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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Five Finger Death Punch - F8
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27/03/2020
( 4262 letture )
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Difficile individuare nel panorama rock/metal contemporaneo una band che abbia scalata la vetta del successo in modo così rapido e definito come i Five Finger Death Punch, band in attività da quindici anni e ormai tramutata in vera e propria macchina produttiva ineccepibile sotto quasi tutti i punti di vista. I ragazzi di Las Vegas hanno vissuto in questi anni tutte le glorie della propria condizione, ma sono stati anche minati dai tipici problemi che avvengono in seno ad un’organizzazione così prolifica, la maggior parte dei quali si sono verificati negli ultimi due anni: dall’allontanamento per alcolismo del frontman Ivan Moody fino al recentissimo abbandono del batterista Jeremy Spencer a causa di problemi fisici, passando per la causa legale intentata ai danni del gruppo da parte dell’ex casa discografia Prospect Park e un tour sempre più massacrante per i legami interni dei membri della band. Ma oggi, nel 2020, i Five Finger Death Punch sono più attivi che mai e pronti a ribadire ancora una volta, precisamente l’ottava, il loro concetto di metal al pubblico di tutto il mondo. Nel frattempo Moody si è disintossicato ed è tornato al suo posto dietro al microfono dopo la parentesi live con Tommy Vext a sostituirlo e alla batteria è subentrato il giovane Charlie Engen. Con questo equilibrio ritrovato i nostri hanno composto il nuovo F8, titolo enigmatico che può essere facilmente tradotto con “fate”, ovvero “destino”. Un album che quindi si pone l’obiettivo di traghettare la band ancora più in alto, come già preannunciato tra l’altro dal mega-tour europeo in veste da headliner, con il lusso di avere in apertura i veterani Megadeth. Non una cosa da poco, la quale ha anche smosso le ire di alcuni fan degli storici thrasher losangelini, ma che rende bene l’idea dello status raggiunto dalla band ad oggi.
Dodici brani (più un’intro orchestrale), che diventano sedici in totale aggiungendo le bonus tracks, per un disco compatto ed omogeneo, che lascia da parte gli sporadici esperimenti hard rock e addirittura country degli ultimi due album per puntare decisamente ad una formula groove metal dai forti accenni alternative e soprattutto nu metal, con un occhio di riguardo per gli Slipknot che talvolta diventa fin troppo palese – la comunque valida Bottom Of The Top – e soprattutto per la spendibilità radiofonica di quasi ogni brano. Basta dare uno sguardo alla durata media dei brani per vedere che essa si attesta intorno ai tre minuti e mezzo, il perfetto minutaggio da college radio americana e non solo. I Five Finger Death Punch non sono di certo degli sprovveduti e hanno dalla loro una capacità tecnica indiscutibile, rappresentata in primis dalla duttile voce di Moody e dai granitici riff del mastermind Zoltan Bathory, unità però a una sapiente e ruffiana modalità compositiva che rende piuttosto simili i brani tra loro, con strofe rocciose e cariche di groove e ritornelli ariosi perfetti per i cori in sede live. La produzione di Kevin Churco poi è la ciliegina sulla torta, dal momento che in questo album tutto è iper-prodotto e pompato per uscire al massimo della potenza da tutti i dispositivi digitali. Le chitarre sono talmente compresse che a momenti potrebbero essere inserite in un contesto djent, come nella sparatissima This Is War, mentre la batteria ha ben poco del suo suono naturale; infine anche la voce di Moody è spesso raddoppiata, filtrata e sintetizzata e questo è un vero peccato perché il cantante ha spesso dimostrato dal vivo di non aver bisogno di