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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Backyard Babies - Making Enemies Is Good
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14/04/2018
( 1537 letture )
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I Backyard Babies hanno il grosso merito, assieme ad altre band scandinave come gli Hardcore Superstar e i "cugini" The Hellacopters (proprio di quest'ultimi ha fatto parte Dregen), di aver tenuto in vita un certo tipo di hard rock derivante dal punk e dal glam degli anni 70 ed affermatosi nel decennio successivo grazie a gruppi conosciuti come i Motley Crue e gli Hanoi Rocks. Negli anni 90 è risaputo che il genere subì una battuta d'arresto drastica, quasi scomparendo anche a causa della nascita e dell'affermazione del grunge. Gli svedesi dovettero perciò tener duro dall'anno della loro fondazione, nel 1989, fino al 2001, poiché nonostante l'uscita di album validi come Diesel & Power (1994) e soprattutto di Total 13 (1998), sarà con Making Enemies is Good che i quattro di Nässjö riusciranno ad affermarsi nelle charts svedesi, facendosi conoscere anche al di fuori dei confini.
Il perché del successo dell'album è presto detto: un rabbioso hard rock puro, nudo e crudo come mamma l'ha fatto unito a delle spruzzate punk rock. Il sound esce perciò in diversi frangenti con naturalezza, potente e grintoso, colpendo secco sui riff spasmodici delle chitarre e sulla sincerità della sezione ritmica. Inoltre i Backyard Babies riescono a controllarsi con un'accorta maturità in altre situazioni ed è proprio lì che nascono i pezzi migliori, le hits del disco, a partire dalla fantastica The Clash. Una song segnante l'album e l'intera rinascita del glam, un susseguirsi di strofe marcate e di ritornelli da cantare a squarciagola nei locali notturni di Stoccolma, divenuta la Los Angeles degli hardrockers del nuovo millennio. Brand New Hate è praticamente la titletrack non dichiarata del disco: un brano diretto dal ritornello trascinante e dalle scorribande di chitarra in pieno stile eighties; mentre Colours è lenta ed equilibrata, una chicca racchiusa da un sottofondo di tastiere "zeppeliniane"e dai synth dalle atmosfere plumbee che esplodono a cavallo dei tre minuti. Momenti tenebrosi pervadono pure la successiva My Demonic Side, sulla quale vengono spazzate via le sonorità festaiole per lasciar spazio a chitarroni suburbani sparati al massimo. Impossibile non citare la disarmante Ex-Files: il brano più particolare del lotto e per certi versi trascendentale, estraneo alle dinamiche hard rock imposte sinora, sconfinante in territori dark dal sapore tribale benché predisposti al XXI secolo. Una song affascinante da assaporare lentamente, al contrario della combo formata dalla goliardica Heaven e dalla "punkettona a bestia" Too Tough to Make Some Friends, in pieno stile West Coast, sulle orme di Bad Religion e affini. Infine, Painkiller è la giusta fusione fra romanticismo (qui ben evidenziato dall'apporto del pianoforte e degli archi) e adolescenza perduta all'inseguimento di un sogno chiamato rock'n'roll. È la song perfetta per racchiudere il sound malinconico di giovani ormai cresciuti ma musicalmente ancora a caccia di un punto di riferimento sul quale appoggiarsi.
Un punto di riferimento a simboleggiare la loro odierna dimensione musicale che gli svedesi non troveranno mai in giro per il mondo, trovandosi nella condizione, assieme ad altre fiere band della penisola scandinava, di doversi ergere a paladini di una nuova era, alfieri in prima linea di un revival tuttora persistente. Un merito da condividere con gli antenati del genere, ma anche e soprattutto frutto del sudore disperso in anni ed anni di gavetta, di esibizioni di fronte a vecchi rockers in piccoli pub. Dal punto di vista tecnico poi la mano del producer Tomas Skogsberg è stata in grado di affievolire la proposta grezza del quartetto, concentrandosi sulla voce da ragazzo maturo di Nicke Borg, sulla potenza della batteria di Peder Carlsson e su effetti moderni che rendono il prodotto fruibile anche dopo diversi anni.
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7
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Disco obbligatorio per gli amanti dello Street Glam scandinavo! |
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6
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devastante puro roknroll spruzzato di streetglam ancora oggi l ascolto
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5
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Praticamente i progenitori delle moderne band della cosiddetta New wave of Scandinavian hair Metal! Album favoloso, tra sleaze punk glam, l'attitudine pazzesca che hanno conservato nel tempo. Fare un'elenco dei brani più belli è impossibile, tutto il disco è favoloso, per me da 90. |
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4
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Devastanti come sempre: menzione speciale per Star War in odor di Warrior Soul; la motorheadiana I love to roll, Brand new hate; The Clash; Bigger W/A Trigger e Painkiller che a dispetto del titolo è stupendamente dark. 80 |
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3
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il gruppo mai seguito, ma in quel periodo ricordo perfettamente la splendida "the clash" tratta da questo album... è vero, una canzone da cantare a squarciagola... |
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2
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Grande album veramente da avere assolutamente x me voto 90 |
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1
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Stupendo, preso al tempo dell'uscita e consumato di ascolti, un grande mix di rock n'roll, punk e una spruzzata di decadenza, per me il loro migliore insieme a total 13 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. I Love to Roll 2. Payback 3. Brand New Hate 4. Colours 5. Star War 6. The Clash 7. My Demonic Side 8. The Kids Are Right 9. Ex-Files 10. Heaven 11. Too Tough to Make Some Friends 12. Painkiller 13. Bigger W/A Trigger
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Line Up
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Nicke Borg (Voce, Chitarra ritmica) Dregen (Chitarra solista, Cori, Voce nella traccia 5) Johan Blomqvist (Basso) Peder Carlsson (Batteria)
Musicisti Ospiti: Thomas Skogsberg (Tastiera nella traccia 4)
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RECENSIONI |
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