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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Sonata Arctica - Clear Cold Beyond
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23/03/2024
( 3188 letture )
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Sono passati venticinque anni da Ecliptica, primo album con cui gli allora giovanissimi Sonata Arctica si affacciarono nel mondo del power metal, con un disco frizzante e una proposta molto accattivante, un power metal sinfonico e con tratti neoclassici sulla scia dei successi dei connazionali Stratovarius e Nightwish. Ricordo bene quando presi dagli scaffali del Soundcave, negozio storico e oscuro della Milano più underground e metallica, quel disco sconosciuto ma capace di attrarre per la copertina azzurra e un packaging professionale confezionato dalla Spinefarm, stessa etichetta che lanciò proprio i Nightwish. Ricordo ancora più nitidamente quando, dopo pochi secondi dall'aver premuto il tasto play nel CD player portatile di fronte alle Colonne di San Lorenzo mi trovai ammaliato ed esaltato da un sound così veloce, pulito, fluido e melodico allo stesso tempo. La carriera della band di Kemiha consta di ben dieci lavori in studio, oltre a una manciata di live e raccolte, con filo conduttore una passione per il power metal, ore a tinte più sinfoniche ora con spruzzate progressive. I primi lavori furono particolarmente convincenti, tanto da portare il quintetto a firmare contratti importanti con Century Media, Nuclear Blast e molto di recente Atomic Records, oltre a calcare importanti palchi di tutto il mondo, spesso indicati come eredi degli Stratovarius. Una carriera che qualitativamente ha tuttavia mostrato alti e bassi, con momenti lontani dagli apici di inizio carriera e non pochi passaggi a vuoto, certamente impattati da importanti cambi di formazione che hanno visto uscire ottimi strumentisti come il tastierista Mikko Härkin nel 2002 e Jani Liimatainen nel 2007, testimoniati da un paio di album scialbi di metà carriera e le tutt'altro che felici recenti parentesi acustiche del periodo pandemico.
Clear Cold Beyond ci restituisce una band affiatata e ispirata, guidata dai membri storici Tony Kakko, principale songwriter e vocalist, e dal drummer Tommy Portimo, che rispolverano le sonorità più veloci e graffianti di inizio carriera, tornando sostanzialmente alle radici del proprio sound: un mix ben bilanciato tra energia, melodia e tratti neoclassici. Bastano pochi secondi dell'opener First in Line per fugare ogni dubbio, un pezzo davvero spinto, azzeccato, con riff di chitarra precisi di Elias Viljanen ben intrecciati alle tastiere di Henrik Klingenberg, con un refrain pazzesco e una doppia cassa martellante che ci restituisce un Portimo in gran spolvero, tutti elementi che ci portano dritti ai tempi di Blank File, storica opener di Ecliptica. California e Cure for Everything sono altri ottimi brani giocati su velocità e melodia, con linee molto accattivanti a livello di bridge e refrain, ben condotti da Kakko, la cui voce resta il marchio di fabbrica della band scandinava. Cantante dai tratti facilmente riconoscibili per estensione ed evolutosi con gli anni in singer versatile, pur non avendo mai avuto una tecnica sopraffina. Bene anche i tratti in cui la velocità supersonica lascia qualche spazio a momenti più cadenzati dome Shah Mat, molto tastieristica e neoclassica tanto da evocare i tasti di Simonetti, per poi accelerare ricordando i Ring of Fire di Mark Boals o Dark Empath, dall'ottimo bridge e cori incrociati; uno dei pezzi più riusciti del disco in perfetto stile Sonata Arctica. Non ci sono evidenti cali e il lavoro ci regala cinquantuno minuti complessivamente molto buoni, con qualche spunto sinfonico e progressivo in Teardrops, dai richiami ai primi Nightwish, o nella titletrack cadenzata e dai cambi di atmosfera, oltre a momenti che promettono un'ottima riuscita anche in sede live, come nel caso della lanciata Angel Defiled o del refrain nell’articolata A Monster Only You Can See, con tanto di tratti acustici e medievaleggianti. Non manca la ballad di rito, The Best Things, manieristica ma molto happy e ben condotta da Kakko, pianistica ed elettrica al tempo stesso, con assoli ben cesellati da Viljanen e Klingenberg.
