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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Five Finger Death Punch - The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Volume 1
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09/08/2016
( 2471 letture )
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Ivan Moody e compagni nel 2013 hanno fatto una bella impresa: avere talmente tante composizioni tra le mani da potersi permettere di pubblicare due dischi a distanza di soli quattro mesi, per un totale di ventitré tracce e un totale di ottantadue minuti di registrazione. Numeri che in altri generi musicali potrebbero quasi risultare normali, ma per una band alternative/groove o che dir si voglia come i Five Finger Death Punch sono un bell’ammasso di pezzi che denota una certa prosperità compositiva. Le vendite, poi, hanno dato loro ragione con più di un milione di copie vendute se si contano entrambi i volumi di The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell. Ora, sebbene entrambe le registrazioni non raggiungano il livello ottimale del debut album e di War Is the Answer, è innegabile che entrambi i dischi mantengano una certa qualità che non inficia sulla scelta di pubblicare tutte le tracce composte tra il 2011 e il 2013: insomma, i nostri cinque maledetti ragazzi di Las Vegas non hanno allungato il brodo per motivi di doppie vendite, ma hanno sparato sul mercato tutte le loro cartucce, più o meno buone ma sempre ben mirate e valide.
L’elemento che più caratterizza una band come i Five Finger Death Punch, sono le potenti ritmiche costruite dalle chitarre di Zoltan Bathory e Jason Hook, i quali si prodigano in assoli non eccessivamente complessi ed elaborati ma che vanno dritti al punto. Poi, sul drumming prepotente di Jeremy Spencer a cui si somma la cattiveria bassistica di Chris Kael, si staglia la prestazione sopra le righe di Ivan Moody, probabilmente l’elemento più riconoscibile della band e vero fulcro della loro proposta. Lo si può notare in Lift Me Up, nel duetto con un Rob Halford che rimane comunque un po’ in sordina, o in Watch You Bleed, uno dei pezzi più famosi del lotto. Procedendo nell’ascolto ci si rende conto che, nonostante le critiche che piovono su band di questo genere per il loro essere troppo "catchy" o "mainstream", i Five Finger Death Punch sono una band convincente sotto tutti i punti di vista e meritevoli della nutrita fan-base che sono riusciti ad ottenere durante gli anni. La title-track è l’esplicazione di una certa maturità artistica che li vede inserire un brano da tipico "singolone" radiofonico, pur mantenendo un livello più che buono nella linea compositiva. Insomma, il classico brano che potrebbe venir schifato dai fan più irriducibili per via della sua eccessiva strizzata d’occhio al mercato "metal" moderno e radiofonico, ma che in ogni caso funziona e pure bene. Difficile trovare un brano non apprezzabile nella scaletta di The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, che tra I.M.Sin e Dot Your Eyes ci regala momenti di puro headbang graziata da una produzione lucida e cotonata, pronta per essere riprodotta ovunque. Pur non appartenendo allo stesso genere in senso stretto, i Five Finger Death Punch richiamano i più moderni Disturbed, altra band di livello assoluto nell’alternative metal, in cui il valore aggiunto è la voce eccezionalmente interpretativa del frontman. Come ci si aspetta da un disco del genere, l’alternanza tra vere e proprie mazzate e ballad come M.I.N.E. (End this Way) è studiata con particolare attenzione, così da mantenere sempre elevato l’appeal sull’ascoltatore, anche quello occasionale che può imbattersi nel disco o in un concerto dal vivo, rimanendone colpito sin dalla prima riproduzione. Degna chiusura di un album del genere, è l’anthemica Diary of a Deadman, dove tutti i musicisti riescono nella difficile prestazione a cavallo tra il "pesto come un fabbro" e "arpeggio come una farfalla", regalandoci un brano che, tutto sommato, è un’ottima rappresentazione del metal radiofonico moderno.
