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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Rotting Christ - Thy Mighty Contract
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( 7447 letture )
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I Rotting Christ sono stati una delle primissime realtà nel panorama estremo greco, e la parte rehearsal/demo/split di inizio della loro carriera meriterebbe un articolo a sé, per quanto è singolare e interessante, anche rispetto a quanto venuto dopo, ma sarò breve. Il gruppo iniziò a fine anni ’80 come formazione grindcore, per quanto incredibile sembri, ma basti guardare la tracklist dello split The Other Side of Life per capire che si sta parlando degli stessi Rotting Christ, i paladini ateniesi del black metal melodico, e non di una qualche garage band intenta ad imitare i Repulsion. Ben altro discorso vale per lo storico (e consigliatissimo) demo Sathanas Tedeum del 1989, che mescola questo primo sound death/grind primordiale con un altrettanto primitivo sound black della cosiddetta first wave, figlia diretta di gruppi come Hellhammer/Celtic Frost, primi Mayhem, Venom e Bathory. Il demo mostra già alcuni dei futuri caratteri dei Rotting Christ dei primi anni ’90, come il gusto per le melodie (lì ancora molto acerbe), per i tempi più ampi e le atmosfere più ricercate, sebbene ancora quel demo fosse sporcato da una forte vena più estrema e marcia che si sarebbe ammansita nell’EP Passage to Arcturo.
Parlare di Passage to Arcturo prima di Thy Mighty Contract (che resta comunque l’argomento di questa recensione, in caso ve lo steste chiedendo) è abbastanza naturale, perché è il collegamento indispensabile per capire il cambiamento stilistico di questi Rotting Christ ancora alla ricerca di un’identità sonora propria, probabilmente in una scena musicale che stava facendo altrettanto. Insieme a loro stavano infatti crescendo i Varathron, anche loro incamminatisi sul percorso verso il sound black metal (il bassista Jim Patsouris era membro in comune), e i Necromantia, che condividevano il gusto per le atmosfere e le melodie, nonché l’idea degli inserti di tastiera (e anche in questo caso, uno dei membri, il tastierista George Zacharopoulos militava in entrambe le formazioni); dando uno sguardo all’estero, la lista delle band che più o meno consciamente stava prendendo questa strada originale nel black metal, e idealmente opposta a quella scandinava (che era invece veloce, gelida e integralista) è davvero sconfinata: Mortuary Drape, Master’s Hammer, Samael, e così via. Il suddetto album segna quindi il passaggio innanzitutto verso un sound più asciutto, con qualche richiamo allo speed/black teutonico, ma circoscritto, e con una preponderante componente di proto-black/doom proveniente dai Celtic Frost e una melodica di scuola Bathory e simili, più nordica, fredda e minimalista.
Arriviamo quindi a questo splendido debutto, Thy Mighty Contract, in cui lo stile dei Rotting Christ è definito, riconoscibile e unico, come ci si aspetta da una pietra miliare di questo calibro. Rispetto allo scorso EP, la velocità è incrementata, complici il miglioramento tecnico evidente e la direzione più marcata che il black metal stava assumendo internazionalmente. Una opener come The Sign of Evil Existence stupisce se rapportata ai trascorsi musicali del gruppo: la voce, prima piuttosto cavernosa, ha lasciato il posto ad uno scream acuto e acido (come più da consuetudine del black metal della prima metà dei ’90) e anche la distorsione delle chitarre è più graffiante, rispetto a quella molto chiara e asciutta di Passage to Arcturo, per non parlare del drum-pattern, molto più veloce e intenso. Un ponte con la release precedente si trova evidentemente in un pezzo come Fgmenth, Thy Gift, essenziale e cadenzata dietro alle pelli, molto melodica (anche vocalmente) e adornata da lead chitarristici particolari e ricercati, che approfondiscono il discorso lasciato in sospeso due anni prima. Ma l’identità di questo debutto si riconosce in tracce di notevole complessità come Exiled Archangels, che saggia la velocità, i ritmi cadenzati, le decelerazioni e una coraggioso ma riuscitissimo inserto pulito con un crescendo vocale che ancora oggi, dal vivo, mette i brividi. Lo stile chitarristico è tanto originale da avere pochi paragoni calzanti, se non in rapporto con tutti i gruppi che ho citato finora, ma con un’identità così definita che farebbe dubitare dell’età anagrafica dei membri (il batterista Themis Tollis non era nemmeno ventenne, e suo fratello Sakis, chitarrista e cantante, era solo di un paio d’anni più vecchio).
