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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Amon Amarth - Fate Of Norns
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( 8202 letture )
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Dopo le sonorità death proposte negli ultimi due lavori, The Avenger e Versus The World, gli Amon Amarth tornano all’originario marchio di fabbrica di vichinga memoria, con un album incentrato sul concept dell’ineluttabilità del destino, tema molto presente nell’antica cultura norrena. Infatti nelle antiche leggende nordiche le Norne erano le divinità del fato, del destino che determinava la vita di tutti, uomini e dei.
Fate Of Norns si apre con An Ancient Sign Of Coming Storm preannunciando la linea portante di tutta la prima parte dell’album: potente, epica, imperiosa, cadenzata. Il grido di battaglia di Johan Hegg non lascia dubbio all’ascoltatore rispetto a quello che ci si aspettava di trovare.
In Where Death Seems To Dwell rieccheggiano suoni di quel melodic death presente sugli ultimi lavori dei nostri vichinghi, sia la sezione ritmica che le chitarre partecipano alla creazione di un’atmosfera cupa e angosciante, con la voce da scaldo (i cantori poeti delle leggende norrene, n.d.r.) di Hegg a tratti parlata, bassa, profondissima.
Fate Of Norns, omonima title-track, è forse l’episodio piu’ interessante dell’intero album, sostenuta dalla sezione ritmica, sempre precisa e intensa nel sottolineare con efficacia la struttura melodica eseguita dalle chitarre, troviamo queste ultime eseguire un serie di riffoni sprigionanti epicità pura.
The Pursuit Of Vikings e Valkyries Ride iniziano però a segnare il passo, riproponendo alla lunga la struttura presente nelle tracce precedenti. Così come nella seguente The Beheading Of A King, aumenta la velocità ma le linee strumentali e vocali cambiano di poco o nulla.
Arson e Once Sealend In Blood chiudono l’album senza infamia e senza lode.
Fate Of Norns poteva essere un gioiellino e avrebbe rappresentato la definitiva consacrazione degli Amon Amarth a sovrani del genere death/viking.
Purtroppo così non è stato: le linee musicali statiche, prive di spessore e alla lunga noiose, la mancanza di cambi tempo e una sezione ritmica monocorde unite ad una probabile mancanza d’ispirazione in sede compositiva non convincono e fanno passare in secondo piano la primissima parte dell’album, irruente e solenne. Consigliato solo ai vichinghi e ai fans più sfegatati.
L’edizione limitata presenta anche un DVD intitolato Amon Amarth live at Grand Rokk, contenente le riprese di un concerto tenuto dai nostri il 5 Marzo 2004 a Reykjavik in Islanda.
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VOTO LETTORI
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74.17 su 127 voti [
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16
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Io sarò anche la voce fuori dal coro, ma quest'album mi piace parecchio. Hanno fatto di meglio, ma anche di decisamente peggio (Jomsviking, The great heathen army, ad esempio). Le prime 4 sono una bomba, che direi di Pursuit of Vikings: vale da sola tutto il disco. Voto 80 |
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15
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A me questo disco piace sinceramente the pursuit of vikings per me é la canzone migliore . Per un 80- 82 ci sta |
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14
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Mai ascoltato qualcosa di più noioso degli amon Amarth. Salvabile solo 2 o 3 tracce. Il resto è da dimenticare |
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13
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A me piace come il resto della loro produzione |
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12
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@samba quali spaccano per te? |
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11
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Un pò moscetto, forse l'episodio meno brillante della loro discografia fermo restando che si sta parlando di un gruppo che schifezze non ne ha mai fatte. Disco comunque sufficiente, alcuni brani mi piacciono molto (title-track, Arson, The Pursuit Of Vikings). |
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10
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Album molto bello...all'inizio anche io l'avevo giudicato negativamente questo disco risparmiando solo 3 traccie. Ora invece mi ricredo assolutamente. Dopo vari ascolti posso dire che questo album è un altro album degli Amon Amarth. Ripetitivo??? Lo si ripete per ogni album degli Amon Amarth. L'album è una piccola perla. Come dice il recensore bastava poco per renderlo un grandissimo album ma anche così è un album bellissimo. Mi trovo in disaccordo con molti punti della recensione e con il voto. Il mio è 85 |
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9
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Album stanco per come la vedo io... se non avessero avuto da contratto il dover sfornare albums con determinate cadenze probabilmente se lo sarebbero risparmiato e avrebbero usato quei 4 brani che spaccano in altra sede... |
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8
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forse meno ispirato rispetto agli altri ma comunque resta assolutamente superiore all'80% delle produzioni metal del periodo! Arson è una perla! |
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7
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Per me il meno riuscito della loro formidabile carriera. 70/100 a stare larghi. Molto meglio gli ultimi due. |
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6
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Grazie della pronta risposta Filippo, ma io mi riferivo ai voti degli ultimi 3 album, che hanno riscosso grossi consensi fra i fans. Poi se anche voi li considerate un grande gruppo come me sono certamente contento.Ciao |
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5
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78 forse è tanto, ma sicuramente un voto tra 70 e 75 sarebbe più congruo. Ti correggo, Maurilio, quando dici che gli AA non vengono considerati dalla redazione. 95 e 90 non sono voti da poco! |
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4
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Anche qui vedo che i lettori alzano il voto. Ma come mai questo gruppo che é stimato in tutta Europa e oltre non viene molto considerato dalla redazione? Questo cd forse é il peggiore ma un bel 78 se lo merita eccome per alcuni brani veramente belli. |
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3
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Pursuit of Vikings è un vero e proprio inno, e dal vivo TUTTI cantano il ritornello...belle anche The Fate of Norns, Valkyries Ride e l'operner An Ancient Sign of Coming Storm. Nel complesso un album piacevole anche se un po' tutto uguale; produzione troppo sporca e piatta...forse l'album meno bello degli Amon Amarth. Voto: 70 |
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2
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Anche io non vorrei dissentire dal parere dell'anonimo recensore, ma mi vedo costretto. Anche perché, diamine, gli Amon Amarth proprio non fanno viking! |
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1
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Io lo sto ascoltando proprio adesso e trovo sia un album veramente forte dal punto di vista sonoro che dei test.Valkyries Ride è una delle mie canzoni preferite in assoluto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. An Ancient Sign Of Coming Storm
2. Where Death Seems To Dwell
3. The Fate Of Norns
4. The Pursuit Of Vikings
5. Valkyries Ride
6. The Beheading Of A King
7. Arson
8. Once Sealed In Blood
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Line Up
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Johan Hegg: voce
Olavi Mikkonen: chitarra
Johan Söderberg: chitarra
Ted Lundström : basso
Fredrik Andersson: batteria
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