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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 5269 letture )
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Horror Show è il sesto album degli Iced Earth, registrato con quella che è considerata la formazione migliore della band statunitense: Matt Barlow alla voce, il leader Jon Schaffer alla prima chitarra, Larry Tarnowsky a quella solista ed infine una sezione ritmica composta nientemeno che da Steve DiGiorgio al basso e Richard Christy alla batteria, entrambi ex Death e Control Denied. Con una line-up del genere è normale che le aspettative balzino alle stelle e probabilmente proprio per via delle sue potenzialità l’album fa ancora oggi fatica a mettere d’accordo tutti. Questo non vuol dire però che Horror Show non sia una release degna di nota: l’unico suo “difetto” è non rientrare all’unanimità in quella categoria di capolavori di cui fa parte, ad esempio, il precedente studio album Something Wicked This Way Comes. Il concetto da tenere a mente nel valutare quest’album è che la band statunitense non ha mai deluso la propria cerchia di fans, confezionando di volta in volta dischi di grande valore sia dal punto di vista dei contenuti che da quello della qualità compositiva e musicale nel suo insieme. Gran merito va ovviamente al leader Jon Schaffer, artista mai sazio di idee e compositore eccezionale, la punta di diamante di una formazione che vede in lui l’unico vero condottiero, attorniato da un folto numero di grandi professionisti che faticano però a restargli accanto in pianta stabile; un dato che emerge pesantemente se si pensa che dall’esordio ufficiale (nel 1989 col demo Enter the Realm) ad oggi -praticamente venticinque anni dopo- il nome di Schaffer è l’unico che rimane fisso nei credits delle varie releases. Correlato da un artwork di copertina che lascia intendere magnificamente cosa troveremo al suo interno, l’album è costituito da dieci tracce (undici nella versione limitata, con la cover degli Iron Maiden, Transylvania) che ancora una volta non prevedono una direzione univoca nel loro stile. La band è infatti famosa per saper unire riff heavy metal alla potenza ritmica del power e alla graniticità del thrash, tutti elementi che contribuiscono a rendere originali le varie canzoni. A suggellare queste differenti influenze, la voce potente e incisiva di Barlow si staglia in maniera ideale su tutto il resto, destreggiandosi in acuti lancinanti davvero in grande stile, tra atmosfere ora oscure, maligne ed ora più struggenti e delicate. Il singer, che dopo gli eventi dell’11 settembre a New York volle offrire il suo contributo alla realtà fuori dal palco, si separò dal resto del gruppo l’anno seguente, scegliendo d’intraprendere una carriera nella polizia e lasciando così un vuoto significativo nella già poco stabile line-up degli Iced Earth.
Il concept che lega tra loro i vari pezzi riguarda mostri e personaggi leggendari presenti nei più conosciuti film horror e non solo: si parte con Wolf, che ruota attorno all’uomo lupo protagonista dell’omonimo film americano degli anni Quaranta, The Wolf Man. La sassaiola ritmica di Richard Christy è micidiale e connota fin da subito l’andamento del disco su territori ai limiti dello speed metal. La successiva Damien, dalla considerevole durata di nove minuti, è la prima vera perla cui andremo incontro durante l’ascolto. Qui il titolo può non risultare d’immediata comprensione a meno di non essere dei cinefili provetti: Damien è infatti il bambino protagonista di The Omen (Il presagio), film uscito nel 1976; l’atmosfera del brano si fa più sinfonica e in un certo senso meno diretta, esaltando la grandiosa interpretazione di Barlow dietro al microfono. Jack si riferisce invece al personaggio di Jack lo Squartatore, questa volta quindi non un mostro inventato dallo schermo, bensì una figura reale che ci porta là dove si svolge la vita di tutti i giorni e dove i mostri reali riescono talvolta a superare quelli generati dalla nostra immaginazione. Il pezzo non è tra i migliori, ma la prova degli statunitensi è come sempre solida e non si avvertono perciò cali di tensione. Un altro grande brano lo troviamo in Ghost of Freedom, che si distingue innanzitutto dal punto di vista tematico, in quanto non è tratta da alcuna trasposizione cinematografica, bensì è un’idea originale partorita dallo stesso Barlow. Qui i toni sono più sommessi e la melodia vocale di Barlow viene ottimamente coadiuvata dagli imponenti cori sul finale, che raggiunge livelli di epicità considerevoli. Ispirata si rivela anche Im-Ho-Tep, che riprende il personaggio della mummia nell’omonimo film del 1932, il cui protagonista era nientemeno che Boris Karloff. Inevitabili i rimandi agli Iron Maiden di Powerslave, anche se la direzione del brano è su lidi diversi, con la monumentale prova dietro le pelli di Christy a farla da padrone su tutto il resto. Dalla pellicola alla carta: Jekyll & Hyde (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, 1886, romanzo di Robert Louis Stevenson) è un episodio meno interessante all’interno della