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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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10/06/2019
( 6194 letture )
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Nel panorama death metal del nuovo millennio, gli svedesi Amon Amarth incarnano una band che da tempo occupa il centro della scena. Nati come Scum nel 1988, quattro anni dopo adottano il nuovo nome, mutuato dalla lingua Sindarin di tolkeniana invenzione, dove Amon Amarth identifica il vulcano della terra di Mordor in cui è stato forgiato l’anello del potere. L’esordio discografico dei nostri sulla lunga distanza arriva nel 1998, proponendo sonorità assai più dure e dirette rispetto a quelle cui la band ci ha abituato negli ultimi anni, a seguito cioè della svolta melodica, che gli ha comunque consentito di raggiungere un ancor più ampio successo commerciale.
Berserker, undicesima fatica in studio di Johan Hegg e compagni, esce ancora una volta per la Metal Blade Records, venendo rilasciato sul mercato il 3 maggio scorso. Chi si aspettasse dal titolo, che omaggia i celeberrimi e spietatissimi guerrieri scandinavi, un ritorno alla violenza della prima ora, rimarrà tuttavia deluso. Da un punto di vista sonoro, infatti, l’album si pone in linea con le ultime release, per quanto possa risultare lievemente più aggressivo. Riguardo la line-up, ad affiancare lo storico vocalist ci sono le due asce Olavi Mikkonen e Johan Söderberg e il bassista Ted Lundström, tutti presenti in formazione già dagli anni Novanta. L’unica novità la troviamo invece alle pelli, con l’ingresso del cileno, ma svedese d’adozione, Jocke Wallgren, ex Vituperation e Valkyrja. Alla produzione c’è il canadese Jay Ruston, mentre il mastering è stato affidato a Paul Logus, entrambi all’opera in For All Kings (2016) degli Anthrax. La cover art, su cui campeggia un berserker che affronta spavaldamente i dardi che stanno per colpirlo, è stata curata da Brent Elliott White, autore anche di quelle di Dystopia (2016) dei Megadeth e, questo stesso anno, di Humanicide dei Death Angel.
L’album si compone di dodici tracce per un totale di quasi un’ora di musica, facendo di Berserker il disco più lungo rilasciato dagli Amon Amarth. Per quanto le capacità tecniche e compositive degli svedesi siano di indubbio livello, minutaggi come questo espongono sempre al rischio di appesantire l’ascolto, scongiurato dai nostri grazie alle melodie ispirate in diversi passaggi e al ricorso a riff orecchiabili, elementi evidenziabili già nella doppietta iniziale Fafner’s Gold -impreziosita da un’intro acustica- e Crack the Sky. Proprio Crack the Sky, rilasciato peraltro come secondo singolo dopo Raven’s Flight, rappresenta l’unica traccia sotto i quattro minuti, insieme a Shield Wall, forse la più violenta del lotto. L’ascolto scorre via piacevolmente, senza flessioni e senza imbattersi in inutili filler, riconfermando, brano dopo brano, un’identità musicale chiara da parte del gruppo. D’altro canto, volendo trovare un limite all'album, manca un passaggio che si imponga sugli altri in maniera decisa e memorabile. Circa i testi, per i quali è accreditato Johan Hegg, questi sono incentrati sulla mitologia norrena, come del resto titoli quali Mjölner, Hammer of Thor e Skoll and Hati lasciano subito intendere, senza dimenticare Ironside, che narra invece le gesta di Björn Ragnarsson. La chiusura è affidata alla più malinconica Into the Dark.
In conclusione, Berserker è un lavoro ispirato e ben curato. Per quanto sia possibile cogliere un’attitudine più aggressiva rispetto alle ultime uscite degli Amon Amarth, appare pienamente confermato lo sconfinamento in territori melodici. Non siamo di fronte a un lavoro epocale, bensì all’ennesima dimostrazione che gli svedesi rappresentano una delle realtà più solide con un background nel metal estremo ad aver fatto breccia sul mercato, come confermano anche i riscontri di vendite e di classifica.
Buon ascolto e che il metallo sia con voi!
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Ma vuole essere viking?Death?Power?Heavy melodico?Di tutto un pò?Quasi un\'ora di musica a mira epica destinata a scontentare l\'ascolto, confusamente in bilico tra classico e moderno.Queste produzioni semi ibride non le capisco e tanto meno le apprezzo. |
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Ma dell'ultimo album vi siete dimenticati? Detto ciò sono d accordo con il recensore, 75 per me |
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Com'è si fa a dare 78 a questa ciofeca e 74 a Twilight è un mistero |
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Disco imbarazzante. In alcuni ritornelli sembra di sentire i Rhapsody versione Death Metal, tipo Fafner's Gold. Ormai sono bolliti, e non da questo disco, almeno da Surtur Rising. Musica di plastica per ragazzini. 35. |
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Pessimo disco a parer mio, fiacco come non mai, dopo due brani già non ne posso piú. Sta band è marcita completamente dopo TOTTG, voto 48 |
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un buon album con alcuni pezzi eccellenti e belli tirati. Con 3 o 4 canzoni di meno sarebbe stato migliore e piú compatto.
