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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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I faroesi Týr, dopo il buono, ma non esaltante, By The Light Of The Northern Star, giungono a un bivio: la prima possibilità è quella di continuare sulla via dell’ultimo disco pubblicato, quindi un heavy/power con tinte folk e viking, oppure tornare a creare immortali sigilli di arte nordica. I quattro musicisti di Torshaven decidono di continuare a battere il sentiero apparentemente più semplice, con risultati, ahinoi, piuttosto discutibili.
The Lay Of Thrym è il sesto lavoro della loro carriera iniziata nel 1998, anch’esso pubblicato dall’austriaca Napalm Records, e segue la strada tracciata dal precedente album, semplificando ulteriormente le composizioni ed enfatizzando maggiormente i cori dei ritornelli, per avere, alla fine, più orecchiabili e facilmente assimilabili che perdono definitivamente quel fascino di “vichinghi delle Isole Fær Øer” che fin da inizio carriera li ha sempre contraddistinti. Eppure la formazione è stabile da anni, le fonti d’ispirazione sono sempre le stesse e il cantante, nonché maggior compositore Heri Joensen, ha recentemente avuto modo di sfogare la sua passione per l’heavy prog con il (buon) disco degli Heljareyga. Viene quindi da pensare che The Lay Of Thrym sia esattamente ciò che i Týr vogliono suonare, o, come i maligni ipotizzano, è esattamente ciò che la Napalm Records vuole sentire dai propri guerrieri del nord.
Le coordinate stilistiche che segue The Lay Of Thrym sono chiare fin dall’opener Flames Of The Free: ritmo medio-alto, riff potenti, cori virili. Il brano in se è piacevole, anche se - una a caso - The Edge era ben altra cosa, ma da allora sono passati otto anni e oggi le cose stanno in maniera ben diversa. Molto meglio Shadow Of The Swastika, canzone maggiormente vicina ai vecchi classici del repertorio dei Týr, in cui chitarre e melodie nordiche creano un’ottima atmosfera, ben assecondate dalle semplici ma azzeccate linee vocali di Heri Joensen, cantante dotato di un timbro personale ed espressivo, ormai vero marchio di fabbrica dei Týr. Take Your Tyrant è il brano usato come anteprima dell’album: pessima scelta in quanto è una canzone mediocre e piatta. Con Evening Star i quattro faroesi provano la via della power ballad dopo aver dato alle stampe quel gioiellino di Ragnarok, traccia presente nell’omonimo album del 2006. Eguagliare la magia di quel pezzo è praticamente impossibile, però i Týr riescono ad estrarre dal cilindro (o dovrei dire elmo?) una composizione di buon gusto, dotata di un ottimo appeal. Molto scolastica Hall Of Freedom, lirica che ripropone lo schema compositivo dell’opener; stesso si può dire di Nine Worlds Of Lore, altra canzone che non aggiunge niente di positivo a The Lay Of Thrym, ma che anzi danneggia l’economia dell’album, già di per se non eccellente. Un bel riff pesante apre Fields Of The Fallen, canzone che prosegue a suon di rallentamenti pre-chorus e un ritornello che, seppure molto leggero, risulta essere molto convincente. Molto bella – finalmente, verrebbe da dire – la lunga parte strumentale, dove la tecnica e il buon gusto dei due chitarristi Joensen e Terji Skibenæs viene finalmente messa in risalto. Con le seguenti Konning Hans e Ellindur Bóndi Á Jadri si torna ad ascoltare i Týr impegnati nella loro lingua, il che non può che far piacere, visto che sono i brani maggiormente folk, più vicini allo stile che li ha resi famosi in Europa anni fa a suon di Regin Smiður, Ramund Hin Unge, Torsteins Kvaedi e Sinklars Vísa. Come per magia anche la musica cambia, essendo maggiormente oscura e ricca di venature progressive, elementi che caratterizzavano il songwriting dei passati (capo)lavori. Konning Hans è un brano dall’incedere lento e dark, affascinante e sognante grazie alle stupende melodie chitarristiche prese dalla musica folkloristica dei loro antenati. Maggiormente veloce è la bella Ellindur Bóndi Á Jadri, quasi una filastrocca nella metrica, impreziosita da deliziosi motivi della tradizione faroese. Chiude il disco, in maniera convincente, The Lay Of Thrym, probabilmente la canzone migliore dell’intero cd: atmosfere nordiche s’intrecciano con riff epici e un ottimo assolo di chitarra a sostegno di un songwriting finalmente di grande qualità. L’edizione digipack prevede due bonus track, concepite entrambe come omaggio all’immortale Ronnie James Dio: I (Black Sabbath) e Stargazer (Rainbow) sono dei classici della discografia del musicista italoamericano. Nel primo pezzo, estratto da Dehumanizer del 1992, seguono di pari passo i riff di Tony Iommi, mentre, nel brano del micidiale duo Blackmore/Dio osano maggiormente, personalizzando con gusto le favolose note tratte da Rising.
