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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ALMOST FAMOUS - # 22 - Bulldozer
22/04/2016 (3051 letture)
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Inutile nasconderselo: l'Italia non è, non è mai stata e non sarà mai terra in grado di riservare soddisfazioni internazionali ai gruppi metal. Non in maniera organica, perlomeno. Per chi ha cominciato la propria attività nell'era pre-internet, poi, le possibilità non erano scarse, erano praticamente inesistenti. Eppure, pur nel nulla semi-assoluto, alcuni gruppi nati nello stivale sono riusciti a percorrere un bel po' di strada, pur arrivando solo alle soglie della vera notorietà paneuropea. Nella rosa di quattro o cinque nomi che potrebbero essere fatti in questo senso, un posto deve essere necessariamente riservato ai Bulldozer.
L'ANGELO CADUTO IN UNA BIRRA La scena è quella milanese all'alba degli anni 80. L'esplosione nucleare del metal sta travolgendo il Regno Unito e gran parte dell'Europa. In Italia, come per ogni fenomeno musicale non connotato da elementi di commercialità spicciola, la massa non si accorge e non si accorgerà mai dell'accaduto. Tuttavia, un ristretto gruppo di giovani, giovanissimi e meno giovani, resta esposto alla radiazione ed entra in un vortice dal quale molti non sarebbero più usciti. A riunirsi sotto l'egida dell'heavy più sulfureo e del moniker Bulldozer, inizialmente solo per suonare i pezzi delle band più in vista, sono in tre: Andy Panigada, Dario Carria ed Erminio Galli. Un demo che resterà "unreleased" con due pezzi appena, viene registrato con un cantante occasionale, ma gli obblighi militari -la rivoluzione nel settore era ancora lontana e la cosa, come vedremo, inciderà pesantemente sulle vicende del gruppo- provocano la fine di quella esperienza dopo poco tempo. Nell'83, però, un Panigada ormai libero da obblighi verso la patria, incontra colui il quale renderà possibile la prosecuzione della storia dei Bulldozer: Alberto Contini. La chiamata nell'84 dei vecchi compagni d'arme capita a proposito. Panigada propone di riprendere l'attività avvalendosi anche dell'apporto di Contini in formazione e la storia, dopo un incontro in Piazza Firenze a Milano, comincia a prendere forma. Tuttavia, ci saranno altri cambi di formazione prima della registrazione di uno storico 45 giri recante sulla facciata A il brano Fallen Angel e sulla B Another Beer (Is What I Need).
THE DAY OF ROADRUNNER A questo punto è necessario fare qualche piccolo flashback. Il 45 giri in questione, che salutò anche l'esordio del logo del gruppo, ottenuto semplicemente comprando dei trasferibili con caratteri gotici poi appiccicati su un'illustrazione dellInferno di Dorè, (e scommetto che molti vecchietti hanno ancora, come me, i "dorsetti" delle audiocassette ordinati con gli stessi trasferibili), lo possiedo registrato su nastro e mi passò per le mani all'epoca dell'uscita, ma purtroppo non lo acquistai in quanto ricadente tra quei dischi da "smezzare" con gli amici (per queste ed altre storie degli anni 80 vedi questo articolo). In ogni caso, quel piccolo vinile fece davvero scalpore tra gli "estremisti" dell'epoca. I due brani in esso contenuti qualificavano i meneghini come pienamente seguaci dei Venom e quindi, ascoltati dall'estero, potevano sembrare poco rilevanti. Alle orecchie italiche, tuttavia, fecero un effetto ben diverso. Il 7" autoprodotto, infatti, testimoniava come si potesse fare almeno "come loro" anche qui da noi, risultando importantissimo anche quale stimolo per la fondazione di parecchi gruppi. Inoltre, pur essendo effettivamente debitore verso la lezione di Cronos & C., il 45 era intellettualmente onesto. A.C. Wild, infatti, era diventato tale in quanto battezzato così dallo stesso Cronos, durante il primo concerto europeo Venom/Metallica a Zurigo del Febbraio dell'84 (se non ricordo male il contenuto di una conversazione al bar con lo stesso A.C. di qualche anno fa), con il nostro scatenato in prima fila insieme a Panigada ed agli Hellhammer, con circa 350 persone presenti. Anche questo è un dato importante. Si, perché poco tempo dopo, l'esordio dei Bulldozer coincise proprio con quello degli Hellhammer ed è difficile dire chi abbia fatto cosa e prima, tanto ravvicinate furono le uscite e tanto simile, per non dire identica, l'accoglienza da oltremanica. E con ciò, mi ricollego a quanto prima scritto circa l'impatto