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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 11969 letture )
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It truly makes the most beautiful music Everything it has to give It's everywhere hiding the listener Without it I could not live ...Silence
Il silenzio, l'assoluto silenzio della fredda tundra di Kemi (Finlandia settentrionale) è quello che ispira i Sonata Arctica nella persona del mastermind Tony Kakko; il silenzio è il titolo del secondo disco dei finnici che dopo il fulminante esordio di Ecliptica –sì acerbo ma comunque ispirato come pochi altri- sfornano un disco ancora più maturo e si scrollano di dosso una volta per sempre la nomea di Strato-cloni. Se dopo tutti questi anni penso ad un disco simbolo del power nordeuropeo, Silence è il primo che mi viene in mente, perché? Perché dentro ha tutte le caratteristiche che hanno permesso ai Sonata Arctica di surclassare i colleghi di genere (primi tra tutti gli Stratovarius), proponendo un disco fresco, emozionante e coinvolgente pur rimanendo all'interno dei rigidi standard del power metal; che per inciso abbandoneranno anni dopo, ma questa è un'altra storia. Silence è un disco ispirato tanto quanto il suo predecessore, ma molto più curato per quanto riguarda produzione e realizzazione, senza i difetti che avevano funestato (è solo un modo di dire, dato che se i cinque finnici oggi si azzardassero a non proporre nemmeno un pezzo dal loro disco d'esordio durante un concerto -senza esagerare- rischierebbero il linciaggio) Ecliptica tra i quali: errori nell'esecuzione durante le registrazioni; assenza totale del basso e in generale suoni rivedibili.
Che questo album verrà giudicato positivamente immagino l'avrete già capito (o semplicemente letto), per cui nel caso non l'abbiate mai ascoltato vi spiego ora cosa troverete appena premerete il tasto play del vostro lettore: pezzi che definire veloci sarebbe più che un eufemismo, sorretti dalla doppia cassa di un Tommy Portimo a cui gli ingegneri tedeschi che hanno costruito la MG42 devono essersi senz'altro ispirati, il basso quasi costantemente suonato in sedicesimi di Marko Paasikoski ben udibile nei momenti di stacco della 6 corde dell'ormai ex Jani Liimatainen, che sciorina riff taglienti e assoli degni di uno shredder spesso armonizzati con quelli delle tastiere di Mikko Harkin, che in tutto il resto del tempo delineano le melodie delle canzoni (anche il singer Tony suona le tastiere in fase di registrazione dato che compone praticamente tutto lui). Veniamo finalmente alla voce: Tony Kakkoè dotato di un timbro particolarissimo, riconoscibile tra mille, è un cantante versatile, con un'estensione molto ampia e quello che più colpisce è il suo essere totalmente autodidatta (ha cominciato a cantare dopo essersi innamorato della voce di Freddy Mercury, ma non ha mai preso una lezione di canto in vita sua, cosa che un po' di tempo fa lo penalizzava in sede live). Ma addentriamoci più nel profondo dei meandri di questo disco: le danze si aprono con l'intro Silence, dove la voce del narratore (Nick Van-Eckmann) recita le parole che avete letto all'inizio di questa recensione accompagnato da un sottofondo di pianoforte; un crescendo di effetti quasi elettronici poi ci catapulta verso Weballergy e False News Travel Fast, due up tempos coinvolgenti di sano power made in Sonata Arctica con refrain trascinanti, doppia cassa ad elicottero e assoli al fulmicotone, nulla di nuovo sotto il sole (che tra l'altro per almeno metà dell'anno a Kemi c'è ben poco dato che sta ben oltre il circolo polare artico) ma comunque di ottima fattura. Segue la “malata” The End of This Chapter, prima canzone del ciclo dedicato a Caleb, il pazzo stalker che perseguita la sua “amata” Juliet (il seguito della canzone si trova nel disco Reckoning Night con il pezzo Don't Say a Word, mentre il prequel nel disco Unia con la song omonima Caleb); aperta dalla telefonata con cui il maniaco fa sapere alla sua vittima che l'ha rintracciata The End of This Chapter è una canzone già molto più lenta, con le tastiere e la voce in evidenza assoluta (tra l'altro questo pezzo è un buon esempio di come Tony sia solito servirsi in modo maniacale dell'overdubbing registrando un numero abnorme di controcanti). Se per un attimo gli ascoltatori avevano ripreso fiato è già di nuovo tempo di ripartire con velocità da far piangere anche il miglior metronomo: arriva Black Sheep, pezzo sull'emarginazione contenente alcuni degli assoli più belli che i Sonata abbiano mai scritto; la successiva Land of the Free si apre in modo lento e maestoso, per poi riaccelerare di nuovo verso un ritornello che farete fatica a scordarvi, tra l'altro nella parte finale sentiamo finalmente il basso uscire e sovrastare gli altri strumenti in una veloce cavalcata, cosa piuttosto atipica per i Sonata se consideriamo i volumi a cui era relegato il 5 corde in Ecliptica. Arriviamo alla prima ballad del disco, forse la migliore che i Sonata abbiano mai scritto (insieme a Talullah di cui parlerò più avanti), Last Drop Falls, la storia di un uomo follemente innamorato che dopo anni viene tradito dalla sua lei che ha pure la faccia tosta di andarglielo a confessare candidamente. Credo che molte persone capitate in una simile situazione non faranno fatica a ritrovarsi perfettamente nelle realistiche parole del testo:
Tell me now that... I have found the whore in you Why can't I tell you no Time will show, the last word is for me If you fail to see the problem we have, one room full of walls Jar of love isn't dry until the last drop falls...
