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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Rhapsody Of Fire - Legendary Years
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22/06/2017
( 6021 letture )
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I Rhapsody Of Fire sono certamente una delle band più importanti mai partorite dal nostro Paese: il loro power metal epico, evocativo ed in qualche modo “cinematografico”, che ha fatto coniare per loro la curiosa definizione di cinematic metal, ha fatto guadagnare loro molti consensi sia in Italia (dove per la verità non sono mai mancate anche critiche feroci), sia all'estero. Negli ultimi anni, tuttavia, i fan del gruppo non hanno avuto vita facile, giacché si sono dovuti districare prima fra Rhapsody Of Fire e Luca Turilli's Rhapsody, progetto dell'ex chitarrista, per poi assistere all'ulteriore abbandono di Fabio Lione ed Alex Holzwarth, unitisi proprio a Luca Turilli per un discusso tour d'addio targato sempre Rhapsody. Confusi? Effettivamente questi ragazzi non hanno brillato per particolare chiarezza, benché almeno apparentemente i rapporti fra loro siano rimasti sempre più che cordiali.
A tal marasma si aggiunge ora anche questa raccolta della band madre che, a tutti gli effetti, porta ancora il glorioso nome dei Rhapsody Of Fire, dopo il “rimpasto” costituito dagli ingressi del cantante Giacomo Voli e del batterista Manuel Lotter. Al di là di ciò che si può legittimamente pensare sulle mosse operate dai musicisti negli ultimi tempi, non si può non riconoscere ad Alex Staropoli ed ai suoi compagni di avventure la voglia di continuare sulla propria strada e di ripartire nonostante le importantissime defezioni, con qualcuno che li ha impietosamente definiti una cover band. Legendary Years, che contiene le ri-registrazioni di brani appartenenti alla Emerald Sword Saga, altro non è che un modo per ricominciare la corsa e per presentare ai fan la nuova line-up dei Rhapsody Of Fire. Nonostante operazioni del genere lascino spesso il tempo che trovano, Legendary Years è comunque una raccolta gradevole: innanzitutto, per ovvi motivi, la qualità del suono è in parecchi casi sensibilmente migliore rispetto ai brani originali; come detto, i pezzi ri-registrati provengono tutti dai primi cinque album del gruppo, all'epoca ancora denominato solamente Rhapsody e, come tali, sono per forza di cose più puliti rispetto alle loro controparti originali. Qualcuno potrà legittimamente obiettare che proprio questa minor pulizia costituiva parte del fascino originale delle canzoni e, tutto sommato, si tratta di una obiezione condivisibile, ma è altrettanto vero che una Dawn of Victory o una Emerald Sword in versione moderna offrono comunque molti spunti interessanti. Come è naturale, i riflettori sono puntati in particolare sul nuovo singer, Giacomo Voli, che ha l'ingrato compito di sostituire Fabio Lione, un vero e proprio pilastro del metal tricolore; la prestazione dell'ex concorrente di The Voice è eccellente e, benché si avverta un po' la mancanza del timbro e del pathos di Lione, possiamo sicuramente promuoverla; come detto non si trattava di una prova semplice ed il buon Giacomo, oltre ad una tecnica invidiabile, mette in mostra anche la chiara, giustissima voglia di non imitare il suo pur illustre predecessore. Il resto, naturalmente, è questione di gusti personali e di “feeling”. Semmai, in alcuni punti desta qualche perplessità la scelta della band di sommergere letteralmente la voce del proprio cantante sotto un'overdose di cori, sempre presenti ma fin troppo in primo piano nel prodotto conclusivo. Va meglio, infatti, sotto questo punto di vista, quando si ha la possibilità di ascoltare il solo Voli, come accade ad esempio in Legendary Tales o nelle strofe di Holy Thunderforce. Quanto al nuovo batterista, anche lui atteso al varco, Manuel Lotter si mostra a sua volta eccellente rimpiazzo di Alex Holzwarth. Anche la tracklist, che pesca in maniera tutto sommato uniforme dai cinque album (tranne per Symphony of Enchanted Lands, omaggiato con ben cinque estratti), è condivisibile e non mancherà di regalare momenti piacevoli agli ascoltatori.
