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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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DevilDriver - Trust No One
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21/05/2016
( 4259 letture )
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Dopo tre lunghi anni passati a solcare i palchi di praticamente tutto il mondo, dopo aver pubblicato un lavoro non proprio impressionante quale Winter Kills, i californiani DevilDriver hanno deciso di rimettersi in gioco con un nuovo disco, sotto il robusto scudo della Napalm Records.
I DevilDriver, con Trust No One, riprendono le fila delle trame passate dando alla luce una pubblicazione che si trova in perfetta continuità rispetto a quanto fatto finora; canzoni di forte impatto, feroci nell'attaccare lo stomaco dell'ascoltatore, dotate di riff di chitarra graffianti e serrati dal suono ruvido e potente. Questa volta però c'è da segnalare una luce diversa negli occhi dei DevilDriver; la band infatti, in questo nuovo lavoro, sembra aver voluto spingersi un po' al di là del proprio quadratino disegnato sul terreno nel quale sono rimasti per lungo tempo ancorati. In Trust No One si respira un'aria diversa; maggiore è l'utilizzo di soluzioni melodiche che riescono ad amalgamarsi bene con la potenza delle strutture groove oramai ben collaudate da diverso tempo. Inoltre, c'è anche una maggiore ricercatezza di elementi eterogenei rispetto al solito contesto fatto di rabbia e aspro risentimento, che, a dirla tutta, dopo un po' di ascolti risulta essere pedante e noioso. Quindi, pur non snaturando il proprio marchio, il gruppo sembra lentamente trasportarsi alla ricerca di qualcosa non certamente innovativo, ma che provi quanto meno a smuovere la band, decisamente sottotono e troppo statica negli ultimi lavori.
Parlando a livello complessivo, Trust No One si presenta come un lavoro ispirato; i DevilDriver sono riusciti a trovare una buona soluzione fra un groove violento e suoni melodici che danno più vigore ai ritornelli e emergono con i rapidi weep delle chitarre nei vari intermezzi. La band inoltre arricchisce di più le canzoni con improvvisi momenti di stacco o intro dai suoni più altisonanti in grado anche di creare un'atmosfera quanto meno diversa da quella asfittica e satura alla quale siamo stati finora abituati. Sicuramente qualche appunto è invece da fare sull'ossatura generale delle canzoni; sebbene questa si presenti compatta rimane poco ispirata, spesso sono gli elementi melodici, i vari solos o i diversi intermezzi a salvare canzoni che altrimenti risulterebbero troppo monotone. Cercando di fare un'analisi più approfondita ci sono comunque pezzi che presi singolarmente, riescono a sollevare il destino di Trust No One; la canzone di apertura Testimony of Truth è un brano accattivante nel quale le melodie abilmente create dalle chitarre riescono ad essere avvolgenti e, allo stesso tempo, decise. Qua la band ha rimarcato le sonorità metalcore, forti nel conferire orecchiabilità al pezzo. Proseguendo verso la parte centrale troviamo anche l'ottima My Night Sky, ricreante atmosfere più cupe che vengono immediatamente travolte dall'irriverenza delle distorsioni groove. Fra i pezzi più riusciti troviamo Daybreak, il brano più dinamico del disco, in cui le chitarre tirano fuori il meglio di sé cercando soluzioni più particolareggiate senza perdere il solito grip aggressivo. Qui è soprattutto l'assolo a impressionare, per la sua diversità rispetto le interpretazioni soliste sin qui esibite nell'album, forte soprattutto di una maggiore spinta emotiva. Stesso discorso per la titletrack che si distacca rispetto agli altri prezzi per una maggiore ispirazione.
Quindi i DevilDriver, pur non distaccandosi dalla propria tradizione, in questa circostanza sono riusciti a produrre un album avvincente, sicuramente migliore delle precedenti uscite. Un utilizzo maggioritario di soluzioni melodiche e elementi di diversità rende Trust No One un disco piacevole, facile da recepire e in grado di intrattenere l'ascoltatore. L'unico neo si ravvisa nella poca evoluzione delle maggioritarie sonorità groove che ricalcano soluzioni già sperimentate nelle precedenti pubblicazioni e che, quindi, richiederebbero di essere ritoccate, al fine di non trovarsi con lavori gli uni uguali agli altri.
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11
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Una delle copertine più brutte del decennio, fa abbassare voto al disco |
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10
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Una delle copertine più brutte del decennio, fa abbassare voto al disco |
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9
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L'ascoltai ai tempi, il picco più basso della loro discografia,voto per me un pò regalato. per me 62 |
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8
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Bella copertina, davvero. |
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7
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Ai tempi gli aiutò molto il singolo "Clouds over California", poi è vero, hanno trovato una soluzione è su quella si sono adagiati, ma in questo album ho notato un piglio differente che forse in futuro cambierà gli equilibri. Vedremo, sono curioso. |
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6
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Buona e corretta rece. Un album gradevole che non aggiunge granché rispetto ai precedenti, anche se l'ho trovato migliore. Ascolto i DD sin dal loro esordio e penso che una volta trovato il loro sound si siano un po' "accontentati" invece di tendere alla sperimentazione. A volte ci si lamenta del fatto che le band con il passare degli anni variano troppo il proprio genere, spesso in peggio, però nel caso dei DD, sopratutto gli ultimi album li trovo molto simili, forse troppo. Resto dell'avviso che i loro migliori lavori siano i primi tre album Devildriver, The Fury of our Maker's Hand e The Last Kind Words, non in quest'ordine. Voto personale: 70 |
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4
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In attesa di ascoltare l'album un complimento per la recensione. Senza voler offendere il sempre ottimo lavoro di scrittura delle review spesso sono davvero troppo lunghe. Questa di Niccolò merita di essere evidenziata per chiarezza e concisione |
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3
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Non mi impressionò particolarmente |
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1
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bella recensione invece cosa ne pensi del quinto album dei DevilDriver(Beast)? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Testimony of Truth 2. Bad Deeds 3. My Night Sky 4. This Deception 5. Above it All 6. Daybreak 7. Trust no One 8. Feeling Ungodly 9. Retribution 10. For What it's Worth
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Line Up
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Dez Fafara (Voce) Mike Spreitzer (Chitarra, Programming e Basso) Neal Tiemann (Chitarra e Basso) Austin D'Amond (Batteria)
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