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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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17/08/2017
( 9051 letture )
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La prima metà del 2017 è oramai alle spalle e bisogna dire che gli ascoltatori death metal hanno avuto pane per i loro denti: i prepotenti ritorni di Immolation, Vallenfyre e Cut Up sono solo alcuni degli ottimi lavori usciti sinora. Nel novero dei nomi importanti che si sono presentati all'appello in questo 2017 ci sono anche gli Obituary, storici numi tutelari del settore tornati a marzo con il decimo disco della loro carriera e secondo full length edito dalla Relapse Records. Per il raggiungimento del traguardo della doppia cifra il quintetto della Florida ha scelto la via dell'autocelebrazione, auto-intitolandosi il disco e mostrando nella copertina solamente lo storico logo della band, posto in bella vista su sfondo nero. Un traguardo sicuramente importante per i fratelli Tardy, che con questi particolari sembrano voler rimarcare la propria identità dopo più trent'anni dalla fondazione.
Identità che, come più o meno tutti sapranno, era andata persa in maniera preoccupante con gli scialbi Xecutioner's Return e Darkest Days grazie anche alla presenza di Ralph Santolla e di un songwriting non certo esaltante. Inked In Blood del 2014 aveva dato degli incoraggianti segnali di ripresa, pur sempre restando almeno un paio di gradini sotto i cinque album pre-scioglimento ed anche al ritorno Frozen In Time, che per un certo periodo ha rappresentato una vera e propria deadline nella carriera degli Obituary, oltre la quale era meglio stendere un velo pietoso. Obituary continua, fortunatamente, su quella strada e migliora ciò che era stato fatto sul precedente album con una produzione migliore ed una maggiore varietà compositiva, che emerge soprattutto nelle prime tracce del disco. Il merito di questo va anche al chitarrista Kenny Andrews, più coinvolto in generale rispetto al precedente e che mette la sua impronta subito nella breve ma incalzante Brave e soprattutto Sentence Day, pezzo scelto come primo singolo che ha spiazzato un po' tutti per via della lunga sezione solistica. A proposito di questo, Donald Tardy in un'intervista ha detto che voleva fare un pezzo che ricordasse Hit The Lights nella struttura a "cascata" degli assoli e l'intento si può dire riuscito, dato che dopo un primo smarrimento iniziale Sentence Day piace e, soprattutto, le parti solistiche non risultano totalmente fuori dal contesto come per i dischi di santolliana memoria. Con A Lesson in Vengeance gli Obituary tornano alle radici del loro suono con un mid-tempo quadrato e trascinante che ricorda i Celtic Frost (influenza sempre ricordata dal gruppo) e John Tardy emula Tom G. Warrior egregiamente. Anche qui c'è stupore, ma non in senso negativo, e si rimane piacevolmente soddisfatti da questa voglia di variare lo schema. Cosa che si presenta anche su End It Now, sfuriata quasi thrash all'inizio e alla fine (dotata di un assolo "slayeriano") con la doppia cassa di Donald Tardy a sconquassare tutto e la sezione centrale dai tempi più canonici per il gruppo, ma egualmente feroce. Ma gli Obituary sanno anche far male suonando alla loro classica maniera ed il muro sonoro tirato su dal trio Tardy/Butler/Peres su Kneel Before Me ne è un esempio lampante. Proprio qui la produzione riesce a valorizzare al meglio i tre, rendendo compatto e contemporaneamente distinguibile il loro lavoro, sul quale s'innesta l'assolo, stavolta nello stile lancinante di Allen West, col quale si torna con la mente al 1992. Stesso effetto che sortisce anche It Lives, pezzo ancora più rallentato del precedente che ci porta nella seconda parte del disco, meno varia e purtroppo anche meno ispirata. Betrayed è infatti il primo passo veramente falso di Obituary, anonimo e probabilmente il filler più grosso di tutto il disco, con la sensazione di noia che arriva presto e lo stesso si potrebbe dire di Straight To Hell, quest'ultima almeno salvata da una efficace parte rallentata macera budella. Turned To Stone fortunatamente si piazza tra queste due e risolleva la situazione, pur essendo "solo" una buona canzone dotata di tiro e delle caratteristiche che ci si aspetta dagli Obituary. L'unico pezzo già edito Ten Thousand Ways to Die si posiziona sulle stesse coordinate, risultando però un po' meno interessante e chiudendo le versioni in vinile di Obituary. Le edizioni in CD e digitale invece comprendono una bonus track, No Hope, che riprende lo stile e le idee delle due tracce iniziali e rappresenta una conclusione migliore, più agile e diretta. Difficile capire come sia possibile averla esclusa dagli LP, dato che inoltre il minutaggio è tutt'altro che esteso.
