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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Alestorm - No Grave But The Sea
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26/05/2017
( 6025 letture )
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Ecco che torna all’attacco la sbandatissima e divertentissima ciurma capitanata dal famigerato (davvero l’ho scritto?) Christopher Bowes che sempre sotto la Napalm Records pubblica il proprio quinto lavoro in studio, No Grave But The Sea. Nel corso di questi nove anni di attività, i nostri sono riusciti album dopo album a farci ridere, divertire, ballare e bere, senza mai risultare ripetitivi o noiosi. Diciamolo fin da subito, questo ultimo lavoro in casa Alestorm non è da meno. Le dieci tracce che compongono questa ultima release della band scozzese hanno infatti tutti gli ingredienti per risultare divertenti e ben riuscite allo stesso tempo. Prima di iniziare a parlare de brani, c’è tuttavia da far presente che la ciurma ha subito un cambio di line-up non poco irrilevante: alla sei corde non troviamo più Dani Evans, rimpiazzato da Máté Bodor, il quale non fa comunque per nulla sentire la mancanza del precedente e storico chitarrista. Ciò che, ad ogni modo, non è variato -se mai ci fosse qualcuno che voglia che la formazione in questione cambi in qualsiasi aspetto, che abbia il coraggio di scagliare la prima pietra- è sicuramente lo stile con cui questi cinque ragazzacci compongono musica e scelgono le tematiche da trattare, poiché durante i tre quarti d’ora, che scorrono veloci senza mai annoiare, ci verranno ancora una volta narrate storie di battaglie navali, di isole del tesoro, di bevute e di pirati, il tutto accompagnato dai classici canoni del “pirate metal”. Allora issiamo le vele e salpiamo in questo viaggio fra i sette mari assieme all’ultima fatica della formazione scozzese.
No Grave But The Sea parte in quarta con la titletrack, la quale si rivela fin dai primi secondi un ottimo inizio soprattutto grazie ad un ritmo trascinante, calcato ulteriormente nel ritornello. Già con questa opener, che tratta della battaglia navale delle Saintes fra Regno Unito e Francia nel 1782, si capisce quale sarà l’andazzo del platter e non si può far altro che iniziare a tirare fuori le birre fredde -preferibilmente Tennent’s super, giusto per rimanere sul suolo scozzese- anche in vista del pezzo successivo, al di là del suo nome “esotico”. La doppietta d’apertura è quindi composta anche da Mexico (brano uscito come singolo e di cui è stato girato anche un videoclip in pieno stile Alestorm), che si presenta divertente, goliardico e non mancherà di farci saltare dalle sedie cantando a squarciagola come degli ebeti, merito soprattutto di quel ritornello che entra nella testa e che non se ne va più via. Il nostro viaggio continua in seguito con To the End of the World, che si rivela traccia piuttosto varia, nella quale troviamo anche la prima apparizione di Elliot Vernon in veste di cantante, il quale affianca il clean del frontman col suo harsh carico ed energico, che riesce a dare quel tocco di “prepotenza” in più, arricchendo lo stile proposto. La varietà inclusa nel brano in question potrebbe in un primo momento farlo apparire un po’ ostico o sottotono, ma il giudizio migliorerà senza dubbio con gli ascolti, in grado di sciogliere ogni dubbio e creare persino riusciti parallelismi con 1741 (The Battle of Cartagena), contenuta nel precedente Sunset on the Golden Age, pur non per questo risultando sintomo di mancanza di idee. La successiva Alestorm, presentata come primo singolo anche in questo caso attraverso un videoclip, è pronta ad essere un vero e proprio inno live: l’intreccio delle voci è ottimo, la componente strumentale potente e divertente allo stesso tempo ed anche in questo caso troviamo un gran ritornello tutto da cantare. Seguono brani più tendenti all’ heavy/power, come ad esempio il successivo Bar ünd Imbiss, caratterizzato da due grandi assoli dal carattere evocativo, ma anche brani più spensierati come Fucked with an Anchor -titolo forse ispirato a Fucked with a Knife dei deathster Cannibal Corpse?- nelle cui lyrics possiamo leggere versi dall’altissimo livello culturale, soavi, degni di un poeta:
Fuck! You! You're a fucking wanker We're going to punch you right in the balls Fuck! You! With a fucking anchor You're all cunts so fuck you all