alcun aiuto effettistico. Qualcuno la chiamerà modernità, qualcun altro potrebbe definirla porcheria, ma questa è la proposta del gruppo e piace a milioni di fan in tutto il mondo, bisogna lasciar parlare i fatti. Ma è chiaro che, come dicevo prima, i Five Finger Death Punch sanno scrivere canzoni e in questo album ci sono episodi che spiccano proprio per competenze compositive: l’opener Inside Out è un perfetto esempio di singolo alternative metal calato nella modernità, con un livello di cantabilità elevatissimo e un ritmo accattivante anche per il meno avvezzo a questo genere di sonorità. Piuttosto superflua la scelta di inserire una versione “radio edit” (peraltro più lunga della versione standard!) dello stesso brano a fine scaletta, ma tant’è. Full Circle ricalca la formula del brano precedente, ma stavolta in maniera molto più caciarona e tipicamente americana, con un impeto dal retaggio hardcore che esce in tutta la sua strafottenza nelle strofe. Un altro anthem da stadio, che sicuramente sarà episodio fisso nelle scalette dei concerti della band. To Be Alone fa la sua sporca figura grazie a un riff indovinato e al rap di Moody, salvo poi perdersi nel solito ritornello mieloso, che sebbene ben composto, dopo ormai sette brani inizia a diventare stancante. Leave It All Behind è un gran bel pezzo invece, dove il groove, il rap e la melodia riescono ad amalgamarsi in modo armonioso e non così banalmente prevedibile. Stessa cosa vale per Darkness Settles In, che ha dalla sua una melodia veramente efficace ed intima. Peccato che le tracce bonus Making Monsters e Death Punch Therapy siano state escluse dalla tracklist, perché se la seconda è poco più di un divertissement, la prima invece è uno schiacciasassi imbizzarrito, probabilmente il più pesante dei brani dell’album, che con la sua assenza di momenti melodici avrebbe donato un po’ più di varietà alla scaletta. Da citare infine la ballatona A Little Bit Off, dal flavour folk americano fino al midollo e ancora una volta composta con uno spiccato obiettivo radiofonico. Il brano si imbastardisce con un groove hip hop che rende impossibile non muovere il piedino a tempo, ma tutto puzza tremendamente di plastica tanto è congegnato a tavolino, così come la maggior parte dei restanti brani non citati.
F8 è stato lodato in modo quasi unanime dalla critica e sicuramente è un album che, visto alla luce dell’attuale mercato/logica musicale, ha pochi punti deboli da mostrare, godendo di buone canzoni e una produzione ineccepibile per l’orecchio moderno abituato agli ascolti digitali, ma è anche vero che ai Five Finger Death Punch oggi non serva affatto avere un nuovo disco, se non per poter avere il pretesto di intraprendere tour sempre più imponenti e lunghi, per questo la formula compositiva del gruppo sembra aver trovato una quadra ed essersi stabilita su quella, senza variare da quanto può richiamare l’attenzione del pubblico più giovane ed aperto alle contaminazioni più moderne e, perché no, modaiole. È sicuramente un discorso generalista questo, ma non del tutto campato per aria, dal momento che la musica di Zoltan Bathory e soci mira ad una specifica fetta di mercato e conseguentemente di ascoltatori; che essa poi si espanda sempre più a macchia d’olio a loro favore è un merito che i ragazzi si sono guadagnati col tempo e col sudore e questo gli va assolutamente riconosciuto. Per concludere F8 mostra una band in forma e perfettamente conscia delle proprie capacità e dei propri obiettivi; la musica segue di conseguenza questa consapevolezza e si mostra sfacciata e diretta, facile da metabolizzare e ottima per i contesti live. Il tempo ci dirà se F8 sarà un disco da ricordare, per ora un’altra promozione per i Five Finger Death Punch, ma senza sorprese nel modo più assoluto.
