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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Amon Amarth - Surtur Rising
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( 12108 letture )
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Cinquanta minuti di death metal scandinavo marchiato con il loro ormai classico stile, questo propongono gli Amon Amarth nel nuovo disco Surtur Rising.
Niente di più e niente di meno.
Il quintetto di Stoccolma da qualche anno sembra aver trovato la propria direzione musicale mostrandosi intenzionato, ora più che mai, a proseguire senza deviazioni. Certo, c’è il rischio di fare la parte degli Ac/Dc del death metal svedese – cosa di per se non disdicevole, vista anche l’ottima compagnia che avrebbero -: potreste convenire sul fatto che è meglio produrre album buoni ma simili tra di loro, piuttosto che buttarsi in riletture stile In Flames. Non sono un “evoluzionista” a tutti i costi, anzi, sono tendenzialmente un tradizionalista, ma qualche volta i gruppi tendono troppo a sedersi sugli allori – pur meritati – godendo dei frutti dell'aver seminato tanto negli anni precedenti. E’ quello che stanno facendo gli Amon Amarth confezionando l’ennesimo ottimo album, curato e godibile sotto tutti gli aspetti, ma spento dal punto di vista emozionale. Le canzoni, in particolare nella prima metà del cd, sono quasi tutte buone, i musicisti, in particolare il mai abbastanza lodato Fredrik Andersson, compiono il loro lavoro con umiltà e buon gusto, ma manca sempre qualcosa: a fine disco non ho la fame di premere nuovamente il tasto play, anzi, mi faccio un giro pescando qualcosa di viking (quello vero: per favore, basta etichettare gli Amon Amarth in questo modo!), piuttosto che pagan/black o marcio death svedese. Poi torno a Surtur Rising per l’ennesimo ascolto, sperando che “cresca” e mi coinvolga maggiormente. Invece niente, anche dopo tanti tanti ascolti il risultato è sempre lo stesso: un buon album, assolutamente piacevole, ma con poca presa.
Surtur Rising parte – come i precedenti lavori – con un brano veloce, War Of The Gods, dal chorus da urlare in concerto e i riff azzeccati per fare facilmente breccia nei cuori degli amanti delle sonorità epico/brutali. Töck’s Taunt è un mid-tempo possente, tragico nelle sonorità e nel growl viscerale del gigante Johan Hegg. In Destroyer Of The Universe i ritmi si fanno nuovamente indiavolati, i riff sono semplici ed efficaci anche nella parte centrale della canzone, dove i cinque guerrieri dimezzano la velocità in quello che è facile immaginare diverrà un momento di potente headbanging nei concerti, prima che l’assolo di Johan Söderberg e la ripetizione del ritornello sanciscano la fine del brano. E dopo una canzone veloce cosa ci sarà mai? Esatto, un mid-tempo, in questo caso la già conosciuta, essendo stata una delle due anticipazioni dell’album, Slaves Of Fear: non giriamoci attorno, mediocre, con strofe scialbe e un'inutile e forzata ricerca della melodia (vizietto che i nostri si portano appresso da anni…) che non paga come si sperava nelle intenzioni. Si riparte a suon di doppia cassa e riff old style per Live Without Regrets, traccia estrema vicina alle origini musicali del gruppo: pur avendo più di una parte smaccatamente melodica, Live Without Regrets risulta essere una delle migliori composizioni degli Amon Amarth degli ultimi anni. Tutt’altra cosa è The Last Stand Of Frej, canzone cupa e lenta, molto doomy nell’incedere e simile per attitudine (e sbadigli che provoca) a Under The Northern Star del disco With Oden At Our Side. Mediocre riempitivo – ce n’era bisogno? - For Victory Or Death scorre senza lasciare segno per poi lanciarci in Wrath Of The Norsemen, dove l’ira viene urlata dal growl cavernoso dal frontman su una base compatta creata dai riff dei due chitarristi Mikkonen e Söderberg, come sempre bravissimi ad alternare note al fulmicotone con parti al limite del lugubre. Decisamente anni ’90 alcuni soluzioni di A Beast Am I: veloce, diretta, brutale; questi sono gli Amon Amarth che preferisco! Ultima canzone di Surtur Rising è Doom Over Dead Man, ennesimo episodio lento e melodico... molto melodico. Pure troppo. Non che sia una composizione particolarmente brutta, ma la prima parte è soporifera mentre dopo tre minuti il ritmo aumenta un pochino, però senza portare con se un minimo d’ispirazione. Si conclude in questo modo un album che con un paio di tagli sarebbe risultato maggiormente godibile e più snello, evitandoci qualche sbadiglio che, considerando il nome stampato sul cd, non ci si aspetta.
