|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
|
16/05/2024
( 983 letture )
|
Chi segue i transalpini Benighted fin dal loro lontano esordio sa che l’evoluzione stilistica che hanno perseguito li ha portati a esser sempre più estremi ed ora, si è certi con una copiosa tranquillità di spirito che ad ogni loro nuova uscita ci si può serenamente approcciare sapendo di aver tra le mani una neonata estrema creatura musicale. Ne è da meno il loro nuovo Ekbom? Ovviamente no. Edito da Season of Mist, composto da dodici brani per poco più di trentacinque minuti di pura violenza. Il disco si fonda come concept sulla sindrome di Ekbom, una psicosi monosintomatica che porta il paziente ad esser convinto di essere infestato da parassiti cutanei, musicalmente invece si pone come parentesi brutal piuttosto personale: i brani sono dinamici sia strumentalmente che a livello vocale, cosa per nulla scontata in questo genere, specifica avvalorata ancor più da una tecnica esecutiva e compositiva davvero sopra le righe. A livello di produzione ogni strumento spicca per caratteristiche e riconoscibilità, seppur il muro sonoro sia enorme e pompato, la definizione è cristallina e mantiene una omogeneità corale che va a render Ekbom ancor più godibile e apprezzabile, sia a livello globale che a livello del singolo.
Fin dalla prima vera traccia Scars la tensione è altissima, le atmosfere si fanno subito tecnologiche, cupe ed arse, le velocità si impennano immediatamente e salvo rari breakdown e sordi momenti di attesa rimarranno tali sino alla fine. Nothing Left to Fear vede la collaborazione di Oliver Rae Aleron alle voci ed il brano si mostra da subito una lezione di ritmica e ferocia, da apprezzare gli incastri tra le liriche e gli strumenti nonché le improvvise accelerazioni-decelerazioni che si susseguono nella seconda parte. A favore dei transalpini sta anche una durata di media brano piuttosto corta che rende il tutto più fluido e scorrevole, momenti come la titletrack Ekbom o Scapegoat sono un esempio di come si possa far esplodere un universo in un tempo brevissimo, ponendo oltretutto una perizia tecnica nella ricerca compositiva prima e esecutiva poi davvero impressionante. In Fame of the Grotesque c’è spazio anche per un ulteriore ospitata: Xavier Chevalier si aggrega ai quattro per offrir un ulteriore dose di frenesia e gratuita brutalità. A livello di dinamiche e varietà musicale a chiudere si può trovare il brano forse meglio riuscito dell’intera tracklist Mother Earth, Mother Whore con le sue atmosfere e il suo incedere scuote e colpisce mettendo la definitiva dose di annichilimento sull’ascoltatore.
I Benighted sono una band talmente matura e navigata da saper esattamente che carte giocare e che gioco fare in ogni momento. Mostrando i muscoli, una qualità tecnica indiscutibile e un’acuta saggezza compositiva i quattro sfornano l’ennesima ottima prova che li conferma sempre tra i grandi nomi del genere. Ekbom è una convergenza di brutal, death, grind e quanto di più estremo si possa ricercare, è un disco personale che seppur canonicizzato sà guardare fuori dal coro, per gli amanti dell’estremo e per chi nell’estremo cerca quel qualcosa di differente, è una tappa che darà soddisfazioni.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
4
|
Gran bel disco, migliore del precedente Obscene Repressed, che mi era sembrato un pelino di mestiere. Qui mi sono sembrati più in palla, come dimostrano già le prime due tracce Scars e Morgue, ma anche più avanti altri pezzi come Metastasis e la conclusiva Mother Earth. Stilisticamente vario, come già fatto notare da DaveHC, tra momenti più moderni e qualche spruzzata grind. Costante invece è il rabbioso attacco frontale: da questo punto di vista sono sempre una bella macchina da guerra. Voto 82 |
|
|
|
|
|
|
3
|
Non male sto disco. Il brutal non è tra i generi che preferisco ma questo è un album più vario, con molti passaggi \"core\" tra il grind e sporadici break down che portano il loro sound al limite dello slam. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Loro sono in giro da un po\' di anni, mi sa che all\'inizio facevano Black Metal, io li ho conosciuti quando avevano già virato verso il Death / Brutal, stasera provo a sentire questo qua, alcune vecchie cose mi erano piaciute. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Sono d\'accordo. Gran perizia tecnica per un album maligno ed esplosivo allo stesso tempo. Per me è 75. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Prodome 2. Scars 3. Morgue 4. La Vice Des Entrailles 5. Nothing Left to Fear 6. Ekbom 7. Metastasis 8. A Reason for Treason 9. Fame of the Grotesque 10. Scapegoat 11. Flesh Against Flesh 12. Mother Earth, Mother Whore
|
|
Line Up
|
Julien Truchan (Voce) Emmanuel Dalle (Chitarra) Pierre Arnoux (Basso, Voce) Kévin Paradis (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|