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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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TOTO - Auditorium Parco della Musica, Roma, 05/07/2015
10/07/2015 (3094 letture)
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IL DESTINO DI UN VIDEOGIOCATORE Alzi la mano chi (non) ha giocato al leggendario G.T.A. San Andreas, uno dei titoli più amati e venduti dell’ormai antidiluviana PlayStation 2: chi non ricorda le disavventure del bandito di strada Carl Johnson, intento a vendicare la sua famiglia ed evitare la morte di tutti i suoi loschi compari di avventure, coinvolti in una lunga guerra fra gang in tre città che ricalcano metropoli americane realmente esistenti? Ma, soprattutto, chi ricorda le splendide musiche che uscivano dalle radio di ogni autoveicolo prontamente sgraffignato dal buon Carl? Personalmente, nelle vesti di un quattordicenne ai primi ascolti di musica più dura dei Queen, solo giocando a quel videogame scoprii Ozzy (Hellraiser), gli Alice in Chains (Them Bones) ed una band americana composta da fenomeni di livello assoluto: quella band rispondeva al nome di Toto e la traccia contenuta in San Andreas era l’immortale Hold the Line. Era dunque destino che, ad undici anni di distanza dal mio primo incontro con Steve Lukather e compagni, consumatosi davanti ad un piccolo schermo, cogliessi al volo l’occasione di vedere per la prima volta dal vivo la storica band, nella cornice decisamente più maestosa dell’Auditorium di Roma.
TOTO La giornata del 5 luglio, deputata alla partecipazione allo show dei Toto, è una delle più calde che io ricordi da diversi anni a questa parte nella Capitale, che pure solitamente non è clemente nei periodi estivi. Confesso quindi che l’idea di abbandonare il fresco della mia stanza, da giorni sottoposta ad un bombardamento di aria condizionata artica, mi terrorizza a tal punto da farmi derogare alla mia patologica puntualità, scegliendo di arrivare all’Auditorium giusto in tempo per mangiare qualcosa al volo e prender posto nella cavea. Ad accompagnarmi, come sempre, c’è il fidato amico Lorenzo, che in prima persona mi ha motivato all’acquisto dei preziosi biglietti per questa serata. Mentre ci rifocilliamo, innaffiando il tutto con bottiglie di acqua come se ci trovassimo nel Sahara, notiamo anche la presenza dell’attore Riccardo Rossi. Anche i VIP amano i Toto, per fortuna! Una volta sazi, prendiamo posto nella suggestiva location, dove già lo scorso anno ho potuto ammirare Robert Plant (con relativo acquazzone estivo, essendo la cavea all’aperto) ed attendiamo con febbrile eccitazione l’entrata sul palco dei musicisti, che sono puntuali come cronografi svizzeri ed alle 21 in punto danno il via alle danze: l’apertura è affidata a Running out of Time, che poi è la prima traccia del nuovo, eccellente Toto XIV e l’accoglienza è subito entusiastica. I Toto, come loro consuetudine, presentano una line-up arricchita: oltre ai membri storici Steve Lukather, David Paich e Steve Porcaro, affiancati dal singer Joseph Williams e dal bassista David Hungate, rientrato nella band dopo la tragica scomparsa di Mike Porcaro, hanno arruolato anche il fenomenale percussionista Lenny Castro, i coristi Mabvuto Carpenter e Jenny Douglas-Foote e, per finire, il batterista Shannon Forrest. Sono dunque ben nove i musicisti sul palco, ma niente paura, non sono certo i Toto a poter avere problemi di interazione! L’intesa fra gli artisti, non a caso, appare fin da subito perfetta, al pari dell’acustica, per quanto inizialmente il cantante (peraltro figlio di John Williams, compositore delle colonne sonore di Star Wars, Indiana Jones, Schindler’s List, Lo Squalo, Jurassic Park e molte altre pellicole storiche) risulti un po’ soffocato dagli strumenti. Su Running Out of Time si verifica poi un episodio curioso: la cavea, di per sé, è composta da una platea poco al di sotto del livello del palco, con un tot di posti a sedere e con una tribuna semicircolare che la circonda, in pieno stile teatro greco. Ebbene, sulle prime battute del primo brano una nutrita parte degli occupanti della platea si alza in piedi e sciama entusiasta verso il palco: gli addetti alla sicurezza intervengono prontamente cercando di impedire l’avvicinamento degli spettatori, ma Steve Lukather in persona, continuando ovviamente a suonare, si avvicina a sua volta e scaccia…gli addetti, mimando addirittura il gesto di scalciarli via. La scelta dell’axeman di permettere ai fan di rimanere a ridosso del palco è molto bella, ma d’altro canto gli addetti fanno il loro mestiere per evitare calche pericolose, tanto più che, a causa della conformazione della platea, gli spettatori in piedi tolgono anche parte della visuale a chi resta seduto (circostanza personalmente sperimentata). Che ne pensate? Nel