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Amon Amarth - Deceiver of the Gods
( 8283 letture )
Con i loro ormai nove album, gli Amon Amarth hanno sicuramente dato un quadro generale indiscutibilmente chiaro del loro modo di fare musica, e con il nuovo Deceiver of the Gods, non fanno altro che riconfermare il paradigma semplice ma vincente che ha caratterizzato la loro ventennale carriera. Certamente gli spigoli della loro impronta sonora sono stati levigati rispetto a un più nerboruto e abrasivo (nonché insuperato, secondo molti) Once Sent from the Golden Hall, ma il nucleo resta volontariamente ancorato a una sorta di coerente (quanto comunque atteso) congelamento stilistico: infatti il nuovo album degli Amon Amarth non necessita di presentazioni particolari né di ulteriori parole rispetto a quelle già spese per i precedenti lavori; non mostra il guizzo creativo di un’ispirazione maggiore, quanto più la solidità della maturazione. Deceiver of the Gods è esattamente l’album che ogni fan del gruppo attendeva, senza compromessi e senza sorprese nemmeno, ma ancora compatto e appassionante. Se l’obiettivo degli Amon Amarth era quello di aggiungere un nuovo capitolo alla saga della loro discografia, regalare le medesime sensazioni all’ascolto, senza perderne il vigore, ci sono riusciti pienamente: le tinte dell’epico e il carattere incalzante e bellicoso della melodia che penetra in profondità nel cuore della mitologia norrena, nonché del metal melodico scandinavo, sono ancora presenti in questo Deceiver of the Gods.

Seguendo il filone degli ultimi tre album, incentrati rispettivamente su Odino, Thor e Surtur, gli svedesi dedicano quest’ultima fatica discografica a Loki, entità interessante e ricca di ambivalenze, descritto come un personaggio maligno e progenitore di creature minacciose, ma al contempo poliedrico, ingannatore scaltro e affascinante, tassello necessario al completamento del quadro della mitologia norrena, quale male necessario e dunque inscindibile dalla realtà benigna stessa delle altre divinità generatrici. Una dualità che in un certo senso, non manca di rivivere nella contrapposizione tra melodia ed aggressività che è il connubio fondamentale della musica degli Amon Amarth. Se da una parte il death melodico di scuola svedese emerge nel guitar work ritmico e nelle linee di batteria incalzanti, è assolutamente distinguibile l’influenza classica che alcuni pezzi ottengono, rifacendosi nelle melodie armonizzate, nelle cavalcate o nei ritornelli catchy, a grandi nomi dell’heavy metal del passato, primi tra tutti Iron Maiden o Judas Priest .

Se tale influenza sembra essere meno lampante su alcuni pezzi, quali la title-track, saldamente ancorata allo stile del gruppo, soprattutto per le linee vocali ispirate e coinvolgenti e l’incedere appassionato e incalzante del melodeath svedese, una Father of the Wolf riporta all’orecchio sonorità classiche nei riff più squillanti e abrasivi, piuttosto che oscuri e carichi di atmosfera, stupendo l’ascoltatore e introducendo interessanti variazioni stilistiche nel plotter classico. La compattezza e l’incisività della ritmica sono assolutamente messe in luce da pezzi come Shape Shifter, sulle cui cavalcate, che evocano un inseguimento o le fasi concitate di uno scontro, si instaura un apparato melodico più caldo e appassionato che riporta alla mente altri successi dei cinque, come Pursuit of the Vikings o Death in Fire. Spesso gli intrecci musicali dei pezzi degli Amon Amarth sono piuttosto semplici e di immediata lettura, ma non mancano episodi più articolati, come Under Siege, che probabilmente contiene alcuni dei riff più interessanti dell’album, laddove le chitarre di Olavi e Johan si intrecciano e si accompagnano, o Blood Eagle, che rappresenta certamente il pezzo più aggressivo e death metal, decisamente il più asciutto e tagliente. L’ascolto procede dunque senza intoppi, sebbene si possano individuare a volte dei minimi cali d’ispirazione o sezioni più generiche e meno memorabili, come una più standard We Shall Destroy. Decisamente un pezzo come Hel non rientra in questa categoria: con un incedere epico e intenso, che assume più le tinte del doom che del metal aggressivo solitamente proposto, ospita inoltre con un guest eccezionale e che giustifica la caratura e l’ispirazione sonora di una simile canzone, ossia nientemeno che Messiah Marcolin, storico singer degli svedesi Candlemass, che arrichisce il pezzo con una prestazione vocale ricca di pathos e che si contrappone al growl di Johan Hegg, mettendo in luce le due facce della melodia del pezzo, quella mistica e magica di ispirazione doom, e quella catchy e potente degli Amon Amarth. In chiusura, il pezzo più lungo e articolato, Warriors of the North, in grado di raccogliere tutte le caratteristiche del disco, dalla melodia classica all’epicità del metal scandinavo, passando per varie sfaccettature del songwriting (nonché dell’aspetto solistico) degli Amon Amarth, come una sorta di epigrafe posta a coronamento dell’album.