Giunti alla fine dell'ascolto arriva il momento di tirare giù le conclusioni e, come potrete aver intuito, sono sicuramente positive. La formazione è ad oggi rodata ed affiatata, con i fratelli Tardy e Trevor Peres che hanno trovato in Kenny Andrews e Terry Butler non solo delle spalle ma delle ottime parti integranti del suono. Il lavoro dell'esperto bassista (ex-Death, Massacre e Six Feet Under) viene messo finalmente in risalto senza risultare invadente, cosa non del tutto scontata quando si parla di death metal. Ovviamente una menzione d'onore va fatta anche per l'inossidabile John Tardy, quarantanove anni compiuti a marzo che vomita ancora in maniera inconfondibile parole e versi. Gli Obituary sono dunque tornati con un disco che riesce ad abbinare un'ottima produzione a dei pezzi ispirati e la cosa non può che far piacere. Come detto, Obituary mostra una tracklist più varia ed influenzata anche dai classici che hanno formato il gusto della band, senza però perdere lo stile e l'impronta che hanno reso grande il gruppo. Grazie anche a questo, risulta più longevo di Inked In Blood, nonostante la presenza di un paio di passaggi meno ispirati. Certamente i capolavori della band rimangono lassù nell'Olimpo del death metal e non sarà Obituary a scalzarli, ma non è sicuramente questo l'intento del gruppo. Con questo disco si può dire che gli Obituary siano tornati in carreggiata in maniera più salda, solo il tempo ci dirà se saranno in grado di mantenere il giusto equilibrio, evitando gli inciampi che già più di una volta hanno accompagnato la loro carriera.
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Gran bel disco. Gli ultimi degli Obituary sono un effettivo ritorno al loro pieno potenziale, per me hanno fatto dopo Cause Of Death un bel po\' di dischi dimenticabili. Questo per me è il più memorabile. Voto: 85 |
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minkiaaa!!! cosa mi sono perso??!!!! |
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I numeri 1. Gli Obituary sono i meglio e non si battono. Dischi fatti fino a l'altro ieri, i piú onesti e sinceri cazzari di gusto un'istituzione quasi mitologica ma terrena da trent'anni da quel Slowly We Rot del 1989. Onore e gloria ai fratelli Tardy sono da clonare, insieme alla voce e la chioma di John Tardy, come fa ad avere quei capelli a cinquant'anni ancora, boh. Queste tonalità distruttive e magniloquente da chitarra corrosiva sono uno spasmo per tutti i deathster con la bava alla bocca per queste sonoritá e lo spauracchio per ogni fine nuova band death metal moderna: senti come spacca Donald con quella piccola batteria e cosa ti combina tipo su "Et It Now" che ti fa, e regge in tutto il disco scoperchiando la batteria; John..una voce abrasiva, virulenta..che è un patrimonio dell'umanità. Per me the best voice of death metal in the world and universe!!! Groaaaaaaarrrrhhh. Tanta tanta tanta... non l'ho ancora detto tanta? tanta stima per questa band, dimostrando che con poco si fa un buon disco. Da sottolineare le parti di chitarra nell'interezza non da poco e i fraseggi finali di "Then Thousand Ways to Die"...quanta povertá...che bava che mi è venuta. Gli fa 10 a 0 al nuovo disco dei Possessed per dire..su suono di produzione, canzoni, parti strumentali ed emozioni che fomentano un pogo e un salto nella folla, raccogliete i caduti e correte correte fino alla fine. Da ascoltare e riascoltare e ancora riascoltare, un disco del 2017, mezz'ora di potenza e trasgressione senza compromessi. OBITUARY, Il vostro logo ce l'ho marchiato sotto nell'animo accanto a quello degli slayer, exciter, 'tallica, maiden, death e compagnia bella. |
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80 anche per me! Meglio del precedente secondo me. Un bel modo di festeggiare il traguardo del decimo album! Rimangono anche a distanza di quasi 30 anni un gruppo stilisticamente unico, inimitabili e riconoscibili anche dopo 5 secondi! Avanti così !!! |
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“Tirar giù” le conclusioni non ha prezzo. Grande Diego! e allora tiriamole giù queste conclusioni: per me il miglior disco dei fratelloni dai tempi di Frozen in time. Mi era piaciuto un sacco anche il precedente ma questo ha alcuni pezzi con una marcia in più, veramente ispirati. Concordo sul fatto che la prima parte vince sulla seconda anche se Turned to stone è ipnotica, e la riascolto sempre volentieri. Sono contento che abbiano trovato la quadra con questa formazione (bye bye Santolla e a mai più) e i risultati si sentono di alla grande con un John spettacolare. Unica nota negativa è la copertina, non brutta ma mi sarei aspettato un bell’artwork come fatto in passato. Per me 80 |
