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Helstar - Nosferatu
08/10/2016
( 3346 letture )
La figura del vampiro nella sua declinazione più tetra, inutile dirlo, ha sempre destato un certo fascino per la sua carica negativa, oscura e diabolica, tanto che questo personaggio è stato ripreso spesso sia nel cinema che nella musica. Nosferatu, infatti, non è solo una pellicola degli anni '20, ma anche il quarto album degli statunitensi Helstar. Dopo il rodaggio delle modifiche alla line-up con il precedente A Distant Thunder, che aveva visto l'entrata di André Corbin alla chitarra e Frank Ferreira alla batteria, Nosferatu si presenta come uno dei picchi creativi della band americana. All'uscita però non venne accolto con il sostegno che avrebbe meritato: non solo recensioni poco entusiaste si abbatterono sul gruppo, ma anche l'etichetta d'allora, la Metal Blade Records, decise di voltare le spalle alla formazione americana. Ma scendiamo nei dettagli di quest'uscita per capire che cosa gli Helstar hanno effettivamente realizzato.

L'iniziale intro di chitarra acustica ci immerge in un'atmosfera classicheggiante e delicata, ma essa rappresenta solo una rapida ouverture prima della vera e propria partenza del disco: in Baptized In Blood sono infatti le sventagliate combinate dei due chitarristi a prendere la scena e a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore, insieme al cantato intenso di James Rivera. Le ritmiche lasciano poco respiro con rapide cavalcate, dando spazio di tanto in tanto a fraseggi più classicheggianti, mentre non mancano i momenti di solismo che mettono in mostra le doti tecniche di Larry Barragan e André Corbin, che sfociano nel neoclassicismo. Come rimanere impassibili dopo To Sleep, Per Chance to Scream, il cui ritornello più melodico è destinato a rimanere rimane difficile da scordare, mentre Harker's Tale è forse una delle canzoni meglio riuscite del lotto, dotata di un inizio decisamente neoclassico in cui si rivela un Jerry Abarca decisamente selvaggio: le linee di basso infatti sono tutt'altro che semplici e non vengono utilizzare come mero riempitivo, ma addirittura quasi sfidano i rapidissimi fraseggi delle sei corde. Perseverance and Desperation, invece, sembra voler interrompere l'incalzante andatura del disco, ma permette a tutti gli strumenti di mettere in mostra le proprie abilità. Questa strumentale ha infatti la peculiarità di lasciare spazio (decisamente ampio per le chitarre) ad ogni musicista per un piccolo, personale assolo. Con la più drammatica The Curse Has Passed Away si riprende con la narrazione, che a suon di ritmiche sferzanti e assoli taglienti procede con Benediction e l'aggressiva Harsh Reality, quest'ultima con i suoi richiami al prog sembra essere una tra le tracce più irruenti e meno immediate del full-length, ma non è meno coinvolgente e trascinate. La solenne Von Am Lebem Desto Strum ci porta verso il termine di Nosferatu, il quale si chiude con l'andatura incalzante di Aieliaria And Everon, che cessa però in modo decisamente brusco.

La miscela di speed/power metal, che si allontana dal sound più diretto ed heavy dei primi album degli Helstar, è dunque in questo caso contaminata da passaggi dal sapore neoclassico o ancora da frammenti tendenti al prog. I quaranta minuti di Nosferatu, dunque, nonostante non abbiano all’epoca ottenuto i favori della critica, la cui attenzione era rivolta verso band di fama maggiore, non sono di certo meno carichi d'impatto sonoro. Il platter, con il suo susseguirsi incalzate di canzoni dalla struttura non sempre semplice ed immediata, in cui si alternano frammenti più aggressivi e granitici ad aperture più melodiche, fino a sporadici inserti acustici, rimane quindi una piccola perla sul finire degli anni '80, un primo apice creativo non riconosciuto che comunque non ha impedito alla band di vivere una “seconda giovinezza” e ritrovare lo splendore nel corso dell'ultimo decennio in un panorama musicale completamente differente.