Rimane poco da dire sulla nona fatica discografica degli Amon Amarth. Nulla di nuovo, anzi, la ricercata continuazione di una saga (in questo capitolo dedicata, come già detto, a Loki, il traditore degli dei); resta tuttavia in grado di stupire e appassionare, sia per le sue parti melodiche e i suoi chorus sing-along, sia per l’atmosfera incalzante e guerresca delle loro progressioni e l’intensità della loro musica, ottenuta tuttavia con un amalgama essenziale, diretto, e orecchiabile benché non scevro di tensione musicale ed emotiva. Benché lontano da i picchi massimi raggiunti dalla band, Deceiver of the Gods non può nemmeno essere definito un semplice rimescolamento delle carte già giocate per espletare la realizzazione di un nuovo album: non intende tradire alcuna aspettativa, ed è diretto ai propri fan, senza cercare compromessi ma facendo valere una formula ben collaudata ed efficace e riuscendo nel delicatissimo compito di non suonare noioso, autoreferenziale o spento, ma aggiungendo al repertorio dei Nostri dieci pezzi decisamente degni del loro monicker e coerenti alla loro proposta musicale.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
70.78 su 76 voti [ VOTA]
Jorg
Sabato 13 Agosto 2016, 2.54.16
47
Godibile ma niente di più. Ci sono alcune tracce che non me gusta. La title-track invece non riesco più a tirarla fuori dalla testa. Voto 72
Hermann 60
Lunedì 25 Luglio 2016, 15.55.17
46
Il 'solito' bel disco degli A.Amarth, nulla di nuovo ma a me continuano a piacere.
klostridiumtetani
Lunedì 13 Aprile 2015, 23.42.43
45
Li ho visti tre volte dal vivo e sono proprio dei vichinghi che spaccano il culo alle balene!!! Anche se devo dire che ultimamente si sono assestati su un "modus operandi" alla AC/DC / Motorhead, ovvero album fotocopia. Comunque sempre godibili, ma i loro dischi non li compro più
MauroE20
Lunedì 13 Aprile 2015, 23.17.13
44
La prima parte sicuramente migliore della seconda.Band che mi piace ,non ho ancora assistito ad un loro concerto.Preferito il Loro precedente lavoro.Voto 70
MauroE20
Lunedì 13 Aprile 2015, 23.17.13
43
La prima parte sicuramente migliore della seconda.Band che mi piace ,non ho ancora assistito ad un loro concerto.Preferito il Loro precedente lavoro.Voto 70
Luca
Domenica 16 Novembre 2014, 10.42.31
42
Bellissimo
AL
Lunedì 16 Settembre 2013, 8.52.49
41
album molto buono per me. Hel e Warriors of the north le migliori. direi voto 80 ci sta tutto!