Ben ritrovati Sonata Arctica, un vero piacere ascoltare una band così compatta e tornata su ben definiti binari su cui viaggiare veloci e melodici come ai tempi degli esordi. Ci auspichiamo che sia l'inizio di una seconda giovinezza e non solo un fulmine rivitalizzante in una carriera ultimamente un po' troppo altalenante.
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Non un capolavoro ma un come back piacevole e ben eseguito. Siamo nel 2024... voto 85. |
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Non un capolavoro ma un come back piacevole e ben eseguito. Siamo nel 2024... voto 85. |
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Non un capolavoro ma un come back piacevole e ben eseguito. Siamo nel 2024... voto 85. |
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Non un capolavoro ma un come back piacevole e ben eseguito. Siamo nel 2024... voto 85. |
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Non ci siamo proprio.....piatto, piatto, piatto! Silence e Reckoning sono di un altro livello. Voto 65......facciamo 70 per la splendida copertina. |
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Pikkio, il tuo commento avrebbe senso se tutte le recensioni della band fossero arrivate in 25 anni dalla stessa penna o tastiera, ovviamente non è così. Se sei appassionato di comparazioni, puoi vederti i voti delle mie recensioni (circa 150 gli ultimi 3 anni), e vedere cosa spazia tra 50 e 92. Cheers, Michael |
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Secondo il recensore, alla luce di tutte le recensioni della discografia, questo è il secondo miglior disco dei S.A. di sempre, dopo \"Silence\".
Per me è un disco sufficiente, dopo tanti dischi assolutamente mediocri e dimenticabili (quelli tutti con voti troppo alti), quindi il voto giusto è 60. |
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Tra lupi e colori verde/azzurro, si vede che stanno cercando di ritornare ai fasti dei primi due album. Poi sono anche tornati a pezzi più metal oriented. Ma il risultato è sempre scarso e pochissimo coinvolgente. In effetti, manca la capacità di comporre delle belle canzoni e a questo si aggiunge un Tony Kakko un po\' in disarmo. Non mi ha preso per niente. Forse il primo pezzo resta in linea di galleggiamento. Su un brano mi sembra che cantino \"O Sole Mio...\" il che la dice lunga sul provare a grattare tutti i barili. Negativo. Au revoir. |
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@cicciobariccio: più che la \"bomba\" hai lanciato la cazzata... |
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Lancio la bomba.....10 Volte meglio degli ultimi album dei Maiden....ultimamente i Maiden fanno una canzone buona ad album il resto tutti B side |
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Purtroppo vado controcorrente e dico che non riesco a farmelo andar giù, fatico ad arrivare alla fine. Sarà che io ho apprezzato la prima parte della carriera \"diversa\" dal power classico (quindi post Unia), sarà che Pariah\'s Child per me potrebbe essere classificato tra i loro migliori 2-3 dischi, ma qui non ci siamo. I suoni sono troppo leggeri e questa virata sul ritorno al power classico la vedo come una forzatura voluta dai fan e, forse, dalla label per tornare ad incassare qualcosa anche con loro. Hanno avuto ragione perchè per la critica e per i fan hanno fatto centro, ma io cerco altro da questa band che, da parecchi anni, non ha più nè voglia nè idee per suonare come Ecliptica. Nè la voce del cantante, ma questo è un discorso ormai stra-discusso. Qui salvo solo A Monster That You Can\'t See, gran pezzo con melodia catchy e bel lavoro strumentale. Ed è un peccato perchè anche in altri pezzi le parti strumentali sono ottime, ma non funzionano proprio le canzoni |
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Bel ritorno, era da 15 anni che non suonavano cosi’. 80 pieno. |
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Io vorrei far notare che Ecliptica ha preso 79.... |
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80?? Sicuro ?? Ma proprio sicuro ?? No comment ! |
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Ecliptica 79
Reckoning 79
....
Clear Cold Beyond 80
probabilmente il recensore è la prima volta che ascolta la band. Non voglio fare il giochino di chi ha il cazzo piu lungo ma da fan della band della rimissima ora, considerare questo disco una sorta di mezzo capolavoro (il voto 80 è mezzo capolavoro), è da folli.