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A nonchalance, 3 cose hai detto e manco mezza ne hai azzeccata, e mmo bbasta ahahahaha .-D |
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Era un intervista fine anni 90 dopo Back From... non erano sicuri di continuare ancora e disse questo.... nessuna promozione |
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Vabbé, allora era "pura promozione".. Contento, comunque, che ritenga "The End Complete" il più viscerale > è il mio preferito _ Anche se, trovo sia meno death ma più doom..insomma, il più strascicato! |
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Era su un vecchio hm degli anni 90 e diceva che solamente la produzione gli piaceva ma il disco era il peggiore è non era 100% obituary e che solo con West la band da il massimo... poi diceva che demise era il suo preferito è che end complete era il più death e viscerale che potevano fare |
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Non le evitano perché è il disco preferito dai loro fans...sennò li linciano..  |
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Ad esempio, a me dei primi tre è quello piace meno.. Però, non mi pare dicesse proprio così. Ma, magari che: avrebbe voluto ci fosse ANCHE West. Forse era più dispiaciuto della non presenza del compagno d'avventure nell'album? Chi lo sa?! Anche perché, non mi pare evitino tanto le canzoni di quell'album dal vivo. _ Comunque, si sente che lì mancano le sue tipiche "alzate" di corde..  |
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A volte gli artisti hanno una visione un po "bizzarra" dei loro lavori ahahahah  |
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beh, un punto di vista alquanto bizzarro... evidentemente era in un momento che aveva alzato un po' il gomito... il migliore (secondo me, ma a quanto vedo non solo secondo me) lo giudichi il peggiore??? O_O |
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Andavo matto per questa band una volta e ancora adesso non mi dispiacciono, ma purtroppo non mi piacciono più come un tempo... un ultima divertente nota è che lessi un intervista d epoca al cantante il quale dichiarava che il.peggior disco da loro prodotto era cause of death perché era l unico album dove non era presente il chitarrista West e non era al 100% obituary.... |
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Personalmente reputo questo disco mooolto superiore rispetto alle ultime uscite degli Obituary, e sono contento che finalmente la band abbia portato qualcosa di buono al proprio pubblico! Spero continueranno così! |
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@mulo, volevo proprio dire che è migliore di frozen in time, che è stato a mio avviso l'ultimo ottimo album che abbiano fatto, ci voleva un album come quest'ultimo |
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Non ho mai accomunato frozen in time a The end complete. Quest'ultimo è molto dinamico ed ha un sound molto live spaccaossa da headbanging. The end è oscuro ovattato, piu lento e claustrofobico. Li sento cosi distanti... Anyway ora non vedo l'ora di ascoltare quest'ultimo. |
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Al massimo, è una summa di quanto fatto prima. Vedasi i tribalismi di "World Demise".. Mi pare fossero "scarti" di qualche anno prima. Comunque, sicuramente non è una fotocopia di "The End Complete"! |
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Secondo me questo è meglio. Frozen in time è la fotocopia di The end complete |
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Cazzo questo è il miglior album dai tempi di frozen in time |
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Felice di non essere l'unico allora ad apprezzarlo da morire. Pesantissimo World Demise e davvero bella l'idea di trattare il rapporto uomo-natura che secondo me si sposa benissimo con la musica tossica degli Obituary. Rialzo ad 80 il qui presente album, davvero un gran tiro \m/\m/ |
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A me piace da matti World Demise..be' il trittico iniziale è storia, a me piace molto anche Back from the Dead, negli anni 90 erano in forma..dopo qualche passo falso ( xecutioner's Return) hanno rimesso le penne! E si sente, senti questo che roba...!! |