La produzione compie un passo in avanti dopo quella già più che buona di Twilight Of The Thunder God, che a sua volta era un mix efficace tra la grezzissima e sporca di Fate Of Norns e quella patinata di With Oden At Our Side. Surtur Rising suona 100% swedish, gli strumenti sono ben miscelati e la sezione ritmica composta dagli ordinati Andersson e Lundström, rispettivamente batteria e basso, perfettamente udibile. E i testi? Beh, cosa aspettarsi da un gruppo spudoratamente tamarro tutto headbanging, corni pieni di birra, rune in ogni dove e martelli di Thor anche come portachiave, tanto più se prende il proprio nome, Monte Fato, dalla letteratura fantasy di tolkeniana memoria? Si parla di mitologia norrena, in particolare di Surtur, gigante del Fuoco, e delle sue epiche vicende. Le linee vocali di Johan Hegg sono particolarmente curate e studiate, ne è esempio la volontà di creare rime su rime al fine di dare maggiore melodia al growl.
Surtur Rising suona esattamente come un qualunque fan – o semplice conoscitore – degli Amon Amarth si aspetterebbe. Ancora prima di avere l’album nello stereo sapevo nota per nota la struttura delle canzoni, i momenti dei cambi di tempo e gli assoli di chitarra. No, non sono un veggente, sono gli Amon Amarth a essere decisamente prevedibili. Imprevedibile invece è la scelta della cover da utilizzare come bonus track: Aerials dei System Of A Down. Il brano lascia a bocca aperta dalla sorpresa, ma l’esecuzione è molto efficace e gli ultimi cinquanta secondi della lirica sono da manuale. Peccato che questi tre minuti e mezzo siano gli unici dove gli Amon Amarth decidano di osare di più.
Confronti con il passato meglio non farne: Surtur Rising è un amore passeggero, un’infatuazione che, per quanto piacevole al momento non è destinata a lasciare emozioni negli anni a venire. Once Sent From The Golden Hall, capolavoro del 1998, è invece Amore vero, con la A maiuscola. Di quelli che si provano una sola volta nella vita e che rimangono impressi in eterno sulla pelle, come una cicatrice procuratasi sul campo di battaglia.
