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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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RAVEN - Sempre oltre i limiti
02/04/2015 (2267 letture)
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Monky: Ciao John, sono molto felice di aver avuto l’opportunità di fare questa intervista. Benvenuto su Metallized.it. Come stai? John: Sto bene!!
Monky: Prima di tutto ti chiederei di descrivermi brevemente la situazione dei Raven del 2015. Ho visto che siete in tour, come sta andando? John: Al momento siamo in una fase di stallo in Colombia, aspettando il nostro pagamento prima di lasciare il Paese ed andare in Brasile. Non c’è mai un momento di calma!
Monky: Bene, meglio così da un certo punto di vista! Mi è piaciuta molto la cover di ExtermiNation e mi ricorda un po’ le vostre “vecchie” copertine. Quali sono le vostre impressioni? John: È stato tutto molto rapido. Il titolo l’abbiamo tratto dalla parola “exterminate” che è prominente nella canzone Destroy All Monsters. Io poi ho avuto l’idea dello scienziato pazzo che infilza il mondo ed il nostro amico Jay Shape ha fatto un grandioso lavoro!
Monky: Ascoltare il singolo Thunder Down Under mi ha riportato ai vostri primi album. Con me potete essere sinceri, avete trovato l’elisir dell’eterna giovinezza? John: Magari!! (ride, ndr). Si è una bella canzone di rock n’ roll. Mark ha scritto le basi ispirandosi all’idea di essere nei panni di Bon Scott, il quale noi abbiamo avuto la fortuna di vedere ben tre volte dal vivo negli anni Settanta.
Monky: Avete già pianificato un tour europeo a supporto dell’album? John: Stiamo lavorando sul tour, probabilmente intorno ad ottobre per quando riguarda l’Europa. Per adesso stiamo programmando qualche data tra marzo ed aprile, poi Giappone a luglio e quindi gli USA. Penso che quando l’album uscirà sarà un delirio!
Monky: Parliamo del songwriting. Come lavorate sulle nuove canzoni? È cambiato qualcosa dagli inizi, negli anni Ottanta? John: No, non proprio. Veniamo tutti in sala prove con idee individuali, a volte intere canzoni, quindi scriviamo tutto quanto jammando. L’abbiamo fatto anche per questo ultimo album, anche se ci siamo presi più tempo per rivedere, ri-arrangiare e riscrivere i brani fino a quando non eravamo soddisfatti del risultato complessivo, differenziato ma coeso! Quando registriamo, lo facciamo tutti insieme come una band e suoniamo la canzone. Niente metronomi, niente stronzate... Solo rock n’ roll!! Guarda la maggior parte delle altre band... Non riescono a farlo. È tutto in click, tutto perfezionato in studio fino alla morte. Noi abbiamo fatto un album che vi farà saltare sulla sedia... È heavy e suona alla grande, senza nessuna modifica!!
Monky: Voi siete una delle band più importanti della scena NWOBHM insieme a Saxon, Iron Maiden e Diamond Head, tra gli altri. Dopo tutti questi anni cosa pensi che sia cambiato per queste band e quali sono le difficoltà più grandi che voi -e loro- dovete affrontare? John: Sai, penso che le circostanze siano cambiate ma queste band come noi sono rimaste fedeli a loro stesse. L’unica difficoltà è di restare almeno tanto bravo quanto lo sei stato... Anzi, dovresti essere sempre meglio. Noi amiamo questa sfida e la incontriamo ad ogni concerto, ad ogni album! Queste band -noi stessi compresi- sono BAND! La line-up non cambia ogni due minuti come una squadra di calcio. Noi abbiamo mantenuto la stessa formazione per ventotto anni e penso che i fan lo accolgano molto positivamente.
Monky: Nell’heavy metal, dove la tecnica è talvolta ipersfruttata, credo che i riff catchy e la musica veloce come quella che suonate voi sia un buon reminder di come la musica metal classica debba essere suonata. Qual è la vostra opinione sulla scena metal dei giorni nostri? John: Esattamente. Tu puoi essere eccessivamente “intelligente” (dal punto di vista musicale, ndr) ed impressionare te stesso e gli altri musicisti, ma non bisogna dimenticarsi che devi suonare PEZZI e devi INTRATTENERE il pubblico e di questo lato peccano il 99.9% delle band attuali. Senza nemmeno dire che la maggior parte delle linee di doppia cassa a velocità pazzesca sono finte... Tutto trigger e perfezionamento in studio. È imbarazzante.
Monky: Ho sempre pensato che voi aveste la forza e la qualità di salvare la vostra carriera da qualsiasi problema. Album come Nothing Exceeds Like Excess, Architect of Fear e Walk Through Fire hanno dimostrato a tutti che voi siete come una fenice, capaci di rinascere dalle vostre stesse ceneri. Guardandovi alle spalle, siete soddisfatti della vostra carriera? John: Beh, cosa possiamo dire? Abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio e se abbiamo fallito ci siamo rimboccati le maniche, imparato le lezioni e siamo andati avanti. Lo facciamo perché lo amiamo, punto. E, soprattutto, apprezziamo quanto siamo stati fortunati a fare ciò che ci piace e ad avere così tanti fan grandiosi in giro per il mondo -questo è il bello!