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Finalmente sono tornati con un buonissimo album. 75 anche per me, magari col prossimo faranno ancora meglio e Tardy resta sempre una voce assoluta. PS. qualcuno mi spiega perchè World Demise è messo in secondo piano? secondo me non ha nulla da invidiare al trittico iniziale della loro discografia |
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Finalmente... ormai mi ero rassegnato nel leggere la recensione nella sezione"album rispolverati"!!! Però d'accordo sia con la rece che con il voto,purtroppo i loro capolavori sono ormai passati,ma quest'album è convincente e ben suonato da dei maestri del genere! |
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Mi fa piacere che in generale sia piaciuto il ritorno degli Obituary e ringrazio per la stima e gli apprezzamenti . Purtroppo il tempo latita e mi spiace che sia uscita tardi, è un periodo così per questioni personali ma passerà  |
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il loro logo è troppo bello. Dopo anni di onorata militanza...W i Tardy's brothers!! |
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voto ed elogi meritati, per un più che onesto disco dei mitici Obituary. |
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Meglio tardi che mai... è uscito da mesi  |
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@Satanasso, io la sapevo così. John -il cantante- stava trombando con la sua bella, lei gli fa, con la vocina tipica delle donne americane: Oh my davling, cevchiamo di venive insieme.. e lui dopo un'ora le ha risposto col suo ruggito: Scusa tesovo, sono venuto Tardy... |
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...meglio tardy che mai |
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Sentito diverse volte, si ci siamo concordo...album piacevole e da 7 per me..magari non lo metto tra le migliori release dell'anno nel Death ma fa' il suo lavoro e poi mi fa' sempre piacere vedere e sentire all'opera gli Obies. Tra l'altro anche a me ed ero uno dei pochi era piaciuto Inked in blood ( produzione a parte). Per il resto concordo anche io con Undercover, piu recensioni Death a Diego Trubia a nome di tutti i Deathster di metallized. |
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Concordo su quasi tutto..ora, però, aspettiamo la recensione di "Frozen in Time"! \m/ E, magari, del live..ehm di "DEAD"! |
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Ha ragione Undercover..più roba death! Ora tocca alla recensione dei Sinister..una bomba pure quello, e grandi Obies come sempre. |
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Bella rece Diego. Si, dai, caruccio, leggermente più ispirato dei precedenti, anche se ben lontano non solo dai capolavori storici ma anche dal buon frozen in time (vera deadline per il gruppo, come dice la rece). Siamo sul 6.5/7 per me |
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"Inked In Blood" aveva i pezzi buoni e una produzione orripilante, questo finalmente è un disco Obituary come si deve, non un capolavoro, ma decisamente divertente dall'inizio alla fine. Fa piacere leggere la rece di Diego, dategli più roba death da recensire. Mi allineo al suo voto. |
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Finalmente! Album che sento da quando è uscito, anch'io penso che Tardy alla voce sia in forma, considerando che sarà sui 50 anni credo..ma tutta la band suona con entusiasmo, album ben riuscito davvero anche per me 75 è un voto giusto. |
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Mi è piaciuto parecchio,Obituary al 100% . Ottima prestazione della band e soprattutto di John "corde vocali d'acciaio" Tardy, ha monopolizzato la playlist della mia primavera/inizio estate. Voto giusto. End it now è un macigno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brave 2. Sentence Day 3. A Lesson In Vengeance 4. End It Now 5. Kneel Before Me 6. It Lives 7. Betrayed 8. Turned To Stone 9. Straight To Hell 10. Ten Thousand Ways To Die 11. No Hope (bonus track)
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Line Up
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John Tardy (Voce) Trevor Peres (Chitarra) Kenny Andrews (Chitarra) Terry Butler (Basso) Donald Tardy (Batteria)
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