Mi auguro sinceramente che il testo non sia frutto dell'esperienza personale del buon Tony nonostante l'estremo realismo delle sensazioni descritte lo lascerebbero intuire. Torniamo di nuovo a parlar d'amore, ma questa volta solo di un sano innamoramento sotto il sole di San Sebastian, e a 170 bpm per giunta: chi l'ha detto le canzoni romantiche devono per forza essere dolci e lente? Rallentiamo un poco e torniamo seri con la successiva Sing in Silence, mid tempo impegnato socialmente che ci racconta di una ragazza di buona famiglia che cade nella spirale della droga e non riesce più ad uscirne nonostante gli aiuti che le vengono offerti, a causa del totale asservimento della sua volontà alla sostanza in questione; dopo Sing in Silence arriviamo all'unica traccia strumentale del disco: Revontulet, pezzo arpeggiato estremamente rapido e breve ma dall'altissimo tasso tecnico, il nome (in finlandese significa “Fuoco di volpe”) si rifà ad una antica leggenda finnica, per cui una volpe correndo in mezzo alle nevi dell'inverno con il movimento della sua coda proiettò verso il cielo alcuni cristalli di neve creando l'aurora polare (che per questo in finnico si chiama anch'essa Revontulet). Siamo giunti alla seconda ballad del disco (questa volta quasi tutta basata sul pianoforte): Talullah, canzone che di nuovo parla di un amore che finisce, questa volta con la descrizione del momento in cui una ragazza dispiaciuta (ma non troppo) si ritrova nella scomoda situazione di mollare il proprio ragazzo nel modo meno traumatico possibile, salvo farsi vedere il giorno dopo mano nella mano con il batterista dai lunghi capelli della band in cui suona il protagonista... se è autobiografica anche questa non oso pensare a quanta sfiga deve avere avuto da giovane il povero Tony. Torniamo ad alte velocità con Wolf and Raven, pezzo di cui venne anche realizzato un video e che ebbe grande successo come singolo, in cui ritorna l'iconografia del lupo, ricorrente nel songwriting di Kakko, e dovuta come spesso ha dichiarato allo stretto legame che hanno i finlandesi con questo animale e la natura in sé, che è anche la protagonista della successiva Respect the Wilderness, quasi un inno ambientalista con riff vagamente heavy, arpeggi di tastiera e assoli multipli dei vari strumenti ottimamente armonizzati. Siamo infine giunti alla conclusione del disco con la lunga ma stupenda suite The Power of One, l'ulteriore prova per chi non ne fosse ancora convinto che questi finnici sono in grado di passare da pezzi lenti e melodici a cavalcate power ultra-rapide senza nessun problema e senza perdere in efficacia; il potere di Uno è una storia che parla di uguaglianza, davvero intensa e commovente, la giusta chiusura per un simile disco.
Le considerazioni personali e le critiche verso i Sonata Arctica da sempre si sprecano, è vero, sono un gruppo che di sicuro nella prima parte della carriera non ha inventato nulla di nuovo, ma quello che ha fatto l'ha fatto con classe e umiltà partendo dal basso e conquistandosi un posto nei cuori di chi ama un certo tipo di metal (e succederebbe anche con i metallari più tradizionalisti se solo ci fosse qualche paraocchi in meno). Per me questo è il punto più alto della loro carriera, forse lo sarebbe stato Ecliptica, ma purtroppo l'inesperienza non l'ha reso tale; parliamoci chiaro, nemmeno Silence è perfetto, si può ancora fare molto a livello di produzione, per certi versi è ripetitivo ma rimane un grandissimo lavoro e dirlo con un voto significa volare alto.