Cosa aggiungere sui Five Finger Death Punch del 2013? Pur giungendo da trascorsi piuttosto buoni, con i primi due album che, ancora oggi, sono la loro miglior rappresentazione artistica, i cinque ragazzi di Las Vegas sono riusciti nel difficile compito di buttare fuori due dischi in poco più di quattro mesi e di mantenere un livello qualitativo più che discreto per l’intera riproduzione. Certo, per via di scelte artistiche e di appoggi discografici, una band del genere si attirerà sempre l’astio degli irriducibili amanti del metal underground, tuttavia a differenza di moltissime altre realtà moderne, la band di Ivan Moody è sempre riuscita a rispondere alle critiche con produzioni all’altezza e che, a tratti, non hanno nemmeno poi tanto da invidiare a buona parte delle band underground che costruiscono la loro proposta su riff possenti e cadenzati. In conclusione, se apprezzate quella vena più "commerciale" della musica metal che si trova a cavallo tra l’alternative, il groove e qualcosetta di nu metal, i Five Finger Death Punch sono una tappa immancabile nel vostro cammino d’ascoltatore. Se invece questi generi vi dicono poco, o se la vostra idea di band metal è lontana dai canoni espressi da questa tipologia di gruppi, giratene al largo. Anche se, probabilmente, vi perderete una bella sorpresa.
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6
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@Havismat: I Sixx:A.M. - con i due "Prayers for the Damned" - si sono avvicinati mooooooooolto di più!  |
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5
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Non mi sono mai piaciuti. La voce del cantante è molto bella ed alcuni pezzi sono anche coinvolgenti, tipo Anywhere but here e Wash it all away del disco successivo; ma nel complesso li trovo anonimi. P.S.: solo io penso che, come idea, le copertine di questo doppio album siano una palese scopiazzatura dei due Use your illusion dei Guns? |
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4
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Non male, niente di nuovo ma hanno un buon tiro! |
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3
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Nella traccia numero 7 c'è Maria Brink degli In This Moment come ospiste. |
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2
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Si dice sempre dei 5FDP che siano monotematici e le canzoni siano tutte uguali,ma questo album è la prova che ci si trova di tutto,dalla power ballad alla doppia cassa sparata fino ai rallentamenti...La prima volta che acoltai Lift Me Up non mi disse niente,e già avevo il dubbio si fossero adagiati sugli allori,ma già la seconda volta ho dovuto cambiare idea.La title track invece rimane impressa fin da subito,"Watch you Bleed" parte in sordina per poi esplodere quasi subito,"You"nella sua componente nu metal ricorda molto i Motograter,gruppo dove militava prima Ivan...L'album qualitativamente è sui livelli del suo gemello,con la differenza che è meno discontinuo e questo è solo un bene.Concordo in pieno con la recensione,gli assoli non saranno super articolati ma sono concreti e arrivano al punto,molta sostanza.voto 75 |
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1
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Non saranno dei capolavori ma ho sempre apprezzato i dischi dei FFDP, e questo mi e` piaciuto piu` della sconda parte. Lift me up gran bel singolo con Rob Haltford che si inserisce ottimamente nel brano. Burn MF pezzo tirato, Wrong side of Heaven, con relativo video, ottima power ballad sui veterani di guerra, e Mama said... pezzo particolare, rap metal. Questi per me gli apici del disco, buoni anche gli altri. Io vado per un 80/100. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lift Me Up 2. Watch You Bleed 3. You 4. Wrong Side of Heaven 5. Burn MF 6. I.M.Sin 7. Anywhere but Here 8. Dot Your Eyes 9. M.I.N.E. (End this Way) 10. Mama Said Knock You Out 11. Diary of a Deadman
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Line Up
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Ivan Moody (Voce) Zoltan Bathory (Chitarra) Jason Hook (Chitarra) Chris Kael (Basso) Jeremy Spencer (Batteria)
MUSICISTI OSPITI Rob Halford (Voce in traccia 1) Tech N9ne (Voce in traccia 10)
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