In chiusura non manca qualche passaggio sfortunatamente meno riuscito, come ad esempio Pegleg Potion e Rage of the Pentahook le quali, a causa delle ritmiche piuttosto semplici nel primo caso e alla una vaga vena thrash nel secondo, appaiono sottotono rispetto a quanto presentato complessivamente nel lotto. A salvare tuttavia No Grave But The Sea da un finale amaro ci pensano due piccoli capolavori: Man the Pumps, che appare leggermente più rallentata ma non per questo noiosa o non trascinante, a maggior ragione se si presta attenzione al meraviglioso intreccio fra chitarra solista, violino e tastiere che si alternano in essa ad un ritornello anche in questo caso tutto da cantare, rendendola sicuro futuro cavallo di battaglia della formazione, e Treasure Island, il brano più lungo dell’album, caratterizzato da ottimi arrangiamenti che, assieme a dei veri e propri assoli di tastiera, chiudono in bellezza questa ultima fatica degli scozzesi. Questa traccia inoltre non può altro che confermare le grandissime capacità dell’ultimo arrivato nella ciurma, in grado di comporre virtuosismi alle sei corde senza mai eccedere, dando quel tocco power giusto quando serve e senza mai apparire di troppo, lasciando così spazio anche a tutti gli altri strumenti. Il pezzo -e con esso l’album- si chiude con il riff principale ripreso per tutta la sua durata, però in acustico, accompagnato dal rumore delle onde del mare. Le novelle curiosità di casa Alestorm non finiscono comunque qui: in questa occasione, difatti, i nostri hanno deciso di schierarsi anche dalla parte dei cani. Infatti, nell’edizione mediabook del cd, non troveremo solo No Grave But The Sea for Humans, ma anche No Grave But The Sea for Dogs, dove sarà possibile ascoltare le stesse tracce della release, con una notevole peculiarità: i versi dei cani al posto delle voci dei due cantanti, in modo tale da fare contenti anche i nostri amici a quattro zampe. Da citare è inoltre l’edizione dell’album con tanto di paperella vestita da pirata inclusa. Marketing? Forse. Ma poco importa: la cosa è divertente e alla band in questione viene concesso di tutto. Ma poi volete farmi credere che un bagno in compagnia di una paperella così non sia un’esperienza unica al mondo?
Nulla di serio quindi, nessuna tradizione, niente rapporti con la natura; solo puro e sano divertimento e tanto alcool. Ma d’altronde il folk metal non è anche questo? Quindi qualsiasi cosa vi stia aspettando per questa estate, fatelo vostro il prima possibile e cercate di ricordarvelo, perché poi da ubriachi come si deve, vi voglio vedere anche solo a riconoscerne la copertina.
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Non sono d'accordo su Pegleg potion. Il pezzo è riuscitissimo in quanto trattasi di una sorta di filastrocca cantilenante pop in chiave power metal e riprende in pieno la tematica piratesca degli stornelli da vascello. |
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C'è una sola Treasure Island ed è quella dei Running Wild. |
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Anche a me è piaciuto tantissimo. Sanno suonare e sanno anche far divertire e a volte serve anche il divertimento, specialmente durante l'estate. Voto 80. Lo stesso voto va anche alla recensione, gli ultimi due paragrafi sono divertenti almeno quanto il disco  |
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Sentito tutto e ancora è presto per giudicare, quindi senz'altro tornerò successivamente per un giudizio più approfondito. Per ora mi è sembrato un album molto compatto e con al massimo 2-3 debolezze verso la fine, che in effetti diventa un po stucchevole, ma nulla di esagerato. Loro li conosco da 3 anni circa ma conosco bene solo captain Morgan's revenge e Black sails at midnight. Sarà potenzialmente la colonna sonora della mia estate. |
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voto 100 ideale dopo una giornata di merda per farti ritornare il sorriso. Spassosi..... |
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io francamente non ci sento né folk né metal, ma solo caciara piuttosto superficiale e poco divertente. gruppo da osteria. ottimo solo come sottofondo di bevute. alla musica chiedo qualcosina di più. |
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@Luky, esatto, lo stavo ascoltando proprio ieri e l'ho notato in modo particolare. @Fabio, verissimo! Ci puoi cantare sopra "We are here..." poi sale di tonalità rispetto a Drink. Mi ero dimenticata che ci fosse un pezzo intitolato Alestorm  |
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Nulla da dire...sempre piacevoli da ascoltare. Buoni TUTTI i loro lavori!!! |
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Gli Alestorm si riciclano spesso, un'altra cosa che somiglia molto al ritornello di Drink è il riff di tastiera di Keelhauled di Black Sails |
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@Fabio scusa a quale pezzo ti riferisci? |
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@Silvia: Beh Drink è una grandissima canzone,insieme a 1741 secondo me la migliore dell'album precedente...tra l'altro è una mia impressione o la band track di quest'album ha il ritornello che assomiglia molto proprio a quello di Drink? |