The Void
Lunedì 2 Settembre 2013, 11.57.28
40
Bello. Ma per chi ha preso la versione deluxe, che c'è nell'altro CD? Ospiti ecc..
alex
Mercoledì 24 Luglio 2013, 18.01.43
39
grandi gli amon amarth non vedo l'ora di vederli dal vivo
Le Marquis de Fremont
Lunedì 22 Luglio 2013, 10.10.19
38
Si fa ascoltare. Non è certamente un capolavoro ma neanche un disco scarso. Svolta maideniana? Può darsi ma il sound ne trae vantaggio in generale. Manca forse un po' della carica che gli aveva distinti in altri dischi ma va riconosciuto che il songwriting è buono e la canzoni sono generalmente di buona fattura. Meglio che se non avessero spaccato gli altoparlanti con pezzi però scarsi. Non resterà comunque tra le grandi uscite del 2013. Au revoir.
Danimanzo
Venerdì 19 Luglio 2013, 10.15.31
37
Per la prima volta da quando li ascolto non sono invogliato all'acquisto. Il germe iniziato con il disco "Twilight of the Thundergod" non è stato sviluppato ed hanno preferito assestarsi su un sound meno ambizioso e più classico nel senso generico del termine.
Giaxomo
Giovedì 18 Luglio 2013, 14.06.48
36
@vichingo: oh là esattamente!
il vichingo
Giovedì 18 Luglio 2013, 11.10.57
35
Ho cominciato ad ascoltarlo e sono soltanto al primo giro, ergo devo ancora approfondire. Per il momento, come diceva Proietti in una pubblicità: "a me me piace", non sarà un capolavoro del Metal destinato ad essere ricordato nei secoli come la massima espressione del genere ma tutto sommato la sua porca figura la fa e sono arrivato alla fine senza neanche accorgermene. PS: non per aprire off topic ma se adesso abbiamo da ridire su dischi come Perdition city oppure Shadows of the Sun allora non ce n'è per nessuno come si suol dire.
Sambalzalzal
Giovedì 18 Luglio 2013, 9.47.01
34
Enry@ devo finire di ascoltarlo ma purtroppo sto giungendo al tuo stesso punto di vista. Non mi dispiace ma sicuramente sta ben al di sotto delle loro reali capacità compositive. Ho visto un intervista da parte di una zine tedesca ad Hegg dove chiedevano delle delucidazioni sulla svolta "maiden" per esempio e lui rispondeva, a me sembra in modo non tanto convinto, che fino ad ora non avevano voluto rendere omaggio alle loro bands preferite ma in questo albums si sono sentiti di farlo in maniera esplicita. Fino ad ora a me sembra che tutta sta cosa abbia finito per infiacchire il loro impatto, vediamo se con i successivi ascolti crescerà...
enry
Giovedì 18 Luglio 2013, 7.33.52
33
Punti di vista, sugli Anathema posso concordare perchè i lavori degli anni 90 sono per me superiori a quelli dei 2000, sugli Ulver no perchè hanno fatto capolavori anche in ambito extra metal, Perdition City su tutti, se poi uno vive solo di metal è un altro discorso. Intanto ho dato un altro ascolto (visto che l'ho comprato almeno ci provo) ma niente: guitar-work normalissimo che mi sembra di aver sentito già altre 100 volte, mid-tempo che invece di spaccare le ossa spaccano le palle, accelerazioni che non scuotono, e anche la voce di Hegg mi sembra meno potente del solito. Velo pietoso sul bonus mcd della Deluxe. Pazienza, avrà il compito di un non lasciare buchi nella discografia, ma per me è un 55, primo perchè mi annoia e secondo perchè dai 'big' mi aspetto di più e quindi tendo ad essere più severo, non ho mai avuto la sindrome da monicker, neanche con band che mi piacciono molto di più degli AA. Per me il loro meno riuscito, e qui chiudo perchè l'ho ascoltato a sufficienza e non cambierò idea...Mi ascolto Once Sent che mi tira un po' su il cuore.
mariamaligno
Mercoledì 17 Luglio 2013, 22.16.31
32
Aggiungo che se evolversi significa fare cose tipo Ulver o Anathema...bè meglio ripetersi decisamente
mariamaligno
Mercoledì 17 Luglio 2013, 22.12.39
31
Ottimo disco, super maideniano (forse un po troppo) ma averne di gruppi cosi...Under Siege superlativa...fino a ché le canzoni pur assestandosi da anni sullo stesso stile rimangono così coinvolgenti e sempre distinguibili dalle più vecchie per me non c'è proprio nulla di cui lamentarsi
Death Fox
Mercoledì 17 Luglio 2013, 9.33.07
30
L'album non mi dispiace e sicuramente lo comprerò (appena si abbassano i prezzi XD), non mi aspettavo ne più ne meno dagli Amon voto 79.