Cosa manca, insomma, a Legendary Years? Un'operazione come questa, per sua stessa natura, lascia come detto un po' il tempo che trova: se la band ha tutte le ragioni per volersi lasciare il passato alle spalle e presentare la nuova line-up che (salvo ulteriori sorprese) porterà in giro per il mondo il nome dei Rhapsody Of Fire negli anni a venire, è altrettanto vero che difficilmente le nuove versioni potranno sostituire nel cuore degli appassionati i pezzi originali. Quel feeling, quelle emozioni sono difficilmente ripetibili, a prescindere dalla bravura dei musicisti coinvolti e dalle ottime prove dei nuovi “acquisti”. Semplicemente, dunque, la raccolta va presa per quello che è: non v'è la volontà di “cancellare” il passato, ma di omaggiarlo per poi ripartire verso il futuro. In tal senso, la prova del nove sarà ovviamente costituita dal futuro album in studio e, a tal proposito, forse sarebbe stato meglio inserire in questa raccolta almeno un brano inedito, giusto per offrire qualcosa di nuovo ai propri disorientati fan.
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91.48 su 158 voti [
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Lo comparo a Day of Purgatory degli Iced Earth, che vede la band ri-registrare le canzoni dei primi album con l'ingresso del nuovo contante Matt Barlow, con la differenza che anche se Giacomo Voli ha una voce stupenda, Fabio Lione è Fabio Lione... |
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Ottimo disco: trattasi di compilation dei pezzi che tutti vogliamo sentire dei Rhapsody in una versione (giustamente) forse fin troppo rispettosa dell'originale. Volo dimostra di essere un cantante tecnicamente molto dotato, a me non fa rimpiangere Lione (che é un talento purissimo ma che é anche molto migliorato negli anni). Non vedo l' ora di vederli a Borgo Priolo! |
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Ottimo disco: trattasi di compilation dei pezzi che tutti vogliamo sentire dei Rhapsody in una versione (giustamente) forse fin troppo rispettosa dell'originale. Volo dimostra di essere un cantante tecnicamente molto dotato, a me non fa rimpiangere Lione (che é un talento purissimo ma che é anche molto migliorato negli anni). Non vedo l' ora di vederli a Borgo Priolo! |
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Sono d'accordo con alcuni dei commenti qui sotto e sottolineo la buona recensione, soprattutto per lo sforzo di essersi mantenuta "neutra". Si tratta indubbiamente (come tutte le compilation) di una operazione commerciale. Staropoli vive di questo mestiere (lo sottolineava anche Sala nella sua intervista) e quindi produce prodotti da mettere sul mercato. Trovo invece di cattivo gusto mettere il nuovo cantante su brani vecchi (e stra-noti!) in una registrazione in studio. Il confronto con Lione è poco elegante e, vincente o perdente, poco rispettoso per entrambi. Sarebbe stato più giusto, utilizzare la sede live, magari con una "interpretazione" dei vecchi brani, da parte del nuovo gruppo e nuovo cantante. Quindi, operazione in fondo non positiva e un po' patetica. Salvo solo la bella copertina, molto suggestiva. Ma i "Legendary Years", appunto perché "legendary", non si possono ripetere. Au revoir. |
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Esatto @Tevildo75, vedremo penso proprio che in parte faranno un percorso di adattamento allo stile di Giacomo! Curiosità a palla  |
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Il gruppo più ridicolo della storia della musica... come se già non facesse abbastanza ridere avere 50 e passa anni ed ancora star lì a menarla con draghi, elfi, maghi e stocazzo... pure insistono ad andare avanti con questa farsa di 3 gruppi (che messi insieme, non ne fanno UNO serio), trovando i polli brufolosi e irreparabilmente nerd che sborsano pure soldi per le loro "opere". Ma dai, ma un minimo di decenza e buon gusto (a parte che aspettarselo da gente che si definisce Hollywood Metal...) |
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@Lux, sono d'accordissimo con il paragone di Deris e va aggiunto che gli Helloween, hanno anche parzialmente adattato il loro stile sulla sua voce, resta da vedere se anche i Rhapsody faranno lo stesso |
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Si @Silvia, concordo assolutamente sul discorso personalità, versatilità e timbro...Fabio è un gigante. Anche perchè penso che probabilmente dal punto di vista puramente tecnico di gestione della voce Giacomo sia superiore, ma Fabio è Fabio, una potenza disaarmante |
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@lux chaos, esatto, il confronto con Deris nella stessa situazione calza a pennello! Anche se credo che la differenza fra Fabio e Voli non sia cosi' tanta, da un punto di vista puramente tecnico. Pero' la personalita' eh, la versatilita' di registro e il timbro sono cio' che rende Fabio unico e inimitabile, almeno x me. Quindi ribadisco che Voli deve costruirsi la sua personalita' e non impuntarsi nel confronto . In bocca al lupo, la potenzialita' c'e' |