tracklist, ma allo stesso modo del brano precedente è retto da una base ritmica corposa e dalla solita voce potente di Barlow, con un risultato finale che non lascia spazio a giudizi negativi. Probabilmente meno conosciuta è la creatura su cui è incentrata Dragon’s Child, ovvero “il Mostro della Laguna Nera”, che è anche il titolo del film del 1954 diretto da Jack Arnold. La canzone però non incide, ha poco mordente e a lungo andare è difficile che possa rimanere impressa. Le successive Frankenstein e Dracula mettono al centro due tra i mostri più “rinomati”, tanto che le citazioni (specialmente per il secondo) si sprecherebbero. Tra le due è però la sola Dracula a spiccare veramente; qui la prova vocale di Barlow passa da tonalità basse e pulite ad acuti degni di nota, le chitarre sfornano riff a profusione e la coppia d’oro DiGiorgio/Christy stende un tappeto ritmico pesante come un macigno. Ancora meglio nella conclusiva The Phantom Opera Ghost, il vero pezzo da novanta del disco. Qui Barlow alterna le proprie parti vocali a quelle della bravissima Yunhui Percifield, in una prova complessiva davvero molto gradevole, mentre i cori e le tastiere rendono il brano una vera e propria opera metal. Il pezzo trae ispirazione da Il fantasma dell’Opera, romanzo francese del 1921 di Gaston Leroux che venne portato a teatro ed al cinema in innumerevoli trasposizioni lungo tutto l’arco del Novecento, oltre che aver ispirato gli Iron Maiden in uno dei loro brani più importanti. La cover del gruppo inglese Transylvania è presente, come già detto, nell’edizione limitata dell’album, che include anche un’intervista a Jon Schaffer di oltre un’ora.
Nel complesso, dunque, Horror Show è un grande album, curioso ed avvincente dal punto di vista tematico ed ispirato sotto l’aspetto puramente musicale. La prova dei singoli è elogiabile, con un Matt Barlow protagonista principale della scena ancor più del mastermind Jon Schaffer; inevitabili gli applausi, poi, per una prestazione da dieci e lode di Richard Christy dietro le pelli, una macchina da guerra di cui chiunque vorrebbe disporre. Ciò che manca è forse una maggiore spontaneità nei pezzi, caratterizzati da strutture spesso prevedibili per un ascoltatore abituale del genere in questione. Allo stesso tempo è evidente la cura profusa dalla band statunitense in fase di produzione, elemento che valorizza ancor più i singoli brani. Non abbiamo a che fare con un masterpiece, ma si tratta senza dubbio di un album da non lasciarsi alle spalle.
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Da qui inizia la parabola discendente degli Iced Earth, disco inferiore ai precedenti 4, ma pur sempre ben suonato. 69 |
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sul fatto che la band sia finita per colpa di sheffer..mah io la vedo più come un tradimento degli altri che lo hanno mollato appena è stato condannato. Voglio dire: che cazzo c\'entra questo con la musica? si vergognano a farsi vedere con un \"nemico dell\'america\"? stronzi. e sheffer secondo me non ha fatto torto a nessuno nel suo terribile delitto assai giustificato, anzi è stato coerente con un suo sentire e senso del giusto |
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il mio spreferito dell\'era barlow, al pari con the glorious burden che ho sempre trovato noioso. per me da something wicked si torna alla buona qualità con il diverso framing armageddon per poi passare al decente the crucible of a man. Gli album con stu block gli apprezzo di più ora che sono trascorsi tanti anni di silenzio, ma allora sapevano di trito e ritrito ed erano al pari di questo horror show se non migliori per via di una produzione migliore. non so come facciate a trovare buona la produzione di questo disco, è molto meno limpida di tutti gli altri dischi e le canzoni hanno tutte spunti non sviluppati nel loro potenziale |
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Il mio preferito, voto 90. Peccato che ora per colpa di Schaffer la band sia finita |
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Tecnicamente parlando è probabilmente l'album migliore della band, in virtù non solo di un'incredibile sezione ritmica, ma anche di tutti gli altri membri. Ciononostante non mi sento di collocarlo al livello dei due precedenti album, qui nella parte centrale si comincia a sentire un po' di stanchezza compositiva e ogni tanto potrebbe partire qualche sbadiglio. Viceversa le prime due e le ultime due tracce sono spettacolari. Nel complesso, pur con degli alti e bassi, rimane un gran bell'album. Voto 85 |
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Per me questo è il mio preferito ,mi ha stregato al primo ascolto… l'ho praticamente gustato,assimilato e consumato quel disco.La migliore formazione di sempre.La canzone dracula e' vero capolavoro… .per me 90 se li merita tutti,ancora oggi e' un gran piacere riascoltarlo |
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Danilo Sacco è più bravo di Augusto |
