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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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25/03/2017
( 2221 letture )
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Il terzo album della carriera per una band che decide di darsi da fare e non fermarsi ai primi accordi e difficoltà, prima o poi arriva. E spesso esso rappresenta un punto d’arrivo importante per tali gruppi, in grado con esso di confermare o meno la validità della loro proposta, dimostrando come i propri membri siano riusciti a migliorarsi sempre di più ed a trovare nuove ispirazioni, senza mai dimenticare da dove sono partiti. Ovviamente i Týr non fanno eccezione. La formazione faroese capitanata dal carismatico Heri Joensen arriva dunque nel 2006 alla terza prova della propria carriera, con alle spalle una demo e due full-length: il primo, How Far to Asgaard, aveva saputo presentarsi come un lavoro leggermente meno accessibile rispetto ai suoi successori, pur mantenendosi un ottimo biglietto da visita, in grado fin da subito di far capire le grandi potenzialità di questi ragazzi, mentre il secondo, Eric The Red, si era fatto portavoce di un salto di qualità da parte degli scandinavi, che avevano quasi del tutto preso padronanza della loro musica e delineato il proprio stile, processo che si concluderà definitivamente in questo terzo full-length, che prende il nome di Ragnarok. Tale release rappresenta infatti il coronamento della carriera dei Týr sotto diversi aspetti, a partire da quello tecnico e musicale. Durante l’ora piena di ascolto l’ascoltatore è difatti investito da numerosi virtuosismi soprattutto per quanto riguarda la chitarra solista, la quale la fa largamente da padrona, regalando emozioni ad ogni canzone, spesso interrotte da svariati intermezzi strumentali che, oltre a rendere la produzione molto vario, lo rendono maggiormente fruibile. Quest’opera è inoltre anche il primo concept album del combo, il quale narra -come si sarà già facilmente dedotto dal titolo- degli avvenimenti del Ragnarok, la battaglia finale fra gli Dei norreni, in seguito alla quale il mondo verrà prima distrutto e poi rigenerato. A completare e confermare questo indice di maturazione portato avanti negli anni c’è infine il fatto che questo è il primo disco del gruppo faroese licenziato dalla celebre Napalm Records, con la quale in nostri resteranno fino all’uscita di The Lay of Thrym nel 2011, per poi passare col successivo Valkyrja alla Metal Blade.
Venendo al cuore di questo platter, troviamo come opener la strumentale The Beginning, breve ma teatrale, con la quale le aspettative si fanno fin da subito elevate. A seguire troviamo The Hammer of Thor, pezzo che inizialmente potrebbe far storcere leggermente il naso a qualcuno, ma che sa risollevarsi in breve non appena la chitarra solista inizia a farsi sentire. Un esempio di come gli intermezzi strumentali siano quasi fondamentali per questo Ragnarok, rendendolo nel complesso più fluido, lo troviamo fin dal primo di essi, Envy, il quale risulta ben collegato a Brother's Bane, traccia dai tempi leggermente più rallentati. Proseguendo, troviamo brani come The Ride to Hel e Torsteins kvæði, la prima caratterizzata da un lento crescendo che sa durare senza annoiare fino alla fine, mentre la seconda è la prima traccia in lingua faroese in cui si imbatte l’ascoltatore, rivisitazione di un’antica ballata isolana, e che, anche per questo fatto, appare molto interessante. Essa è inoltre ripresa dal successivo fulmineo intermezzo, questa volta non strumentale ed in lingua, Grímur á Miðalnesi, che a sua volta è collegato a Wings of Time, una delle tracce che maggiormente spicca all’interno del lotto grazie sia ad un trascinante ritornello, sia ad un delicato ma diversificato assolo, il tutto accompagnato dalla trascinante voce in clean del frontman Heri Joensen, che in questo caso si trova a cantare i bellissimi versi che ne compongono il testo (in inglese e faroese) come un abile narratore. Ovviamente, lievi note dolenti non mancano nemmeno in release solide come questa e fra esse troviamo The Hunt e Lord of Lies, entrambe chiaramente meno ispirate rispetto alle precedenti, ma comunque gradevoli all’ascolto grazie all’egregio lavoro alle sei corde. L’album però si riprende subito con la title-track che riesce a chiudere il tutto con riff trascinanti ed emozionanti, capaci di accattivare ed emozionare l’ascoltatore. Non manca un’outro, The End, il quale riprende l’opener, quasi a simboleggiare che tutto ritorna da dove è iniziato e che tutto è caratterizzato da un’eterna ciclicità dove nulla inizia e nulla finisce davvero. Non mancano, inoltre, due bonus track, Valkyries Flight e Valhalla, contenute nella versione digipack della release, nel primo caso composta da un lungo assolo strumentale che viene poi ripresentato nella seconda, vero e proprio brano che, anche grazie al meraviglioso lavoro alla chitarra largamente influenzato da composizioni folk-oriented, si aggiudica il titolo di una delle migliori composizioni nell’intera discografia dei nostri.
Giunti alle conclusioni, si può tranquillamente dire che Ragnarok sia sicuramente uno dei migliori lavori dell’intera carriera della formazione faroese. È un album fruibile largamente da tutti (anche se per qualcuno può rendersi necessario più di un ascolto), a partire da chi ascolta viking da sempre a chi non ha mai messo piede in questo enorme panorama musicale, passando anche da chi apprezza generi differenti fra cui il power o il prog. Insomma una produzione per tutti e più che riuscito sotto molteplici aspetti, cosa volete di più?
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3
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Vorrei fare un appunto se possibile, il genere suonato daai TYR non è viking, è folk metal |
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2
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Un ottimo album, non tutto però è perfetto, infatti ci sono brani minori che annoiano e lo rendono altalenante rispetto al bellissimo Eric the red. Comunque un lavoro di qualità, purtroppo però la proposta dei TYR è diventata scontata dopo questo disco, troppo ripetuta, almeno per me. |
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1
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un gruppo da avere assolutamente.....grandiosi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Beginning 2. The Hammer of Thor 3. Envy 4. Brother's Bane 5. The Burning 6. The Ride to Hel 7. Torsteins kvæði 8. Grímur á Miðalnesi 9. Wings of Time 10. The Rage of the Skullgaffer 11. The Hunt 12. Victory 13. Lord of Lies 14. Gjallarhornið 15. Ragnarok 16. The End 17. Valkyries Flight (Bonus Track) 18. Valhalla (Bonus Track)
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Line Up
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Heri Joensen (Voce, Chitarra) Terji Skibenæs (Chitarra) Gunnar Thomsen (Basso) Kári Streymoy (Batteria)
Musicisti Ospiti Jacob Hansen (Cori) Allan Streymoy (Cori)
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