Monky: Ci sono state tante differenze dagli anni Ottanta, in termini di concerti dal vivo e percorsi in studio di registrazione? John: Certo, sta andando avanti sempre più il “falso”. Non c’è solo più Milli Vanilli. Una volta che tu suoni a click dal vivo, allora inizi ad usare anche le basi, voce, orchestre... Ho visto cantanti in playback nel metal. Ho visto band che utilizzano moltissime tastiere nei loro brani, tutti registrati su un computer per la riproposizione dal vivo. Per me fa schifo ed è una fregatura. Lo studio è una cosa, è come un dipinto, può durare per sempre e non importa quanto tempo ci lavori sopra. Ma il live deve essere live! Prendi i Queen, una band che è sempre stata grandiosa in studio. Dal vivo ha suonato quei pezzi alla grande senza l’uso di quattrocento voci registrate etc...
Monky: Sono d’accordo con te. Recentemente è tornato anche di moda il vinile. Pensi che questa scelta possa cambiare l’approccio della gente alla musica? John: Spero proprio di sì! Non è una cosa usa e getta, è qualcosa di fisico, qualcosa che rimane e l’ascolto del vinile richiede molto più impegno... Ed è tanto più bello!!
Monky: La vostra schiera di fan è cambiata in questi trent’anni d’attività? John: Siamo alla terza ed alla quarta generazione di fan. Padri e madri che portano i loro figli, pazzi come loro, ai nostri concerti. Ed è davvero una figata!!
Monky: Ci sono delle giovani band nel metal odierno che ti piace ascoltare? John: Certo! Night Demon, Skull Fist, Cauldron, Bat, Widow... C’è dell’ottima musica in giro!
Monky: Cosa ne pensi del crowdfunding, che è diventato un “modus operandi” molto diffuso ai giorni nostri? John: Penso che sia grandioso! Noi abbiamo fatto un “kickstarter” per il nostro disco. Avevamo bisogno di soldi per fare l’album come lo volevamo noi, senza compromessi e senza alcuna costrizione forzata dal budget. Abbiamo anche fatto una cover esclusiva dell’album per coloro che ci hanno sostenuto nella campagna... Una doppia vittoria!
Monky: Invece cosa ne pensi del pay-to-play? Sono davvero molte le band giovani che devono pagare per avere la possibilità di supportare gruppi storicamente più importanti. John: Lo odio. È un’abitudine principalmente europea, ma ora anche in qualche club degli U.S.A. sta prendendo forma. È molto dura conquistarsi uno spazio per una band, ma tutto quello che non ti uccide, ti rende più forte!
Monky: L’intervista è finita, ti ringrazio molto per il tempo che ci hai concesso! Sentiti libero di salutare come vuoi tutti i tuoi fan italiani. Spero di vedervi presto in tour qui da noi! John: Un saluto e grazie ai nostri fan! Tenetevi pronti per ExtermiNation!!
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Se una band che fa questo genere usa basi preregistrate dal vivo allora può anche andare a nascondersi! |
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Esatto Uno, per questo penso e spero che si riferisse al proprio genere di appartenenza, altrimenti non reggerebbe. |
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Secondo me non puoi paragonare una band con chitarra, basso e batteria che suona quattro accordi con band che scrivono pezzi dalla struttura complessa e magari con orchestrazioni elaborate. Purtroppo non è possibile portarsi in tour la filarmonica di Londra e si è costretti a ricorrere a basi preregistrate. Mica tutti suonano la NWOBHM in questo secolo! Per fortuna, aggiungo io... Complimenti comunque per l'invidiabile carriera! |
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Concordo su quello che dice in merito al pay-to-play, per il resto mi sento di dire due cose: la prima è che è vero che ormai la fase di registrazione è tutta ritoccata e tanto di cappello per loro che non lo fanno, ma c'è anche da tenere conto che loro suonano un genere in cui questo discorso regge, in altri come Symphonic o l'ultimo dei Guardian direi che è indispensabile fare tutto in digitale e non in presa diretta. L'altra cosa è sull'intrattenimento, primo ci sono dei generi il cui fine non è l'intrattenimento (vedi il prog ad esempio), ma soprattutto magari lui non si intrattiene con un certo genere e io sì, nel senso è sempre una questione di gusti, sta alla persona singola decidere se un brano "intrattiene" o no, non a John. |
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...certo, prendere esempio da chi chiede l'elemosina per fare un disco.... |
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Dichiarazioni da incorniciare, soprattutto quelle su intrattenimento, "trucchetti" in studio e pay-to-play. Prendere esempio please. |
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Bel colpo e bell'intervista, un John disponibile, bello e giusto il passaggio che il live deve essere la prova del fuoco per una band, senza trucchi per far valere le tue capacità. "playback nel metal" spero non sia vero altrimenti bisognerebbe cominciare a linciare. |
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quando nella band hai un polistrumentista micidiale come hasselvander(che suonò tutti gli strumenti nei primi pentagram) è difficile sbagliare |
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