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Si ha vinto @Rob! Detto questo, ottima recensione, misurata e chiara, per me condivisibile soprattutto nelle ultime righe! Per me la voce del bravo Voli non regge minimamente il confronto col gigante Fabione nazionale, quindi il disco risulta un po un autogol clamoroso come presentazione del nuovo cantante...un po come se per partire con Deris gli Helloween avesser riregistrato i pezzi di Kiske ...per me è no. Ma sono curioso di sentirlo, come hanno detto in tanti, su canzoni cucite su misura per lui....vedremo. Anche se la magia non sarà mai più la stessa senza Fabio...penso...spero di essere smentito |
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Naturalmente sono quindi d'accordo con la chiusura della recensione e spero che Giacomo (su cui puntano gli occhi di tutti, aiuto! ) trovi la sua strada fuori dal confronto con Fabio |
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Via Fabio, via Luca resta solo Alex. Non era meglio cambiare nome e progetto? Poi presentare il nuovo cantante sui pezzi del vecchio non lo trovo carino perche' porta subito ad un confronto impari, dato che il timbro e la versatilita' di Fabio sono inimitabili e sono nel cuore dei fans. Se Sala e' un accademico, un musicista e un ospite TV beh, chapeau  |
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E ha pure vinto, mi pare. |
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La pupa e il secchione |
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Rob Fleming che partecipazioni televisive ha fatto Alex Sala? |
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A pelle Giacomo Voli mi sta simpatico anche proprio per il suo passato "talent". Ecco perché non vorrei che per lui (e per Alessandro Sala che ha tutta la mia ammirazione per come è riuscito a coniugare studi accademici e studi musicali e partecipazioni televisive) finisse come per i Litfiba o i Genesis di Ray Wilson. |
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8
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In genere per me dischi del genere sono inutili...ma ho voluto comunque dargli una possibilità visto che si tratta di uno dei miei gruppi preferiti. Niente da dire sull'esecuzione, ogni musicista ha svolto egregiamente il compito. Bravo anche il nuovo cantante. La produzione...preferisco quella originale. Globalmente, se ascolto i pezzi in quest'uscita l'emozione e il coinvolgimento stanno a zero. Tutto il contrario se rimmetto i cd originali. Questo per me é ció che conta. Disco inutile. Aspetto il nuovo lavoro. |
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7
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Disco dall`utilita` pari a zero, un disco nuovo e` quel che ci vuole per presentare la nuova formazione, ma a meno di grisse sorprese una cosa si sa` gia`: i Rhapsody sono finiti.l |
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A me queste versioni nuove non suonano poi molto più pulite delle originali, anzi, mi sembra che le originali, seppure più vecchie, abbiano una produzione migliore. |
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Naoto#4: ahahahahah ottimo commento |
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Finalmente una recensione che non parla del recensore. Bravo. |
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Recensione assolutamente perfetta, voto compreso. |
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Grazie per i complimenti e per la segnalazione  |
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Bhe cosa aggiungere alle ultime 12 righe? Puro vangelo. Unica cosa è che per me la voce di Voli, pur bella, vale 100 volte meno di un Lione per potenza, espressività, colore, range...ed è troppo sottilina per il genere...cmq vedremo il futuro disco, vero banco di prova. Segnalo forse un piccolo errore di battitura su "lasciare il tempo che prova"...bella rece, semplice ed esaustiva |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dawn Of Victory 2. Knightrider Of Doom 3. Flames Of Revenge 4. Beyond The Gates Of Infinity 5. Land Of Immortals 6. Emerald Sword 7. Legendary Tales 8. Dargor, Shadowlord Of The Black Mountain 9. When Demons Awake 10. Wings Of Destiny 11. Riding The Winds Of Eternity 12. The Dark Tower Of Abyss 13. Holy Thunderforce 14. Rain Of A Thousand Flames
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Line Up
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Giacomo Voli (Voce) Roberto De Micheli (Chitarra) Alex Staropoli (Tastiere) Alessandro Sala (Basso) Manuel Lotter (Batteria)
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