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VOTO LETTORI
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70.17 su 156 voti [
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67
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Finale di recensione bellissimo. E verissimo. |
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Suarez evidentemente non hai ascoltato gli altri album degli Amon. Va benon ho voglia di litigare con un bambino. Ho solo detto il mio parere. CCioè diventa piatto e mollo. Tutto qui |
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65
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Mollo? Ma cosa vuol dire mollo? Ma stiamo scherzando cazo...se sei mollo non fai questi album qua..ma che mollo?!?! |
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Ho avuto grandi aspettative da questo disco e infatti inizia in modo entusiasmante con war of gods. Ma poi diventa sempre più mollo. Mi dispiace tantissimo per questo. Ero convinto fosse migliore di TOTTG ma mi sono sbagliato. 70 |
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63
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Recensione e voto perfetti |
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Album dall'impatto strepitoso. Immediato ed entusiasmante ai primi ascolti. Sicuramente più facile degli album più apprezzati della prima fase. Ma per quanto mi riguarda questa proposta è più vicina alle mie corde. In effetti la longevità dell'album, condivido il parere del recensore, non è altissima. Ma, per me ,questo vale un po' per tutta la produzione amarth (non ho mai ascoltato i loro album più di 10/15 volte). Voto 76 |
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61
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Pur essendosi assestati su un sound ben definito ( in larga parte da loro stessi ) dagli inizi di carriera fino ad oggi, la qualità e la forza di questa band resistono nel tempo. Per alcune band, come gli Amon Amarth, trovare la giusta chiave ( in questo caso, un mix di potenza, melodia e richiami alla mitologia norrena ) può essere determinante per entrare di diritto nell'Olimpo della Musica. Gli esempi si sprecano; Manowar, AC/DC, Motorhead, etc. Se trovi la formula vincente, vai dritto per la tua strada e il pubblico ti seguirà. Questi ragazzoni svedesi l'hanno trovata e continuano a lastricarla di ottimi album e grandi hit. |
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60
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In generale non è al livello di Twilight, ma "War Of The Gods" secondo me è uno dei migliori pezzi che abbiano mai scritto, l'assolo è da pelle d'oca. Giusto il voto del recensore. |
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59
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Molto bello. Non ai livelli di Twilight Of The Thundergod o With Oden On Our Side ma comunque cattivo e epico allo stato giusto. |
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Album eccellente, vikingo al massimo!!!!!! |
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Cattivo e potente , mi è piaciuto . |
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56
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Buon disco. The Last Stand Of Frej è stupenda a mio parere. |
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inferiore solo a TOTTG, potente e molto melodico, non mi pare affatto che siano calati! |
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a primo impatto darei un 90 (e la copertina truzza vale 100) poi ascoltandolo concordo su chi scrive che han voluto fare 1 disco riposando su allori.. |
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53
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@Enry concordo pienamente con te, è quello più moscio insieme a "Fate Of Norns", non si può parlare di disco brutto, assolutamente no ma di molto al di sotto delle loro potenzialità, il fanboysmo dietro a questa realtà è qualcosa di allucinante e lo dico con il senno di uno che li segue non dal primo disco ma da "Thor Arise" quand'erano un'altra band. I ragazzi i masterpiece li hanno già rilasciati, con questo si sono un po' troppo crogialati nel compiacersi d'aver realizzato l'ennesimo lavoro che solidifica la discografia di buon livello di cui sono autori. Confermo il 70/100 di Enry. |
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52