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Ascoltato l'altro giorno per intero nell'auto di un mio amico, che dire....... una bibbominkiata fatta per bibbiminkia di una mediocrita' imbarazzante, il metal e' altro ignorate queste band per bibbiminkia teenager. |
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Condivido il giudizio di @Indifo o @ Black Me Out e aggiungo che penso che il difetto, se così si può dire, insito in molti commenti che ho letto finora su questo gruppo, sia che si cerchi di giudicare/classificare i 5FDP in un ottica Heavy Metal "classica" (guarda caso su riviste o siti che trattano di Metal).
Non lo sono, punto e basta. Chiamatela Groove Metal o come vi pare ma sono un'altro tipo di musica rispetto all'Heavy cui molti, me compreso, sono affezionati!
Che poi piacciano lo stesso o meno è solo questione di gusti; quindi se vi fanno divertire, se ci trovate qualche qualità bene, sennò va bene lo stesso, ma non fate torto alla vostra intelligenza dicendo che fanno schifo perché gli XXX Metal sono meglio: state paragonando pere con le mele.
Sarebbe come dire che i Metallica sono scarsi perché non suonano come Michael Jackson, rendo l'idea? |
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L'ho riascoltato senza pregiudizi e ignorando l'antipatia nei loro confronti: confermo in parte quanto scritto al commento 17, è un disco di alternative metal plasticoso e impacchettato apposta per il mainstream (americano) ma...è fatto bene. Non l'avrei mai detto ma è stato un ascolto godibile dall'inizio alla fine. Sono dei paraculi incredibili (a little bit off parla da sola) che ci sanno fare nel "gioco del music business " e in questo caso hanno vinto loro. Il mio voto si sposta intorno al 76. Promossi (con riserva). |
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Cosa ti devo illuminare? tu continua a immaginare |
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@Ezra Seriamente, illuminami. Perché se è come immagino meglio lasciare perdere, se è qualcosa che non ho notato sono curioso. |
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Una recensione che non menzione minimamente la copertina deprecabile, come del resto i commenti dei lettori. Che dire? lavaggio del cervello completato. Al confronto gli imbecilli di un manicomio sono Einstein |
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La musica non cambia, ma cosi' come non cambiano i commenti e le reazioni. Ovviamente siamo tutti liberi di esprimerci e di reiterare le nostre posizioni ad libitum,per carita', ma la polemica su questo genere di band e sulla loro musica - che se guardiamo indietro son da piu' di vent'anni che c'e' - e' altrettanto ridondante. Anzi, il fatto che dopo cosi' tanto tempo non sia emersa una nuova "moda" in ambito rock e metal di pari portata all'ondata metalcore di cui si parla e' sintomatico di quanto questo mondo sia diventato culturalmente poco rilevante. Spiace dirlo, ma e' cosi'. E ovviamente (mi paro le spalle prima di essere linciato)non accenno minimamente ai meriti artistici. |
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Band che trovo a dir poco irritante. Inside out è un fintissimo e ruffiano singolone pseudo alternative metal e che dire di a little bit off? Ma cos'è, il loro tormentone estivo? Manco una goccia di metal c'è dentro, è proprio una schifezza radiofonica da Virgin radio o radio freccia che l'avranno già fatta passare in rotazione mille volte. Che spreco Ivan moody con sta band, non so se qualcuno li conosce ma quanto stava bene nei motograter... |
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una tra le band piu' banali, scontate e kitsch che abbia mai ascoltato |
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C'era un demo dei Tossic che si chiamava F8... ho ancora la cassetta |
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Scusate l’ignoranza, ma quali sarebbero le band catalogabili nel genere che ritenete superiori ai FFDP? Non è polemica, è che proprio non le conosco... |
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X Skull. Beh, dal mio punto di vista gruppi come LOG sono fonte ispiratrice di questi nuovi gruppi come FFDP. Questo non significa che suonino uguali. Non lo dico mica in maniera negativa, semplicemente ci sento molte similitudini. Poi ognuno ci sente quello che ci sente. |
