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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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LEGENDS OF ROCK - # 5 - Black Sabbath, seconda parte
28/05/2010 (16192 letture)
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continua da qui
La storia dei Black Sabbath successiva alla fuoriuscita di Ozzy è estremamente frastagliata e a tratti confusa. Tony Iommi non si perse d’animo e, dopo aver ricevuto un diniego da David Coverdale, assoldò l’ex cantante dei Rainbow l’americano Ronnie James Dio dotato di un magnifico vocalism, molto pulito che infarciva le sua liriche di saghe epiche, storie medioevali e fantasy. La ventata di novità rigenerò i Black Sabbath anche dal punto di vista musicale. Quando, infatti,il 26 aprile 1980 usci per la Vertigo Heaven And Hell i fans rimasero piacevolmente sorpresi per l’attitudine precipuamente heavy del sound e per l’eccezionale bravura di Dio. Il disco è uno dei migliori mai prodotti dalla band, pieno di canzoni in grado di competere con l’emergente New Wave Of British Heavy Metal -abbreviato in NWOBHM- la cui punta di diamante era costituita dai britannici Iron Maiden; il nuovo genere si basava essenzialmente su una maggiore aggressività e velocità d’esecuzione dei brani e faceva sembrare datato il sound più o meno frenetico delle formazioni che avevano costituito la prima ondata dell’heavy metal. Heaven And Hell è un capolavoro e meriterebbe l’acquisto solo per la notevole title track con il suo incedere marziale, l’atmosfera cupa e pregna di epicità, il coro centrale che aumenta a dismisura il pathos, mentre Dio canta con magnifica ispirazione:
Sing me a song, you're a singer Do me a wrong, you're a bringer of evil The devil is never a maker The less that you give, you're a taker So it's on and on and on, it's heaven and hell Oh well The lover of life's not a sinner The ending is just a beginner The closer you get to the meaning The sooner you'll know that you're dreaming So it's on and on and on, oh it's on and on and on It goes on and on and on, Heaven and Hell I can tell Fool, fool Oh uh Yeah, yeah, yeah Well if it seems to be real, it's illusion For every moment of truth, there's confusion in life Love can be seen as the answer, but nobody bleeds for the dancer And it's on and on, on and on and on and on and on and on and on They say that life's a carousel Spinning fast, you've got to ride it well The world is full of kings and queens Who blind your eyes and steal your dreams It's heaven and hell, oh well And they'll tell you black is really white The moon is just the sun at night And when you walk in golden halls You get to keep the gold that falls It's heaven and hell, oh no Fool, fool You've got to bleed for the dancer Fool, fool Look for the answer Fool, fool, fool
(Per ulteriori approfondimenti clicca qui)
HEAVEN AND HELL
Nello stesso anno la casa discografica NEMS che si era occupata della pubblicazione di Sabotage e dell’antologico We Sold Our Soul For Rock’N’Roll, uscito anch’esso nel 1975, mise in circolazione un bel live risalente ai tempi con Osbourne intitolato Live At Last. Bill Ward, intanto, era talmente assuefatto all’alcool e alle droghe che, per sua stessa ammissione, non ricordava assolutamente niente circa le modalità in cui venne alla luce Heaven And Hell. Queste sono le sue amare riflessioni al riguardo:
Non riuscivo a limitarmi nel bere e con le droghe. Ero veramente ridicolo. Neanche mi ricordo delle registrazioni di quell’album: ero totalmente fuori di testa. Non rammento proprio niente..
Ward fu fatalmente allontanato ed il suo posto fu preso dal talentuoso ex batterista degli Axis, Vinny Appice il cui fratello Carmine aveva militato nei Vanilla Fudge e con i Beck, Bogert & Appice. Nel 1981 la nuova line up pubblica per l’etichetta Mercury Mob Rules registrato al Record Plant Studios di Los Angeles e prodotto dal mitico Martin Birch. Un album che prosegue sulla falsa riga del precedente pur essendo meno immediato e non raggiungendo la stessa cristallina bellezza compositiva. Da evidenziare che sulla cover in basso c’è scritto con il sangue Kill Ozzy. (Per ulteriori approfondimenti clicca qui).
