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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 8581 letture )
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I Toto sono un gruppo rock statunitense formato a Los Angeles nel 1976 da alcuni dei più famosi ed esperti musicisti dell'epoca.
Ah, quanto adoro la fredda sintesi di Wikipedia. E’ la capacità, propria del rapporto con il sapere enciclopedico, di farti sentire piccolo piccolo, continuamente bisognoso di scoprire ed imparare, catalogare, connettere e prudentemente condividere, alla spasmodica ricerca di sollecitazioni che facciano di te una persona culturalmente più ricca, e tutto sommato migliore. Hydra, secondo album in studio pubblicato dai Toto nel 1979, è un valido aiuto in questo senso, carico com’è di trame suggestive e buon gusto musicale, alla pari di un buon film che dapprima emoziona, ed in un secondo momento invita alla riflessione, all’ascolto più attento. Hydra non teme certo la valutazione analitica, perché il suo fare apparentemente rilassato nasconde una grande cura del particolare, bravura nell’intreccio e capacità di suonare per nessun’altra tranne che lei: la canzone. L’incipit autunnale del singolo-che-non-fu (della prima traccia fu infatti girato il videoclip, ma il brano non venne mai estratto dall'album) sembra fatto apposta per far risaltare con ancora maggiore vigore le tastiere di Steve Porcaro, e con esse il cantato di David Paich. I Toto accostano con delicatezza concentrata melodia, citazioni progressive ed un gusto rock: le chitarre elettriche, pur non sempre presenti, sanno incidere al momento giusto e comporre riff eleganti. E’ un lavoro di attento ricamo, di continua rifinitura, di introspezione come la apprezzano soprattutto in Asia ed in Europa: è una trama vellutata e fitta che solo al suo apice sfocia puntuale in un’accessibilità pop, sufficiente per renderla appetibile alle masse, e come tale mainstream nel senso più democratico. Musica di pause, di dolci pendenze, di sonorità in anticipo sui tempi di almeno sei o sette anni che ritrovano nel vinile la loro originaria vitalità. Mai prolisso ed indulgente nei confronti delle straordinarie capacità tecniche dei musicisti (definiti da Eddie Van Halen come "collettivamente i migliori musicisti del pianeta”), dolcissimo ed un attimo dopo puramente hard rock, l’album presenta suoni analogici brillanti e caratteristiche compositive in grado di estrarlo dal suo contesto, rendendone l’ascolto fresco ed interessante ad oltre trent’anni di distanza.
99 e Mama, per quanto non vicine di tracklist, delineano due tipi diversi di atmosfera: la prima è soffusa e televisiva, intrigante e felina, come un interno californiano al tramonto. Singolo di maggior successo di quest'album, 99 è stata inspirata da un film di George Lucas, THX 1138, nel quale le persone venivano identificate con numeri anziché mediante nome e cognome: nel suo incedere compassato c’è spazio per intermezzi di tastiere, cori e divagazioni dal sapore jazzistico perfettamente amalgamate. Sullo stesso registro, come in un ideale passaggio notturno dal tramonto all’alba, scopriamo Mama: ritmi lenti e sonorità più fresche ed incalzanti, a tratti tambureggianti, sembrano risvegliare l’ascoltatore ed invogliarlo a rimettersi in viaggio. Il testo di Lorraine ci porta a Parigi, ma alla tranquilla navigazione sulla Senna si sostituisce un continuo superarsi di emozioni e stati d’animo, dal suono nudo del pianoforte ad un chorus pomposo che, tra chitarre elettriche e controcanti fusi nel groove finale, costituisce uno dei momenti più hard rock e dal sapore live dell’album. “Colore” è probabilmente l’elemento che sintetizza i Toto di Hydra: la band losangelina è infatti capace di passare da un registro all’altro con padronanza e naturalezza, riproponendo un’alternanza tra riflessioni intimistiche e cavalcate rock che sembra costituire un marchio di fabbrica personale ed originale. L’incedere sornione di St. George And The Dragon precede e rimescola Supertramp e Maroon 5, e la sua progressione sembra un invito alla verticalità, scalino dopo scalino, con fare prudente e circospetto. Cori, cow-bell, assoli di chitarra ed accenti, esasperati nel pirotecnico finale in battere, sono allo stesso tempo il collante e la divisione, la punteggiatura ed il carattere di una canzone che sembra capace da un momento all’altro di sfuggirci dalle mani, salvo poi fare puntuale ritorno nel porto sicuro della strofa. All Us Boys e White Sister sono probabilmente tra gli episodi più rockeggianti dell’album, teatrali e pulsanti come atti del Rocky Horror Picture Show, saturi e vivi e senza cali di tensione, in cambio di una struttura meno ricercata, con la chitarra finalmente libera di librarsi in volo in una duplice occasione, ed il basso di David Hungate a sostenerne le evoluzioni con sollecitazioni continue. La conclusiva A Secret Love è un piccolo gesto d’amore di straordinaria delicatezza, nel quale voce piano e tastiere si fondono alla perfezione, assumendo un uguale livello di capacità comunicativa. Strutturata su questi soli tre elementi, la canzone è un efficace esempio di sintesi e sottrazione, che per raggiungere le corde più profonde dell’anima si affida al gesto più diretto e sincero. Il brano che chiude il disco è esso stesso il paradigma di un album di belle canzoni, sofisticate ma non artefatte, che è possibile rielaborare con attenzione oppure apprezzare col più leggero degli animi.