La varietà di questo disco vi lascerà di stucco, se siete nuovi all’ascolto, dato che momenti di intensità musicale ed emotiva diversa convivono con una naturalezza eccezionale, lasciando che parti veloci si susseguano ad altre più lente, che sia la voce oppure la chitarra oppure ancora la batteria a prendere il comando e guidare l’evoluzione, mai prevedibile, del pezzo, disegnando dei passaggi artistici di maturità indiscutibile. Il gusto compositivo rende veramente grande e ancora attuale questo disco, dal momento che ogni pezzo si distingue per le proprie linee vocali, per il proprio chorus memorabile, per un dato riff portante che vi si incollerà in testa o per un qualche attimo da brividi. Inutile che ve li snoccioli ad elenco, per cui posso terminare qui la mia disamina, che ha volutamente considerato il percorso di crescita del gruppo, per cercare, umilmente, di capire come questo traguardo musicale sia stato raggiunto, e perché sia stato così tanto influente per la scena black metal greca e non.
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22
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Bravissimo Luca.. Obbligo di possesso per chiunque ami il black metal, senza se e senza ma. Come chi ascolta thrash DEVE possedere Master of Puppets.. Tanto per farsi capire.. Preferisco di poco Non Serviam.. Ma siamo su livelli altissimi in entrambi gli album. |
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21
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DEVE no,e PUNTO ancor meno.Indipendentemente dai legittimi gusti personali e valori storici dei dischi,le collezioni non dovrebbero essere un asettico dogma didattico per il gregge,ma un percorso valoriale personale,intimo, volto all\'accumolo e la conservazione di opere importanti per il singolo ascoltatore,non in base ad un comune sentire di massa.Non avrebbe alcun senso altrimenti. |
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20
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Si può racchiudere in pochi concetti: il capolavoro massimo dei Rotting Christ, il simbolo del black metal greco, ed uno dei più grandi capolavori black metal in generale! I demo ed ep precedenti (per quanto favolosi) aprono semplicemente la strada a questo epico masterpiece di devozione satanica! Si dovrebbero citare TUTTI i pezzi, otto capolavori uno dietro l\'altro, ma mi limito solo a citare i top assoluti, come \"Transform All Suffering Into Plagues\", \"His Sleeping Majesty\", \"Exiled Archangels\", \"The Coronation Of The Serpent\" e \"The Fourth Knight Of Revelation\"... inni supremi di arte satanica, epica, oscura e maestosa! Un album praticamente consumato, dire che ci sono legatissimo è poco, uno dei dischi della mia vita... e che DEVE stare nella collezione di tutti i devoti della Fiamma Nera! Punto!!! |
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19
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Grande album, da inserire nella classifica dei migliori dischi Black Metal di sempre |
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18
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Per me questo e' un 100 secco, senza se' e senza ma. A distanza di decenni si riconferma quel capolavoro che e' sempre stato, un vero gioiello di puro black metal.100 tutta la vita |
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17
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sulfureo, atmosferico... forse oggi certe parti sembrano un po' naif ma resta un gran disco |
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16
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sulfureo, atmosferico... forse oggi certe parti sembrano un po' naif ma resta un gran disco |
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14
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Pietra miliare del black mediterraneo. Da avere assolutamente. Non posso che sottoscrivere il voto della recensione! Erano anni veramente prolificissimi per il metal estremo... |
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13
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Uno dei album Black Metal più riusciti di sempre. Impensabile oggi raggiungere un livello così intenso tra accellerazioni, melodie gelide e urla inumane quanto calcolate. "Exiled Archangels" è un piccolo gioiello che è entrato di diritto nella storia del Metal intero. |
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12