Punto Omega
Martedì 16 Luglio 2013, 20.44.41
29
Bravo, sei in lizza per un Darwin award!!!
Pappagalli ferocissimi
Martedì 16 Luglio 2013, 19.12.43
28
Gruppo degno di Borghezio.
Steelminded
Lunedì 15 Luglio 2013, 21.53.15
27
Premetto che a me non piacciono - mi piace il death, ma non il viking, l'epic e così via. Rispetto ai precedenti - che ho comunque ascoltato almeno una volta - non mi era sembrato malissimo. Ma il mio giudizio non vale un ca, visto che non mi piace il genere... Evviva i Carcass!
Steelminded
Lunedì 15 Luglio 2013, 21.53.15
26
Premetto che a me non piacciono - mi piace il death, ma non il viking, l'epic e così via. Rispetto ai precedenti - che ho comunque ascoltato almeno una volta - non mi era sembrato malissimo. Ma il mio giudizio non vale un ca, visto che non mi piace il genere... Evviva i Carcass!
Ad Astra
Lunedì 15 Luglio 2013, 18.52.58
25
comprato a scatola chiusa edizione limitata per le cover... sentito una sera la prima, la seconda di giorno. la terza e cosi via... ma ad oggi e son passate due settimane....non so ancora decidermi... rimiane solo una sensazione....
Undercover
Lunedì 15 Luglio 2013, 16.23.09
24
@Punto Omega, quelli da te citati sono forse gli episodi che più si legano al passato della band, però manca qualcosa, è come se fossero stati svuotati della carica presente nei primi due capitoli della saga Amon Amarth. Certo se il disco fosse ruotato più su quello stile, ma anche su quello meno ispirato e quasi sempliciotto della titletrack, al posto di puntare sulle sviolinate a questo e quello e le aperture zuccherose, "Father Wolf" mi risulta inascoltabile quanto "As Loke Falls" e "Blood Eagle" sarà anche diretta, tuttavia non mi dice proprio nulla, avrebbe sicuramente destato, almeno per quanto mi riguarda, un maggior interesse.
Macca
Lunedì 15 Luglio 2013, 16.11.28
23
Finalmente è arrivata sta rece! Personalmente trovo che, pur non arrivando a Twilight, sia superiore a Surtur molto superiore a Fate Of Norns. Magari dico una cazzata ma secondo me è la produzione a renderlo un pò "mollo" più che la struttura delle canzoni in sè, cmq un 70 glielo do.
NagasH
Lunedì 15 Luglio 2013, 16.07.08
22
Io a differenza di molti, forse, penso che il trittico Versus-Fates-Oden rappresenti l'apice stilistico della loro carriera. Questo non ho avuto modo di sentirlo ma suppongo, da quanto scrive il buon Nicko, che rappresenti il naturale corso della fase iniziata con Twilight, quindi da un lato non capisco fino in fondo chi è rimasto deluso. Detto questo torno a fare l'aragosta, con ste scottature pure battere a computer è un supplizio XD. Saluti a tutti.
Enrico
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.50.10
21
Disco onesto. Per me a 80 ci arriva
Punto Omega
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.43.10
20
@Undercover: boh, secondo me Surtur rising è peggio di Deceiver. Ad ogni modo ritengo che non abbiano mai fatto un album aberrante. Anche il vituoerato Fate of Norns ha episodi di tutto rispetto come la title track e The pursuit of vikings. Ma non ti piacciono neanche Under Siege e Warriors of the north?
Undercover
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.31.36
19
@Punto Omega, adesso mi è chiaro, in parte avevo travisato il messaggio, sorry . Sul fattore pacchiano, sarà che io sono un po' stanco di ascoltare gente che all'apice della carriera volutamente decide di darsi la zappa sui piedi, reputo la scelta di includere quei decisi innesti madeniani pacchiani e francamente superflui, potevano giocarsela meglio. Per il resto considerando la discografia questo finisce insiema a "Fate Of Norns" fra i capitoli da evitare.