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@Rada: rispetto a tutti i cantanti che citi concordo, tutti i predecessori erano superiori ai successori...forse Owens è l'unico che era superiore dal punto di vista tecnico, con una voce incredibile, enorme, talmente tanta che non sa dove metterla, ma peccava di brutto dal punto di vista della presenza scenica, che nell'immaginario dei fans conta molto....avendo visto gli Iced dal vivo sia con Barlow che con Ripper, non c'è paragone...Barlow 8 Owens 3...poi vocalmente de gustibus, Barlow faticava parecchio anche lui a prendere certe note dei dischi di Owens...cmq due fenomeni, non si discute, e anch'io preferisco barlow |
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X il discorso cantanti che dire...Owens è un signor cantante e su questo non c'è dubbio ma Barlow è, a mio parere, di tutt'altra pasta. Anche parlando di Owens nei Judas Priest non si può dire che non abbia fatto bene ma anche qui Halford è di tutt'altra pasta. Alla fine quando grandi cantanti si confrontano o si paragonano o prendono il posto di LEGGENDE c'è poco da fare: non importa quanto sei bravo, quante belle idee hai, quanto sei tecnico e così via...ne esci sconfitto. E' successo 2 volte al buon Owens (con Matt e Rob), succede a Deris (con Kiske), successe a Blaze (con Dickinson), successe a Mike DiMeo e succede ora a Rick Altzi (con Lande) e così via....Sostituire certi colossi non si può, punto e basta... |
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@samba: certo, per chiunque sostituire un colosso come Barlow è una roba da far tremare le vene dei polsi , se lo riascolti fammi sapere cosa ne pensi!  |
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Maurilio si hai ragione ho scritto una cagata pazzesca....non so perché ma me la ricordavo strumentale...mo' me la sono appena ascoltata e effettivamente ho sbagliato! |
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Bell'album, ma ammetto che con i componenti che ci sono al basso e alla batteria al tempo in cui era uscito ero rimasto deluso.... non per la loro prova sull'album (entrambi fanno una splendida prova), ma per le canzoni in se che non mi han mai convinto fino in fondo. |
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Lux Chaos@ Aspetta, non fraintendermi! Reputo Ripper uno dei cantanti più in gamba della scena e probabilmente per l'epoca il sostituto più adatto per quel mostro di Barlow ma nella sua prova in quell'album c'è stato sempre un qualcosa che non mi ha convinto fino in fondo... Certo è che saltare in corsa su una macchina rodata come quella degli Iced Earth di quel periodo non deve essere stato facile per lui, questo lo capisco, e magari a parità di cantante nuovo e abbandono del vecchio ho sempre commesso l'errore di dare più peso al secondo fattore piuttosto che al primo. Devo riascoltarlo, credimi, saranno cinque anni buoni che non lo faccio  |
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@Samba: dici? Io invece ogni volta che ripenso alla prestazione di Owens su "the glorious burden" mi vengono due metri di pelle d'oca , penso che sia una delle prove più sensazionali della sua carriera e un valore aggiunto al gruppo...poi Barlow è Barlow, e non si discute, ma secondo me è una bella lotta tra due colossi assoluti della voce |
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Concordo con voi, ragazzi. Qua si chiude un'epoca in casa Iced Earth e ne comincia un'altra che di certo in fatto di qualità sta sotto a quanto proposto fin ora dalla band... se nella trilogia di Gettysburg ci fosse stato Barlow penso il risultato finale (anche se assolutamente non è malvagio) sarebbe stato di ben altro spessore. Questo Horror Show non penso possa considerarsi un capolavoro ma è un disco che scorre piacevolmente e che avvince... pezzi tipo Damien e Phantom sono da brivido! |
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@Radamanthis. Come Frankenstein strumentale? Guarda che il testo ce l´ha eccome. Oppure tu hai un ulteriore edizione limitata? Io ho l´edizione con la cover dei Maiden e con il booklet che si apre ed è davvero spettacolare come grafica e disegni dei vari personaggi Horror. Concordo con il fatto che sia l´ultimo cd veramente bello degli IE, anche se a me la trilogia di Gettysburg piace molto come testi e musica essendo un grande appassionato di storia militare. |
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10
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album altalenante ma cmq discreto. perde in confronto ai precedenti secondo me però è ancora ascoltabile. poi invece .. fino a dystopia non ne hanno azzeccato uno... Jack la mia preferita! |
