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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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DevilDriver - The Last Kind Words
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( 8487 letture )
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Gli ultimi anni metallici nel nuovo continente sono stati a dir poco caotici: dall'avvento e declino del nu metal alla nascita della new wave of american heavy metal e all'imposizione di quel metalcore che va tanto di moda oggi non è passato molto tempo, eppure una moltitudine di band più o meno valide ha visto accendersi e spegnersi la luce dei riflettori a ritmo vertiginoso, creando non poca confusione nel panorama heavy d'oltreoceano. Gruppi come Trivium, Lamb Of God, Killswitch Engage, Chimaira, Shadows Fall e chi più ne ha più ne metta, sembra abbiano fatto a gara per togliere quei pochi punti di riferimento che gli amanti del metal estremo a stelle e strisce hanno visto pian piano cadere o smarrire la via. Chi raccoglierà l'eredità dei Metallica, dei Morbid Angel, degli Obituary e degli Slayer? Certo loro ci sono ancora, ma chi saprà trasportare il loro perverso verbo nella nuova era? Deve essere questa la domanda che è ronzata in testa alla nuova generazione di musicisti americani che affollano oggi il mercato. C'è chi se ne è fottuto allegramente e ha preferito continuare per la sua strada come ad esempio i Mastodon, ma in molti hanno preso a cuore la questione e hanno cercato di trovare una risposta diminuendo progressivamente nella propria musica le parti più "cool" e moderne (che ormai paradossalmente non andavano più di moda) per recuperare in modo massiccio e spesso in pompa magna (vedi i Trivium) le sonorità che si credevano perdute come death e thrash classico. E c'è anche chi, in seguito alle delusioni ottenute con la propria band, ha pensato bene di chiudere baracca e ripartire con un progetto nuovo di zecca, ovviamente improntato sulle sonorità estreme di cui sopra: è la storia di Dez Fafara e dei suoi DevilDriver, nati in seguito allo scioglimento dei Coal Chamber. La nuova band del tatuato cantante americano giunge con questo The Last Kind Words al suo terzo full-length ufficiale e segue a distanza di due anni il riuscito The Fury Of Our Maker's Hand. A chi già conosce i DevilDriver basti sapere che la loro proposta non è cambiata di una virgola, mentre i profani saranno felici di apprendere che la musica suonata da questi cinque loschi figuri è un potente mix di thrash, death e varie forme d'espressione estreme, condite da un appeal fortemente moderno che si rifà nella forma al metalcore più concreto e incazzato (scordatevi i ritornelli melodici simil-emo). Ad ogni modo, entrambe le categorie di ascoltatori si ritengano avvisate: The Last Kind Words è al contempo il miglior disco dei DevilDriver e una delle uscite estreme più interessanti di questo 2007. Pur non presentando nessuna novità a livello stilistico, la band di Fafara è riuscita a mettere insieme undici pezzi aggressivi, dinamici e potenti, suonati con una furia esecutiva non indifferente e forti di suoni perfetti nella loro graniticità, frutto del lavoro di un certo Andy Sneap dietro al mixer. Ne risulta un album che sembra privo di veri punti deboli e non lascia un solo secondo di tregua all'incauto ascoltatore, sottoponendolo ad un assalto frontale perpetuo per circa tre quarti d'ora. Dall'aggressione sonica di Not All Who Wander are Lost agli hook melodici di Clouds Over California, dalle ritmiche mozzafiato di These Fighting Words alla pesantezza di Monsters of the Deep, tutto scorre in modo da provocare parecchi scapocciamenti e conseguenti dolori al collo, giusto tributo da rendere ad un Fafara mai così incazzato e vocalmente espressivo e soprattutto al lavoro disumano delle due asce, che si producono in una serie di riff al fulmicotone, lead vorticosi e ritmiche spezzaossa, dando la vera marcia in più ad un disco impossibile da ignorare da chiunque si ritenga amante di tali sonorità. Non mi stupirei se un giorno questi DevilDriver riuscissero a diventare un punto di riferimento nella scena estrema americana, e dire che all'inizio mi stavano sullo stomaco per via del quasi-plagio del logo ai miei amati Blue Oyster Cult (capovolgere per credere)...