Punto Omega
Lunedì 15 Luglio 2013, 15.16.49
18
@Undercover: guarda, Twilight è decisamente superiore a questo, perché il songwriting è più ispirato (infatti non c'è una singola canzone sottotono), però dai non è che hanno fatto cambiamenti drastici. Suvvia, anche Twilight era pieno di melodie di stampo NWOBHM, solo che - e quì mi ripeto - erano più ispirate. The Avenger l'avevo tirato fuori non per paragonarlo a questo, bensì per evidenziare due fattori fondamentali: il miglioramento tecnico della copia d'asce Mikkonen-Soderberg, che iniziò la collaborazione in studio con il succitato disco; il fatto che già all'epoca di The Avenger molti parlavano di band ormai persa e non più ispirata. Tornando a Deceiver e sulla sua presunta pacchianità ti dirò che effettivamente qualcosa di estremamente pacchiano c'è: il bonus disc. Trattasi però di un bonus che, per quanto suoni come una parodia, non va ad inficiare la qualità del disco effettivo.
xXx
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.51.23
17
sicuramente è quella che più ci si avvicina ma x me nn ne è all'altezza
Northcross1
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.47.38
16
@xXx: per me, invece, la War of the Gods di questo album è la title track.
xXx
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.40.04
15
Anche io concordo con Radamanthis ma aggiungerei che a differenza di surtur qui manca una vera e propria supersong come War of the Gods! anche x me il voto è sugli 80
Cristiano
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.25.03
14
Mah... A me ha deluso parecchio al primo ascolto. Poi è cresciuto un po' di più, ma niente di che. Le migliori secondo me sono la title-track e Shape Shifter. Under Siege è abbastanza interessante, soprattutto il finale, che devo dire la verità mi piace moto; Warriors Of The North non è malaccio alla fine, si lascia ascoltare, ci sono parti interessanti, però anche qui manca quel guizzo, quella scintilla che la potrebbe elevare ad un livello superiore. We Shall Destroy in questi giorni è quella che preferisco forse, molto pesante, ma senza quei riff thrashy o heavy, mi sembra uscita dai primi album in effetti. Blood Eagle, si lascia ascoltare, anche se mi sta stancando un po'. As Loke Falls e Coming Of The Tide sono quasi inutili per me, sembrano scritte dagli Iron Maiden. Hel è interessante, anche se mi aspettavo di più, la cosa migliore è il growl di Hegg (da paura), però non capisco perchè ci hanno messo l'atmosfera arabeggiante quando stiamo parlando di mitologia nordica, vabbè... Father Of The Wolf fa pena, punto.
lux chaos
Lunedì 15 Luglio 2013, 13.18.56
13
Io concordo con undercover purtroppo, ma in modo lievemente diverso: adoro anch'io melodie maideniane e più "catchy" inserite in un robusto power7death, ma a mio parere qui sono proprio i pezzi che non sono niente di che. Ho adorato i primi e ho adorato anche "twilight...", ritengo pessimo "surtur.." e questo "deceiver.." lo ritengo leggermente superiore ma oltre il 60/65 non va dopo il quarto ascolto. Quindi riassumendo il mio pensiero: non è il genere stagnante o la sempre maggior melodia che non mi cala, ma proprio i pezzi che salvo due o tre riteno banali (ovviamente per una grande band come gli Amon)
Ubik
Lunedì 15 Luglio 2013, 12.59.26
12
Bah... Già il precedente non mi era piaciuto e questo è in linea con quello. Penso sia inutile sprecarci altri ascolti.
Northcross1
Lunedì 15 Luglio 2013, 12.58.10
11
Concordo in pieno (come spesso accade) con il buon rada!
Radamanthis
Lunedì 15 Luglio 2013, 11.14.57
10
@Undercover: ahah, ci hai azzeccato in pieno e x i meie gusto musicali sono solo felice!
