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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Fleshgod Apocalypse - Labyrinth
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( 7569 letture )
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“¿Lo creerás, Ariadna? -dijo Teseo-. El minotauro apenas se defendió.”
Al ritrovarsi al cospetto del terza opera dei nostrani Fleshgod Apocalypse sorgono spontanee alcune domande: Sarà una consacrazione? Sarà una delusione? Che diamine significa quella citazione di Borges? Semplicemente, gli umbro-laziali questa volta hanno scelto la via del concept, non disdegnando un approccio più moderno e psicologico al mito, debitore della lezione del grande argentino succitato. Per farla breve: lo scenario è Creta, i protagonisti Teseo e un certo Asterione... Ebbene sì, anche il Minotauro ha un nome.
Il mezzo con cui i nostri si propongono di narrarci l'epopea cretese è quello che li ha resi famosi, un death metal tecnico di ascendenza brutal, sintatticamente unito a orchestrazioni sinfoniche. Se nel passaggio tra i precedenti lavori il sound della band era mutato, amalgamando le due componenti musicali prima disgiunte, pare che questa volta non si siano voluti operare cambiamenti radicali, limitandosi ad un ulteriore aumento di sinfonismi e voci liriche. Alcune lievi modifiche immediatamente riscontrabili, purtroppo, non si pongono per nulla a favore del risultato finale, in particolare nel confronto col passato: a differenza della precedente release la batteria suona meno nitida e posta lievemente meno in evidenza, elemento che, unito al prepotente accompagnamento di cori, rende il muro sonoro che colpisce l'ascoltatore più confuso e disorientante. Questo sentimento svanisce dopo i primi ascolti e nei punti privi di cori, ma siamo lontani dalla chiarezza di Agony.
Dettagli di produzione a parte, è facile notare l'immutata (alta) qualità del songwriting: le diverse parti risultano ottimamente costruite e assemblate (merito in gran parte del lavoro di batteria, un perfetto legante) e, nonostante la complessità e l'alternanza di growl, voce operistica e del falsetto graffiante del bassista Paolo Rossi l'impressione che abbiano voluto strafare cala man mano che si procede nell'ascolto. All'assenza di novità i Fleshgod Apocalypse oppongono dunque una grande perizia compositiva e, soprattutto, lirica.
Il filo logico del concept procede dal “proemio” Kingborn e si svolge attraverso le vette Borges-iane di Elegy, che mette a nudo l'interiorità di Asterione, vittima nella sua parte umana dell'orrore provato a causa degli istinti mostruosi e animaleschi cui è soggetto e nell'attesa di chi, uccidendolo, possa liberarlo. Alla breve divagazione lirica di Towards The Sun (più che un volo pindarico un volo Icarico, mi si conceda la battuta), segue la vicenda di Teseo, la sua lotta con la bestia, l'amore e l'abbandono di Arianna, per concludere con il ritorno in patria dell'eroe, dimentico della promessa al padre di cambiare le vele nere in bianche in caso di vittoria. I nostri, certi della cultura dei loro ascoltatori, omettono di narrare la fine del povero e disperato re Egeo nel mare che da lui prese il nome. Chiude l'album, come da tradizione, la title-track pianistica, con aggiunta di cori stavolta.
Labyrinth è, insomma, la naturale prosecuzione di Oracles e Agony, l'accentuazione delle caratteristiche “colte” di questi ultimi a dispetto del brutal degli esordi; tuttavia, se nei testi l'ispirazione della band trova il suo vertice, il disco non raggiunge nel complesso il livello dei suoi predecessori. Sarà una vaga eco di manierismo che inizia ad aleggiare? O forse semplicemente la troppo forte eredità di quei due monoliti? Nonostante ciò, ricordo che stiamo parlando di un disco decisamente trascinante, impreziosito da liriche di elevato spessore artistico. O forse è il contrario?
