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DevilDriver - Winter Kills
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Avevamo lasciato i DevilDriver con Beast, buon album risalente a due anni fa. Da allora, la band è cambiata un po’ pur mantenendo la sue caratteristiche peculiari che oramai l’hanno resa come un pilastro nel panorama del death. Jon Miller abbandona il ruolo di bassista e lo cede a Chris Towning, chitarrista degli underground Bury Your Dead, abbastanza in sintonia con lo strumento e con l’operato del suo predecessore; il cambio più importante e più influente in questo nuovo lavoro Winter Kills è di certo l'avvicendamento della label: dall’importantissima Roadrunner Records si passa alla Napalm Records. Il significato di questa scelta dubito si debba ricercare nel fattore economico; penso che i DevilDriver abbiano optato per la Napalm Records per ottenere più libertà d’espressione, senza rinunciare ad una più che discreta distribuzione sul mercato. Le parole di Dez Fafara in un’intervista recentissima confermano i miei pensieri iniziali.
Lo scorso Beast non era stato un album brillante ma aveva contribuito a mantenere il gruppo su livelli ben al di sopra della sufficienza. Non aveva sorpreso, non aveva innovato. Aveva semplicemente continuato sulla strada intrapresa dai musicisti californiani. Winter Kills, come ogni ultimo album di qualsiasi band esistente sulla faccia della Terra, viene presentato invece come il lavoro più riuscito della band, più curato e tante altre battute scontate come un rigore concesso al Milan in campionato. Premessa necessaria: non è così. Winter Kills è, invero, presentato come un ritorno alle origini, un nuovo The Fury of Our Maker’s End. Altra premessa necessaria: nemmeno stavolta è così. Winter Kills presenta un orientamento verso il groove metal molto più pesante rispetto a Beast. Il suono si fa ulteriormente più cupo, dando ampia voce in capitolo ai bassi. Fafara spazia spesso dal suo classico growl rauco ed aggressivo (e bellissimo, parere personale) a tonalità più nu-metal (Desperate Times), anche senza sfociare in vocalizzi in pulito. Le parti cantante sembrano tutte uguali e variano difficilmente nelle canzoni, mantenendo la stessa cadenza delle parole in quasi tutte le tracce. In quanto ad equalizzazione, risalta troppo rispetto agli altri strumenti e certe volte tende a coprirli. Le chitarre raccolgono un sound adatto allo stile. Cresce la voglia di innovarsi con groove pesanti, presenti per la maggior parte dell’album, spezzati da alcuni riff ispirati al già citato nu-metal che ci fanno ricordare come i DevilDriver siano predisposti a suonare anche qualcosa di altamente melodico. Pochi assoli, convincenti comunque, come in The Appetite. Buona la prova della new entry Towning al basso, capace di dare supporto alle sei corde Kendrick e Spreitzer, ed alla solita macchina umana conosciuta come John Boecklin. Quest’ultimo si mantiene, come suo solito, su livelli alti, senza tuttavia lasciarsi andare troppo in sterili virtuosismi. Nota dolente, l’equalizzazione del suo strumento risulta un po’ discordante rispetto agli altri, bassa di volume e leggermente confusionaria in quanto a riverbero. A livello generale, Winter Kills contiene riff piuttosto simili e canzoni che sfruttano la stessa monotona metrica. L’alleggerimento delle tracce tramite arpeggi o introduzioni in synth (Curses and Epitaphs) è un buon espediente per variare il songwriting, purtroppo spesso piatto e ripetitivo. Tracce degne di nota, futuri cavalli di battaglia per i live del gruppo, sono Gutted e Tripping Over Tombstones. Sail, invece, è una cover degli Awolnation, progetto indie rock molto amato dal figlio di Fafara che, attratto dalla melodia, ha deciso di omaggiarla. Ascoltate l’originale prima della cover.
Per concludere, il disco si incastra bene nella produzione dei DevilDriver, continuando quanto già fatto, riprendendo molte atmosfere di Beast e soltanto alcune caratteristiche di The Fury of Our Maker’s End, di certo la libertà compositiva è fra queste, poi la durezza di certi riff ispirati al death californiano più tosto. Del loro capolavoro rimane di certo la grande voglia di fare ed i tentativi di concedere al mercato qualcosa di nuovo, senza mai scordare la propria identità.