Undercover
Lunedì 15 Luglio 2013, 11.09.37
9
@Rada hai visto che c'ho beccato ahah
The Preacher
Lunedì 15 Luglio 2013, 11.05.18
8
Io non ero in nessun modo prevenuto prima di ascoltare quest'album, perchè la mia conoscenza sugli Amon Amarth comprendeva solo l'album precedente. Adesso potreste anche darmi del nabbo (con tutte le ragioni del mondo ), però a me è piaciuto. Si potrebbe obiettare "ovvio che ti è piaciuto se non conosci i primi", però per questo io posso dare un parere senza influenze di sorta. In generale sono in linea con il recensore, eccetto su Hel che non mi è proprio piaciuta (scopro adesso che la voce pulita era di Marcolin, chiedo umilmente perdono per averlo paragonato a Al Bano però la sensazione rimane!) anche se il growl di Hegg in questa canzone è veramente abissale, e penso che il finale di Under Siege sia da tramandare ai posteri, fantastico! Peccato che non tutta la canzone sia su quei livelli. Spesso ci sono ottime idee (chorus di Shape Shifter ad esempio) ma circondate da parti meno ottime (il riff e la strofa della stessa canzone), eccetto la title-track che è bellissima. Album buono, non un capolavoro. Voto 75, corro a rispolverare i primi
Radamanthis
Lunedì 15 Luglio 2013, 10.36.57
7
Io sottoscrivo la prima parte del commento di Undercover ma LO GIRO AL CONTRARIO! Tutto ciò che lui reputa un peggioramento per me è un miglioramento, ciò che vede come un passo indietro per me è un passo avanti e, essendo il naturale successore di un capolavoro come Surtur il voto non può che essere 80 e comunque in linea col recensore. Melodie maideniane, riff veloci, batteria potente classiciamente death, intrecci chitarristici che miscelano il death più tecnico nelle sezioni di accompagnamento all'heavy più classico in quelle sosite, la voce di Hegg sugli scudi ancora una volta, una produzione cristallinea, il concept su Loki (che un pò mi sta sul cazzo) ma segue come giustamente dice il bravo Brambilla (Fumagalli.... ) gli altri Odino, Thor e Surtur. Un disco che non risulta MAI noioso e che si merita un 80!
enry
Lunedì 15 Luglio 2013, 8.39.38
6
Senza tanti giri di parole, per me il peggiore degli AA, e ho pure comprato la deluxe porco giuda. Il primo sussulto arriva con Blood Eagle, di gran lunga il miglior brano di questo Deceiver, disco veramente noioso, più si va avanti e più mi sembrano degli 'Hammerfall con il growl'. Once Sent, The Avenger, The Crusher sono lontani mille miglia, ma anche Twilight e With Oden se lo pappano a colazione, è riuscito a farmi rivalutare Surtur che già mi era piaciuto poco. Li seguo fin dagli esordi ma la prossima volta ci penserò bene prima di partire in quarta e comprare. Semplicemente noioso, almeno per me...poi che a tanti possa piacere ci sta, io più l'ascolto e più il giudizio peggiora. Peccato.
Undercover
Lunedì 15 Luglio 2013, 2.32.53
5
@Punto Omega che non si siano schiodati da ciò che fanno da tre dischi a questa parte non è vero, "Twilight" era fruibile, ma non sdolcinato quanto gli ultimi due, le melodie erano decisamente più nerborute e che il loro sound sia heavy-oriented non stiamo a scoprire l'acqua calda, ma da lì a farlo diventare una parodia dei Maiden in certi momenti ci vuole coraggio, una band che possiede una sua personalità e diventa di botto derivativa scegliendo di dare una botta al cerchio e una alla botte per accontentare un po' tutti e vendere quelle quattro copie in più? Io non riesco a farmela calare. Poi, oh, questo disco sarà la gioia di Radamanthis, non lo sto prendendo in giro eh, lo sarà in quanto un album heavy metal perché di death, di fiero, di vichingo e compagnia bella ormai c'ha solo la parvenza di Hegg quando si ricorda di usare la voce come un tempo e l'intervento di Marcolin? Piacevole, ma onestamente evitabile, serviva davvero la voce pulita per renderli ancora più "easy" di quanto già fossero diventati? A mio modo di vedere no. Fra "The Avenger" e questo " Deceiver Of The Gods" ci passa un oceano a favore del primo, invece sul fatto che sia godibile, va bene, tuttavia godibile, non vuol dire che valga la pena di ascoltarlo più di due volte l'anno e spesso diventa sinonimo di "dozzinale", cosa che onestamente ho pensato ascoltandolo.