frattempo, trascorso il battibecco fra Lukather e la security, lo show va avanti che è una bellezza, con i musicisti che sembrano divertirsi un mondo ad infilare, qua e là nei loro brani, improvvisazioni spettacolari come se piovesse. I'll Supply the Love scalda a dovere l'ugola degli spettatori romani, parecchi dei quali si alzano in piedi per intonare il coro assai catchy, ma dannatamente coinvolgente del brano. Qui e là, come era immaginabile, i Toto piazzano brani del nuovo lavoro, in cui credono molto, peraltro a ragione, stante la notevole qualità media di Toto XIV. I presenti, dal canto loro, apprezzano molto questi estratti, fra cui Burn, ma è logico che attendano febbrilmente i grandi classici: l'accoppiata I Won't Hold You Back/Hold the Line è di quelle che non si dimenticano e, se la prima dà luogo ad una stupenda coreografia fatta con le luci dei telefoni (tempi moderni), la seconda viene accolta da un vero e proprio boato e cantata a squarciagola. Benché Williams sia chiaramente il singer ufficiale, poi, come è risaputo, i membri della band si alternano spesso e volentieri al microfono, dal momento che, oltre ad essere strumentisti d'eccezione, possiedono anche splendide voci, dal primo all'ultimo. Ecco dunque Steve Porcaro dire la sua su Takin' it Back, ma c'è spazio anche per qualche canzonemeno scontata, come Never Enough, tratta da Kingdom of Desire, dove il ruolo di cantante fu ricoperto principalmente da Steve Lukather. Ma niente paura, i californiani hanno classici da riempire ore ed ore di concerto ed ecco quindi la bellissima Pamela, piccola gemma che il pubblico apprezza oltremodo, specie perché preceduta da un pezzo di bravura al pianoforte da parte di David Paich, il quale peraltro scherza spesso con gli spettatori, risultando ancor più comico grazie al suo cilindro. E' poi il momento di Great Expectations, ulteriore estratto dal nuovo album, seguita dalla meravigliosa Without Your Love, uno dei brani di maggior successo dei Toto...e, successivamente, il concerto raggiunge il suo apice emozionale: le luci vengono puntate su Steve Lukather, il quale propone una cover di Little Wing di Jimi Hendrix da mozzare il fiato. Il brano viene infatti eseguito ed arricchito con tutta la tecnica ed il feeling possibili ed immaginabili e la magia si compie senza che nemmeno ce ne rendiamo conto: per alcuni, interminabili, meravigliosi minuti, Roma, la Città Eterna, la città che dominò il mondo, si inchina a Steve Lukather, che tiene Roma nelle sue mani, senza alcuna intenzione di lasciarla andare tanto facilmente. Non ho paura ad ammettere che, alla fine, ho le lacrime agli occhi, grazie a questo musicista riccioluto ed un filo sovrappeso che umilia intere legioni di chitarristi presunti fenomeni, grazie ad un connubio perfetto fra abilità tecnica e tasso emozionale. Una meraviglia, poco altro da aggiungere. Sembra impossibile riprendere il concerto dopo un'esecuzione del genere, ma i nostri vanno avanti ineffabilmente, presentando al pubblico anche la nuova, bellissima Holy War, che parecchi già conoscono e molti imparano ad amare questa sera stessa. Un brano come questo, se mai ce ne fosse bisogno, fa capire quanto complessa e profonda sia in realtà la musica di questo grande insieme di artisti, solo apparentemente semplice. Se poi ci fossero dei dubbi, basta vedere il livello dei turnisti che si portano appresso, con Lenny Castro che sembra davvero una piovra per quanto è rapido e sciolto. Pochi, in sostanza, sanno coniugare tecnica ed espressività come i Toto. E' poi il momento della malinconica The Road Goes On, che Lukather dedica non solo, come prevedibile, a Jeff e Mike Porcaro, ma anche a Chris Squire, bassista e fondatore degli Yes, recentemente scomparso e definito dal chitarrista come una delle maggiori influenze della band. Un omaggio per certi versi scontato, ma non per questo meno bello. Ci si avvicina verso il gran finale e, dopo la bellissima Orphan, dove i coristi mostrano ulteriormente la loro bravura, Rosanna fa cantare all'unisono tutto l'Auditorium. Davvero favolosa la presa di questa canzone sul pubblico, che non a caso fischia ampiamente l'uscita dei musicisti dal palcoscenico, quasi “costringendoli” ad un rientro piuttosto veloce. Cosa manca? Ma è ovvio: dopo la doppietta On the Run/Goodbye Elenore, sempre emozionante, le percussioni di Africa fanno letteralmente esplodere gli spettatori: praticamente tutti i presenti si alzano in piedi ed iniziano a ballare a tempo di musica, seguendo Williams che incita sapientemente il suo pubblico; come da tradizione, il brano viene eseguito in una versione decisamente lunga, che Paich, Lukather e soci provvedono ad infarcire di ogni genere di improvvisazione e sfogo solista. Quando, infine, lo show giunge alla fine, l'amarezza è tanta, perché tutti ne vorrebbero ancora ed ancora di più.