La voglia di protagonismo di Dio finisce, però, per creare un dissidio sempre più insanabile con il leader Iommi; Ronnie non voleva fare il comprimario e la rottura divenne inevitabile. Ricorda Vinny Appice:
Credo che fino all’album dal vivo (si riferisce all’ottimo doppio vinile Live Evil uscito nel 1982) stesse andando tutto bene. L’unico problema fu verso la fine, durante le registrazioni dell’album dal vivo: i rapporti tra Tony e Ronnie iniziarono a peggiorare. Sai erano tutti parecchio egocentrici! Ci furono un paio di battibecchi nel backstage.
Alla fine del 1982 Dio ed Appice abbandonarono la band per fondare i Dio una band metal che ebbe molto successo soprattutto con i primi due lavori. Iommi e Butler rimasero, dunque, da soli. Fine della storia? Neanche per sogno!
Una sera il chitarrista ed il bassista si incontrarono in una pub con un famoso cantante e si ubriacarono insieme. Il giorno dopo i Black Sabbath avevano un nuovo singer: si trattava di Ian Gillan l’ex vocalist dei Deep Purple. Era il 1983. Per registrare il nuovo album fu richiamato Bill Ward che, intanto, a grande fatica cercava di ritornare ad una vita normale. La nuova formazione fece uscire Born Again, un disco controverso per due sostanziali motivi: la voce di Gillan, nonostante gli sforzi profusi, proprio non si attaglia allo stile dei Sabbath; la qualità della registrazione è veramente pessima con il basso troppo in evidenza rispetto al resto degli strumenti. Nonostante ciò il disco arrivò al quarto posto nelle classifiche inglesi, ma all’epoca i denigratori erano comunque già molti. Il conseguente tour vide alle pelli Bev Bevan proveniente dagli Electric Light Orchestra: Ward nel 1984 fu purtroppo costretto ad entrare in una clinica riabilitativa. Ma i guai non erano finiti perché Gillan lasciò improvvisamente la band per rientrare nei Deep Purple al fine di ricostituire la storica Mark II. (Per ulteriori approfondimenti clicca qui)
A questo punto le vicende successive dei Black Sabbath (ammesso che abbia un senso chiamarli ancora così) diventano grottesche: ecco a titolo esemplificativo l’elenco dei cantanti che cronologicamente si susseguiranno fino al 1986: David Donato, Ron Keel, nuovamente Donato, Jeff Fenholt -il singer che nel 1971 interpretò Gesu’ in Jesus Christ Superstar- e Glenn Hughes -già bassista dei Deep Purple della Mark III. In quel periodo nessun fan era in grado di dire esattamente quale fosse la formazione dei Black Sabbath anche perché, nel frattempo, anche Butler abbandonò la nave che si stava ormai inabissando. Tra Iommi e Hughes nacque una proficua collaborazione per realizzare un album il quale non doveva contenere il monicker della storica band; ma la casa discografica, per ovvii motivi di cassetta, fece uscire il platter intitolandolo Seventh Star a nome di Black Sabbath featuring Tony Iommi. Nella cover c’era solo la foto del chitarrista. La decisione della Vertigo contrariò molto Hughes che per il suo stile non si sentiva un cantante dei Black Sabbath. Non aveva tutti i torti perché Seventh Star può essere considerato un buon album rock che ha davvero poco a che vedere con il passato della band. Questa era la formazione messa in piedi per realizzare il full lenght: Tony Iommi chitarra, Glenn Hughes voce, Geoff Nicholls tastiere –prima era accreditato solo come membro esterno dai tempi di Heaven And Hell-, Dave Spitz basso, Eric Singer batteria. Riportiamo le riflessioni di Hughes sulla questione del nome della band:
Quando venne registrato l’album doveva intitolarsi Tony Iommi. Punto. Poi, alla fine del mixaggio arrivò il manager e disse che sarebbe stato utilizzato il nome dei Black Sabbath per farci più soldi. Quindi se lo ascolti come album di Tony Iommi è bellissimo. Se lo ascolti pensando che sia dei Black Sabbath non è un granchè.
Mi sento di condividere in pieno le osservazioni di Hughes: in definitiva è stata una forzatura attribuire Seventh Star ad un gruppo che non esisteva più.
