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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ALMOST FAMOUS - # 2 - Anvil
26/05/2013 (4648 letture)
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PROLOGO Provate a immaginare la scena: è l’estate del 1984, il 12 agosto, gli Anvil hanno pubblicato gli album che ancora oggi vengono considerati i loro classici, Hard’n’Heavy nel 1981, Metal On Metal nel 1982 e Forged In Fire nel 1983. La band fa parte di un pacchetto di gruppi occidentali che sbarcano in Giappone per il Super Rock Festival, un evento gigantesco, con decine di migliaia di spettatori. Assieme a loro troviamo il Michael Schenker Group, i Whitesnake, i Bon Jovi e gli Scorpions, tutte band che ce l’hanno fatta, hanno avuto successo, milioni di dischi venduti e il rispetto di milioni di fans e di tutti coloro che amano il rock duro. Tutte, tranne gli Anvil.
CRONACA DI UN MISTERO La scena sopra descritta è anche quella che dà avvio al film The Story of Anvil, pubblicato in DVD nel 2008 (un vero must, che vi piaccia il gruppo o meno) ed è anche il punto di partenza inevitabile per qualunque riflessione si faccia sul perché una band che sembrava davvero sul punto di esplodere, amata e conosciuta, con tre album che possono essere considerati dei veri classici, ad un certo punto semplicemente scompare dal grande show-biz e si ritrova ad arrancare senza il minimo riconoscimento per i trent’anni successivi. Quando si parla di “assenza di riconoscimento” sappiate che si intende esattamente questo: Lips oggi fa l’autista per una società di catering, mentre Robb Reiner si arrangia come muratore ed elettricista. Niente stardom, niente altro che una normalissima vita condotta tra famiglia, frustrazioni e gli Anvil. Proprio così, perché dopo quasi quarant’anni dalle prime note suonate dai due, gli Anvil esistono ancora, nonostante tutto e vivono ancora per suonare, uniti come fratelli e pronti ad uscire con il quindicesimo album della loro carriera, inseguendo quel successo che hanno sfiorato e non hanno mai raggiunto. E’ buffo vedere persone come Slash, Lemmy e Lars Ulrich tessere le lodi di questa band, riconoscere loro l’enorme influenza avuta su tutta la scena e su tutte le band venute fuori dopo e pensare che questi due pazzi canadesi suonano ancora davanti a 100 persone in club orribili, quando va bene, senza essere pagati o dovendo litigare per avere quattro spiccioli sudati con i proprietari dei locali. Ma cosa è successo e perché in questa storia per adesso manca il lieto fine? Proviamo a capirlo insieme.
THE STORY, SO FAR L’inizio della storia ufficiale della band è a Toronto in Canada e questo, che ci crediate o meno, è già parte della spiegazione. Le band canadesi, infatti, hanno da sempre sofferto una sorta di ostracismo da parte dei vicini e potenti States, un ostracismo che coincide con l’opinione o meglio il pregiudizio che viene di solito associato ai canadesi. Ostracismo e pregiudizi peraltro ampiamente ricambiati. Ma non andiamo troppo avanti e restiamo sulla band. L’inizio di tutto è un giovanissimo ragazzo di origini ebree, Steven Kudlow, che tornando a casa ogni giorno da scuola si trova a passare di fronte ad una casa, da una delle cui finestre proviene un frastuono devastante: musica heavy (dove per heavy si intendano Black Sabbath, Grand Funk Railroad, Cactus e roba del genere) e una batteria suonata con una grinta davvero incredibile. Ovviamente, non poteva che essere la camera di Robb Reiner. L’amicizia tra i due è immediata e invincibile e nel 1978 arriva la prima line up ufficiale: Steven ‘Lips’ Kudlow, Dave Allison (chitarra e voce), Ian Dickson (basso) e Robb Reiner. La band all’epoca si chiamava Lips. Nel 1981 i Lips realizzano il loro primo (e ultimo) album autoprodotto Hard’n’Heavy, il quale riscuote un discreto successo e l’interesse della label canadese Attic, che mette sotto contratto il gruppo e pubblica il primo album col moniker ufficiale, Anvil. E’ il momento d’oro della band: seguono a ruota Metal On Metal e Forged In Fire. Il gruppo suona moltissimo, ottenendo grande successo, ma anche scatenando diverse rimostranze: Lips sale sul palco con delle evidenti e provocatorie tenute sadomaso, durante i suoi assolo è solito suonare la chitarra usando un vibratore e i suoi testi sono infarciti di sesso e droga. Tutte cose normalissime, si direbbe, ma non nel 1981 e non a fronte di una musica pesantissima per l’epoca, che esalta il verbo di Judas Priest e Motorhead portando l’hard’n’heavy a un passo dal thrash che sarebbe esploso di lì a poco. Eppure, le doti di entertainer di Lips sono evidenti e la band suona dannatamente bene con Reiner che diventa da subito un modello da imitare per il batterista heavy