In questa ricerca costante, che dona suggestioni, suggerisce anacronistici rimandi e forma la cultura musicale all’ascoltatore, riesce più difficile individuare il singolo, la canzone memorizzabile con facilità e cantabile da subito. Hydra è piuttosto l’inizio di un fantastico viaggio a cavallo tra gli stili musicali che combina elementi provenienti dalla musica rock, progressive, hard, pop, soul, funk, R&B e jazz: una variazione continua, una dichiarazione d’amore per la musica al di là delle forme espressive con le quali la si omaggia, e la premessa per una carriera trentennale che proprio quest’anno trova una sua ciclicità: i Toto hanno da poco rilasciato sul loro sito ufficiale le prime date di un nuovo tour estivo per il 2011.
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14
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Ottimo come sottofondo per una bella bombata.si fa\' un 99 invece di un 69!provate e fatemi sapere.ciaooo. |
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13
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Ah, chiedo scusa... Quindi Set Me Free degli Sweet PRECEDE e rimescola Beatles e Slayer? |
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12
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Evidentemente la parola \"precede\" non appartiene al tuo vocabolario. |
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11
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Noto solo ora la castroneria fotonica \"L’incedere sornione di St. George And The Dragon precede e rimescola Supertramp e Maroon 5\"... I Maroon 5? I MAROON 5? Che sono venuti fuori 25 anni dopo almeno?! Cazzo si era fumato il recensore?  |
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10
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Album bellissimo! Non raggiunge forse le vette dell'album d'esordio e di IV ma comunque siamo di fronte a 40 minuti di alta classe. In particolare su questo disco mi ha sempre fatto morire Jeff Porcaro, ma non si possono non menzionare almeno i solos di Lukather su White Sister e la performance di Kimball su Mama. Anche per me 90. |
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9
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In effetti spero proprio che questo voto basso sia dovuto a qualche "trollata" perché a prescindere dai gusti dare un votaccio ad un disco simile non ha proprio fondamento, anzi meglio astenersi. Grandissimo album, diciamo pure il più ammiccante alla formula "progressive" se non altro per la struttura di Hydra e il suo collegamento alla successiva traccia, seguendo un filo narrativo con analogie presenti nel suo testo. Per il resto grandi pezzi, 99, Mama, White Sister che è un trionfo di energia, cambi di tempo, schitarrate micidiali e riff a profusione da parte di Lukather. La delicatezza di Lorraine, dichiarazione d'amore di David Paich alla moglie, e A Secret Love che con atmosfere soft e di un'intensità assoluta mettono in mostra il songwriting di Steve Porcaro. All us boys è un episodio energico di ottimo rock, senza grosse pretese ma che si fa apprezzare per il piglio vivace e finanche ballabile. Purtroppo un disco che in netta contrapposizione con lo sfolgorante esordio, non venne compreso appieno per le potenzialità che esprime. Un peccato contando che è veramente un caleidoscopio di tante sonorità ben amalgamate in cui emerge la classe e la ricercatezza armonica e melodica del combo losangelino. Voto 90! |
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8
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Niente di clamoroso o eccezionale eppure estremamente convincente. 75 |
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7
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Ottimo album,ma preferisco il primo.. |
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6
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Ottimo album,ma preferisco il primo.. |
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5
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Non c'entrano i lettori, fidati. c'è qualcuno che fa il simpatico su tutti i dischi |
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4
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ma io mi chiedo: ma i lettori come votano??? A caso! 36 ai Toto? La band di turnisti per eccellenza sempre e comunque e hanno suonato su una quantità grandissima di album, compreso Thriller di M.Jackson. Fuoriclasse per il loro genere( che poi non facevano solo AOR ma hanno sempre avuto le influenze più disparate), al di là dei gusti musicali che un ascoltatore può avere. mah, secondo me se ci devono essere sti scempi di voti "tanto per dar fastidio", meglio toglierli e lasciare solo voce al recensore, che ne sa ben di più, secondo me! |
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3
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Disco veramente stupendo, ed è uno dei "peggiori", questo a dimostrare la grandezza di questo gruppo. Il mio voto è 90  |
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2
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@Gouthi: mi prendo il merito dell'idea, visto che adoro letteralmente i Toto, musicisti straordinari mai troppo celebrati  |
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1
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Che bellissima recensione, complimenti! Non mi aspettavo francamente di trovarli qui su Metallized, ma ciò non può fare altro che rendermi felice! Davvero un bel disco, spero ne recensiate anche degli altri  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hydra 2. St. George and the Dragon 3. 99 4. Lorraine 5. All Us Boys 6. Mama 7. White Sister 8. A Secret Love
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Line Up
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Bobby Kimball - voce Steve Lukather - chitarra e voce David Hungate - basso Jeff Porcaro - batteria e percussioni David Paich - tastiere e voce Steve Porcaro - tastiere e voce
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