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Va bè dai, gli AA sottovalutati mi sembra francamente esagerato, hanno quasi sempre goduto di un occhio di riguardo su riviste e webzine, giustamente per i primi quattro un po' meno per gli altri (cmq buoni, escluso "Fate..." che per me è un disco abbastanza noioso). A parte questo, dopo parecchi ascolti ribadisco il giudizio iniziale...70/100 (che cmq non è un brutto voto eh...) |
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Finalmente qualcuno rende merito a questa grandissima band, forse anche sottovalutata.Concordo in tutto con mariamaligno. Grande album e grande band. La batteria é strepitosa!! |
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Visti domenica. Semplicemente devastanti. Non voglio sembrare esagerato ma per quella che è la mia esperienza non ho mai assistito ad un concerto di tale intensita'. Questo disco, suonato per intero, dal vivo rende ancora meglio e non ha un solo momento di stanca, fila via talmente da dio che alla fine quasi ti dispiace che debba iniziare la seconda parte dedicata ai classici (straordinaria comunque) e te lo riascolteresti daccapo. Per me la piu' grande metal band del momento, almeno tra quelle piu' conosciute ed affermate. |
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Però il dvd dei concerti di Bochum del 2008 in cui risuonano tutti e quattro i primi album per intero accluso nella versione speciale vale da solo l'acquisto... Diciamo che è un album onesto, non un capolavoro. Speriamo nel futuro! |
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Disco che si colloca nelle parti basse della loro discografia, sotto a questo metterei solo 'Fate of Norns'. Alcuni pezzi di buon livello (War of the Gods, Destroyer of the Universe, A Beast Am I e Live Without Regrets), ma i mid-tempo li ho trovati abbastanza noiosi e privi di mordente (esclusa la comunque buona Tock's Taunt). Direi che sono in linea con la recensione, disco ampiamente sufficiente dal quale però era lecito aspettarsi qualcosa di più. 70/100 |
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Secondo me è ilmigliore degli AA alla pari con il primo. Peccato solo per la produzione: nonostante hegg abbia più volte dichiarato che è più ruvida del solito, io la trovo invece fastidiosamente leccata. |
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Questol disco va ascoltato più volte per essere apprezzato. Non lo trovo male |
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Di niente ^^ he si, hai proprio ragione! Il dvd e fantastico! E poi fa proprio al caso mio visto ché io li ho conosciuti più x i nuovi album che non x i primi, cioé quelli che gli hanno dato fama e successo! Bé quale migliore occasione allora! X ora mi sono goduto solo Onse Send from the Golden All.. Spettacolare! E poi la voce di Johan Hegg ha quel qualcosa di impressionante! Come hai detto tu i Riff le melodie la batteria i testi... Mi hanno appassionato sin dall`inizio! Spero tu abbià capito ciò che voglio dire anké se non sono stato chiaro quanto te  |
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Grazie Blackpower. Anche io ho la versione con il dvd e le 3 ore live sono davvero una figata. Qui si puó vedere bene la forza del gruppo in sede live! |
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@Maurillo sono daccordo con te praticamente su tutti i tuoi commenti di questa Recensione e credo non ci sia niente da aggiungere!! Insipido?! Che l`ha preso x un piatto di maccheroni?! Cavolo comprati il cd e ascoltatelo almeno 2 volte al giorno e dopo magari dai un giudizio!! |
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Ma tu ce l´hai il disco e l´hai sentito bene o il giudizio é frutto della solita ascoltatina distratta sul tubo? Obiettivamente non se ne puó piú della gente che commenta i cd dopo averli ascoltati mezza volta su internet. Il metal non é pop, i dischi vanno ascoltati piú volte e con attenzione e solo dopo si puó dare un giudizio serio. Insipide canzoni come la n.1,3, 5, 7,8,9? Mah rimango perplesso....Riff accattivanti, batteria martellante, melodie e testi tutti da leggere. A me piace tanto poi..... |
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Devo ammettere che mi aspettavo di più, le canzoni non appassionano e suonano simili tra loro. Il mio voto in una scala da 1 a 10 sarebbe un 6+ , è suonato bene, certo, ma è un album insipido. |
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40
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Gran bel cd x uno dei miei gruppi preferiti** Mi piace un casino! Preso subito in edizione limitata cd e DVD senza pensarci 2 volte! \m/ (All`inizio gli ho dato 80, ora gli darei anké di più!)  |