Di sicuro è un disco che accarezza una sorta di operazione nostalgia, forzato e di mestiere ma con buoni picchi qualitativi, ma anche momenti di stanca impressionanti.
Un 70 diciamo che è il voto più alto che si puo dare a un lavoro cosi ( e 70 è un vto molto buono...ma se ormai non si da 80 in su....pare di no....)
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Concordo con gli amici dei commenti 23 e 24
Concordo con Moro perchè i voti sono sempre oggetto di discussione, nel bene e nel male, soprattutto su un qualcosa di così soggettivo come può essere il gusto personale.
Per inquadrare il tutto nel modo corretto credo sempre sia più importante fare riferimento alla recensione presa nella sua interezza (e Metallized ha, a mio modo di vedere, recensioni sempre esaustive e ben scritte), così da valutare tutti i punti forti e le lacune del platter preso in esame.
Con Le Baron Boy concordo invece su un\'altra cosa: se un disco è ben scritto, ben prodotto e ben suonato, almeno la sufficienza dovrebbe raggiungerla, mentre a volte, forse anche influenzati dai gusti personali o da paragoni con quanto prodotto dalla stessa band in passato, ci lasciamo andare a stroncature che però, sul piano valutativo o \"scolastico\" (come dice il buon Moro), non trovano effettivo riscontro, se andiamo a guardare cosa c\'è che va e cosa invece non va nel disco in se.
Poi, ovviamente, stiamo parlando di musica, quindi rimanendo sempre sul piano soggettivo è anche bello (e forse più giusto, sotto alcuni punti di vista?) vedere votazioni basate più sulle sensazioni ed emozioni personali che sul mero lato esecutivo/di scrittura.
Rimanendo sui Sonata, credo purtroppo abbiano ampiamente già dato il loro meglio. Molto probabilmente l\'alchimia Kakko-Liimatainen era il vero motore della band che, una volta privata di un suo componente fondamentale non ha pià saputo esprimersi su quei livelli qualitativi. |
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24
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@Le Baron Bay: ma allora il tema dei voti è sempre stato cruciale qui. Se segui la webzine da un po\' oppure no, è qualcosa che torna sempre a galla.
Se un disco mi piace da morire, io lo confronto sia con gli altri che escono nello stesso anno (tenendo conto ovviamente affinità e differenze) e che col resto della discografia della band. Poi vale sempre il \"metodo scolastico\". 60 = sufficiente.
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23
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@Moro
Il tuo appunto ci sta.
Per quanto mi riguarda di dischi veramente emozionanti ne escono due o tre all’anno, ed è già un buon risultato.
Ti posso citare gli ultimi Leprous, Fates Warning, Shores of Null, Silent Skies, Oceans of Slumber…. Il ritorno degli Helloween, gli Eldritch ecc…
Dischi che valgono anche l’acquisto nel formato “fisico”.
75 perché si lascia ascoltare ed è valido tecnicamente. Punto.
Da 55 è l’ultimo dei Running Wild, e forse The Ballads VI di Axel Rudi Pell.
D’ora in poi sarò più severo, promesso 😅👍🏻 |
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@Le Baron Bay: non ti ha emozionato e gli dai 7,5 ? bah. vorrai dire 55....
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21
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Stanco dei vari gruppi cloni, nati all’inizio del nuovo millennio ispirati dalle visioni degli Stratovarius, non ho mai seguito i Sonata Arctica, quindi i riferimenti con il passato per me sono impossibili da trovare, li conosco solo di fama e per la canzone “Kingdom for a Heart”.
Mi sono avvicinato a questo disco quasi per caso e sinceramente non mi ha emozionato più di tanto.
Per carità, ha tutte le “cosine” a posto, è suonato, cantato e prodotto da dio, ma lo trovo freddo e di mestiere, paragonandolo all’ultimo degli Stratovarius per esempio ne esce bastonato.
Continuerò a seguire gli altri maestri finlandesi e magari recupererò i primi dischi della loro discografia.
Voto 75 |
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20
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Per me un dignitoso 70.