Non sarebbe meglio concentrarsi su 8/9 pezzi invece di farne 12? |
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@AkiraFudo Altri album sono svampiti/molli, come testi siamo sulla via giusta, poi non è che nel 2019 siano usciti album strepitosi. |
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@Gabriele, a me il disco è piaciuto e trovo che lo si critichi più del dovuto ma, fortunatamente per il ns genere preferito, NON è il miglior album metal del 2019  |
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Nettamente il miglior album metal del 2019. Eccellente dall'inizio alla fine e mi piacciono pure i video. |
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Avevo gia sentito la band anni fa ma non è il mio genere, ma questo mi è piaciuto tantissimo
Voto 90
\m/ |
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@22 TeschioTheSkull: è dall'esordio che trattano queste tematiche |
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Rispetto al precedente lavoro tende a restare più scolpito nella testa, forse perché più vario nella track list, quindi a mio avviso comunque un passettino in avanti considerato il lavoro piatto di tre anni fa. Ma questo non esime il platter dall'esser considerato un mezzo passo falso. Purtroppo ci sono più ombre che luci durante tutta la durata dell'album. E' prolisso senza che ce ne sia il bisogno, si potevano benissimo tagliare più di due tracce (Valkyria, Ironside, e Wings of Eagles le trovo decisamente vuote) è troppo melodico, dove considerati i temi trattati dalla band avrebbe giovato più ferocia e cattiveria come in passato. Non si ha la voglia di riascoltarlo una volta finito il primo passaggio. Per contro trovo efficace ed incisiva come sempre la prova di Johan Hegg come efficaci sono Raven's Flight, e Mjolner le gemme che tengono in vita un album che altrimenti sarebbe stato di un'insufficienza disarmate. Voto: 62 |
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ho ascoltato il disco un pò di volte, non mi dispiace l'album anche se questa vena melodica non fa molto per me, hanno fatto il compitino eseguito bene anche se fino a twilight erano un'altra storia, riguardo a twilight e with oden forse meritavano una decina di punti in più rispetto al voto che gli è stato attribuito. |
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@kai : va bene, intendevo dire un altra cosa..  |
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Così si può andare ai concerti scimmiottando i vichinghi, ma con i vestiti di marca. |
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Non è una bimbominkiata, è marketing, hanno la linea di vestiti che si chiama proprio come il disco, sfruttando l'immaginario dei vichinghi diffusosi anche in tv e cinema. |
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A me hanno stufato gli stereotipi tipo sta copertina, scusatemi tutti ma la trovo una (anacronistica) bimbominkiata. Sorry |
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Mi avevano stancato già con Jomsviking. A questo punto valeva la pena tentare soluzioni con la voce pulita. Suoni pseudo maiden con il growl non mi fanno impazzire, sembra metal addomesticato. Peccato perchè avevano un potenziale notevole.... |
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20
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Voto totalmente sballato, ancora di più se confrontato a Twilight Of The Thundergod (discone immenso da 85/90).
L'album in questione non è brutto ma è di maniera, non particolarmente ispirato, a conti fatti leggero e senza mordente.
Negli ultimi anni la vena "heavy" ha decisamente preso il sopravvento su quella estrema, ma come in Jomsviking, ogni tanto sembra di sentire i Maiden col growl (il che, letto così, sembra più interessante di come è nella reltà!).
Sufficienza raggiunta perché l'abilità a tirare fuori melodie accattivanti c'è sempre ma manca il corpo, l'aggressività e la ferocia che ti aspetti dagli Amon Amarth. |
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Concordo con la maggioranza di chi ha commentato, album fatto con lo stampino, poco ispirato e con un suono poco incisivo, voto 65, non di più. |
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Va bene tutto eh, ma se questo è un disco ispirato e ben curato, io dal 1998 ho sbagliato a comprare tutti i dischi. A me sembra un disco ruffiano, banale e suonato e prodotto con lo stampino. Voto regalato. |
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A me invece infastidisce suonino prima degli Slipknot e non per ultimi  |
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16
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Al solo pensiero di vederli dopo i Testament, mi viene lo scorbuto. |
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E' passato come l'acqua sui sassi. Forse non ho avuto tempo di ascoltarlo con calma, forse c'è dell'altro di meglio, forse non è qualcosa che ti resta. Leggendo i commenti di Monsieur AkiraFudo e ancor più di Monsieur mariamaligno, probabilmente lo devo approfondire. Hanno sempre fatto ottime cose, soprattutto i loro primi album. Mi riservo di ritornarci, altrimenti scorrerà come l'acqua e io preferisco il vino. Au revoir. |
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14
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Li ho persi ai tempi di Versus ed erano molto bellini, ma penso ormai sia cambiato tutto. Ascolterò per vedere se realmente han avuto o meno questo declinio. |
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13
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Disco nella media, c'è tutto quello che ci si poteva aspettare. Poco superiore rispetto al precedente che a parere mio era stato un bel buco nell'acqua |
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12
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il disco è veramente blando. C'è qualche pezzo notevole, ma parliamo comunque di poca roba. Purtroppo gli amon amarth mi sembrano una band in netta decadenza |