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Ho capito tutto della vita? sei anche psicologo? svelami altre verità assolute, ti prego  |
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@Variago: Fanboysmo=1; senso dell'ironia=0  |
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Kupu tu hai capito tutto dalla vita!!! questi sono commenti sull'album a livello musicale: -Oggi ho visto una confezione che conteneva i bambolotti dei componenti della band.... non c'è che dire, tutto ciò fa molto Viking. -Bah, secondo me gli Amon Amarth stanno al viking come i Metallica al metal. Conosci il genere partendo da loro, poi dopo un pò scopri che ci sono gruppi decisamente migliori. Io sono per commenti con una critica seria e costruttiva, se poi tu ami questi commenti ascoltati i tokyo hotel che é meglio |
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Kupu tu hai capito tutto dalla vita!!! questi sono commenti sull'album a livello musicale: -Oggi ho visto una confezione che conteneva i bambolotti dei componenti della band.... non c'è che dire, tutto ciò fa molto Viking. -Bah, secondo me gli Amon Amarth stanno al viking come i Metallica al metal. Conosci il genere partendo da loro, poi dopo un pò scopri che ci sono gruppi decisamente migliori. Io sono per commenti con una critica seria e costruttiva, se poi tu ami questi commenti ascoltati i tokyo hotel che é meglio |
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Comprato, sentito ed amato dal primo ascolto! veramente bello! |
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"Non vi piacciono la cosa piu'facile evitate di ascoltarli e di commentarli , semplicemente ignorarli credo che sia la cosa migliore" quindi si possono fare SOLO commenti positivi, assolutamente vietato ascoltare un disco e dare un parere negativo. "il disco é un'ottimo album poi le chicchiere stanno a 0." Variago ha sentenziato per tutti, ma fammi ridere, ma ti leggi? |
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Disco in linea con la filosofia del gruppo a me non dispiace assolutamente |
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Non vi piacciono la cosa piu'facile evitate di ascoltarli e di commentarli , semplicemente ignorarli credo che sia la cosa migliore (cosa che applico su i vari gruppi che non amo), poi logicamente esistono i filosofi del metal che stanno al metal come Malgioglio sta alla figa. il disco é un'ottimo album poi le chicchiere stanno a 0. Come si dice Nel bene o nel male purché se ne parli |
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E anche il voto dei lettori si alza, considerando che dopo i primi voti eravamo a 52.Dopo averlo ascoltato bene non concordo affatto con la recensione. Anche le parti piú lente hanno una grande atmosfera e poi i pezzi piú cadenzati ci sono sempre stati a partire dalla famosa "Amon Amarth" fino a Embrace of...del penultimo cd. Chi vuole solo sfuriate dall´inizio alla fine é bene che si rivolga altrove. E anche le melodie ci sono sempre state da Victorious march in poi. Insomma saranno anche ripetitivi ma a me e a tanti altri piacciono cosí. |
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Piu' lo ascolto e piu' il voto si alza...otiimo album davvero! PS: di War of the gods ho ormai imparato ogni singolo stacco e accordo da quanto mi fa impazzire! |
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Non sono del tutto concorde ma almeno adesso ho chiaro cosa intendi. |
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@Undercover, per power solitamente si intende estremizzazione del concetto di classic heavy metal con riff più incisivi,a volte neoclassici, tempi sostenuti, strutture delle canzoni semplici, un utilizzo della doppia cassa molto frequente, tematiche spesso mitologiche... direi che basta un pò di elasticità mentale... Tu dici classic, io dico power, nessuno dei tue ha torto e non sono "termini inappropriati" (cosa sei un avvocato? ) sono solo etichette, stili a volte molto simili. Per far capire le differenze di questo ultimo album degli Amon Amarth rispetto ai precedenti penso si possano utilizzare. Gli stessi Helloween da te citati hanno fatto altro, come saprai, oltre ai Keepers come il più grezzo Walls of Jericho e il recente cattivissimo 7 Sinners. Ci sono tanti altri gruppi come Grave Digger ecc che non sono affatto sinfonici o neoclassici...Sempre gli Helloween sono uno dei gruppi preferiti, nonchè una delle influenze principali, di Sundin/Henriksson... e torniamo al melodic-death. Non l'ho fatta fuori dal vaso, basta parlarne e ti spego il mio pensiero. Peace  |