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Album molto buono...un po\' troppi pezzi lenti e ballad, per i miei gusti, ma nel complesso un buon 7... |
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Black Sheep e' uno dei loro pezzi piu' belli, soprattutto dal vivo, dimensione in cui la band risalta mooolto piu' che su disco a mio parere. La voce poi a me piace tantissimo, molto espressiva e con un timbro unico |
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Questo album è un capolavoro assoluto. Non capisco onestamente che problema mentale abbiano quelle persone che considerano Ecliptica superiore. Non esiste dai, siamo seri. |
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Questo e il predecessore ecliptica sono i 2 lavori migliori dei sonata, estro creativo, tecnica, leggerezza data dalla giovane età complice di un songwriter ispirato.Sul podio insieme a pochi altri per i dischi power |
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Vale lo stesso discorso di Ecliptica, due/tre song (Black Sheep e San Sebastian su tutte) entrate di pieno diritto nell'Olimpo del Power metal, alternate ad altre meno impressive e talvolta prive di estro. Tecnicamente convince tanto quanto il predecessore. Siamo nel pieno del periodo d'oro della band finlandese. |
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Leggermente sotto Ecliptica,ma anche qui i livelli sono altissimi e ci sono un sacco di canzoni memorabili,come ha giustamente detto Room 101 anche qui la batteria è sparata a mille rendendo le canzoni veloci travolgenti,mentre sia tastiera che chitarra riescono a destreggiarsi alla grande sia nelle canzoni tirate sia in quelle lente o articolate...già l'intro è uno dei più belli e particolrai che ci introduce all'atmosfera sognante e malinconica dell'album...forse manca una canzone che spicca sulle altre ma considerando che le canzoni sono tutte bellissime il poblema è relativo,se proprio dovessi scegliere direi tra le lente Tallulah,che sembra fatta apposta per strappar lacrime,Last Drop Falls e la più particolare The End of This Chapter,mentre per le più veloci San Sebastian,Black Sheep,Weballergy e la bellissima e veritiera Flase News Travels Fast...apice della discografia e per me album leggendario come il precedente,se non 99 almeno un 93..."BOOKS OF TRUE TALES;MIRRORS OF TRAGEDY...REMORSEFUL AND PALE,AS ALWAYS FALSE NEWS TRAVELS FAAAAAST!!!" |
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Ottimo album indubbiamente, anche se già sta perdendo l'anima che aveva in Ecliptica: la voce del cantante si fa più controllata, i brani non vengono più bruciati come nel primo album. Opera più del raziocinio che dell'istinto, si concede ancora delle fiammate con The end of this chapter, di sicuro il brano più coinvolgente, oltre ai primi tre brani di ottima enfasi. Poi, a mio avviso, incomincia ad annacquarsi. Bellissima la copertina!!! |
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che dire di last drop falls semplicemente bellissima!! |
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Uno dei vertici di sempre del power metal; mi emoziona ancora adesso come allora, dopo 13 anni, forse ancora di più proprio perchè mi ricorda di quei tempi. Ogni canzone si assesta su standard molto elevati, melodia sempre presente, coinvolgente e mai banale, produzione che rende giustizia a tutti gli strumenti. Forse The power of one il pezzo migliore, ove riscontriamo tutte le sfaccettature della loro musica. Voto giustissimo. |
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Sono d'accordo con il precedente commento. L'ho sempre ascoltato tutto dall'inizio alla fine, per me sono tutte ottime canzoni.. Io gli do 90 come voto |
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Inutile dire che ho amato quest'album come pochi, è sul podio dei 3 album che considero complessivamente migliori tra quelli che ho ascoltato fin'ora in generale. |
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Album principe di quello che considero il Pop Power Metal. Canzoni che puntano tutto sulla melodia e conquistano fin dal primo ascolto. Li preferisco in questa veste. La cosiddetta svolta Prog non l'ho seguita e nemmeno mi interessa farlo. |
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weballergy, the end of this chapter ed altre sono grandi canzoni |
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@Room 101 ah non li vedo da un bel po' i Sonata l'ultima risale al 2007 e spesso li ho visti fuori Italia e in quel periodo erano più le stecche che altro, se è migliorato buon per lui ma come dici te non regge il confronto con nessuno dei nomi storici e questo per me è già svalorizzante visto che negli ho letto critiche immotivate a i due mostri che ho citato in antecedenza che al signorino potrebbero dare lezione. Kursch lo ripeto ne becca una quando capita, Kotipelto incrociato una volta sola per fortuna ed ero ubriaco quindi non ricordo e ringrazio l'alcol per avermi salvato. |