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@Fabio sì forse anche io preferisco Captain Morgan nel complesso anche se Drink è la mia preferita. @Metal Shock sì meritano tantissimo, negli album precedenti c'è tanto folk e qualche venature molto cupa, io la prima volta che li ascoltai ci sentii gli Equilibrium (?!). Questo album non lo commento ancora perché ho sentito solo alcuni pezzi che mi sembrano piatti e "tastierosi" rispetto agli altri, e soprattutto più caciaroni che altro. Spero di sbagliarmi con gli altri pezzi. |
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@Fabio: grazie per il consiglio, a questo punto mi faro` la discografia completa! |
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@Metalshock,di solito considerano il migliore Black Sail at Midnight,anche se per gusti personali ti direi Captain Morgan's Revenge e Back Through Time,in ogni caso li seguo dagli inizi e posso dire con tranquillamente che non hanno cannato un album |
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Non li avevo mai considerati fino ad oggi, ma mi sa` che dovro` anche recuperare i precedenti se sono buoni come questo. Certo non e` folk metal, questo e` power metal con qualche inserto di folk dato dalle tastiere, ma la base e` puro power, anzi quasi direi pirate metal alla Running Wild, anche se li siamo su un`altro pianeta. Simpatici e divertenti, l`ideale per far baldoria, penso che dal vivo ci si diverta parecchio con loro. Un buon 80 se lo merita. |
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Niente da fare, amo questi ragazzi, cazzoni e cazzuti allo stesso tempo. Per me hanno tirato fuori un disco fantastico, come sempre (anche se il primo non si supererà mai). Se vogliamo trovare l'ago nel pagliaio c'è forse il rischio di essere un po' ripetitivi verso la fine. Per il resto niente da dire, sarà la colonna sonora della mia estate (che si tengano pure Despacito, io ho gli Alestorm!!!!) Voto 87 |
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@Altar: ma infatti per me questo non è Folk. Sempre considerato Power, Power/Folk al massimo. Gli elementi pirateschi non possono essere considerati Folk, suvvia! In ogni caso a me divertono abbastanza, anche se forse alla lunga potrebbero stancare e risultare ripetitivi. |
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@Altar: hai pienamente ragione..i tempi del Paganfest e Heidenfest sono lontani, e mi mancano pure, ma quanto fastidio provavo nel vedere in chiusura il solito circo itinerante e i vari Negura Bunget e Moonsorrow suonare 45 min scarsi.. |
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6
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Giudizio dopo il primo ascolto: disco compatto. A contrario degli ultimi due non ha canzoni non ispirate e che mi annoiano (o almeno, non fin da subito ), ma tutte hanno delle linee melodiche catchy e piratesche al punto giusto, con passaggi e riff di tastiera degni delle canzoni dance piú in voga, che ti fanno venire voglia di imbarcarti con questa strampalata ciurma. Voto 75, vedremo se con il tempo diminuirà o lieviterà. |
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ma loro sono "pirate". arrrrrrr |
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Metal per dodicenni, poi da quando mettere due giri di tastiera(sempre i soliti) e infarcirli di cori da osteria farebbe di te un gruppo folk? |
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Bellissima rece, non vedo l'ora di ascoltarlo! |
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Non e' propriamente il mio genere...anzi ne ascolto poco o niente. Ma questi ragazzi mi sono sempre stati simpatici e hanno fatto degli album sempre piacevoli e sul pezzo. Ascolterò anche questo quando vorro' scazzarmi e divertirmi un po' e soprattutto li vedrò dal vivo tra un mesetto e vi sarà da divertirsi. |
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1
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Appena finito di ascoltare, che dire... album divertentissimo, fresco e ben realizzato. Hanno sfornato l'ennesimo grande disco, probabilmente il top della loro carriera. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No Grave but the Sea 2. Mexico 3. To the End of the World 4. Alestorm 5. Bar ünd Imbiss 6. Fucked with an Anchor 7. Pegleg Potion 8. Man the Pumps 9. Rage of the Pentahook 10. Treasure Island
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Line Up
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Christopher Bowes (Voce, Tastiera) Máté Bodor (Chitarra) Elliot Vernon (Tastiere, Tin Whistle, Voce) Gareth Murdock (Basso) Peter Alcorn (Batteria)
Musicisti Ospiti Tobias Hain (Tromba) Jan Philipp Jacobs (Trombone) Tobias Waslowski (Violino) Lasse Lammert (Vibraslap)
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