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Maremma gane, non sono bravo manco a scrivere, comunque con "la sua voce" intendo dez |
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Premetto subito che non sono uno che di musica se ne intende tantissimo, sono solo un minchione che ascolta metal Io non ho ascoltato nessun album dei devildriver all'infuori di the fury of our maker's hand, che, come si puo leggere da tutte le altre recensioni viene reso come il migliore album della band... Ma sono sordo io oppure in tutto l'album non c'è un assolo di chitarra? Cioè tutte le canzoni sono solo gli stessi riff con la sua voce e stop, niente più Non dico che vorrei solo e sempre assoli di chitarra in qualsiasi canzone per tutta la durata della canzone, ma non sentirne manco uno in un album, no dai, non è possibile |
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fury of our maker's hand, prego...mah, i devildriver mi convincono sempre meno |
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Non c'e' un canzone decente ... Peccato per un gruppo del genere |
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ok non è un capolavoro ma debbo dire che lo sto ascoltando da qualche giorno e mi sta piacendo parecchio.voto 80 così lo metto in linea alle altre rece aaah....la mia chiave di lettura è la seguente:capisco il fatto che molti abbiano storto il naso di fronte a questo album.per me si tratta del primo dei Devildriver quindi passatemi l effetto sorpresa.se a quanto ho capito ciò va avanti senza troppi scossoni da 5 album capisco il ragionamento di molti. sicuramente il voto recensore alla fine è il più corretto poi chiaro che va molto a gusti.ho apprezzato molto il groove il batterista in alcuni punti fa capire di essere di altissimo livello ed i songwriting in generale mi pare abbastanza ispirato.molto belle a mio avviso titletrack e curses of epitaphs...lo sento molto moderno... il metal americano oggi...sbaglio? ora passerò a the fury... |
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@EDOhard: tranquillo bel, non ho mica detto che il mio verdetto sia il più veritiero in assoluto Attendo un tuo responso. Saluti  |
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mah...io vi darò torto o ragione solo quando avrò ascoltato l album ed il resto della produzione che mi incuriosisce...per il resto mi sono sempre fidato di metallized e qui trovo una sfilza di 80 per questa band dove fra l altro mancano i primi considerati all unisono i migliori quindi...poi i gusti son gusti e magari anch io vi dirò che lasciano poco...quel poco che ho sentito è potente e ciò non mi lascia indifferente...è già qlcs nel panorama odierno... |
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@Herbert: vedo che non sono l'unico a pensarla così. Mi fa piacere.. |
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Direi, i primi 2 erano belli e con un "anima", il terzo era gia un po un bordello inumano...da li in poi il nulla. |
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@Edohard: giusto per ingannare l'attesa, mentre nel frattempo si cerca qualcosa di più "sostanzioso" scusa doppio post. |
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@Edohard: hai ragione, adesso mi spiego meglio: ti sei mai trovato in astinenza "musicale", ovvero che devi assolutamente ascoltare qualcosa, ma non importa cosa? Ecco, i Devildriver li trovo ottimi per questo genere di situazione  |
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@giaxomo non capisco la tua ultima frase...quel "cercando qlcs di veram decente"...quindi? |
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Sinceramente il successo attribuito a questa band non l'ho mai capito..forse per la provenienza di Dez dai Coal Chamber? L'unico membro che apprezzo di questa band è Mike Spreitzer, per il resto trovo i loro album di un piattume disarmante, qualche riff e assolo carini ma niente di più, qualche passaggio qua e là in una discografia intera, inserite in un contesto che molto spesso è composto da un'accozaglia di strumenti portati solo alla massima velocità ma che in realtà non mi lasciano niente.. la classica band che si ascolta quando si sta cercando qualcosa di VERAMENTE decente da ascoltare. Più che "du palle" direi " che do cojoni" ! |
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Ottima recensione...non si puo' dire lo stesso del disco. Anzi: probabilmente il voto è fin troppo generoso (per me poco sopra la sufficienza). Diverse belle idee, mal sviluppate. Un album per così dire "ingolfato". Forse non si puo' definire "sbagliato", ma come raccontare un disco che dopo pochi ascolti ti fa dire (giustamente) "du palle" ?? L'importante è che almeno le idee ci siano, quindi uno spera sempre nel disco successivo...un'altra volta.  |