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Concordo con Room, è migliorato enormemente. |
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@Undercover: Piccola correzione se permetti Kakko live "era" uno schifo, posso garantire che nell'ultima data italiana ha fatto un prestazione mostruosa, con 39 e 5 di febbre e la gola infiammata, (tossiva peggio di un fumatore incallito tra una canzone e l'altra) ha comunque tirato giù il Palasharp. è migliorato incredibilmente negli ultimi anni, ovvio che non lo possiamo nemmeno lontanamente paragonare a mostri sacri tipo Halford, Dickinson & Co, però Live se la gioca con Kursch (anzi per me è un filo sopra) e batte nettamente Kotipelto (ho visto live tutti i gruppi con cui cantano e parlo con cognizione di causa) |
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@Radamanthis scusa ma secondo me hai dimenticato due che fanno il culo a molti di quelli che hai nominato, in primis Tim "Ripper" Owens l'unico di cantare i pezzi dei Priest anche meglio di Halford e l'ho visto dal vivo nel periodo in cui era all'interno della band e fu favoloso e secondo Matthew Barlow uno che come voce non ha eguali per timbrica e calore che esprime. Poi se per power intendete solo gente che canta pulito o urla come un gallinaccio ma non riesce neanche a essere un minimo tagliente allora altro discorso. Toni Kakko live è uno schifo, Hansi stessa storia ne becca uno su mille. |
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Bhè, per me la sacra triade Dio, Dickinson, Halford è intoccabile! Ma mi sa che questo non è il posto giusto per questa discussione...quindi torniamo ai Sonata xD Come ho già commentato nelle recensioni degli album successivi, una ballad come "Last..." o "Talullah" non sono più capaci di farla... ma neanche una piccola perla come "The End..." vabhè  |
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E non ho citato Ronnie James Dio...lui è là, inarrivabile, e non perchè è recentemente scomparso ma perchè è un'icona che ha contagiato piu' di 3 generazioni di rockers! |
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Beh, parlando di cantanti clear voice, per non essere troppo restrittivi in quanto al genere power, direi che su un livello ci sono Dickinson, Kiske, Halford, Tate; poi un pò sotto metterei Scheepers, Basse, Allen, Lande, Kursch e Kotipelto; e poi via via molti altri tra cui Kakko. Credo che per poter cantare in certi gruppi blasonati bisogna avere un certo livello e quindi si parla di cantanti di ottima fattura ma la differenza tra questi sta nella loro capacità interpretativa e nelle emozioni che trasmettono. Infatti, dopo 20 o 30 anni di onorata carriera, gente come Halford, Dickinson o Kiske fa sempre notizia poichè sono entrati nel cuore dei fans grazie alle loro stratosferiche interpretazioni mentre sarei curioso di vedere se, tra una ventina di anni, si parlerà di kakko (che a me comunque piace come singer) in termini leggendari come nei tre menzionati prima. |
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Bhè, i miei cantanti preferiti in ambito power sono Andrè Matos e soprattutto Russell Allen (anche se forse power è un po' restrittivo per entrambi) |
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io invece preferisco nettamente Kursch a Kakko.sebbene quest'ultimo sia tecnicamente molto superiore,trovo la voce di Kursch molto più bella,caratteristica e interessante,senza poi nulla togliere a Kakko,per carità |
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@gemini: sono d'accordo con te, solo che in un ambiente power che idolatra gente tipo Hansi Kursch, Tony Kakko diventa alle mie orecchie un semi-dio )))) |
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Bhè, che la voce di Kakko sia personale non c'è dubbio, però non lo reputo certo tra i miei migliori cantanti rock-metal... poi un conto è su album, un conto è dal vivo e negli anni passati il buon Tony non si poteva proprio sentire... detto questo, è vero che oggi è decisamente migliorato  |
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Per me la voce di Kakko e' straordinaria, non capisco cosa ci sia da discutere, ha estensione, varieta' e personalita' cosa volete di piu'??? Per quanto riguarda il disco e' molto bello ma a mio avviso l'apice e' Reckonig Night. Tutti ottimi i primi 4 in ogni caso. |
