo tra quello che erano e quello saranno, ma non per questo da buttare, anzi. Ottimo disco, non il mio preferito dei loro ma son gusti  |
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3
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...grandissimo disco, coraggioso e tecnicamente ottimo. Io trovo che Frolic Through The Park è un episodio unico, non solo nella discografia dei DEATH ANGEL ma in generale nella discografia thrash, nessuno ha avuto il coraggio di osare tanto. Grandissimi !!! |
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2
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Per una serie di ragioni che tutt'ora ignoro, Frolic Through The Park non mi è mai piaciuto, tant'è che dopo qualche ascolto del suddetto disco avevo rinunciato ad approfondire la discografia dei Death Angel. Act III e Ultra violence sono su un altro pianeta, a mio parere s'intende. |
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1
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Dignitoso punto d'incontro tra le sparate del fantastico debutto e la tecnicità di Act III. Personalmente lo ritengo inferiore ad entrambi, alcuni pezzi non mi convincono per niente e ci sono un po' troppi cambi di tempo eccessivamente impervi che ti fanno perdere il filo della canzone. Ad ogni modo un 70 più che meritato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 3rd Floor 2. Road Mutants 3. Why You Do This 4. Bored 5. Confused 6. Guilty of Innocence 7. Open Up 8. Shores of Sin 9. Cold Gin 10. Mind Rape
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Line Up
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Mark Osegueda (Voce) Rob Cavestany (Chitarra) Gus Pepa (Chitarra) Dennis Pepa (Basso) Andy Galeon (Batteria)
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