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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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30/09/2023
( 1447 letture )
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Come si può sostituire una colonna portante non solo dei Toto, ma anche e soprattutto della famiglia Porcaro? Il quartetto californiano, uno dei più celebri della storia del rock, si cimenta in questa terribile impresa con il dibattutissimo Tambu. Si tratta non solo di prendere le redini di uno strumento cardine come la batteria, ma di colmare un vuoto compositivo su cui si è basato ogni lavoro della band dalla nascita fino alla sua improvvisa dipartita avvenuta nel 1992, in quanto Jeff è stato anche un membro fondatore. I Toto, celebri e forti del loro impressionante percorso musicale, si fanno strada nel cuore degli anni '90 con il loro nono disco in studio, a scandire la metà del decennio. Dopo il successo di The Seventh One i californiani abbracciano una nuova direzione musicale, dimostrando ancora una volta la loro versatilità e l'attrattiva duratura. L'album Tambu rappresenta un punto di svolta nella carriera dei Toto. Mentre i loro album precedenti erano spesso associati a un suono rock radiofonico, Tambu abbraccia influenze globali e sperimentazioni musicali, portando la band verso territori inesplorati. Piccola curiosità sul rilascio del disco, il successo commerciale stentò ad arrivare, pur mantenendo ottimi numeri di vendita nel mondo, soprattutto in Europa. Perciò, il tour promozionale di Tambu fu esclusivamente all’esterno degli Stati Uniti. Questo fatto non stupirà più di tanto i fan della band e gli addetti ai lavori, i quali già erano a conoscenza di questa preferenza per il pubblico estero per i Toto, molto più che in terra natia. Ad oggi, anno domini 2023, questa tendenza è rimasta pressochè invariata.
Uno dei punti salienti di questo album è la varietà di influenze musicali che si fondono in modo sorprendente. La traccia di apertura, Gift Of Faith, contiene contaminazioni tra le più varie con un buon ritmo energico trainato dalla fantastica chitarra del maestro Steve Lukather. Le percussioni, dopo metà brano, richiamano a tratti le sonorità africane, così come i cori etnici di Jenny Douglas-McRae. La voce distintiva del chitarrista risuona con fervore, creando un contrasto affascinante tra il suo stile tipicamente rock e la ricchezza delle influenze globali. I Will Remember è un brano che si distingue per la sua melodia struggente e le tastiere che creano un'atmosfera emotiva. La canzone e i testi riflettono sull'importanza dei ricordi e delle relazioni personali, con testi profondi che sicuramente toccheranno l’animo di moltissimi ascoltatori, tra momenti passati e persone che non sono più con noi. È l’ennesimo esempio di come i Toto siano abili a combinare melodie toccanti con parole significative. Il brano, composto da Steve Lukather che per l'occasione dovette incidere le parti di tastiera, mettendo da parte per un momento la chitarra, è un tributo al ricordo dell'amico defunto da poco, una tragedia che ha inevitabilmente permeato i testi e in generale tutto il disco. The Other Hand of Time è un'altra traccia che mette in evidenza la versatilità della band. Con un ritmo lento e un'atmosfera malinconica, il brano cattura il senso di perdita e rimpianto. La voce espressiva di Lukather trasmette un'emozione palpabile, mentre le chitarre e le tastiere creano un'atmosfera eterea. La sperimentazione musicale è evidente in brani come Drag Him To The Roof, la mia personale preferita del disco, dove i Toto mescolano elementi di rock con influenze fusion, uno dei momenti dove il basso di Mike Porcaro raggiunge le vette migliori. Questa traccia offre ai musicisti della band l'opportunità di brillare con assoli di chitarra e tastiere complessi, dimostrando la loro maestria tecnica, pur rimanendo estremamente cantabile. La diversità di Tambu è ulteriormente evidente in Dave's Gone Skiing, una traccia strumentale che inizia con una melodia allegra e leggera che richiama le atmosfere dei paesaggi innevati. La musica evolve gradualmente, portando l'ascoltatore in un viaggio sonoro sorprendente e perchè no, anche un pò progressivo. Da encomiare il lavoro di Simon Phillips alla batteria, perchè sostituire quel mostro sacro di Jeff Porcaro avrebbe intimorito ed intimidito chiunque. Questa è solo una delle molte dimostrazioni di come i Toto esplorino vari territori musicali in questo album.