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Ragazzi mi fan piacere i contributi, continuate così, volevo solo puntualizzare che non ho definito Tony un cantante eccezionale, ma solo caratteristico e dalla buona estensione, sul paragone con Kotipelto anche qui magari sarà solo una mia personale visione, io il secondo lo trovo più freddo, meno espressivo ( e live al momento Tony è superiore, è molto migliorato negli ultimi tempi) |
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Il loro migliore album. San Sebastian è la mia canzone preferita in assoluto. Voto: 90 Riguardo alla questione Kakko/Kotipelto: Io trovo Kotipelto moooolto più bravo di Tony, ma preferisco quest'ultimo proprio per la sua voce caratteristica! |
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Un ottimo disco e un'ottima rece! Questo album racchiude classici della band ma soprattutto ottime songs. Black Sheep, Last drop falls, Talullah, San Sebastian, Wolf and raven e The end of this chapter sono di pregevole fattura. Anche io, pur apprezzando Kakko, non lo reputo così bravo: ci sono power metal singers di parecchi gradini superiori e nello specifico Kotipelto è, a mio parere, di un altro pianteta, per estensione vocale, timbrica piu' caratteristica nelle frequenza medie. kakko invece si contraddistingue per la poeticità nell'interpretazione dei brani e per queste piccole parti in growl che ci stanno davvero bene. Per quanto riguarda i tentativi di imitare Mercury....meglio lasciar perdere. Qui non si parla di un'altro pianeta ma di un'altra galassia! Comunque ottimo disco, voto 88! |
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Comunque secondo me la voce di Tony è sì caratteristica ma non eccezionale, soprattutto nei primi album dove era evidentemente molto acerba... Kotipelto mi sembra migliore sia come timbrica che soprattutto come impostazione (anche se i miei cantanti preferiti in ambito power sono altri) |
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Sullo stesso livello di Ecliptica, con qualcosina in più... "Black Sheep" tra i loro classici, "Last..." e "Talullah" tra le loro migliori ballads... poi "The End..." e "Sing..." sono tra le loro migliori canzoni, è un peccato che siano così poco considerate. 85 |
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Per quanto riguarda la voce di Tony ho scritto così perchè personalmente mi viene molto facile riconoscerla tra tante, anche come stile: il modo in cui varia registro, l'overdubbing continuo, quelle piccole parti simil growl, insomma è un trademark suo per come la vedo io, tentativi di emulare Mercury a parte, (poi visti i commenti magari è solo una cosa mia per carità XD) però ecco se lo penso in ambito power scandinavo..un esempio a caso, Kotipelto sta anni luce più in basso. Comunque mi fa piacere generare di queste discussioni  |
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"non oso pensare a quanta sfiga deve avere avuto da giovane il povero Tony." |
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eh eh...quando i Sonata Arctica ancora spaccavano (in senso buono) ora purtroppo il senso è cambiato! grande album comunque, su tutte: S. Sebastian, The End of This Chapter, Wolf and Raven e le due ballads Talullah e Last Drops Falls. anche io non concordo molto sulla voce di Kakko...a mio giudizio molto standard; i grandi singers del power sono altri. |
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Melodia, potenza, songwriting... C'è tutto... Un pilastro del power senza dubbio... 90! |
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bellissima San Sebastian! |
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Bellissimo, per me merita un 90. Ed ecliptica va oltre 80 |
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un ottimo disco sicuramente,san sebastian e wolf & raven su tutte....non concordo però sul giudizio della voce di Tony Kakko,voce bellissima,ma di certo non particolare e standard a dir poco |
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Uno dei due dischi dei Sonata che trovo davvero belli (l'altro è Ecliptica) |
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Tracklist
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1 ...Of Silence 2 Weballergy 3 False News Travels Fast 4 The End of This Chapter 5 Black Sheep 6 Land of the Free 7 Last Drops Falls 8 San Sebastian 9 Sing in Silence 10 Revontulet 11 Talullah 12 Wolf and Raven 13 Respect the Wilderness 14 The Power of One
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Line Up
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Tony Kakko - Voce e tastiere Mikko Harkin - Tastiere Jani Liimatainen - Chitarra Marko Paasikoski - Basso Tommy Portimo - Batteria
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RECENSIONI |
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