sulla scena italiana e su quella albionica. L'ineffabile Kerrang!, rivista che notoriamente portava in palmo di mano ogni gruppo straniero e in particolare italiano, riservò ai Bulldozer quella che più che una valutazione, era un sarcasmo. Nello stesso numero in cui stroncava l'EP d'esordio degli Hellhammer, i Bulldozer venivano eletti al rango di "peggior band del mondo" e "peggior clone dei Venom della storia". Immagino che i critici della rivista siano stati leggermente spiazzati dalla successiva offerta ai milanesi di un contratto internazionale da parte della Roadrunner, che ne fece la prima band italiana ad ottenerne uno. Anche perché fu proprio quella recensione allegata al singolo speditole a stimolare la casa discografica a proporre l'accordo ai Bulldozer. Che dire? Evidentemente i responsabili pensarono che in un momento in cui i Venom avrebbero venduto anche la sigla dei Puffi versione satanica, era comunque meglio avere nel proprio roster una band ad essi accostabile e così utilizzabile, per quanto bistrattata. Sta di fatto che Contini e gli altri si trovano ad avere un'opportunità enorme a disposizione. Purtroppo, riusciranno a sfruttarla solo in parte con The Day of Wrath.
20 MESI DI (IN)CIVILTA' L'album d'esordio, famoso anche per la foto di retro copertina che ritrae i tre intenti ad osservare con occhio clinico una interessante pubblicazione cul-turale alla quale erano effettivamente devoti anche da "borghesi", reca già in sé alcuni dei motivi per i quali i Bulldozer non riuscirono a sfondare completamente. Accanto a molte delle qualità che li renderanno amatissimi dai fan (specialmente in Polonia), anche alcuni difetti che rendono il disco inferiore a quello che avrebbe potuto essere, principalmente per questioni di resa sonora. Nonostante i buoni mezzi a disposizione, la produzione di Algy Ward dei Tank (una seconda scelta dopo il rifiuto di King Diamond che giudicò il materiale "troppo punk"), risulta eccessivamente caotica e sporca, ed i pezzi di The Day of Wrath non rendono affatto come avrebbero potuto. Una distribuzione non capillare, ma soprattutto l'atteggiamento prevenuto del pubblico Nord-Europeo fanno il resto. La stampa inglese, poi, rimane ferma sul discorso dei Bulldozer come pessimi cloni dei Venom, con la stessa Roadrunner ad incoraggiare il tutto senza ritegno, nel tentativo di costruirsi in casa a basso costo una band capace di vendere come loro. In ogni caso l'album risulta andare discretamente bene, anche in Nord America. Da notare una foto della copertina pubblicata da Kerrang! con la didascalia "questo pazzo italiano vi porta i days of wrath"; un gioco di parole molto acido. Il tutto, però, crea tensioni che si manifestano con molta evidenza con l'album successivo. The Final Separation è un disco concepito come prodotto più maturo ed oscuro, ma fin dalla copertina si intuisce che qualcosa non va. La foto utilizzata è in realtà un'immagine scartata, spedita per sbaglio dal fotografo alla casa discografica e da questa usata a bella posta. Neanche i testi vengono pubblicati. I suoni sono ancora insufficienti e, per di più, vanno in direzione opposta rispetto a quella dei dischi che si impongono a livello mondiale di Metallica, Anthrax, etc. Le vendite stavolta sono davvero scarse e la stampa estera sempre più ostile. La Roadrunner non rinnova il contratto alla band ed è ben felice di essersela levata di dosso. A questo punto, però, è il caso di segnalare un altro, grosso impedimento all'esplosione del gruppo: l'impossibilità di imbarcarsi in tour promozionali all'estero fino al 1987. Il motivo? Semplice: A.C. Wild è obiettore di coscienza ed un apposito provvedimento del governo Spadolini che ha reso più lungo il servizio civile allo scopo di scoraggiare questa scelta (un lunghissimo tempo di ferma calcolato dalla chiamata e non dalla presentazione delle domanda), tiene Contini di fatto incatenato alla madre patria. L'impossibilità di dimostrare sul palco il proprio valore oltre i confini nazionali è una palla al piede che peserà moltissimo nel mancato accrescimento del valore dei Bulldozer nella considerazione del pubblico straniero. A.C. Wild deve quindi affrontare 20 mesi di servizio civile e quando poi i Bulldozer torneranno con un nuovo disco, i giornalisti inglesi daranno il meglio di loro. Intanto entra in formazione Rob "Klister" Cabrini al posto di Don Adras, personaggio dal passato non completamente cristallino.