che vuole imparare il mestiere. Sembra l’inizio della grande carriera e, infatti, arriva la chiamata che tutti prima o poi sognano di ricevere: dall’altra parte della cornetta c’è Lemmy Kilmister che ti chiede se vuoi entrare nei Motorhead al posto di ’Fast’ Eddie Clark; ma Lips ha un sogno, ha gli Anvil e declina l’invito. Nel 1983, ecco che le cose sembrano finalmente prendere la svolta definitiva: David Krebs, manager degli Aerosmith chiede alla band di siglare con lui un contratto di management per la prossima firma di un contratto discografico con una major. Non dobbiamo infatti scordarci che nonostante il gruppo stia suonando molto e anche all’estero, la Attic non ha licenze per il commercio internazionale e non vuole averne, quindi, fuori dal Canada i dischi della band sono reperibili solo di importazione a prezzi esorbitanti. Il sogno sembra quindi finalmente realizzarsi: un contratto con il più grosso management statunitense e la prospettiva di sbarcare tra le calde braccia di una major. Invece, come purtroppo è accaduto e accadrà molte altre volte, si aprono le porte dell’incubo. Krebs di fatto considera la band troppo rumorosa e cerca di spingerla verso un suono più morbido e commerciale, dall’altro lato, la Attic scioglie il contratto con gli Anvil, ma non avendo mai firmato alcuna licenza per la distribuzione internazionale degli album del proprio catalogo, blocca i primi tre album della band, impedendone la pubblicazione negli USA. Il problema è che senza quei tre album nessuna major vuole mettere gli Anvil sotto contratto ed è così che il tempo passa e la grande occasione sfuma. Nel 1986 Krebs scioglie il contratto di management lasciando “libera” la band di trovare la propria via. Sono passati tre anni da Forged In Fire e gli Anvil sono senza contratto e virtualmente morti. La storia potrebbe finire qui, come è successo per tante altre sfortunate band. Ma Lips e Reiner non sono tipi che si arrendono, loro hanno un sogno da realizzare e niente può fermarli. Nessuno vuole la loro musica? Ebbene, la band ricomincerà da zero, autoproducendosi. Esce così Strenght of Steel, quarto album del gruppo, che otterrà poi la distribuzione della gloriosa Metal Blade nel 1987. Ma il treno, come si dice, è passato: tre anni sono un’eternità, il thrash in quegli anni impazza ovunque, mentre dall’altro lato, il glam regna sovrano nelle classifiche e per gli Anvil sembra non ci sia davvero posto. Troppo poco per alcuni, troppo per gli altri: il destino di molte grandissime band rimaste un culto loro malgrado (peraltro, uno dei destini più comuni proprio alle band canadesi, come potrebbero testimoniare anche gli Exciter, altra grandissima band progenitrice del metal estremo anni 80). Il disco raggiunge comunque la posizione 191 della classifica di Billboard e resta uno dei loro più grandi successi (il che è tutto dire per una band fondamentale come questa). Il sodalizio con Metal Blade va avanti per altri due album -di cui uno è l'unico live ufficiale rilasciato finora-, ma la storia non cambia: il successo non arriva, la band è ai margini del giro che conta e così, anno dopo anno, si torna a incidere per piccole etichette, con management non all’altezza e produzioni discutibili. Peraltro, lo stesso Lips dichiarerà di non aver visto un dollaro dalla Metal Blade per gli album prodotti con loro. Solo a partire dal 1996 con la firma per la Massacre Records e una distribuzione discreta, specialmente in Germania, la band riceve un minimo di riconoscimento e ritorno economico, che le consente di continuare a provarci e poco più, in un gioco che sembra non finire mai: quel maledetto minimo che non ti fa spengere la luce definitivamente, ma che al tempo stesso ti blocca in un eterna aspettativa non ripagata. Nel 2004 l’effimera firma per la ritrovata Attic, che dura giusto lo spazio di un album e poi, di nuovo, il nulla. Nel 2007 la band ritrova Chris Tsangarides e, con i soldi prestati dalla sorella di Lips, auto produce This Is Thirteen, tredicesimo album in studio distribuito esclusivamente via internet. Nel 2008 esce il film che abbiamo citato all’inizio, quel The Story of Anvil, che raccontando la vita e le sfortune di questa piccola grande band e dello sconclusionato tour europeo di quell’anno, ne rilancia la carriera vincendo numerosi premi internazionali e attirando l’attenzione dei molti che si erano “scordati” della loro esistenza. Finalmente un nuovo contratto e l’uscita dell’ottimo Juggernaut of Justice del 2011, i numerosi concerti tenuti ovunque e un po’ di prospettiva storica restaurata, sembrano aver messo il destino di questo cult verso un binario meno disastrato, in attesa di Hope In Hell, quindicesimo album in uscita proprio in questi giorni.