Una delle tracce più memorabili di Tambu è Blackeye, nonostante fosse inizialmente presente solo nell’edizione estesa del disco, pensata per il mercato giapponese. Memorabile perchè cantata dalla voce di Jenny Douglas-McRae e quindi irripetibile in altri lavori in studio. Con un ritmo accattivante e una melodia orecchiabile, questa canzone cattura l'essenza del rock melodico dei Toto, pur con una vocalist d’eccezione, alla quale non eravamo avvezzi. È un brano che rimane impresso nella mente dell'ascoltatore grazie alla sua combinazione di energia e melodia. L'album in realtà si concluderebbe con The Road Goes On, una traccia che riflette sul viaggio della vita e sulle sfide che affrontiamo lungo il percorso. La canzone offre un finale emozionante, con una melodia coinvolgente e testi che invitano l'ascoltatore a riflettere sul significato della propria vita.
La copertina merita poi un discorso a parte, quasi metafisico. Essa raffigura una scena con un tavolo su cui è posato un fumetto, insieme ad altri oggetti, un posacenere, delle chiavi, alcune immagini e anche un orologio. La presenza del fumetto tende a voler suggerire una narrativa visiva o un elemento di storytelling all'interno dell'album, una storia che si svolge all'interno dell'album stesso, con il fumetto come guida o introduzione. La scelta di mettere il fumetto su un tavolo insieme ad altri oggetti aggiungere un senso di contesto e di vita reale all'immagine. Una copertina straordinaria che evoca la sensazione di sedersi a un tavolo e immergersi in una storia avvincente, un viaggio musicale coinvolgente.
Tambu è un album che sfida le aspettative e dimostra la versatilità straordinaria della band. Con influenze musicali globali, sperimentazioni audaci e testi significativi, l'album offre un viaggio musicale emozionante. L’incisione è veramente perfetta, forse una delle migliori della loro carriera. Eccellente la prova di Lukather alla voce, sostenuto da Paich, con i graditissimi innesti dei due vocalist ospiti. Fenomenale anche la chitarra di Lukather, supportato ottimamente dalle ritmiche di Mike Porcaro e di Simon Phillips, con l’ombra incombente dell’altro fratello Jeff da non poter infangare, dovendo tener altissimo il livello delle pelli. Le diverse tracce mostrano la capacità del quartetto di abbracciare una vasta gamma di stili e generi, mantenendo al contempo la loro firma distintiva. Tambu è un'aggiunta eccezionale alla ricca discografia dei Toto, forse non amato come i loro classici, o non annoverato nell’olimpo dei loro migliori dischi, ma continuerà ad essere un punto di riferimento per i fan della band (in Europa) e per gli amanti della musica AOR di qualità.
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5
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Fan dei Toto da decenni, visti tante volte live a Torino e questo per me è forse il disco a cui sono più affezionato... più diretto e rock, come il precedente e bellissimo Kingdom of desire che metto appena un gradino sotto Tambu, che ha anche la palma della miglior copertina e layout grafico della loro discografia. |
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4
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Penso che dei Toto non esista album che non valga la pena di comprare ed ascoltare. Per me sono una delle pochissime band che non ne ha mai toppata una. Tambu non fa eccezione, anche se non è il loro album che preferisco. Il precedente e tosto Kingdom of Desire (di cui Tambu è praticamente l’altra faccia della medaglia) e il successivo Mindfields per esempio ad oggi mi piacciono di più. Ma comunque grandissimi momenti anche qui: Slipped Away il mio pezzo preferito (con un Lukather mostruoso), poi Dave’s Gone Skiing (così… giusto per ricordare a tutti di che razza di musicisti stiamo parlando). Tra le ballad The Other Hand of Time mi è sempre piaciuta di più della celebre I Will Remember. Comunque: Toto : tra i più grandi di sempre. Voto 82 |
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3
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Voto un pochino basso per quest\'album, 85 ci sta tutto |
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2
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Questo è un disco leggendario, non una nota fuori posto, una produzione stellare e le canzoni....
Che canzoni amici miei!
Il dolore della perdita del loro fratello si è riversata su questo disco e sulla band, che mai prima di allora è così consapevole della vita che fugge.
Unico e irripetibile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gift of Faith 2. I Will Remember 3. Slipped Away 4. If You Belong to Me 5. Baby He's Your Man 6. The Other End of Time 7. The Turning Point 8. Time Is The Enemy 9. Drag Him To The Roof 10. Just Can’t Get To You 11. Dave’s Gone Skiing 12. The Road Goes On 13. Blackeye
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Line Up
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Steve Lukather (Voce, Chitarra) David Paich (Tastiera, Voce) Mike Porcaro (Basso) Simon Phillips (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti:
Jenny Douglas-McRae (Voce) John James (Voce)
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