NOVE NEURODELIRI IN POLONIA Restati fuori dal giro delle grandi case discografiche, i Bulldozer firmano per la modesta Discomagic. L'arrivo del nuovo album intitolato IX, il più spontaneo ed aggressivo della loro storia (occhio anche alla cover con le sue profezie, poi ripresa anche da un gruppo terroristico), viene accolto con il solito calore dall'Inghilterra ed in generale dal Nord Europa, con Kerrang! e Metal Hammer che assegnano al nuovo disco dei milanesi la lusinghiera valutazione di zero decimi e Rock Hard a stroncarlo quasi altrettanto pesantemente. Nei primi due casi si tratta probabilmente della più bassa votazione mai assegnata in assoluto, mentre un esponente di Rock Hard si scuserà anni dopo col gruppo per la prevenzione evidente della sua testata nei loro confronti. Per capire ancor più approfonditamente quanto i Bulldozer fossero malvisti, tanto da arrivare al limite dello sfottò e ben oltre, addirittura nell'inconsapevole mancanza di rispetto simil-razzista, si pensi che nell'85 uscì una importante compilation della MFN intitolata Speed Kills, con in scaletta i lombardi e tutti i gruppi principali della scena: Metallica, Slayer e via discorrendo. La dicitura relativa ai Bulldozer recitava con serietà: "Total Venom clones". Non esattamente il miglior modo per presentare una band a chi non la conosceva. Anche stavolta, oltre a suoni non perfetti, a giocare a sfavore della band sono la cattiva fama pregressa e l'assoluta incapacità dei giornalisti esteri di cogliere l'ironia di certi testi, altro punto che giocherà sempre un ruolo molto sfavorevole per i Bulldozer. Nonostante questo, il gruppo continua a mantenere uno zoccolo durissimo di sostenitori non solo in Italia, ma anche in Polonia ed in Giappone. Nel 1987 muore Dario Carria, al quale verrà dedicato il lavoro successivo. Neurodeliri, buon album dedicato appunto alla memoria di Carria, il quale aveva fondato un gruppo così chiamato ed ultimo disco della prima parte della loro carriera, sancisce un ulteriore step evolutivo da parte della band. L'inserimento di tastiere, samples, elementi sinfonici, riesce a perforare in parte la corazza di pregiudizi contro i lombardi. Arrivano recensioni ottime da parte di Aardshock e Metal Forces. A questo album segue Alive in Poland, mitico live che era davvero tale (buona la prima e niente correzioni in studio) registrato davanti ad oltre 5.000 persone in quel di Katowice al culmine di un tour nel paese che, probabilmente ha regalato loro le maggiori soddisfazioni. Il gruppo, tuttavia, decide di fermarsi nel 1990 dopo un ultimo concerto a Milano, considerandosi giunto al top, ritenendo giusto fermarsi quando si è al massimo e, soprattutto, quando il thrash sembra esaurire la sua spinta. Molte delle quelle intuizioni contenute in Neurodeliri -essenzialmente dovute a Panigada- si diffonderanno con grande fortuna durante gli anni 90. In realtà c'è ancora tempo per Dance Got Sick, lavoro sperimentale di tre pezzi con il rapper Dr. D.O.P.E., nato quale perfido scherzo mischiando thrash e techno. Avrà ottimi ed inaspettati riscontri in Giappone superando in vendite e considerazione i Prodigy, i quali ne saranno influenzati, mentre i vecchi fans storceranno ovviamente il muso. Da qui in poi strade che si separano con dichiarazioni che escludono il ritorno, A.C. Wild che diventa apprezzato editore proprio in Giappone con la pubblicazione di vari prodotti (classica, un disco con Dave Lombardo apprezzato da Riccardo Muti e molta roba commerciale), e Panigada che si ritaglia un ruolo nella storia dei Death SS. Nel 2009, poi, la resurrezione con una nuova formazione che include A.C. Wild, Panigada e Manu dei Death Mechanism e poi anche Pozza, Ghiulz Borroni (Ancient), ed il giovanissimo figlio di A.C. alle tastiere. Da lì in poi un gruppo che mette insieme un'intensa attività live, un DVD ed un Contini che fa uscire un libro intitolato Hereticus. Il possente Bulldozer è ancora in movimento.
