|
Crowbar - Odd Fellows Rest
|
( 8199 letture )
|
“Deepest darkest thoughts you dream Curing's harder than it seems Slave to no one but your misery Broken man lies where you used to be”
Ci sono gruppi che mettono la pelle d'oca fin dal primo ascolto, che fanno venire voglia di sbattere la testa dalla prima nota, che avvincono con il loro groove fin dal primo riff. In questa schiera di entità baciate dall'ispirazione i Crowbar occupano una posizione di assoluto rilievo.
Prime movers della promiscua scena metal di New Orleans insieme a Eyehategod ed Acid Bath (con i quali condivideranno componenti a più riprese), riveriti e citati come influenza da miriadi di gruppi, amati trasversalmente dal pubblico come pochi altri gruppi, i Crowbar hanno sempre tenuto il profilo e l'attitudine tipici della band underground con i piedi ben saldi a terra ed in mente solo di suonare il più pesante possibile. Un obbiettivo che Kirk Windstein, mente attorno alla quale hanno ruotato le diverse incarnazioni del gruppo, ha perseguito con costanza in dall'esordio e che ha raggiunto vette insperate proprio con questo Odd Fellows Rest.
Dopo quattro album votati all'eccesso sonoro nella sua forma più pura, Odd Fellows Rest propone una versione più meditata del mastodontico “wall of sound” caratteristico della band: le tipiche melodie sofferte si fanno più curate e le sfuriate hardcore che spezzavano il passo nei precedenti lavori lasciano il posto a mid-tempos costanti ed implacabili. Nel processo di evoluzione del proprio sound la band non perde un briciolo della propria potenza e pesantezza senza eguali: le chitarre ribassate intessono impenetrabili trame fatte di riff apocalittici ed ossessivi mescolati ad armonizzazioni raffinate figlie dell'amore di Windstein per Thin Lizzy ed Iron Maiden (omaggiati in chiusura con la cover di Remember Tomorrow), il tutto sostenuto dalla sempre solidissima batteria di Jimmy Bower. In un lavoro così coeso e denso, tanto da sembrare un unicum che fluisce senza soluzione di continuità da una traccia nell'altra, non è facile estrapolare dei pezzi che emergano sugli altri anche se Planets Collide è diventata immediatamente un classico assoluto nel repertorio dei Crowbar e la liquida title track spiazza l'ascoltatore con il suo richiamo ai Black Sabbath più onirici.
Odd Fellows Rest è probabilmente l'espressione di massima profondità e complessità di una band che, in anni in cui l'unica via per lasciare un segno nella scena heavy metal sembrava essere quella di essere i più veloci di tutti, scelse di tirare il freno a mano e ridefinire radicalmente il significato della parola HEAVY.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
19
|
pesante, granitico, monolitico... Ci siamo capiti dai. 87/100 |
|
|
|
|
|
|
18
|
Grande album.Questo album ribadisce-per l'ennesima volta-che i padri dei padri(i black sabbath),non smetteranno mai di fare scuola! |
|
|
|
|
|
|
17
|
Un album che a me piace molto! Giusto il voto della recensione. I Crowbar comunque hanno sempre fatto buoni album! |
|
|
|
|
|
|
16
|
Musica di rara bellezza e umana solitudine e tristezza,per me resta ancora un mistero,ci sento influenze grunge a tratti mi sembra di ascoltare echi lontani di Kurt Cobain o compositivamente dei nirvana,ma sopratutto qualcosa che affonda le proprie radici nell'anima del blues,o meglio nello stesso inferno nero o bianco che sia (il colore non fa davvero alcuna differenza) ,comunque qualcosa che ti lascia senza fiato. |
|
|
|
|
|
|
15
|
Che razza di capolavoro. Un monolite magico e misterioso. Probabilmente il miglior album della band. Voto 90. |
|
|
|
|
|
|
14
|
Questo è un grande album. Uno dei loro migliori..e non sono pochi. Qui il suono è se possibile più soffocante e lento...melodie sofferte..umide..Non sono un grande amante dello Sludge ( l'ultimi che mi avevano colpito erano i Cultura tres). Ma quando i gruppi sanno lasciare il segno come loro è un altro discorso. Il suono della grigia sofferenza urbana.Grandiosi, devo recuperare tutto di loro. Voto giusto...passo al prox. |
|
|
|
|
|
|
|
|
12
|
Grandissimo album, grandissima band. 90. Non il mio preferito in assoluto dei Crowbar, che resta "Lifesblood For The Downtrodden" del 2005. |
|
|
|
|
|
|
11
|
Un giorno questo disco sarà mio. |
|
|
|
|
|
|
10
|
@brainfucker: anche sul primo dici? Mi sembrano più marcate soprattutto in quest 'album. Ti credo in ogni caso, sarà una questione di produzione quindi  |
|
|
|
|
|
|
9
|
i crowbar hanno sempre usato le chitarre in SI, quindi due toni e mezzo sotto questo disco è meraviglioso, un mattone sull'anima dell'ascoltatore. kirk è uno dei songwriter più sottovalutati della storia |
|
|
|
|
|
|
8
|
A Kirk e ai batteristi che sono passati nella sua band non serve suonare a 250 bpm per essere heavy: loro sono monolitici solo con un accordo. Leggevo da qualche parte che le chitarre, specialmente in questo album, sono state abbassate anche di 2 toni e mezzo mantendo tempi tutto sommato medio-lenti. Esageratamente massicci. |
|
|
|
|
|
|
7
|
disco da recuperare, mi manca. |
|
|
|
|
|
|
6
|
@ Giaxomino no non sbagli, anzi. Per il sottoscritto vale anche di più di 90/100  |
|
|
|
|
|
|
5
|
Questo disco è veramente bello! 90! No Giaxomo, non penso che sbagli! |
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Li amo. Disco immenso, monolitico, trascinante...and suffer as one:"following your head , may be a long , long road to nowhere" . La droga rappresentata in parole. Correggetemi se sbaglio. 90. |
|
|
|
|
|
|
2
|
I Crowbar sono una di quelle band che si amano o si odiano, a me piacciono tanto anche se Kirk ultimamente mi sembra si sia un po' perso. |
|
|
|
|
|
|
1
|
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O ''non ha bisogno del mio commento sto album'' punto e basta!!!! la title track Odd Fellows Rest è un monumento all'arte della musica (TUTTA metal e non metal). |
|
|