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27
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....ottimo lavoro....effettivamente trascinante.....voto più che giusto.... |
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26
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Produzione di merda... |
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Dopo 8 anni trovo questo disco ancora stupendo, pieno di pathos e di grandi idee. Anche se la produzione è inferiore a Oracles e anche ai successivi, l'atmosfera che si respira è ugualmente affascinante. E poi la loro evoluzione fino a Veleno e la definizione del loro sound sono da grande band. Ogni album contiene grandi canzoni e dal vivo sono incredibili. Non ho altro da aggiungere se non: VIVA I FLESHGOD APOCALYPSE!!! |
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Dopo lo splendido 'Oracles' a mio parere hanno accentuato troppo la parte orchestrale a scapito di quella metal, inoltre la produzione rende il suono troppo impastato e penalizza in particolar modo le chitarre. Saranno anche bravi, ma credo abbiano fatto il passo più lungo della gamba, tanto per restare in ambito symphonic death trovo nettamente migliori i Septic Flesh. |
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Veramente rimango allibito anche io, ma ormai non c' e' da stupirsi piu' di niente, oramai il voto lettori cerco di non guardo piu' da un bel pezzo, dare 64 ad un esperimento del genere mah! Capisco che ai primi ascolti possa spiazzare e che le chitarre si sentano unpoco meno, ma le atmosfere e gli arrangiamenti musicali all'interno dei brani trasportano in un altra epoca storica, anzi epico-mitologiga.Rispetto per questi ragazzi io ce lo avro' sempre. |
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22
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Voto medio utenti 63? Ma andate a fanculo. E sopratutto guardateveli Live, razza di imbecilli. Chi ha dato un voto basso non ha la benchè minima idea di cosa stia dietro al lavoro di questa band grandiosa. |
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21
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Non è ancora l' album della maturità per i Fleshgod Apocalypse, ma penso sia un passo avanti rispetto al precedente, e un passo avanti non da poco. Prima di tutto, apprezzo la maggior complessità dei riff di chitarra e la produzione che rimane sempre un pò casinara ma comunque in maniera meno marcata. Poi, la parte orchestrale. L' intervento di strumenti reali come la chitarra classica, il violoncello, le percussioni, la voce sopranile, rende il tutto più organico, compatto e naturale (per quanto il termine "naturale" sia comunque sbagliato). Ecco, la parte sinfonica, che si presta a molteplici cambiamenti. Se in Agony palesava influenze romantiche, qui si suddivide in due filoni. Il primo, minoritario, prevede influenze barocche. Il secondo, quello preponderante: la sezione orchestrale diventa una specie di colonna sonora, magniloquente, d' impatto monumentale. E in questo il ruolo principale è svolto dalla sezione corale, decisiva nella buona riuscita del disco, perchè studiata fin nei minimi dettagli per piacere senza perdere in valenza artistica. Cosa c' è che non va? Primo, gli assoli che sono molto simili gli uni agli altri e dopo un pò stufano. Poi, la pecca principale: canzoni incostanti. Voglio dire, Kingborn, Minotaur e Pathfinder sono semplicemente grandiose, ma le altre non reggono sugli stessi livelli: paragonate a queste tre, sono come un randello rispetto ad una spada. Il che mi costringe a ridimensionare un pò il voto. Comunque è un disco con cui i FA riprendono Agony, si migliorano e cambiano pelle. Per ora basta così (si fa per dire ). 83 |
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20
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Devo ammettere, lho dovuto ascoltare più volte, ma ora lo trovo un gran bel disco!! Kingborn mi fa venire i brividi per come é perfetta! Arrangiamenti perfetti, forse l'eqalizzazione poteva essere un po' migliore! Comunque per me sono la band italiana più in forma al momento! la nostra miglior bandiera! originali e artisti eccellenti |
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19
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Secondo me Labyrinth è un ulteriore passo in avanti per i fleshgod, riprende quanto detto da Agony e lo eleva ad un livello superiore, disco non molto facile da digerire e che necessità di molti ascolti per essere capito dato, un difetto non indifferente è dato dal mastering decisamente inadatto per tutto il marasma che accade nell'album (ma d'altronde essere sotto Nuclear blast ha i suoi svantaggi) con la batteria e orchestrazioni che sovrastano il tutto in certi passaggi, ma in generale gode di più equilibrio che in Agony, denotando lo spostamento dell'attenzione della band sulla parte prettamente epica- melodica che brutal e death in sè. Insomma per quanto mi riguarda è un disco da 90 tondo, che sovrasta Agony (Per me il loro punto più basso, nonostante la presenza di canzoni notevoli), un altro tassello in avanti per questa grande band  |
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18
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Chitarre un po debolucce,anche se quando si vogliono far sentire si fanno sentire, forse sacrificate per la predominante intrecciatura e sovraccarico di barocchismi e arzigogolii nella parte sinfonica, che intendiamoci non e' che sia brutta, ma forse e dico forse (dovro' dargli uleriori ascolti), avrebbero potuto dare maggiore equilibrio tra parte sinfonico-epican e parte espressivamente dura ma espressiva, comunque in linea di massima mi trovo daccordo con la recensione, consideronquesto lavoro un esperimento, se sia riuscito o meno sara' il tempo a dirlo. |
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17
