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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Helstar - A Distant Thunder
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16/06/2018
( 2177 letture )
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La risposta americana alla NWOBHM di Judas Priest, Saxon e via dicendo è stata il cosiddetto US power metal, una versione rinvigorita (ma allo stesso tempo meno spinta del thrash) del metal tradizionale. In questo filone, in paricolar modo nel 1986 grazie all’album Remnants of War, si inserirono anche gli Helstar, gruppo texano fondato nel 1982. Con un cambio di formazione (arrivano il chitarrista André Corbin e il batterista Frank Ferreira) e con il passaggio dalla Combat Records alla Metal Blade gli Helstar giunsero alla realizzazione del loro terzo lavoro in studio, A Distant Thunder. Mentre solo dopo una progressiva rivalutazione il successivo insuccesso commerciale Nosferatu viene considerato la miglior opera del quintetto, con A Distant Thunder ci troviamo dinnanzi a uno dei momenti più importanti della storia del gruppo dato che proprio grazie a questo album riuscì ad esibirsi per la prima volta in Europa in tour con Malmsteen. Sebbene nel corso della loro tortuosa carriera gli Helstar siano sempre stati oscurati da una miriade di altri gruppi dell’epoca il loro valore e la loro raffinatezza sono in qualche modo sempre emersi, restando indelebili nella storia del metal. A Distant Thunder non ne fa eccezione.
A Distant Thunder ovviamente riconferma ed evolve le formule già sviluppate dal gruppo nei precedenti dischi: le composizioni si muovono tra l’heavy più classico e il power grazie a canzoni più o meno veloci e melodiche. Le componente ritmica è solida e precisa: l’arrivo di Ferreira alla batteria non fa altro che garantire una prestazione convincente. Anche le chitarre caratterizzano l’album e hanno un ruolo di primo ordine: c’è spazio per arpeggi, cavalcate, assoli e fraseggi dal forte gusto melodico. Ottimo l’inserimento nel gruppo di Corbin: è proprio lui che suona la maggior parte degli assoli dell’album. I risultati sono ottimi. L’elemento più importante e che emerge sempre grazie al carisma e alle immense doti tecniche resta comunque James Rivera, che offre una prestazione di primissimo ordine: il suo timbro è unico e viene sfruttato graffiando con grande cattiveria e lanciandosi in frequenti acuti con immensa precisione e personalità, destreggiandosi con grande disinvoltura in ogni situazione. I primi tre brani, The King Is Dead, Bitter End e Abandon Ship aprono le danze con grande forza trattandosi di composizioni dal gusto decisamente power. Come da copione le ritmiche sono veloci e serrate mentre gli assoli e il cantato di Rivera spingono forte mostrando muscoli, tecnica e carisma. Seguono Tyranicide e Scorcher in cui gli Helstar introducono una struttura crescente, nella quale i brani vengono aperti da arpeggi, fraseggi melodici e da una voce pulita per poi salire sino a raggiungere la potenza e lo stile tipico del gruppo. Si torna nuovamente al power più diretto con Genius of Insanity, seguita della strumentale The Whore of Babylon. Winds of War è l’apice dell’album grazie ad un arrangiamento più elaborato in cui per sei minuti strofe pulite si alternano con ritornelli distorti e assoli dalle melodie indiscutibilmente eccezionali. Chiude il tutto He’s a Woman, She’s a Man, cover degli Scorpions eseguita ovviamente con lo stile accattivante e fortemente power del quintetto texano. Il songwriting è sempre ispirato: le composizioni non sono mai banali e non annoiano nonostante la loro discreta durata. I testi scorrevoli, a tratti intensi ed evocativi, si muovono tra tematiche epiche legate all’onore, al regicidio, all’uccisione dei tiranni, al racconto delle follie naziste (ovviamente non con una sensibilità cantautorale ma in maniera comunque efficace e coerente con lo stile del gruppo).
A Distant Thunder è un piccolo capolavoro del genere, prodotto con grande perizia e un buon gusto nella composizione, apprezzabili a pieno anche ai nostri giorni. La posizione di band minore nella storia degli Helstar non ha permesso ai loro album di influenzare il genere o di essere universalmente riconosciuti come pietre miliari alla pari di molti altri gruppi. Tolto questo ci sono grandi qualità nella musica di A Distant Thunder che è invecchiata benissimo, mantenendo anche una certa freschezza, diventando di fatto un ascolto obbligatorio per gli amanti del genere o di chi vi si vuole avvicinare.
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5
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È talmente un capolavoro che ho comprato anche la maglietta e la felpa. |
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4
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Riascoltato oggi pomeriggio questo splendido album di metallo americano. Per me nella loro discografia inferiore solo al successivo Nosferatu. Un grande James Rivera, chitarre che snocciolano preziosismi sia in fase solistica che ritmica, basso e batteria vanno come treni. E che dire di pezzi come The King is Dead o della spettacolare Winds of War? Voto 86 |
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3
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che classe...una delle migliori band in assoluto di metal classico e una delle migliori voci e ugole di heavy metal, James Rivera. Un signor disco. Per quanto riguarda la copertina sembra come la juve alza la coppa dei campioni al cielo. He's the scorcher in the skyyy...Pain and torture burning highhh. 89 |
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2
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A Distant Thunder è un disco che non può mancare nella collezione di tutti gli amanti del US power metal, insieme al bellissimo nosferatu. CD da avere punto e basta. Voto 90/100. |
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1
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Band superiore, tra i migliori di sempre nello speed metal, questo album è un tassello fondamentale della loro discografia. Bellissimo voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The King Is Dead 2. Bitter End 3. Abandon Ship 4. Tyrranicide 5. Scorcher 6. Genius of Insanity 7. The Whore of Babylon 8. Winds of War 9. He’s a Woman, She’s a Man
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Line Up
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James Rivera (Voce) Larry Barragan (Chitarra)
André Corbin (Chitarra)
Jerry Abarca (Basso)
Frank Ferreira (Batteria)
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RECENSIONI |
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