Northcross1
Lunedì 15 Luglio 2013, 2.24.45
4
Sono perfettamente in linea con la rece e con Punto Omega. Lo ascolto da un po e lo trovo piuttosto migliore del suo predecessore, voto che mi aspettavo e condivido pienamente. La title track sarà tutto quello che volete, ma è bellissima per me... Poi non so, sarà che amo l heavy/power e melodie più catchy, ma questo nuovo corso mi piace molto (come del resto adoro i primi dischi di questa grande band).
Djkelino
Lunedì 15 Luglio 2013, 2.14.26
3
Forse sono l'unico della Terra che l'ha trovato deludente rispetto ai passati lavori. Per me il top della seconda metà di carriera rimane Twilight Of The Thunder God... 59/100 perché sono gli Amon Amarth, altrimenti avrei dato anche 60. Da loro non me lo aspettavo. Ok che fanno lo stesso disco da sempre, ma questo semplicemente mi è sembra scialbo e monotono proprio dal punto di vista compositivo. Hel è l'unica che mi piace.
Punto Omega
Lunedì 15 Luglio 2013, 1.59.36
2
Sottoscrivo la recensione. @Undercover: li seguo dagli esordi e non condivido assolutamente il tuo commento. Questo nuovo lavoro va sulla scia di Twilight of the thunder god (che tra l'altro all'epoca della sua uscita fu anche aspramente attaccatto per l'ammorbidimento del sound - ora una considerazione del genere fa ridere, ma d'altronde mi ricordo che anche per l'uscita di the avenger c'erano già i primi che parlavano di morte artistica della band, quindi mi sa che poco è cambiato), disco che già era pregno di heavy e nel quale forse hanno creato le canzoni con i ritornelli che più si inculcano in testa (la title track è un esempio palese). Io non vedo grandi cambiamenti, se tralasciamo la "sperimentale" (per modo di dire) Hel - episodio tra l'altro riuscitissimo - direi che non si sono schiodati di una virgola da quello che fanno da 3 dischi a questa parte. Beh, a dire il vero la coppia di asce ha fatto notevoli passi in avanti da The Avenger in poi per quello che riguarda la tecnica individuale e questo disco è una conferma. Tornando sul disco, non sarà un capolavoro, ma è decisamente godibile e per adesso mi basta.
Undercover
Lunedì 15 Luglio 2013, 1.38.00
1
Lo dissi già sotto le notizie, brutto, personalmente lo ritengo una pacchianata, quelle sonorità maideniane, i ritornelli sempre più faciloni, la mancanza della componente d'impatto relegata sempre più in disparte a favore di un ammorbidimento delle melodie e di una componente heavy scontata hanno ridotto questi Amon Amarth ad essere la parvenza di ciò che erano, se quello prima era ancora da sei e mezzo/sette, questo per me che li seguo da sempre, si becca un cinque netto. E' buono giusto per chi non apprezza la parte death del genere e quelli che conoscono la band da due o tre anni a sta parte, ma onestamente, cristo che delusione, far soldi va bene, ridursi a fare i pezzi alla Maiden no.
INFORMAZIONI
2013
Metal Blade Records
Melodic Death
Tracklist
1. Deceiver of the Gods
2. As Loke Falls
3. Father of the Wolf
4. Shape Shifter
5. Under Siege
6. Blood Eagle
7. We Shall Destroy
8. Hel
9. Coming of the Tide
10. Warriors of the North
Line Up
Johan Hegg (Voce)
Olavi Mikkonen (Chitarra)
Johan Söderberg (Chitarra)
Ted Lundström (Basso)
Fredrik Andersson (Batteria)
 
RECENSIONI
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