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11
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@mariamaligno, hai scritto esattamente come la penso io in merito agli ultimi AA e a questo album in particolare. Voto della recensione a mio parere giustissimo. |
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10
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Dissento completamente dai commenti sottostanti. Ammetto che Crack The Sky nella sua pacchiana semplicità radiofonica mi aveva fatto temere il peggio invece il disco nella sua interezza mi ha fatto ricredere. Enorme passo avanti rispetto allo scialbo Jomsviking. Certo all'11mo album non possono più avere i livelli di TA,TC, VTW, FON o WOOOS ma è impressionante come questa band sia incapace di scendere al di sotto di certi standard qualitativi. Il blocco centrale in particolare, che va dalla traccia 4 alla 8 è di una solidità indiscutibile, pezzi possenti e degni del passato. The Berserker At Stamford Bridge nel suo incedere drammatico, teatrale e guerresco ha poco da invidiare a certi pezzi di VTW .L'ultima traccia è un altro capolavoro come da tradizione Amon Amarth quando si tratta di chiudere i dischi alla grande. Anche i pezzi più easy e banalotti come Wings Of Eagles ,When Once Again, Crack The Sky polverizzano certe oscenità di Jomsviking(one against all, on a sea of blood,a dream that cannot be per dirne alcune ma non ho mai sopportato neanche la tanto amata quanto tamarra Raise Your Horns). In sostanza ci assestiamo sui livelli di Deceiver e Surtur e sinceramente a questo punto della loro carriera non mi posso lamentare. Johan Hegg è tuttora il miglior growler in circolazione quantomeno tra i gruppi più conosciuti. Ovvio li preferivo anch'io più grezzi e death metal oriented ma alla fine sti ragazzi a 45 anni suonano ancora lo stesso genere senza particolari stravolgimenti, la melodia e l'amore per i Maiden e tutto il metal classico ci sono sempre stati (ascoltando l'esordio Once Sent è lampante) e del resto come dar loro torto..sono metallari ci mancherebbe passassero a fare altro..la qualità è scesa un pò ma ribadisco il livello è comunque sopra la media. Voto giustissimo, al limite è troppo basso quello di With Oden On Our Side ma teniamo conto che sono recensioni vecchie con una discografia di soli capolavori alle spalle, i parametri vanno riaggiornati man mano che le opere da confontare aumentano. Ottimo, veramente ottimo disco. |
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9
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...voto che ci sta tutto; l'ho trovato molto gradevole, più del precedente, coerente con lo stile della band ma più ricercato nelle melodie, sempre azzeccate senza sacrificare l'impatto. Sinceramente non so cosa dovrebbero fare per tacitare gli insoddisfatti cronici, che pare si raccolgano tutti su questo sito visti i voti che il disco sta raccogliendo: i dischi post - "Twilight..." venivano attaccati perché privi di novità, questo e il precedente perché non piace la nuova (??) vena "classic metal"... ma che dovrebbero fare? Inserire un po' di prog / avantgarde blackeggiante, che fa tanto figo di questi tempi, o un po' di funeral doom? Certamente sbaglierò, ma sono convinto che dietro la perentorietà di certi commenti si celi tanta superficialità e nulla più che un ascolto fugace sul tubo... poi ovvio, i gusti sono gusti... |
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8
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Niente di più, niente di meno dell’album precedente. Ben fatto, il vocione di Hegg sempre piacevole... ma dopo 2/3 ascolti è destinato a prendere polvere sullo scaffale... A un 70 non ci arriva. |
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7
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78 è veramente fuori scala, album da 60/65, non di più. |
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6
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Commento 5 perfetto.. album piacevole ma non è un granché.. |
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5
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Sinceramente dopo i due singoli sottotono rilasciati mi aspettavo di peggio, ma fortunatamente non è stato così, è un disco piacevole che scorre tranquillamente traccia dopo traccia, ma ahimè non offre granché, non mi da quella voglia di riascoltarlo poiché non mi rimane impresso, mi pare più un disco che può piacere più ad un ragazzino neo metallaro o di chi di metal ne mangia poco e si accontenta con poco. Quindi tutto sommato è un lavoro sufficiente, ma quel 78 mi pare eccessivo, opterei più per un 65. |
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3
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UN 78 regalato. Peggio di questo non potevano fare |
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2
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Concordo con DP, voto assurdo. Il disco purtroppo noioso e senza mordente, salvo due tracce carine, voto 40. |
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1
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78 come WOOOS e di più di Twilight…...stiamo scherzando? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fafner’s Gold 2. Crack the Sky 3. Mjölner, Hammer of Thor 4. Shield Wall 5. Valkyria 6. Raven’s Flight 7. Ironside 8. The Berserker of Stamford Bridge 9. When Once Again We Can Set Our Sails 10. Skoll and Hati 11. Wings of Eagles 12. Into the Dark
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Line Up
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Johan Hegg (voce) Olavi Mikkonen (chitarra) Johan Söderberg (chitarra) Ted Lundström (basso) Jocke Wallgren (batteria)
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RECENSIONI |
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