La produzione ad opera di Jacob Hansen, pur essendo oggettivamente ben realizzata, non mi convince più di tanto: le asce sono troppo fine (rimpiango le chitarre grasse di Eric The Red) e il tutto suona con un senso di plasticosità che non mi piace proprio. Le tinte oscure dei colori della bella copertina e l’immagine forte della testa spaccata di Thrym contrastano con la musica, a volte fin troppo elementare e ariosa. La front cover raffigura Thor che brandisce con rabbia il suo martello dopo aver ucciso Thrym, re dei giganti Jötunn, colpevole di avergli rubato Mjollnir e successivamente chiesto come riscatto la dea Freyja, avendone intenzione di sposarla; il suo piano però non va in porto e la vendetta di Thor è crudele: al ricevimento del matrimonio Thor massacra, oltre a Thrym, anche la sorella e tutti i parenti Jotnar presenti alla cerimonia.
Il disco scorre via velocemente, lasciando pochi ricordi – buoni o cattivi che siano, fa lo stesso - all’ascoltatore: il nuovo corso dei Týr probabilmente sarà apprezzato da chi è maggiormente appassionato di power metal che di viking, lasciando a quest’ultimi l’amaro in bocca durante le banalotte Take Your Tyrant e Nine Worlds Of Lore, e facendo riaccendere la fiamma con Konning Hans e Ellindur Bóndi Á Jadri (non a caso le uniche due non in inglese): troppo poco per giustificare l’acquisto dell’album. Nonostante la parziale delusione non riesco però a non dare la sufficienza a The Lay Of Thrym.
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18
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Non sono d'accordo, secondo me questo è un disco con i contro-maroni e merita tranquillamente 80 |
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17
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Fabriziomagno forse secondo te le canzoni sono scarse ma come ho già ribadito menomale che il resto d'Europa non la pensa così ed ha dato a questo disco il giusto valore....e quindi come sempre grandi Tyr |
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16
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ciao andrea, mischi e confondi un bel po' di cose. giusto per smontare la tua tesi di complotto sulle voci pulite ("screaming pulito" cos'è?), leggi le mie recensione su otyg, heidevolk, falconer, metsatoll, odroerir o fejd, tutte voci pulite e voti alti. qui il voto è basso per i motivi spiegati nella recensione: le canzoni sono scarse. se avessi recensito eric the red o ragnarok il voto sarebbe sul 90, il nuovo valkyrja lo valuto intorno al 70-75. |
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15
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Ho capito solo che su Metallized (anche facendo una media di voti che si dà ad un album 'power' o peggio ancora 'epic metal') che quando si tratta di Death, o ancora piu evidente lo sludge metal o il doom i voti skizzano alle stelle (poi li ascolti e sono monoliti inascoltabili). Quando si tratta di power/epic i voti e i commenti arrivano difficilmente sopra il 75. SICURO MI SBAGLIO IO, PER CARITA'. Però sto starlo mi rimane anche su questa stessa recensione. Che vi devo dire, personalmente il gutturale mi fà totalmente schifo e spesso rosico quando sento musica sublime rovinata da una voce catarroide e alla sandro ciotti col mal di pancia.) Perciò W i Tyr con screaming puliti. Ora mi attendo solo i Gorgoroth o i Marduk ripuliti e sarò felicissimo. Detto ciò.......W i TYR!!!! |
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14
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c'ha ragione fabriziomagno, il disco è piatto e rompe con le canzoncine mezze power, gli do al massimo 63. |
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13
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RECENSIONE 60????????????? VOTO MEDIO 68,84????????????? MA COSA VI SIETE FUMATI??????? QUESTO E' IL DISCO DELL'ANNO ED E' UN DISCO FENOMENALE!!!!!!!!!! menomale che nel resto d'Europa se ne sono accorti......l'Italia è proprio un posto bizzarro, infatti quell'ignobile porcheria di Lulu dei metallica è in classifica al settimo posto mentre nel resto d'europa è decisamente più indietro.... 60!?!?!?!? IL VOTO DEVE ESSERE 90 ALTRIMENTI STIAMO PARLANDO DI UN'ALTRA COSA!!!! |