IL MISTERO SVELATO Cosa è successo quindi in questi anni? Quello che succede a molte band: contratti firmati troppo in fretta, senza coglierne le implicazioni o firmati per forza, perché altro non c’è e qualcosa per alimentare il sogno devi pur accettarlo. Promesse non mantenute. Malafede. Disinteresse. Stop forzati nel momento del grande salto. Personaggi improvvisati. Pochi soldi e molta fame. Troppa sincerità, troppa ingenuità, nessun compromesso. Management non all’altezza, produttori non all’altezza, discografici disonesti. Una coerenza musicale incredibile. In trent’anni gli Anvil hanno avuto modo di toccare con mano praticamente tutti gli aspetti deleteri del music business, mettendoci spesso anche del loro nel fare scelte sbagliate, nell’affidarsi a persone sbagliate, nel vivere in maniera cieca la ricerca di un successo ormai svanito. Eppure, è proprio la grande amicizia tra Lips e Reiner e la loro incrollabile volontà e fiducia in un miracolo che prima o poi deve avvenire, in nome del metal, ad essere commovente e a dare la spiegazione finale sul perché dopo tutto questo gli Anvil sono ancora qua a cantare Metal On Metal per chi li vuole ascoltare. Niente compromessi e Plugged In Permanent, per citare un altro dei loro album. Senza di loro, mancherebbe una storia disastrosa eppure bellissima nel mondo dell’hard’n’heavy.
DISCOGRAFIA ANVIL
1. Hard 'n' Heavy (Attic), 1981
2. Metal on Metal (Attic), 1982
3. Forged in Fire (Attic), 1983
4. Strength of Steel (Metal Blade), 1987
5. Pound for Pound (Metal Blade), 1988
6. Worth the Weight (Maximum Records), 1992
7. Plugged in Permanent (Hypnotic/Massacre), 1996
8. Absolutely No Alternative (Hypnotic/Massacre), 1997
9. Speed of Sound (Hypnotic/Massacre), 1999
10. Plenty of Power (Hypnotic/Massacre), 2001
11. Still Going Strong (Hypnotic/Massacre), 2002
12. Back to Basics (2004) (Attic), 2004
13. This Is Thirteen (Independent), 2007
14. Juggernaut of Justice (The End Records), 2011
15. Hope in Hell (The End Records), 2013
Live Albums
1. Past and Present – Live in Concert (Metal Blade), 1989
Compilation Albums
1. Backwaxed (Attic), 1985
2. Anthology of Anvil (Metal Blade/Hypnotic), 1999
3. Monument of Metal (The End Records), 2011
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Ops, sorry per la ripetizione... |
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@cipcip magari potrebbe aiutare, sono diversi mesi che il sito è lentissimo a caricare la homepage (a volte ci vogliono dei minuti) e a volte invece non la carica proprio, va a momenti, ma il più le volte bisogna ripetere l\'operazione più volte... |
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Ma non si può togliere la barra che esce ogni volta che c\'è un apostrofo? E trasformare il sito in https |
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Se non ricordo male nel film c\'è anche la tour manager bergamasca che bestemmia come un turco e che poi s\'è maritata con uno della band |
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Grazie per la risposta. Pensa che di loro non ho proprio nulla. E ho i miei dubbi di aver mai ascoltato qualcosa che non sia contenuto nel film. Tornando alla pellicola, dopo aver visto l\'altro, beh...il dubbio oggi mi viene. Anche se il rapporto tra Robb e Lips mi è sembrato così autentico e sincero e non recitato che se lo fosse, De Niro e Pacino farebbero la figura delle comparse non accreditate. A risentirci
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Ciao Rob!! Quesito interessante al tuo e al quale non ho la presunzione di rispondere, non potendo valutare le intenzioni. Dal mio punto di vista, per quello che mi ha trasmesso quando l’ho visto, emergeva prepotente la rabbia, la delusione e la volontà di rivalsa. I vari episodi narrati, il tragicomico tour europeo, le registrazioni di This Is Thirteen praticamente autofinanziate, gli scazzi umani e professionali tra Lips e Robb mi sono sembrati del tutto autentici e se è vero che il montaggio e il messaggio di fondo era “dategli una chance, se la meritano” e quello ci stava e ci sta ancora oggi, la mia impressione è che sia stata per loro l’occasione di ripercorrere la propria carriera e le proprie attuali miserie, per ritrovare un senso di se stessi e la forza di andare avanti. Personalmente, li trovo di una simpatia e di una umanità rari e quindi anche solo per questo mi sembrano autentici come pochi, con i loro limiti evidenti e con le loro grandezze forse mai davvero celebrate a modo. |