Ma il caos continua ancora: Glenn Hughes viene allontanato con la scusa di un suo infortunio assoldando lo sconosciuto Ray Gillen come ennesimo cantante. La somiglianza del cognome fuorviò moltissimi fans pensando che fosse ritornato Gillan! Fu registrato così il nuovo disco intitolato The Eternal Idol ma… nel marzo 1987 Gillen era già fuori dal gruppo! Le parti vocali furono registrate nuovamente dal nuovo prescelto e poco noto Tony Martin dotato di una bella voce paragonabile per alcuni versi a quella di Dio. Per chiarezza questa era la nuove line up: Iommi, Martin, Nicholls, Singer e Bob Daisley -bassista proveniente niente poco di meno che dalla band di Ozzy- (sebbene negli accrediti compaia anche Spitz non presente alle registrazioni dell’album. Dai ci sta, consentitemi un salomonico Che casino!). Gli amanti del metal non hanno il paraocchi come i muli ed, infatti, The Eternal Idol, la cui cover riporta la figura dell’omonima scultura di Rodin, fu un vero fiasco: in Inghilterra raggiunse la 66^ posizione e vi rimase solo una settimana. Troppi, decisamente troppi i cambiamenti anche se, a mio parere, si tratta di un discreto lavoro con alcune buone composizioni. Va considerato che l’ondata del thrash americano ed europeo aveva rigenerato il metal con cambi di tempo, riffing ed assoli al fulmicotone ed era difficile in quel periodo competere con gruppo del calibro dei Metallica, Megadeth, Sepultura, Kreator ecc.ecc…. Vi racconto una mia esperienza personale abbastanza illuminante circa le difficoltà della band in quel periodo: durante il tour del 1987 vennero programmate alcune date in Italia e comprai il biglietto per il concerto che avrebbe dovuto tenersi al Palaeur (ora Palalottomatica) di Roma. Il giorno stabilito i pochi metallari presenti trovarono un laconico cartello su cui, senza spiegare nemmeno i motivi, era riportato che lo show si sarebbe tenuto in un cinema (sigh!) a Casalpalocco una località nei dintorni della Capitale. Arrivato presso la nuova indecorosa location riuscì con immane fatica ad entrare nel piccolo locale ed assistere all’esibizione dei Black Sabbath, mentre fuori ci furono cariche della Polizia, lacrimogeni e botte da orbi perché, molti fans erano, purtroppo, rimasti fuori. Oltretutto, ad un certo punto, andò via anche la luce! Quanta tristezza provai in quel momento! Ma neanche stavolta Iommi si arrese e si prese la sua rivincita! Il gruppo, infatti, nel 1989 risorge con l’ottimo Headless Cross pubblicato dalla nuova casa discografica IRS Records, un disco potente, epico, che riesce a far dimenticare le precedenti deludenti releases. Da evidenziare la presenza alla batteria del grande Cozy Powell mentre al basso troviamo Laurence Cottle… ovviamente la line up non è mai la stessa! Il disco raggiunse la 31^ posizione in classifica e fu un risultato confortante nonostante il pessimo lavoro svoto dalla IRS in sede di promozione dell’album. (Per ulteriori approfondimenti clicca qui).
HEADLESS CROSS
L’anno successivo è la volta di Tyr, altro ottimo platter che include la famosa trilogia a sfondo fortemente epico dedicate all’omonima figura mitologica norvegese (The Battle Of Tyr/Odin’s Court/Valhalla). Nella formazione entra nel ruolo di bassista Neil Murray ex Whitesnake. (Per ulteriori approfondimenti clicca qui)
In questo periodo il feeling tra Iommi e Martin era molto solido e nulla faceva presagire un ennesimo colpo di scena. L’irrequieto chitarrista decise improvvisamente di riunire la formazione che aveva realizzato Mob Rules e nel luglio 1992 uscì Dehumanizer un platter ruvido, con numerosi richiami al passato e con liriche che abbandonavano il fantasy per abbracciare tematiche più realistiche. La cover molto significativa rappresentava una versione robotica della morte. Seguì un tour e memorabile fu lo show del 12 settembre 1992, al quale ero presente anch’io, tenutosi a Reggio Emilia nel corso della manifestazione Monsters Of Rock: in quell’occasione i Black Sabbath seppero tener testa a gruppi come Iron Maiden, Megadeth, Testament e Pantera. L’album, sebbene lo reputi inferiore al resto della produzione con Dio, ebbe un buon successo nell’era in cui, peraltro, stava imperando il grunge un altro genere musicale di enorme successo grazie a gruppi come i Nirvana e gli Alice In Chains. I Black Sabbath sembravano tornati a nuova vita dopo un lungo periodo difficile, ma accadde l’imprevedibile. Ozzy Osbourne decise di ritirarsi dalle scene perché affetto da sclerosi multipla e volle fare un ultimo tour la cui data finale, prevista a Costa Mesa in California, doveva prevedere la tanto agognata reunion della prima formazione dei Black Sabbath. Il fatto irritò Dio al punto di lasciare la band insieme al fido Appice. Il 15 novembre 1992 fu Rob Halford a cantare quella sera nei Sabbath... e non fu l’ultima volta.