IL BULLDOZER CHE HA SUPERATO LA REVISIONE Quello che ha impedito ai Bulldozer di esplodere davvero oltre i confini nazionali e al di là degli exploit in Polonia e Giappone (sui loro "raid" nella terra di Giovanni Paolo II si potrebbe scrivere a parte), è un cocktail di fattori solo in minima parte controllabile dal gruppo. Innanzi tutto è difficile trovare una band tanto ferocemente osteggiata dalla stampa centro-nord europea, tanto che, per trovare un vero termine di paragone, dobbiamo far riferimento agli Hellhammer ed ai Celtic Frost. Il tutto aggravato dalla assoluta mancanza di comprensione del vero significato dei testi della band. Handicap, questo, reso più pesante dal bigottismo post-vittoriano degli inglesi e con la differenza che per i Bulldozer, non c'è mai stato un vero riconoscimento ex post. In secondo luogo, bisogna fare i conti con un secondo fattore incontrato spesso in casi analoghi, ossia quello dell'ottusità di una casa discografica la quale, trovandosi per le mani una potenziale band di primo piano, ha preferito insistere per spacciarla quale clone di un gruppo già famoso, finendo per ostacolarla prima e per boicottarla dopo, pur di liberarsene. Ma non è tutto qui. Il problema più grande dei Bulldozer, oltre ad una produzione oggettivamente insufficiente per quasi tutta la prima parte della loro carriera, è stato quello di voler essere teste pensanti, non solo ondeggianti, e di voler fare musica solo per passione, senza un'idea di lavoro alle spalle, separando nettamente musica e professione, con i proventi della band spesso devoluti all'UNICEF. Come testimoniato dalla carriera da editore di A.C. nella terra del Sol Levante e non solo. Quando dico "teste pensanti", mi riferisco anche alla scelta di Contini di essere obiettore di coscienza, che, privandolo di passaporto, impedì al gruppo di fare vera promozione fino al 1987 ed era citata anche nel contratto con la Roadrunner. Ma c'è molto di più: sarebbe stato facile adagiarsi nell'accettazione del ruolo di cloni dei Venom e capitalizzare il tutto in una carriera più lunga e tranquilla, ma i Bulldozer sentivano di essere almeno in parte diversi e comunque di potersi evolvere verso altri lidi. Contestare apertamente la scelta della Roadrunner, la cui accettazione avrebbe calmato le acque anche nei confronti della stampa, tarpò notevolmente loro le ali. Inoltre, la decisione di ritirarsi appena prima dell'esplosione di un certo suono e di un certo tipo di musica durante gli anni 90 -ripensiamo a Neurodeliri- pur essendo stata presa per scelta cosciente ("Noi ci siamo divertiti e ci siamo ritirati al momento giusto. Non ho rimpianti, quello che potevamo fare l'abbiamo fatto".) non li ha certo aiutati. La loro musica, però, ha influenzato molte band in Italia ed all'estero ed io stesso sono testimone dell'adorazione fanciullesca di Abbath nei loro confronti, il quale, in un backstage, non riusciva a realizzare di essere davanti ad un suo idolo come A.C. Wild e gli chiedeva di autografargli i dischi. Molti degli argomenti qui affrontati, comunque, li troverete meglio sviscerati in queste interviste, che vi invito davvero a leggere o rileggere per capire realmente chi sono i Bulldozer. Ciò che conta in questa sede, però, è ricordare quanto i nostri abbiano avuto il potenziale per essere famosi e quanto questo sia stato stroncato in buona parte solo per il fatto di essere nati in Italia. E del resto, "We are Fuckin Italian", no?