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@tenebra, io non mi scandalizzo contesto l'uso di termini inappropriati, dove lo senti il power nei pezzi di questo disco? Ho dato un'ascolticchiata su youtube è una cosa è parlare di heavy classico come hai corretto il tiro tu nell'ultimo post, altro è asserire che quest'album suona power cioè ci senti gli Helloween? i Sonata Arctica? Poi che questo sia un passo indietro per quel poco che ho sentito non lo so, mi sembrano loro più maturi e con voglia di provare un qualcosa che sia un minimo diverso, la direzione era già stata intrapresa con "Twilight" dove le melodie erano più "facili" come presa ma che comunque è nettamente superiore ai due dischi buoni ma contenenti filler vedasi "Fate Of Norns" e "With Odens", più livellato sì ma una maggior compattezza secondo me pone quell'album un gradino sopra questi. Poi il fatto che tu li gradisca più death-oriented non si discute è gusto personale, il mio "non diciamo cazzate" e lo ripeto, è indirizzato all' affibbiare generi e derive stilistiche a band così in modo affrettato pensarci un attimo non costa nulla soprattutto in un genere il death svedese melodico che è da sempre influenzato dall'heavy o "Slaughter Of The Soul" e "Lost In The Beauty You Slay" per rimanere sul death-oriented vi suonano power? |
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@tenebra: non penso assolutamente tu dica cazzate. Semplicemente forse non abbiamo la stessa concezione di "power", se invece parli di heavy classico pesantemente presente nel disco concordo appieno. |
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@mariamaligno, @undercover: chiamatelo come volete visto che vi scandalizzate per la parola "power", ma i riff di riferimento e alcune strutture sono proprio quelle. Se poi leggete anche interviste a Mikkonen e Hegg, sono proprio loro che ammettono in questo disco l'utilizzo maggiore di riff tradizionalmente heavy. Questi sono fatti obiettivi. Ciò non è di per sé un male, (sono ingredienti del melodic-death) ma se aggiungiamo questo alla semplicità/ripetitività di molti passaggi, il ritmo generale parecchio rallentato, inserti sinfonici... ecco che IO dico che li preferivo in versione più death-oriented. Poi ripeto, io non dico cazzate, come non ho la verità assoluta, esprimo il mio giudizio che può servire per farsi un opinione sull'album. Tutto questo possedendo la loro discografia autografata, quindi parlando da fan del gruppo. |
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Scusate ma di quale genere stiamo parlando? Viking? Signori ricordo che è solo un'etichetta tematica, questo come tutto quello che han prodotto sinora è death svedese melodico, spero siano una presa in giro certi commenti per forza suona heavy è una componente da sempre presente nel filone melodico allora gente come i Ceremonial Oath cosa suonavano power? Per favore non diciamo cazzate. L'album lo ascolterò appena avrò possibilità di prenderlo originale. |
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Nulla di che, nel genere ci sono gruppi nettamente superiori. Loro hanno il "nome" e poco altro. "60" |
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Io lo trovo un ottimo disco assai superiore al precedente. Non è facile rimanere fedeli al proprio trademark continuando a sfornare pezzi di qualita', spesso i gruppi che "sperimentano" lo fanno solo per rifugiarsi in altri generi quando non riescono piu' a far buone canzoni col proprio. L'evoluzione è spesso (non sempre) una gran balla, se gli In Flames fossero in grado di riscrivere un "The Jester Race" lo farebbero di corsa, solo che non è piu' nelle loro corde (e in quelle vocali di Frieden), i Tallica ci han riprovato con "Death Magnetic" e han fallito miseramente, And Justice non gli viene piu'. Per queste ragioni band come Amon Amarth sono da lodare, album belli, distinguibili dai precedenti ma stilisticamente coerenti. Poi non ho capito l'accostamento col power se non ci fossero le voci growl..power????? Mah.. |
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Oggi ho visto una confezione che conteneva i bambolotti dei componenti della band.... non c'è che dire, tutto ciò fa molto Viking. |