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Domanda a @Lizard. Vidi il film a suo tempo e ci risi su, ci rimasi male (l\'atteggiamento di Carmine Appice nei confronti di Lips e come lo liquidò); scapocciai quando potevo. Ieri ho visto per la prima volta This is Spinal Tap e mi è venuto il dubbio: ma il film degli Anvil è vero/sincero/autentico? O è un tentativo (riuscito) di far circolare nuovamente il nome prendendo, come dire, spunto dall\'altro? (che poi a pensarci, in uno il registra è Rob Reiner, qua il batterista è RobB Reiner. Tutto torna). |
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E' vero che non hanno mai fatto capolavori assoluti , ma nemmeno oscenità cosa che spesso band molto più blasonate hanno fatto e più di una volta (Judas con Point of entry, Metallica con svariate ciofeche , e via all'infinito). Il loro è Metal puro (a tratti soprattutto all'inizio con un evidente misto di Hard rock : sentite alcuni pezzi e assoli, mi ricordano Ted Nugent) ,disincantato, divertimento, intrattenimento senza tutte quelle seghe mentali che spesso attanagliano band ben più blasonate. Tecnicamente non eccelsi ma ampiamente sopra la media ; voce "inascoltabile"?forse, ma quante band al top hanno cantanti ignobili (dalla nascita o tale diventati con l'età e gli eccessi)? Moltissime. Quindi, tanto di cappello e rispetto per Rob e Lips...la faccia onesta e più genuina del Metal!! Se potere, venite a Brescia il 9/4/16 e lo meritano!!!!! |
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ahahahah, bravo mario touché  |
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@Steelminded, grazie del complimento, non ti preoccupare capirai...a tempo debito capirai. |
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Mario non ti preoccupare , non si capisce un caz.. lo stesso... |
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Nel 1981 lessi di loro su rockerilla, buon inizio, ma i 2 album successivi, sono parte molto iimportante per un certo tipo di heavy metal. Classici, fedeli al proprio trademark, al loro sound. Penso comunque che molti gruppi diventati famosi, qualche piccolo spunto lo devono anche a loro. Non hanno mai fatto un masterpiece, forse è anche vero, ma un album come metal on metal é, e sarà sempre, un signor disco. Almeno io la penso così. Comunque nonostante tutte le difficoltà e i semi-disastri a cui sono andati in contro, sono contento per loro che siano riusciti ad afferrare un pò di notorietà e di riconoscimento per tutti gli sforzi fatti, per un sogno chiamato Heavy Metal !! |
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Scusate ho sbagliato, questo post era per ls discussione sotto il live report dei Ghost. |
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Ci vorrebbe una nutrita shiera di gruppi del movimento rock e metal che sappia dare una nuova rotta imprinting musicale generszionale sua di songwriting, mudicslita', e tematica che sappia farci sentirci vivi e ribellanti contro un N.W.O(nuovo ordine mondiale) sia di tipo musicale(vedi grandi major discogragiche monopolizzanti) SIS contro la dittatura politica che fra non molto credo che ci imporranno trasformanfici in degli ebeti robot senza più' coscienza e potere di decidere.Altrimenti l'intero corpus musical e rock e metalridvhis di sopravvivere ma non di vivere,il che e' molto diverso, aggrappò amici a ciò' che più' ci piace e teniamo duro finché' sara' possibile. |
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Mi sono recentemente rivisto il film e a tratti mi veniva da piangere. Al di là degli sbagli fatti in passato (e che continuavano a fare anche all'epoca del film: ma l'avete vista la "manager" italiana??!! da panico) ,dei raggiri che hanno subito, della sfiga immensa che li ha da sempre perseguitati (come ben dice Lemmy" momento sbagliato nel posto sbagliato") ... il destino ha davvero riservato ben poco per loro...onesti fino in fondo che a 50 e passa anni pur di avverare il sogno di sempre si fanno sballottare (e umiliare) in giro per mezza Europa (durante le ferie o pause del normale lavoro svolto) per suonare a volte di fronte a poche decine di persone. Ma l'avete vista la faccia di Lips quando lo chiamano per andare in tour in Giappone!! Grandi a prescindere dalla musica (che ritengo comunque un must per un metallaro). Ad aprile vado a vederli e a...ringraziarli!!!!! |
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Steven Kudlow, maledetto pazzo sbandato ed alcolizzato!!! Anvil band immensa!!! Gran bell'articolo, Lizard@!!! |