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Ques'album è il classico album che ogni amante di sano black metal dovrebbe possedere. Questa è, sicuramente, una concezione di black diversa dalla concezione "norvegese", più melodica se vogliamo metterla su un piano di aggressività sonora ma i riff e le tastiere svolgono un ruolo fondamentale per mantenere e creare la medesima atmosfera malvagia, perfida, grezza e quasi metafisica. Si sente che la zona di provenienza è diversa, questo è poco ma sicuro fatto sta che come esito finale non posso dare meno di 93 (valore affettivo 100). Songs come "Exiled archangels" sono da incorniciare e contemplare, e basta, dal momento che i componenti erano ADDIRITTURA più giovani di me. Un plauso anche a produzione, assoli che nella loro semplicità sono a dir poco toccanti e alla recensione. Non avrei saputo far di meglio! Black metal raffinatissimo! Ps: quest'album è datato 1993, etichetta Osmose...faccio un appello, sapete se registravano nello studio dei Marduk mentre registravano "Those of the unlights"? Ma ve li immaginate? Perché etichetta e anno coincidono..che ttempi, ragazzi.. |
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11
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Ci sono così tanti sottogeneri nel metal che ti possono rendere felice...Le crociate Anti black metal sono fuori tempo massimo ormai, già non avevano senso 25 anni fa, figuriamoci nel 2015. Io per esempio divento triste se ascolto il symphonic, ma mica vado a rompere le scatole a chi lo ascolta. |
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10
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Bravo...sentiti triste allora! |
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9
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Tra le tantissime band che per sentirsi cattive e estreme aveva bisogno di un nome ridicolo e copertine improponibili, il fatto che qualcuno osanni tale genere mi mette tristezza |
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8
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Un MONUMENTO (tipo quelli che si trovano negli antichi templi Ateniesi) del black "mediterraneo", punto. 95 è il suo giusto voto |
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7
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Capolavoro assoluto, miglior disco dei Rotting Christ. Ottima disamina, Nicko. |
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6
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Ovviamente capolavoro anche per me è disco preferito della band, raramente vado sopra al 90 ma qui ci può stare. Monumentale. |
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5
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Disco clamoroso, ma fino al '95 sono tutti capolavori. |
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4
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oserei dire che questo è l'apice del primo periodo dei Rotting Christ, sono riusciti ad incrementare la qualità già elevata di Passage to Arcturo. disco decisamente epocale. |
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3
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Sulfureo epico mitico. Amore al primo ascolto nel 93-94. |
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2
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il loro miglior album. Voto 94 |
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1
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Ottimo rece...che dipinge al meglio questo splendido album. Non c'è storia questo per me e' il loro vero capolavoro ...ferma restando l'ottima qualità di quasi tutti i loro lavori, ma la magia che aleggiava in questo...in passage to arcturo e Non Serviam era qualcosa di speciale. Questo pero lo preferisco a tutti...sara che li ho conosciuti con questo. Tra l'altro questo fu l'unico che loro fecero uscire su Osmose che all'epoca era davvero mitica..ma screzi vari li porto dopo all'Unisound che nonostante fosse un etichetta minore, all'epoca era specializzata in Black di questo tipo..basti ricordare lo split Varathron / Necromantia, i Mortuary di "all the witches" i Necromass di "mysteria..."...gli Zemial ..Nergal...poi un side Project degli Absu. Bellissima anche la loro ultima calata italica dove lo hanno suonato quasi per intero. Tutti i brani sono dei mega classici. 95 ci sta tutto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Sign of Evil Existence 2. Trasform All Suffering into Plague 3. Fgmenth, Thy Gift 4. His Sleeping Majesty 5. Exiled Archangels 6. Dive the Deepest Abyss 7. The Coronation of the Serpent 8. The Fourth Knight of Revelation (Part 1 & 2)
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Line Up
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Necromayhem (Voce, Chitarra) Mutilator (Basso) Magus Wampyr Daoloth (Tastiera, Voce) Necrosauron (Batteria)
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RECENSIONI |
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