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Mutatis mutandis, i FFDP sono l'equivalente degli Europe o di gruppi simili, cioè quelli che danno una versione inoffensiva e piaciona del metal, con uno spettacolo bel orchestrato dove ogni cosa è al posto giusto. A me come immagine divertono molto, avrei però preferito una musica cattiva violenta figlia di Biohazard, Bodycount, Stuck Mojo, Urban Dance Squad e similia... un'occasione sprecata! |
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Gruppo assolutamente mediocre con testi ancora più puerili. Possono fare attacco solo su ragazzini ai primi anni delle superiori con sti riff super cattivi, ritornelli cantabili, e zero idee. Bocciatissimo su tutta la linea.. |
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Musica pop (del peggior livello mainstream,)travestita da metal.Questi fanno tour da headliner con megadeth a supporto...boh. |
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Per piacere @Galilee, la comunanza fra i LOG e FFDP la vedi solo tu. Come paragonare Pantera e Kid RocK... dai nondire fesserie. Cmq mi unisco alla schiera di quelli che li de-testa/nigra... quindi quelli che riconoscono l'assenza totale di anima... forse perchè troppo cellophane extramusica, soffoca. |
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Purnessendonuno di vecchia data, sono sempre riuscito a stare al passo coi tempi. Difatti ci sguazza in mezzo a realtà "nuove" come Slipknot, Destrage, Deafheaven etc.. Ma il suono moderno americano iniziato con band quali lamb of God e perfezionato da band quali appunto FFDP non l'ho mai digerito.
Direi che l'espressione usata da Black me out sia perfetta. Soborone metal. Comprai il primo in offerta. Non sono riuscito a farmelo piacere. |
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Ottimo Kiodo, in effetti i nostri utenti old school sono indispensabili per la vita del sito!
Ah appena hai un attimo controlla i rispolverati di oggi, c'è materiale per i tuoi gusti  |
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@LAMBRUSCORE.....Partendo dal presupposto che il tuo nick mi piace molto e fa intendere già qualcosa..... Comunque sto notando che in questo sito, nel quale io ho appena iniziato lo sverginamento, ci sono parecchi tizi "vecchia scuola" che danno tanta spinta alle varie argomentazioni.... Molto molto bene!
Ho appena messo Game Over dei Nuclear Assault per rinfrescarmi la memoria...... Saluti! |
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@Kiodo 74, mi sa che abbiamo gusti in comune. Io sono sempre alla ricerca di vecchie e anche nuove band Crossover / Thrashcore, ecc...comunque scuola anni '80. |
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Mi trovate tutti sostanzialmente d'accordo, eppure il loro successo è inarrestabile; sicuramente la musica è solo uno degli aspetti che ne costituiscono la motivazione e magari non è neanche il più influente, però piace. E piace a tantissimi, anche tra i critici, perché effettivamente qualcosa di buono c'è. Se dovessi parlare in dialetto, per descrivere la musica dei FFDP userei il termine "sborone-metal", senza accezioni negative o positive, ma solo per dare un'immagine familiare a quello che mi trasmette la loro musica. |
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Ah quanto mi manca il Crossover di una volta..... Questi signorotti mi fanno solo tenerezza! |
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E palesemente assoldato dal governo USA per propagandare le sue forze armate |
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Gruppaccio inutile e fastidioso, per me, non capirò mai il successo di band del genere... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. F8 2. Inside Out 3. Full Circle 4. Living The Dream 5. A Little Bit Off 6. Bottom of the Top 7. To Be Alone 8. Mother May I (Tic Toc) 9. Darkness Settles In 10. This Is War 11. Leave It All Behind 12. Scar Tissue 13. Brighter Side of Grey 14. Making Monsters (bonus track) 15. Death Punch Therapy (bonus track) 16. Inside Out (radio edit)
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Line Up
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Ivan Moody (Voce) Zoltan Bathory (Chitarra) Jason Hook (Chitarra, cori) Chris Kael (Basso, cori) Charlie Engen (Batteria)
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