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Qualità o non qualità degli album, se non avete visto il film (lo consiglio a tutti, è quasi commevente), guardate come brillano gli occhi di Kudlow nella foto 11 in cima all'articolo. Mentre suona dal vivo sembra un bambino che ha appena ricevuto il giocattolo più bello del mondo! E' in estasi, è pura emozione, è puro amore per la musica, per il rock, per il metal! Successo o non successo, questi due SONO rock, punto e basta! Ce l'hanno dentro mille volte più di mille altri più bravi di loro. Massimo rispetto, massima stima: grandissimi Anvil, sempre! |
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Metal on Metal e Forged in Fire, considerate la data di uscita, la provenienza e la proposta musicale, sono due classici i quali, come giustamente ricordato nell'articolo, hanno influenzato diverse bands negli anni a venire, senza però raccogliere quanto avrebbero meritato; il destino degli Anvil però (fermo restando che la loro dedizione alla causa va lodata a prescindere, visto che molti altri al loro posto avrebbero quasi sicuramente desistito) è comune a quello di molte altre bands, destinate purtroppo a restare per sempre nell'anonimato generale, se si escludono i pochi e fedeli seguaci racimolati negli anni. Ancora una volta rinnovo i complimenti a Saverio, autore di un ottimo articolo. P.S. Tutti mi hanno parlato molto bene del film, ma ammetto di non averlo ancora visto. Dovrò rimediare quanto prima. |
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Gli Anvil... massimo rispetto, anche se non vado matto per i loro dischi. Dei perdenti di successo. |
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Grande band che ha avuto la costanza di non uscire mai dal solco del metal duro e puro nella buona e nella cattiva sorte. Bisogenrebbe rivalutarli e Saverio hai fatto un buon servizio con questo bellissimo articolo. Sentito in anteprima l'ultimo direi che è sulla falsariga di Juggernaut of Justice per cui bellissimo. Ottima la citazione degli Exciter altra mega band. |
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Bellissimo articolo e grandi Anvil quanto sfortunati! |
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io ho una trasmissione radio.. e la mia sigla di apertura è metal on metal. grandissimi anvil. Ne hanno passate talmente tante che impossibile che non ti rimangano almeno simpatici!  |
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ottimo articolo per una grandissima band..secondo me non hanno sfondato per via di album on po' sottotono e sopratutto per la voce di lips. niente critiche eh..lo amo come frontman e lo ritengo un chitarrista sottovalutatissimo(così come considero davvero ottimo rob come batterista), ma è troppo sgraziata per piacere a tutti..un vero peccato |
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Uhm.. Non sono motlo d'accordo. Magari non imprescindibile, ma dischi inascoltabili non ne hanno mai fatti. Sul singolo album si può discutere, in effetti, specialmente per quelli usciti negli anni 90 fino a Speed of Sound che è un gran bell'album, ma nel complesso sono rimasti sempre su livelli più che dignitosi. |
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Gran bell'articolo per una band troppo sottovalutata. La citazione agli Exciter poi è da applausi! |
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Sottolineerei pure che la maggior parte della discografia degli Anvil è tutt'altro che memorabile... |
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bellissimo articolo e una lacrimuccia per una grande band adorata da me per anni e anni... |
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Grandissimi Anvil! ottimo articolo  |
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complimenti dell'articolo...cavolo non credo che gli anvil avessero avuto tutta questa sfiga...cmq onore alla loro tenacia |
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coerenza e fede.a dispetto di tutto e tutti.non è questo forse il verbo del metallo?? massimo rispetto.giusto affezzionarsi,sono come quegi amici un po' sfigati a cui vuoi bene a prescindere. |
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Ho molto apprezzato questo articolo , gli ANVIL sono per me una band fondamentale che mi accompagnano dai primi anni ottanta insieme alle band più quotate e non gli ho mai abbandonati ..non so! ci sono affezionato  |
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