GREAT EXPECTATIONS Quando sciamiamo al di fuori dell'Auditorium, zuppi di sudore, privi di voce, ma incredibilmente felici, siamo tutti consapevoli di aver assistito ad uno spettacolo non semplice da replicare: i Toto sono una delle poche band in grado di mescolare con efficacia tecnica ed immediatezza, perizia ed emozione, regalando canzoni difficile da catalogare, per la moltitudine di influenze che abbracciano. Avevamo qualche timore, all'inizio, sullo stato di forma di una band comunque in giro da decenni...ebbene, i dubbi sono stati ampiamente spazzati via: quello di stasera è stato un concerto splendido, incredibilmente emozionante e che sono più che felice di aver potuto ammirare, per quanto mi sarebbe piaciuto ascoltare anche I'll Be over You, Hydra e Angela. Le aspettative, dunque, non erano al massimo, ma ora lo sono sicuramente, per il futuro: questi signori sembrano non volerne sapere di fermarsi e paiono avere ancora parecchie cose da dire. E, di questo, non posso che esser loro grato.
SETLIST TOTO 1. Running Out of Time 2. I'll Supply the Love 3. Burn 4. Stranger in Town 5. I Won't Hold You Back 6. Hold the Line 7. Takin' It Back 8. Never Enough 9. Pamela 10. Great Expectations 11. Without Your Love 12. Little Wing 13. Holy War 14. The Road Goes On 15. Orphan 16. Rosanna
---Encore---
17. On the Run/Goodbye Elenore 18. Africa
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7
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Felicissimo di aver letto questa recensione visto che domenica li vado a vedere al Teatro Greco di Taormina. Per me è la prima volta che li vedo dal vivo ed è un grande emozione perchè ci sono cresciuto con i loro pezzi, spero solo che Williams non arrivi spompato. |
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6
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Che poi, a voler essere precisi, già su Vice City c'era Africa però in quel caso non mi era piaciuta  |
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5
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Aahaah grande l'incipit su GTA San Andreas, l'ho fuso quel videogioco i Toto invece a parte i brani più famosi non li ho mai ascoltati molto, magari può essere giunta l'ora di fare qualche acquisto con qualche vinile usato a qualche fiera... |
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4
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Grandissimi, quando approfondirò ancora di più la loro immensa discografia giungerà io momento che li vedrò dal vivo (spero). Artisti unici al mondo, se avessero eseguito Bottom Of Your Soul avrei rosicato ancora di più per l occasione persa.. |
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3
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È la seconda volta che li vedo con Williams, e li ho visti tre volte con Kimball, onestamente Williams se la cava molto di più dal vivo, ha cantato egregiamente anche sulle canzoni più vecchia (era Kimball). Vocalmente mi è sembrato ancora più in forma del concerto a Roma del 2013, così come anche io (come tanti) pensavo che dopo la recente morte di Mike Porcaro fossero più "svogliati": e invece è stato un concerto stratosferico, sia per perizia tecnica sia per coinvolgimento emotivo. Da menzionare particolarmente proprio la dedica ai fratelli Porcaro durante l'esibizione della meravigliosa" the road goes on", veramente un colpo al cuore e una serata memorabile. Caro Lizard, che te sei perso!  |
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2
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Gruppo immenso, mi stai facendo rosicare e non poco domanda: come rende Williams sui brani di Kimball? |
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1
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Chi c'era lo sa, lo ha visto. E' stato un concerto epocale, con TUTTI in grande spolvero, con Lukather che ci ha permesso di stare sotto al palco, ed inoltre ho portato per la prima volta in assoluto il mio primogenito di 7 anni ad un concerto, una grande emozione. Inoltre TUTTI i membri dei Toto lo sono venuti a salutare, facendogli i complimenti per il disegno che aveva fatto per loro! Un grande show! |
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