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12
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Li ho sempre seguiti fin dal loro primo disco e personalmente credo che siano migliorati col tempo. Questo ultimo lo reputo il punto più alto della loro discografia. Canzoni ispiratissime e molto coinvolgenti. |
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11
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Non è assolutamente l'unica recensione negativa, su più di una rivista si è beccato una sufficienza stiracchiata. E personalmente sono d'accordo, disco fiacco e davvero poco ispirato, lontano anni luce dai primi lavori. |
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10
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Stargazer non si può sentire... |
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9
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Non si stupisca nessuno se chi è affezionato alla prima produzione della band boccia questo disco. L'ultima prova è deludente per chi conosce bene la prima produzione. Secondo me la Napalm gli impone una via più easy. Io sono d'accordo col recensore.Io ho sempre trovato i Tyr molto più interessanti di tutte le band viking che per la maggior parte sono molto modena city ramblers pippiripì pippiripò e molto black epico Am F C G. Si stanno impantando in una palude di banalità. |
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8
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Forse è l'unica recensione brutta che ho letto fino ad ora su quest'album. E devo dire di non essere assolutamente concorde con il voto di Giosuè (hey è anche il mio secondo nome XD). Io ero un pauerotto eoni or sono...ma l'album mi piace moltissimo. Forse una volta i generi erano più definiti, mentre ora è un mischiotto unico. Sinceramente non ci vedo nulla di Pauer (ma forse è perchè appunto sono legato alla vecchia concezione di questo genere)nell'ultimo lavoro dei Tyr. |
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7
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epic/power/viking metal a parte le connotazione che vogliamo dargli,di POWER METAL COSì PERSONALE ED ISPIRATO NON SE NE VEDEVA DA 15 ANNI....OLTRE AI SOLITI NOMI (FORSE.) |
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6
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Veramente gran bell'album,non capisco questa recensione.Pacchiani sì,ma è nel contratto,ma ce ne fossero di così nel panorama epic |
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5
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Forse li abbiamo persi... |
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4
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ho paura ad ascoltarli adesso...se penso ai tyr mi vengono in mente i loro primi grandi album e sinceramente preferisco tenermi quel ricordo di loro |
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3
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Sostanzialmente d'accordo. |
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1
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Pacchiani come mai avrei pronosticato ai tempi di Eric The Red...ma questi hanno gusto, qualsiasi cosa decidano di fare. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Flames Of The Free 2. Shadow Of The Swastika 3. Take Your Tyrant 4. Evening Star 5. Hall Of Freedom 6. Fields Of The Fallen 7. Konning Hans 8. Ellindur Bóndi Á Jadri 9. Nine Worlds Of Lore 10. The Lay Of Thrym 11. I [Black Sabbath cover, bonus track] 12. Stargazer [Rainbow cover, bonus track]
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Line Up
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Heri Joensen - voce, chitarra Terji Skibenæs - chitarra Gunnar H. Thomsen - basso Kári Streymoy - batteria
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