BLACK SABBATH WITH ROB HALFORD - FAIRES WEAR BOOTS 2004
Alla fine dello show entrò Ozzy che si unì alla vecchia band per eseguire insieme quattro canzoni. Da quando se ne era andato soltanto in occasione del Live Aid nel 1985 era capitato di suonare ancora insieme. Sembrava, dunque, la fine di un’epopea, invece i medici per fortuna commisero un errore nella diagnosi e Osbourne poté continuare la sua carriera, mentre Iommi con lo storico monicker pubblicherà altri due album in studio Cross Purposes (Tony Iommi, Tony Martin, Geoff Nicholls, Geezer Butler, Bobby Rondinelli) del 1994 e Forbidden (Tony Iommi, Tony Martin, Geoff Nicholls, Neil Murray, Cozy Powell) dell’anno successivo: lavori modesti e privi del necessario mordente. Basti pensare che Forbidden, uscito nel periodo di maggior auge del nu metal, fu prodotto da Ernie C il chitarrista dei Body Count e che nel brano Illusion Of Power è presente come ospite addirittura il rapper Ice-T. Nel 1995 uscì anche in CH e VHS Cross Purposes Live, passato praticamente inosservato, contenente la registrazione del concerto tenutosi il 13 aprile 1994 all’Hammersmith Apollo di Londra. Incredibilmente a risollevare la situazione e riportare in auge il monicker dei Black Sabbath ci pensò il tribute album Nativity In Black del 1994 in cui varie band tra le quali Megadeth, Sepultura e Cathedral hanno reso omaggio ai loro maestri. Merita una particolare citazione la stratosferica riproposizione di War Pigs dei Faith No More. Voci continue di un reunion definitiva della line up storica si sono susseguite in continuazione per anni sino a quando il 4 e 5 dicembre 1997 i Black Sabbath tennero due favolosi concerti al NEC di Birmingham supportati dai Fear Factory! Il 20 ottobre 1998 fu pubblicato il magnifico doppio CD Reunion che conteneva sedici tracce dal vivo testimonianza storica dei due concerti e due inediti Psycho Man e Selling My Soul. Interessante confrontare questo platter con Past Lives, pubblicato nel 2002, preziosa testimonianza live risalente agli anni settanta e composto dall’intero Live At Last rimasterizzato più altri nove brani: personalmente preferisco quest’ultimo perché lo trovo più vero e spontaneo. Sembrava, comunque, l’inizio di una nuova era ed invece per innumerevoli motivi riguardanti per lo più l’entourage di Ozzy (i vincoli contrattuali imposti al cantante, i gravi problemi di salute -Sharon si ammala i cancro e il marito si ferisce gravemente in un incidente guidando una quad-bike-, i gravosi impegni per la realizzazione delle varie grandiose edizioni dell’Ozzfest e l’autentica dipendenza dal fortunato reality show The Osbournes) impediranno, di fatto, una vera reunion definitiva, né tantomeno la produzione del tanto agognato album di inediti a nome Black Sabbath. Il gruppo si esibirà ancora dal vivo come nel 2001, nel corso dell’Ozzfest a Milton Keynes, quando fu eseguito un brano inedito intitolato Scary Dreams che poteva far presagire qualcosa di positivo: invece non accadde praticamente nulla. Il resto della storia è noto: Iommi, forse anche stanco di aspettare Ozzy, fonda gli Heaven And Hell e, dopo il doppio album live Live From Radio City Music Hall del 2007, il 28 aprile 2009 esce The Devil You Know (Dio, Iommi, Appice, Butler), ma l’imperscrutabilità del destino ha stabilito che la vita terrena di R.J. Dio si interrompesse nel maggio del 2010 a causa di un carcinoma.