A distanza di pochi mesi dall'uscita di Vampiro, ultimo lavoro della band statunitense, sembra dunque necessario ritornare alle radici degli Helstar, per scoprire come fosse un gruppo valido anche nelle prime battute della carriera, purtroppo rimasta in ombra.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
90.4 su 20 voti [ VOTA]
Luka2112
Lunedì 8 Luglio 2019, 23.29.15
10
Album sorprendente forse in anticipo sui tempi e non capito fino in fondo da pubblico e critica. Musica creativa al servizio di brani non catalogabili dove l’irruenza del metal nel fior fiore degli anni si sposa con elementi progressivi e melodici efficaci. Poi il suono considerata la data di uscita è spettacolare ancora oggi !
Aceshigh
Lunedì 18 Marzo 2019, 14.15.46
9
Album eccezionale, probabilmente l'apice degli Helstar. Un signor vocalist e parti chitarristiche splendide. Tanti grandi pezzi: l'opener, To Sleep Per Chance To Scream (splendido chorus), la più delicata The Curse Has Passed Away, Swirling Madness... Peccato veramente che in seguito alla sua pubblicazione la band si sia scontrata con un disinteresse abbastanza incomprensibile... Ma per fortuna sono tornati in pista alla grande! Voto 90
jaw
Lunedì 11 Dicembre 2017, 21.45.46
8
Se proprio non dovesse piacere Black Metal dei Venom, ad altri invece interessano poi non contenti vanno a cercarsi un gruppo simile in patagonia nel '17, giusto per non farsi mancare niente, si prova con questo . Ed il risultato e' garantito. A me comunque piacciono di piu' i Venom che una band che ancor oggi si ostina fare canzoni di 20 minuti. R
naoto
Domenica 11 Giugno 2017, 22.17.23
7
Troppo avanti per l'epoca. Capolavoro.
Vanni Fucci
Giovedì 2 Febbraio 2017, 15.39.59
6
Io direi anche 90, lo trovo un album davvero spettacolare.
Kappa
Lunedì 10 Ottobre 2016, 22.41.26
5
Ottima band e sottovalutata purtroppo, ma forse dovuto anche al fatto che ha avuto una progressione rapida e non per tutti. Personalmente credo che questo sia forse il loro capolavoro, ma a gusto personale il mio preferito è la batosta thrash targata 2010 "Glory of Chaos"!
InvictuSteele
Domenica 9 Ottobre 2016, 17.20.12
4
Capolavoro assoluto di speed metal, il miglior album di questa gloriosa band. Voto 95
jek
Sabato 8 Ottobre 2016, 20.46.05
3
Bell'intervento Lemmy degno dello Spiderman die bei tempi
Lemmy
Sabato 8 Ottobre 2016, 17.18.01
2
Siamo di fronte ad un gran bel disco, tra i migliori sicuramente del gruppo, e si, concordo con voi, si sente sicuramente l'influsso neoclassico e lo spirito ancestrale malmsteniano, lo dimostrono gli arditi , rocamboleschi intrecci chitarristici, che creano un guitar working con delle trame solistiche interessanti, intricate e perfettamente inserite nel tema dominante, e di di rimando quindi incastrate al meglio nelle atmsfere e nei mood dei singoli brani, ma già il titolo dell'album dice tutto, ispirato dalla famosa pellicola del 79, e il basso , la batteria , tastiera sono una testimonianza sonora di ciò che vuole esprimere l'album, e qui concordo con l'analisi recensiva di Giada, in pareticolare per la traccia Perseverance, con un inizio neoclassicheggiante alla Aexl Rudy Pell o dai forti riecheggiamenti classici targati Cacophony, in questa traccia è vero, ogni singolo strumentista del gruppo dimostra la propria indole e abilità, un toccasa per le orecchie in particolare i peculiari accordi e fraseggi melodici accompanati in acustico, ottimo brano strumentalmente stupendo per i miei gusti.Bella recensione e bellissimo disco, per me come voto siamo un pochino più su, diciamo 90-91.Qui Rivera fa ottima prova delle sue corde