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Davvero deludente e piatto. Che cazzo è successo alla voce di Dez? 50 e direi che hanno detto e stradetto già tutto da un pezzo. |
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X me si,mentre i primi 3 sono degli ottimi cd |
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mah dall opinione generale non mi pare abbiano sbagliato gli ultimi 3.... |
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Giusto gli ultimi 3 hanno sbagliato |
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quando mi arriverà dirò la mia...l ho acquistato a scatola chiusa perchè mi sono piaciute le 2 anteprime...ovvio che non mi aspetti anche alla luce dell opinione generale un capolavoro ma a volte il cartellino se timbrato con personalità basta e avanza...e poi diciamocela tutta difficilmente chi fa un album ogni 2 anni firma capolavori al giorno d oggi quando quasi tutto sa già di già sentito...mi piace la voce di fafara il sound potente e mi basta poi riscoprirò i primi 3 dato che molti a qanto pare li indicano come ottimi...una domanda...band forse non eccelsa ma sbaglio o non ha mai sbagliato un disco? che mi dite al riguardo? |
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Aspettavo questa rece con impazienza Appoggio in pieno quello che ha scritto Black Face e sono d'accordo anche con il voto. Un discreto album, ma speravo in qualcosa di meglio |
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Non sarà un capolavoro ma si ascolta volentieri. Mi piace molto la titletrack, a mio parere voto giusto. |
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Si, anche secondo me i primi album (pur pesanti anche loro) non erano fini a sè stessi ma avevano un'anima, una direzione, qualcosa da comunicare. Questo e "Beast" invece li trovo di plastica, a parte qualche pezzo carino. |
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Si Macca era solo x dire che ai tempi poteva essere mossa una critica a the more things change che era un cd veramente compatto ma con un'anima malata e ora si dice che e' bello un disco che e' altrettanto pesante ma secondo me,come succede x molti cd odierni,e' piatto come una sogliola e non trasmette niente...x me qui si legna e basta,con rispetto,come ripeto,x i loro primi 3 cd che erano tutto un'altra cosa |
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Concordo sul fatto che Hold Back The Day sia un pezzo spettacolare, ma paragonare un album del genere ai Machine Head di "The More Things Change" mi sembra fuori luogo: nonostante quello sia un album che paga una pesantissima eredità e di difficile metabolizzazione è intriso di un senso di soffocamento unico, e porta in dote una nevrosi musicale che qui non esiste neanche ad anni luce. Indubbio che siano bravi e che abbiano dei numeri, ma sono d'accordo con FABRYZ@ che ormai i DD timbrIno il cartellino. |
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beh hold back the day come il resto di quell'album erano un must... |
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Si ma niente di che,il punto e' che vorrei sentire una canzone in stile hold back the day, non so se capisci |
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@fabryz perche the appetite non è memorizzabile? |
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A meta' anni 90 una critica che si muoveva a pantera e machine head era quella di essere troppo monolitici ( diciamo far beyond driven e the more things change)...quasi 20 anni dopo se ne escono questi con gli ultimi 3 cd fotocopia che + monolitici non si puo' e sono considerati bravi..mah,x me i primi 3 cd buoni il resto trascurabile..peccato xche' fafara ha una gran voce ma non ha manco mezzo ritornello memorizzabile e il batterista e' strabravo ma in mezzo a questo suono di cemento di sicuro non ha la possibilita' di mettersi in mostra come dovrebbe..gruppo che timbra il cartellino ormai |
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da quel poco che ho ascoltato i vecchi devildriver mi sembravano più tosti e coinvolgenti... |
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Gran disco...niente da dire...80/100 |
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finalmente una degna botta di vita. Il migliore da The Last Kind ecc |
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Tutto secondo i piani, il loro sound ormai è noto e, pur introducendo qualche minima innovazione qui e là, ciò che propongono non varia più di tanto. In generale non un disco che mi entusiasma, ma un paio di brani sono veramente ottimi in particolare "Desperate Times". Per me voto 65/70, non di più. |
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