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20
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Il loro album più ispirato secondo me, concordo con la rece voto 80 |
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19
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Leggo di alcuni commenti che lo riprendono e lo apprezzano ancora di piu', idem x me, grandissimo disco, molto particolare con influenze da vari generi (non condivido pero' death-core che date qui), drumming incredibile (vi suggerisco le drum cam di Boecklin x apprezzare le finezze di cui e' capace) e pezzi furiosi come rasoiate. A me piace molto anche lo stile vocale e come x il precedente voto 90 e piu', probabilmente l'apice della loro carriera |
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18
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Idem, un gruppo che a parte qualcosina non mi ha mai comunicato nulla ma il precedente e questo sono due album fatti veramente bene. Nel loro genere due ottimi lavori, pesanti e coinvolgenti con un grande Fafara al microfono. Voto 77 |
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17
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Rispolverato dopo una decina di anni con il risultato che mi è piaciuto più ora che quando usci'!
Grosso disco, una bomba, a mio avviso apice della carriera. |
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16
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Sono sicuramente meglio di quegli obbrobri dei Coal Chamber, anche se Loco è una bella canzone, ma per il resto sono la copia uscita male dei Korn. Non capisco Ozzy con che coraggio ci abbia collaborato... Sono 2 generi diversi e lo so, non dovrei metterli a paragone, ma qui Dez Fafara rende meglio, non era adatto per il Nu/Alternative/Industrial dei Coal Chamber. |
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15
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io non li definirei death core,meglio groove come i machine head |
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14
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Quoto il commento sotto, "The Fury..." è sicuramente il loro album più ispirato |
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13
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della nuova creatura di dez fafara l'album più maturo rimane senza dubbio the fury of our maker's hand. ottimo anche il debutto, ma un po' discontinuo e ancora troppo legato alle sonorità dei defunti coal chamber. a proposito, non se la meriterebbero una bella recensione? non ce n'è nemmeno una dei loro album! |
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12
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Un gruppo pompatissimo, ultrapubblicizzato e, a mio parere, ultrasopravvalutato. Carucci i primi 2 ascolti, poi annoiano. 63/100 |
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11
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Mi chiedo se abbiate mai sentito una canzone Melodic Death di scuola svedese,perchè francamente penso che parliate così solo per pregiudizio |
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10
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Con un quintale di carisma in meno però, sottolineiamolo... hanno preso solo la facciata dello swedish... |
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9
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E' risaputo che il nuovo metalcore è la copia sputata del vecchio swedish metal... |
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Se questo è Metalcore e non Death melodico i Cannibal Corpse fanno Power Metal. |
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7
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ma che cacchio centra il metal-core? suvvia non siamo così limitativi |
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6
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Una delle poche band che si appoggiano al filone metalcore (per quanto effettivamente non sia semplicemente il solito metalcore trito e ritrito) capace di dire qualcosa di veramente interessante! |
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5
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Sono completamente imparziale perché adoro questa band... xD subito subito il lavoro non mi convinceva tantissimo... ma che devo dire, sono fantastici! li ascolti una volta e ti piacciono un pochino, li riascolti una seconda e ti piacciono un pò di più... e così via, finché non ti decidi che questo è il loro album migliore... grandiosi! |
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4
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Per favore non scrivere "metal-core" che non ha proprio un cazzo a che fare...anche xkè il metal-core è la brutta copia del death svedese... |
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3
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Ma è morto il cane di Dez? Gesù mio in tutto l'album canta incazzato nero! Bellissimo. |
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2
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Ennesima uscita xyz_core per la Roadrunner... a leggerti sembra bello . Ascolto e ti dico. Bella review! |
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1
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bello proprio come cd....80 sì sì |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Not All Who Wander Are Lost 2. Clouds Over California 3. Bound By The Moon 4. Horn Of Betrayal 5. These Fighting Words 6. Head On To Heartache (let Them Rot) 7. Monsters Of The Deep 8. Tirades Of Truth 9. Burning Sermon 10. When Summoned 11. The Axe Shall Fall
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Line Up
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Dez Fafara - vocals Mike Spreitzer - guitar Jeff Kendrick - guitar Jon Miller - bass John Boecklin - drums
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