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Questo (e lo dico da tempo) è l'ultimo capolavoro a firma Iced Earth. L'ultimo tassello di una grande discografia. Bello il concept sulle creature horror, belle le musiche di un Jon Schaffer ispirato come non accadrà più per molto tempo (l'ultimo Dystopia non è affatto male, ma da questo sono passati più di 10 anni...), la line up è da urlo con Barlow sugli scudi (mostruoso nel passare da note basse ad acuti a pezzi in screaming...un fenomeno inarrivabile per molti...), Steve Di Giorgio (per me il miglior bassista heavy metal in circolazione dagli anni 90 ad oggi...) che insieme a quell'altro fenomeno di Richard Christy crea per tutto il disco un tappeto sonoro senza un attimo di cedimento! Direi...azz che discone!!! Dracula è una delle tracce più belle degli Iced Earth all times, un brano che racchiude la vera essenza della band americana: arpeggi malvagi, malinconiche melodie, riffing potenti, screaming voices, ritornelli accattivanti e di facile presa, muro sonoro ammazzaorecchie e assoli di buona qualità...lì c'è veramente dentro tutto. Un appunto però ci sta: a parte la noiosetta Dragon’s Child (che si poteva saltare a piè pari) ci voleva tanto a scrivere un testo per Franky e non farla strumentale? E' uno dei mostri più famosi e rinominati, secondo me li han toppato con la scelta del brao strumentale. E Transylvania mettila dentro al disco, dai...non lasciarla solo per l'edizione limitata che non trovai all'epoca!!! Per colpa di questi 2/3 "errori" (a mio avviso, sia chiaro) non posso dare più di 87 a sto disco che forse avrebbe preso di più con quelle aggiustatine. Comunque...CAPOLAVORO!!! |
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8
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Quando il disco é uscito l´aspettativa dei fans era enorme visto che venivamo da capolavori in serie come Dark Saga,,Something wicked e Alive in Athens, quindi il disco fu considerato inferiore alle aspettative. Secondo me è un buon album anche se inferiore a tutti quelli precedenti. A me Dragon´s child invece piace molto, ha un bel riff e un ottimo ritornello. Su tutte Dracula e Phantom Opera Ghost, veramente bella e ingiustamente sottovalutata. |
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7
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un disco veramente bello ricco di grandi canzoni. io lo considero un pò come l'ultimo grande disco degli IE. dracula su tutte ma anche wolf, ghost e phantom sono grandi canzoni. il mio voto è 85 |
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6
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e un grande album.. si con qualche pezzo eccezionale, e altri minori (ma cmq buoni o sufficienti). Nel complesso il voto recesnione mi trova d'accordo. Sui dischi seguenti... un pò per l'assenza di burlow, un pò per un calo generale di ispirazione le cose non sono andate benissimo. Però dystopia a me è piaciuto, e sono fiducioso per l'imminente nuovo album... |
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5
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Disco sufficiente o poco più, di gran lunga inferiore ai precedenti. Io invece sono andato avanti con gli acquisti, anche quando non avrei dovuto. Speriamo nel nuovo (Dystopia non era malvagio), ma le aspettative non sono molto alte, mi sembra che ormai sia il mestiere a farla da padrone. |
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4
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L'ultimo album degli Iced Earth che ho acquistato; in sintesi confermo quanto espresso da recensione e commenti: qualitativamente non è così continuo, ma lo ritengo comunque più che sufficiente. I lavori successivi a questo non li ho nemmeno ascoltati. |
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3
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qualche pezzo buono qualche pezzo sciatto... Sufficienza abbondante ma non un disco epocale |
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Disco con capolavori come The Wolf e Dracula a cui però si alternano brani mediocri. Non scorderò il tuor di quel disco, a Milano al Rolling Stone suonarono 3 ore!!! Una set list da paura!!! Irripetibile ad oggi dove purtroppo sono l'ombra di loro stessi |
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1
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Che grande gruppo, per me questi nella loro carriera hanno segato totalmente solo un disco (quello del rientro di Barlow, pessimo), per il resto tra alti più alti e alti più bassi sempre bei dischi, se non veri e propri capolavori...questo è un buon disco, la formazione è da capogiro, i pezzi a volte un pelo prevedibili come dice Arturo, è il primo disco dove a mio parere si alternano pezzi capolavoro a pezzi un po scadenti, ma resta cmq un buon lavoro pur non rientrando tra i miei favoriti. Bella recensione complimenti! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Wolf 2. Damien 3. Jack 4. Ghost of Freedom 5. Im-Ho-Tep 6. Jekyll & Hyde 7. Dragon’s Child 8. Frankenstein 9. Dracula 10. The Phantom Opera Ghost
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Line Up
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Matthew Barlow (Voce) Jon Schaffer (Chitarra) Larry Tarnowsky (Chitarra) Steve DiGiorgio (Basso) Richard Christy (Batteria)
Musicisti Ospiti: Yunhui Percifield (Voce “Christine” nella traccia 10, Cori) Richie Wilkison (Cori) Rafaela Farias (Cori) Sam King (Cori) Jim Morris (Cori, Tastiere, Chitarra solista nella traccia 4) Howard Helm (Tastiere nella traccia 10)
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