Riguardo Dance Got Sick: Ho fatto del metal fintissimo apposta, con chitarre vere, un rapper americano e della techno marcissima. Una grossa provocazione, così va letta: non l'abbiamo fatto per soldi perché eravamo sicuri che non avrebbe venduto, e così è stato inizialmente. Un anno dopo, casualmente, il disco capitò tra le mani di un DJ inglese, che lavorava a Tokio in una discoteca da 3000 persone. Stranamente quel disco gli piacque, lo mise in discoteca e la gente impazzì. Mi chiese la licenza per metterlo in una compilation, arrivando a vendere 300.000 copie, una cifra che noi non avremmo mai immaginato. Io e Andy abbiamo fatto altri due o tre pezzi con questo rapper, distribuiti solo in Giappone. Ci invitarono anche a suonare al Tokyodome in un festival con 50.000 persone, con gruppi come Vengaboys, Prodigy e altri gruppi giapponesi che vendevano un occhio della testa. Assieme a noi c'erano Jennifer Batten e il batterista dei Raw Power. Mi ricordo che eravamo in pullman coi Prodigy, che all'epoca facevano una techno molto leggera, molto frivola: l'anno dopo la loro proposta era diventata più volgare, con le chitarre. Posso dire con certezza che Dance Got Sick li ha senza dubbio influenzati. Da una intervista di A.C. Wild a Repubblica.
Non male per uno che a 16 anni aveva fatto domanda per entrare in seminario.
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Già. Riguardo alla canzone Derby io ce l'ho su di un cd uscito da poco, quindi probabilmente è già stato rimasterizzato. E considerando il fatto che il suono non è proprio top, non voglio immaginare il sound della tua MC..ahah Ascoltati Unexpected fate. ti piacerà sicuro |
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@Galilee, ovviamente lo so che il pezzo The Derby è dedicato appunto a quello della madonnina, solo che sull'album -che ho registrato, purtroppo non ho niente originale di loro- non è così udibile il coro, mentre dal vivo l'hanno fatto, proprio tipo da stadio, ahaah. Poi anch'io ho sempre pensato che non sono affatto una copia dei Venom, qualche influenza agli inizi sì, poi avevano sviluppato uno stile personale, grande band che purtroppo viene ancora cagata troppo poco.... |
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Venom Venom Venom... ma dove dai? Capisco che qualcosa agli inizi possa assomigliare al sounde dei Venom , ma poi la cosa è alquanto faziosa. In dischi come iX e Neurodeliri di Venom non c0è proprio nulla. E' thrash molto personale anche, che prende un pò da Slayer e un pò dallascena tedesca. Che poi prende è un parolone, magari anticipa è più giusto. Si i Bulldozer sono Milanisti, la canzone Derby in IX parla del Milan e c'è il coro finale. L'ultimo disco Unespected fate è uno dei dischi tharsh migliori degli ultimi 10 anni, e non esagero. Lo so non è straniero quindi se lo sono cagato in pochi. |
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Storia dell'informazione metal 1 e 2 |
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Raven dove lo trovo l'articolo in questione? Grazie! |
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Nulla, era solo per puntualizzare  |
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@Raven, hai ragione mi sono sfuggite, pardon, chiedo venia, ieri non ho letto tutto l'articolo ne le interviste  |
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@Mario: Di quelle faccende abbiamo diffusamente parlato nelle nostre interviste, compresa quella da cui sono tratte alcune delle foto a corredo del pezzo. |
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Scusa RAVEN se sono andata fuori tema ma permettimi di rispondere a rick bay area thrash! Anche io leggevo metal shock, flash e metal hammer tradotto malamente, ma il fatto di non poter prendere più HM fu uno shock, conosco le riviste di oggi ma con internet non c'è partita! Cmq i Bulldozer sono milanisti dichiarati, ascoltate the derby! |
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La nostra italia spesso ce ne dimentichiamo ha sfornato in campo estremo band del calibro di Necrodeath, Schizo, Sadist, Electrocution e appunto anche i magnifici Bulldozer, band di caratura e spessore non solo nazionale ma anche internazionale, è mancata una cultura metal italiana che allora era solo un abbozzo, è mancata un etichettta (la Roadrunner pare con loro non ci sia riuscita) che li valorizzasse internazionalmente, sono mancati investimenti ed è mancata la fortuna, ciò non toglie che i Bulldozer abbiano comunque creato delle perle estreme italiane, tutte con un nero tocco fantasioso e creativo di stampo italiano nel sound, e pensare che loro si incavolano ancora oggi per come furono giudicati all'inizio cioè come delle copie mal riuscite