Mi sono piaciuti molto invece, nel power più classico, i Thornbridge (con Tony Gottlich): un bel mix di Blind Guardian e Stratovarius. |
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19
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Bel disco. Alcuni pezzi veramente di alto livello, su tutti A Monster, Dark Empath e Angel..ovviamente i primi 4 non li vede neppure col binocolo ma si attesta sui livelli dei più che validi Pariah\'s e 9th. Ottimo ritorno dopo il trascurabilissimo Talviyo.Sinceramente era difficile pretendere di meglio. 75 |
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18
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Ascoltato 4 volte di seguito stamattina (sí, ho molto da fare in ufficio), e un 74 si puó dare tranquillamente, i punti tolti vanno soprattutto alla voce e alla mancanza di un muro di chitarre convincente. Peró dopo le troppe porcherie degli ultimi anni, é bello riascoltare i Sonata fare metal! |
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17
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Lucassen,sbrigati a far uscire un nuovo Ayreon...scusami non ho resistito  |
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16
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Vista la notizia di un imminente tour con Firewind e Serious Black, molto interessante. A me il disco e’ piaciuto, parecchio. |
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15
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Riascoltato e ho fatto ancor più fatica ad arrivare alla fine. Niente, non mi prende e continuo a trovarlo piatto e senza energia. Manca soprattutto quel muro sonoro che creava Liimatainen e che non sono mai riusciti a ricreare |
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14
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Ammetto di aver ascoltato questo album calcando l\'onda dei ricordi.
Scusate ma canta ancora Tony Kakko ? Ma cosa è successo alla sua voce ? Ammetto di averi lasciati a Reckoning Night... |
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13
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A mio avviso uno dei peggiori album della loro carriera.
Sgonfio,moscio con alcuni brani degni del peggior Sanremo. |
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12
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Cresce ascolto dopo ascolto |
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11
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Avevano tutto della Spinefarm…anche le cose “leggere” 😂 |
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10
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La cosa che mi lascia più impallidito è che avessero Ecliptica da Sound Cave. |
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9
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Buona prova di una delle band che ascoltavo da ragazzino e che mi ha fatto innamorare del metal.
La prima parte fa quasi gridare al miracolo, pezzi ben composti in stile Sonata dei primissimi lavori (vedesi First in line), poi sul finale cala un po\'. Mi ha davvero fatto piacere riascoltarli, per me da 74. |
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8
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Grazie progster78. Sistemato, avevo ascoltato troppo Malmsteen  |
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7
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1e\' un ottimo album. Ormai alcuni commentano a cacchio senza neanche ascoltare, con pregiudizio. |
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6
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Disco da operazione nostalgia per i primissimi fans della band (lo ero anche io da Ecliptica sino a Unia e poi sporadicamente canzoni sparse qua e la). Bel disco senza però le perle dei primi album ma tutto sommato bello. Voto 75 |
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5
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Disco notevole, con inizio da tempi d’oro e qualche passaggio meno convincente nella seconda lparte. First in line pezzone (l’ho sentita sia sobrio sia ubriaco), l’80 ci sta tutto. |
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Ah ok. Vedo che non sono il solo allora. Lo trovo piuttosto piatto. Imho una band che non ha più nulla da dire da anni. |
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3
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First in line non regge il paragone con blank file nemmeno da ubriaco fradicio, non scherziamo per favore! Disco estremamente piatto, senza voglia, senza spirito, ci abbiamo proprio visto due lavori differenti. A mio parere ben poca roba |
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2
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80....84....votoni
Non è che avrete esagerato? A me pare un disco da 70 o giù di lì. Non esaltante, diciamo. |
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1
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Concordo su tutto,cmq il primo è Ecliptica non Eclipse ,voto 80. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. First in Line 2. California 3. Shat Mat 4. Dark Empath 5. Cure for Everything 6. A Monster Only You Can't See 7. Teardrops 8. Angel Defiled 9. The Best Things 10. Clear Cold Beyond
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Line Up
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Tony Kakko (Voce) Elias Viljanen (Chitarra) Henrik Klingenberg (Tastiere) Pasi Kauppinen (Basso) Tommy Portimo (Batteria)
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