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Bah, secondo me gli Amon Amarth stanno al viking come i Metallica al metal. Conosci il genere partendo da loro, poi dopo un pò scopri che ci sono gruppi decisamente migliori. |
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A mio parere 72 è un po poco,per me èun disco da 80 o piu.... |
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invidierebbero* pardon =) |
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Mmm, comunque Fabrizio, ieri ho commentato in tarda notte, e ora cercherò di spiegarmi meglio. Concordo col fatto che oramai si sono fossilizzati sulla solita forma, però permettimi anche di dire che la loro svolta stilistica l'hanno già avuta tempo fa, e poi non sono molte le band che arrivate all'ottavo disco riescono ancora a sfornare prodotti di questa qualità. Ok, non è Once Sent From The Golden Hall, e non è neppure Versus The World, ma resta un ottimo disco che molte altre band invidiano. |
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mi son bastate le prime 3 righe della recensione.. e lo comprerò... |
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mi son bastate le prime 3 righe della recensione.. e lo comprerò... tutto il resto è fuffa... |
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Ma io non h parlato di stile, è logico che faccio quelloe che mi riesce meglio, perchè ho così sicuro riscontro, anche se i veri musicisti tendono sempre a sperimentare. Cmq io parlavo dei riff, che spesso risultano praticamente uguali ad altri usati su album precedenti.Ok poi quest'album è molto più melodico e catchy e ripeto senza voce di Hegg, si potrebeb parlare di power, ma alla fine i riff si somigliano tutti in maniera spaventosa. |
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E invece a me piacciono proprio per questo, perché so cosa aspettarmi da loro e quello che fanno lo fanno bene. Se voglio sentire altra roba mi rivolgo altrove. E´sempre la stessa discussione: un gruppo deve cambiare o fare quello che sa fare? Cambiare come? Come i Maiden o i Metallica? Come gli Helloween del dopo Keeper? Per poi prendersi gli insulti di chi non li voleva cambiati. Insomma é un bel dilemma. La mia idea é che un gruppo debba fare al meglio quello che sa fare, vedi gli ultimi Whitesnake e ti piacciono li compri se ti hanno stancato lasci perdere. Ma non é che Coverdale puó fare Death o Heavy e gli AA progressive o newmetal. |
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Io ritengo che la band faccia lo stesso disco da 15 anni, non mi riferisco solo allo stile, ma io e ripeto io sento gli stessi riff reciclati di volta in volta da almeno 3 album, gli stessi fill di batteria, le stesse melodie, che in questo disco vengono maggiormanete amplificate, forse anche troppo mielose. Ha ragione chi dice che senza la voce di Hegg, si potrebbe parlare di un disco power. Band che vive di rendita sui dischi del passato da un bel po di tempo. |
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Ma la cosa piu' strana (poi ognuno ha i suoi gusti, x carità...) è che x un disco diretto come questo non dovrebbero servire piu' ascolti...o meglio, io grazie a piu' ascolti lo apprezzo sempre di piu', ma di primo colpo, al primo ascolto gli ho datto secco secco un 80! |
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10
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Concordo in tutto con Radamanthis. Meno male , almeno a noi due piace. Ma sono convinto che con piú ascolti tanti cambieranno idea.Il voto della recensione é giá basso ma quello dei lettori fin ora(65) é scandaloso. Rispetto i gusti degli altri, ma allora a dischi veramente soporiferi e noiosi usciti di recente quanto diamo? |
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9
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Anche io l'ho da ieri e lo stavo ascoltando proprio mentre veniva pubblica la rece ieri sera...a ogni ascolto il mio voto sale sempre di piu'...melodie accattivanti, suoni potenti intermezzati da interessanti inserti sinfonici, filler di batteria ottimi e Hegg che fa un cpolavoro dietro il micorfono. Proprio bello.... |
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8
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Ma state scherzando? Album grandioso ! Filler? Io non ne trovo, anzi le due canzoni citate da Feanor sono fra le migliori.L´unica sotto tono , per me, é The last stand of Frej, le altre spaccano alla grande. Mi é arrivato ieri e l´ho giá sentito un sacco di volte. A me piace tanto poi de gustibus: ma mediocre assolutamente no, i dischi mediocri sono altri. Grandi AA, avanti cosí e fregatevene dei detrattori. |