dei Venom, bravi anche particolarmente i musicisti AC Wild che oltretutto è anche stato a lovorare per l'industria sonora giappoese, ed ha accumulato esperienza in campo della produzione, ha persino prodotto, forse pochi lo sanno, un disco di musica classica sperimentale nientemeno che con Dave Lombardo, si chiamava mi pare Vivaldi the Meething cui spesero buone parole Accept, Metallica e Testament se ricordo bene e poi anche Andy Panigada anche lui non scherza, bravo davvero coi suoi guizzi e ritmiche chitarriste capaci di creare insieme a batteria e alle trovate di AC dei brani atmosferici e dannatamente efficaci, penetranti, profondi , devastanti e rabbiosi al contempo, ma anche coi Death SS ha suonato e scritto bella roba.Avrerebbero meritato miglior sorte all'inizio, quando qualcuno avrebbe dovutto battere il loro metallo quando era ancora caldo. mancata fortuna, purtroppo.Rimangono comunque monolite metallico di grande valore nella soria del metallo italiano e non solo.IX e Neurodeliri sono veri e prori capolavori. |
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Comunque dal vivo, qualche anno fa, sul palco avevano fatto il coro: Milan...Milan.. nel mezzo di una canzone, ahah...e certi partecipavano al coro, non so se fossero milanisti anche loro... |
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AC sono le iniziali di nome e cognome, nessuna relazione col calcio. |
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Sarò sincero, i Bulldozer non mi sono mai particolarmente piaciuti, ho apprezzato alcuni album come Alive in Poland, grezzissimo ma molto "vero", ma in generale non mi hanno mai preso più di tanto, trovavo il loro sound caotico, con poche idee, e troppo simile ai Venom, e a me i Venom hanno sempre fatto cagare. Forse riascoltandoli ora la mia idea su di loro potrebbe cambiare, sono anche passati almeno 25 anni da allora..... E poi una cosa che da giovane non sopportavo di loro, era che erano tutti milanisti e lo mostravano fieramente con adesivi e bandiere portati sul palco (lo stesso nome di Wild, AC pare che fosse in onore del Milan) e a me, che all'epoca frequentavo assiduamente la Curva Nord, bastava questo per rendermeli automaticamente "antipatici". |
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Ma il 45 iniziale lo era, poi, però, hanno almeno parzialmente fatto altro. |
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Secondo me l'importanza della band risiede più in quello che rappresenta, cioè la dimostrazione che anche in Italia si poteva e si può fare metal in una certa maniera; ma, a costo di sembrare il classico bastian contrario, devo dire che anche io li ho sempre considerati il clone perfetto dei Venom, per cui non mi sorprende che la stampa inglese non li vedesse di buon occhio (non è giustificabile comunque il loro sarcasmo e la loro ostilità). |
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Non è per quello, è perché è giusto restare in argomento  |
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Mi scusi non ho seguito la discussione e non volevo fare pubblicità |
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Ragazzi, avevo premesso che l'argomento era OT, restiamo sui Bulldozer, grazie. Tanto più che c'è un articolo sulla storia dell'editoria metal in Italia dove fare commenti del genere. |
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Beh prima di flash c'era metal shock in contemporanea. Poi dopo la scomparsa dei due fu la volta di flash. Adesso la maggior parte dello staff di flash, cerati, Oriani, ecc sono su rock hard Italia, una rivista fatta benissimo in linea con quelle del passato |
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@Vanessa : per problemi economici, da quello che ho potuto appurare. C'era , in quel periodo, anche flash che non era niente male, ma che è sparita, come hm. Magari già la conosci, se cosi non fosse c'è la rivista classix metal che potrebbe fare al caso tuo ..... |
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Grazie. Premesso che siamo OT, ci furono i classici problemi economici. |
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Complimenti RAVEN! Bellissima rece! |
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Che spettacolo la copertina di HM, probabilmente la più bella, attitudine tipicamente anni '80! Qualcuno sa spiegarmi perché ad un certo punto non è stato più stampato, dalle mie parti andava fortissimo! |
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complimenti per l'articolo, l'ho letto molto volentieri. i Bulldözer sono a probabilmente uno dei gruppi più importanti e sottovalutati della storia d'italia e non solo. |
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