vocali, molto buono le tastiere ottimi i riffs, e gli assoli, ottimo il gusto classicheggiante e sempre efficace il loro speed/thrash/heavy/power con innesti di note echeggiante i Judas Priest e una batteria veramente azzecata con cambi di tempo tecnici interessanti ed efficaci come ad esempio nella mia traccia preferita Harker's Tale, pezzo vario, con buoni e continui cambi , con ritimica simil thrash, cui il contributo delle asce ci mette il suo apporto sublime con passaggi taglenti e rapidi dal sapore leggermente pristiano ma personalizzato da particolare tocco ad effetto del duo d'asce Barraghan-Corby,e con un Rivera, qui lo devo dire, intelligente e sapinte nella scelta canora, usa una tonolità un po più grave, per permettere di dare maggiore enfasi e malizia vocale nell'economia comlessiva del brano,il tutto condito appunto con del riffing assolutamente geniale direi per mia opinione personale.Altre stupende Hihlights del disco per me sono vuoi per i passaggi musicali vuoi per la ritmica , vuoi per le atmosfere centrate in pieno , in Ordine: Baptized of Fire, Benediction, e soprattutto Harsh reality molto spedita, speedicolosa, thrashizzante , ma che si combina perfettamente con gli appropriati innesti neoclassici per poi tornare alle solite proprie accelerazioni poi Swirling Madness con i suoi riffs allargati e una batteria nell'inizio lenta ma poderosa, la song poi irrompe d'improvviso mostrandoci il suo lato speed, con scale di chitarra su tonalità inizialmente insolitamenta bassa, e cori accompagnanti strettamente la voce di Rivera che torno di nuovo a cambiar ad effetto registro, un po più nasale ma pur senza perdere potenza espressiva e la finale Aieliaria and Everonn dal finale un po strano, ma che dire? semplicemente stupenda, dopo l'intro , prende sviluppo in velocità, sfoccia un lato tecnico importante nello sviluppo delle scale, ne acquista in epicità, ritmo e bella cavalcata sonora ma senza perdere la caratteristica base thrash di fondo, molto bello il ritornello epico e fantasmagorico, che dona al tutto una certa freshezza compositiva, se avesse avuto un finale meno brusco e sviluppato al meglio sarebbe sta davvero eccezionale, ma comunque rimane su un livello ottimo direi, come nel complesso l'album. qui in questo lavoro veramente grandi gli Helstar, che ho avuto modo di vedere dal vivo, e sempre mi hanno sosso nel profondo anche se non un con un seguito di pubblico che gli spetterebbe più numeroso, per la loro qualtà, una band che avrebbe meritato maggior considerazione, che purtroppo ne i media ne le case discografiche si dimostrarono recettive quando gli propsero dei demo tra il 90 e il 93 tra cui il domo Demolition nel 90 senza però alcun esito e presa in esame, causando lo lo sconforto e lo scioglimento della band, fortuna poi andò diversamente e li abbiamo di nuovo tra noi, e che questo lavoro fu rivalutato poi dalla critica.Vampiro putrtroppo non ho potuto comprarlo. Veramente una grande band.
jek
Sabato 8 Ottobre 2016, 14.34.40
1
Disco bellissimo l'influenza neclassica portata da Malmsteen si sente tutta. Voto giusto.
INFORMAZIONI
1989
Metal Blade Records
Heavy/Thrash
Tracklist
1. Rhapsody In Black
2. Baptized In Blood
3. To Sleep, Per Chance To Scream
4. Harker's Tale (Mass Of Death)
5. Perseverance And Desperation
6. The Curse Has Passed Away
7. Benediction
8. Harsh Reality
9. Swirling Madness
10. Von Am Lebem Desto Strum
11. Aieliaria And Everonn
Line Up
James Rivera (Voce)
Larry Barragan (Chitarra)
André Corbin (Chitarra)
Jerry Abarca (Basso)
Frank Ferreira (Batteria)
 
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