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concordo sulla mediocrità del disco, però non ritengo corretto tracciare gli amon amarth di non essere una band viking visto che tutto quello che fanno, suonano e cantano è riconducibile alla mitologia norrena  |
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il "solito" ottimo album degli Amon Amarth....il 52 come voto dei lettori è insensato ma si sa, c'è chi si diverte così... cmq sempre la solita storia: quando un gruppo "extreme" ottiene un buon successo commerciale diviene subito il bersaglio degli integralisti del puro metallo che stroncano a prescindere....per me è un 85 che cresce con gli ascolti. |
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5
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Hanno accentuato a dismisura le parti melodiche (mai peraltro nascoste) creando spesso canzoni banali, scontate, piatte. Senza la voce di Hegg 2/3 del disco potrebbe essere uno scialbo album power, per non parlare degli aberranti inserti sinfonici... Si salvano un paio di traccie (tra cui la notevole Destroyer of the Universe), forse tre, bei filler di batteria, ma è troppo poco. Li seguo dal primo disco e mi piacciono moltissimo ma questo nuovo capitolo non mi va giù. Dopo sette album quasi sempre a grandi livelli un calo ci può stare, però non è solo mancanza di ispirazione, sono nuove soluzioni assolutamente non convincenti. Sono molto deluso, ciò nonostante il disco merita la sufficienza. 60/100 |
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4
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evidentemente gli fa comodo confezionare l'ennesimo album "nel loro stile", tanto il 90% dei metallari griderà al capolavoro ma, oltre che essesre ormai ripetitivi, la vena creativa è ormai sempre più calante. ciò che mi fa sorridere, è leggere di "otime produzioni, finalmente cristalline", per un genere che in realtà, dovrebbe essere ben lontano da questa PLASTICHINA leggera e perfettina. i veri capolavori di questo gruppo, e le vere produzioni grezze, cattive, potenti e vichinghe, son finiti con vs. the world. |
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3
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"potreste convenire (o forse no, ma discutiamone pure) sul fatto che è meglio produrre album buoni ma simili tra di loro, piuttosto che buttarsi in riletture stile In Flames": non sono assolutamente d'accordo. Esistono dischi buoni, sia di sperimentazione che di "tradizione", così come dischi cattivi per ambo le tipologie. Questo disco degli Amon Amarth appartiene al gruppo di dischi "tradizionali" ottimamente riusciti. Lo trovo decisamente superiore ai precedenti due: il suono è più sporco (anche se non tantissimo) quel tanto che basta a non rendere i pezzi patacconi plasticosi che dopo un po' stancano. E' chiaro che non saremo mai ai livelli dei primi dischi però questo disco spacca. voto: 85 |
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2
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Sostanzialmente d'accordo con il commento di Radamanthis Un disco potente e ben suonato, con bei ritornelli e purtroppo qualche filler (For Victory or Death e Wrath of The Norsemen). Però è vero : War of The Gods mi piace tantissimo =) |
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1
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Solo Gods of war vale l'acquisto dell'intero disco...nel complesso sono d'accordo con il recensore che fa un ottimo lavoro! Le tematiche della band a me risultano molto interessanti, la mitologia norrea i ha sempre affascinato e gli Amon Amarth sono maestri in questo. Inoltre ho apprezzato il lavoro di Hegg che ha costruito delle linee vocali studiate ed interessanti ed a tratti melodiche nonostante il cantato growl! Un grande album che merita, a mio parere, un 80! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. War Of The Gods 2. Töck's Taunt 3. Destroyer Of The Universe 4. Slaves Of Fear 5. Live Without Regrets 6. The Last Stand Of Frej 7. For Victory Or Death 8. Wrath Of The Norsemen 9. A Beast Am I 10. Doom Over Dead Man
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Line Up
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Johan Hegg: voce Olavi Mikkonen: chitarra Johan Söderberg: chitarra Ted Lundström: basso Fredrik Andersson: batteria
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