Chissà forse in futuro assisteremo a nuovi auspicabili progetti di Iommi o magari si concretizzerà finalmente una reunion definitiva con l’imprevedibile Ozzy….chissa!
CHILDREN OF THE GRAVE
DISCOGRAFIA UFFICIALE
Black Sabbath (1970)
Paranoid (1970 U.K., 1971 U.S.)
Master Of Reality (1971)
Vol 4 (1972)
Sabbath Bloody Sabbath (1973)
Sabotage (1975)
We Sold Our Soul For Rock’N’Roll (1975) -raccolta-
Technical Ecstasy (1976)
Never Say Die! (1978)
Heaven And Hell (1980)
Live At Last (1980) -live-
Mob Rules (1981)
Live Evil (1982) -live-
Born Again (1983)
The Eternal Idol (1987)
Headless Cross (1989)
Tyr (1990)
Dehumanizer (1992)
Cross Purposes (1994)
Cross Purposes Live (1995) -live-
Forbidden (1995)
The Sabbath Stones (1996) -raccolta-
Reunion (1998) -live-
The Best Of Black Sabbath (2000) -raccolta-
Symptom Of The Universe: The Original Black Sabbath 1970-1978 (2002) -raccolta-
Past Lives (2002) -live-
Black Sabbath: The Dio Years (2007) -raccolta-
Live At Hammersmith Odeon (2007) -live stampato in sole 5.000 copie-
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Aggiornamento: nel novembre del 2011 viene annunciata la reunion della formazione originale. Poi Iommi si ammala di cancro, e Ward viene fatto fuori dal gruppo, e salta il tour previsto. Nel 2013 esce "13" ultima fatica in studio dei Black Sabbath formati questa volta da Iommi, Butler e Ozzy più Brad Wilk alla batteria. |
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Ottimo lavoro....soprattutto tenendo conto degli innumerevoli cambi di formazione che renderebbero la vita difficile anche a Tony Iommi stesso a ricostruirli  |
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Black Sabbath = storia del metal, creatori del metal, divinità del metal! Una band che attraverso cambi di line up e in base agli ARTISTI anche un cambio di genere proprosto è riuscita a mantenere immutato il loro stile! Immensi Sabbath e complimenti al recensore! Un tuffo nella storia! |
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Articoli esaustivi, e ti faccio i complimenti soprattutto per quest'ultimo perchè la storia della band si fece molto difficile dopo l'uscita di Dio e non era facile raccontarla. |
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Grazie dei complimenti a tutti. E' normale ci sia qualche diversità di opinione e ci mancherebbe altro. A Born Again ho dato 78 nella mia rece per cui l'ho promosso nonostante le evidenti pecchi; Cross Purpose veramente non lo sopporto ma ragazzi è sempre una questione di gusto! Avrei voluto vedere i BS con Ozzy e mi sono sfuggiti purtroppo! |
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E si conclude con la seconda parte un articolo veramente ben fatto, per cui rinnovo i complimenti a Fabio. Personalmente non ho nulla da aggiungere se non che a me Born Again fa accapponare la pelle ogni volta che lo ascolto. Gillan forse non si trovava con il genere ma non sono d'accordo sul fatto che la voce non si adattasse. Io lo considero un grande album incompreso. Sulla produzione però sono d'accordo. |
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Si creò un caos pazzesco attorno ai BS negli anni post-Ozzy. Ottimo articolo Fabio!!! |
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ottimo articolo Fabio. Ora mi aspetto un album postumo degli H&H dato che ho letto, non ricordo dove però, che avevano registrato già qualcosa di nuovo......Di tutta questa comunque meravigliosa storia, ricordo con favore il sulfureo debutto, paranoid, masters of reality, heaven & hell, mob rules, Dio e Martin......Cross purposes per me è molto bello ed intenso. Di Ronnie abbiamo già detto tutto credo.....immenso. Mi resta solo la curiosità di sentire qualcosa con Ray Gillen, cantante ahimè scomparso, ma che adoro e che con i badlands aveva fatto benissimo.....e tante altre cose. Ripeto: storia meravigliosa..... |
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Il pezzo mi sembra assolutamente esaustivo per chi voglia conoscere la storia dei BS, sulla reunion con Ozzy...nemmeno se lo vedo  |
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