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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2893 letture )
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Al primo ascolto gridi “Ohhh”. Al secondo sussurri “Ah”. Al terzo pensi“Eh”.
Mille mila anni fa qualcuno da Atene giustificava la violenza perché, nel suo muoversi palese, se non altro, era superiore alla calunnia. I Benighted quel modo di intendere lo hanno trasferito in musica, e, lontani da ipocrite digressioni melodiche che nella calma alternano i propri approdi, percorrono quegli antichi significati aggredendo l’ascoltatore dalle prime note. Non conoscono mezze misure questi francesi: impatto, velocità e riff incarogniti concorrono a distribuire il senso ad Asylum Cave.
Giunti ormai al sesto album, e rodati ampiamente nel proprio stile, i Benighted sembrano raffinare la propria tecnica, disco dopo disco. Forti di una produzione limpida, forse anche troppo, i cinque d’oltralpe tirano dritto da subito, a cavallo tra grind, death e brutal. La varietà con cui viene gestito il gusto per l’estremo è amplificata dalle capacità del singer, Julien Truchan, a suo agio nel passare in un batter d’occhi dallo scream più lancinante al grugnito da cinghiale di foresta.
L’iper velocità la fa da padrona, complici le notevoli possibilità del drummer Kevin Foley, e l’insieme del disco assume i contorni di una mitragliata di tre quarti d’ora, con parentesi sporadiche per mid tempos, fraseggi a sei corde e mosh. Il bacino d’utenza a cui potenzialmente fanno riferimento i Benighted è molto ampio, ma questo potrebbe essere un danno anziché un pregio. E’ vero difatti che l’approccio ad Asylum Cave è consigliato tanto per gli adoratori di Dying Fetus, quanto di Aborted, Despised Icon, Exhumed, Origin e compagnia putrescente, ma il platter sembra a volte non prendere una direzione specifica.
E’ cosa estremamente difficile gestire congiuntamente molto di quello che il death metal può offrire, ma osare tanto, per quanto sia degno di nota, può riservare risultati altalenanti. E’ vero che l’album nell’insieme raggiunga risultati buoni, ma sarebbe disonesto non segnalare come Asylum Cave, a tratti, subisca cali nel climax sonoro. Vuoi per la prevedibilità del sound, che dopo alcune tracce comincia decisamente a farsi sentire, vuoi per il calo nella scrittura che ahinoi contraddistingue alcune tracce, il disco non raggiunge livelli qualitativamente eccelsi ma “solo” buoni. E’ un peccato questo, perché date le potenzialità tecniche e l’esperienza, la band avrebbe -in teoria- tutte le armi a propria disposizione per piazzare il colpo della vita. Purtroppo però i masterpieces delle succitate band rimangono ancora migliori, e per quanto i riferimenti vengano colti appieno, lo standard qualitativo del songwriting è a loro inferiore.
Malgrado qualche mancanza, Asylum Cave rappresenta comunque un passo dovuto per chiunque a quelle sonorità ambisca, senza stancarsene, ma perseverando negli ascolti. I brutal aficionados saranno poi lieti di sapere che l’album viene omaggiato dalla partecipazione del cantante degli Aborted (Unborn Infected Children) e di quello dei Devourment (A Quiet Day), mica pizza e fichi.
Per tutti gli altri, che della palingenesi brutallica non sanno che farsene, Asylum Cave può identificare una interessante parentesi di livida violenza ed eleganza belluina (l’ossimoro regna, i pig squeals pure) o semplicemente un piacevole intrattenimento in attesa di meglio.
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4
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Grandissimi Benighted, probabilmente il mio gruppo death metal europeo preferito. Questo Asylum Cave è un bel massacro truculento che fa sempre bene ascoltare. |
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3
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Un massacro dalla prima all'ultima nota. Folle, malsano, schizofrenico: ogni canzone è una scheggia impazzita di violenza e cattiveria. Sicuramente una delle realtà più interessanti in ambito death. Voto 82/100 |
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2
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Confermo il 70 dopo il terzo ascolto, ieri avrei detto 73 ma dopo il terzo ascolto sono arrivato alla conclusione che determinate scelte artistiche fatte in questo album non fanno propio per me. |
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1
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un bel massacro, confermo il voto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Asylum Cave 2. Let The Blood Spill Between My Broken Teeth 3. Prey 4. Hostile 5. Fritzl 6. Unborn Infected Children 7. The Cold Remains 8. A Quiet Day 9. Shadows Descend 10. Swallow 11. Lethal Merycism 12. Drowning
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Line Up
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Julien Truchan – Vocals Olivier Gabriel – Guitars Liem N'Guyen – Guitars Eric Lombard – Bass Kevin Foley – Drums
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RECENSIONI |
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