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Se dovessero rallentare ulteriormente i patterns di batteria ed aumentare il volume delle chitarre li adorerei alla follia. In ogni caso, continuo a seguirli, ad amarli e a custodire gelosamente la loro discografia. E Nuclear Blast non c'entra nulla nella loro evoluzione. Leggendo tutte le interviste alla band durante gli anni di attività è palese che volessero arrivare fin qui da soli. La label li ha aiutati stanziando professionisti del suono e soldi per farlo. |
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16
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Well, complimenti a Monsieur Delirious Nomad per la nuova veste di redattore e per la recensione. Un po' tardivetta rispetto all'uscita del disco ma non penso per colpa sua. Comunque ottimo disco e come detto nella recensione, con una alta qualità nel songwriting. Mi piace questo sound e mi piace questa band. Sui livelli delle precedenti produzioni e qualcuno, please, non osi paragonarli ai Lacuna Coil, anche nella fenomenologia degli "Italiani all'estero". Qui la qualità è decisamente superiore e si pensa prima alla musica e non ai dollari... |
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15
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Non c'è di che,capita  |
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14
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@Hulk: certamente hai ragione, é stato un mio lapsus! Farò subito presente, grazie della segnalazione e degli apprezzamenti!  |
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13
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Non ho ascoltato il disco in questione ma ho letto questa interessante recensione,che forse mi invoglierà a comprarlo, ma mi semra che @"Delirius Nomad" il recesore appunto abbia commesso un errore,quando dice "voce operistica e graffiante del bassista Paoli",è errato perchè Paoli è il batterista e Polo Rossi il basso e la voce secondaria. |
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12
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Il problema del "nuovo" suono dei Fleshgod Apocalypse è che sono "metal" nello spirito ( il che non è necessariamente un male, anzi ! ), ma non nella forma. Fino all'EP "Mafia" compreso la strumentazione era ben amalgamata in favore di un assalto brutale e magniloquente. Da "Agony" in poi hanno creato un ibrido tra partiture strumentali e orchestrali che li ha portati ad diventare una creatura a sè stante, amata ed odiata in egual misura dal pubblico. In ogni caso, il mio voto numerico a "Labyrinth" è 80/100. |
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11
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LO* cazzo l'ho scritto con l'acca, scusatem lei distrazioni grammaticali, sono cotto!! |
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10
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L'ho comprai a scatola chiusa appena uscito visto i due album precedenti, ed in particolar modo Oracles, mi erano piaciuti parecchio e decisi di prenderlo senza pensarci sopra. Che dire, album che mostra una band ancora più matura nelle composizioni, ma che sinceramente mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, mi sarei aspettato molto di più, ma alla fine non mi lamento lo ascolto ancora con piacere, voto 70 , e senza fronzoli, loro insieme a pochi altri rappresentano un orgoglio per noi Italiani, e buon per loro del successo,in ogni caso MERITATO. |
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9
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Plasticoso privo di anima, sufficienza risicata e niente più...60 |
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8
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Bravo Delirio Nomade, lo ascolterò appena posso Ho paura che questi comunque faranno la fine dei Lacuna Coil con il pubblico italiano... Leggo sempre più spesso, in giro per il web, critiche feroci (probabilmente a causa di vino, pasta ed il crescente successo...) |
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6
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un benvenuto alla tua "penna" Delirious! |
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5
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Mi è piaciuto tantissimo, uno dei migliori del 2013 secondo me |
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4
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Per me disco bello ma troppo 'orchestrale' nel senso negativo del termine...troppa confusione. Voto 75 |
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3
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dopo agony mi sarei aspettato mooooolto di meglio....la parte sinfonica prende troppo il sopravvento in maniera spesso forzata e fastidiosa...non è proprio un disco brutto...per carità...la qualità c'è e si sente...ma il paragone con la maestosità del precedente è impietoso...disco che non va oltre un 65 |
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2
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Ho aspettato con ansia questa recensione e sinceramente mi aspettavo di più senza recare offesa a "delirious" (che comunque ho apprezzato). Comunque ho amato questo album. Il mio voto è 90 |
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1
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Con questo disco ho chiuso con i Fleshgod Apocalypse: non è un brutto disco ma mi è scivolato via addosso senza lasciarmi assolutamente nulla. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Kingborn 2. Minotaur (The Wrath Of Poseidon) 3. Elegy 4. Towards The Sun 5. Warpledge 6. Pathfinder 7. The Fall Of Asterion 8. Prologue 9. Epilogue 10. Under Black Sails 11. Labyrinth
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Line Up
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Tommaso Riccardi (Voce, Chitarra) Cristiano Trionfera (Chitarra, Voce, Orchestrazioni) Francesco Ferrini (Piano, Orchestrazioni) Paolo Rossi (Basso, Voce) Francesco Paoli (Batteria)
Musicisti Ospiti: Veronica Bordacchini (Voce soprano) Marco Sensi (Chitarra classica nella traccia 8) Luca Moretti (Violoncello nella traccia 4) Riccardo Perugini (Percussioni)
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