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Ritchie Blackmore, dopo la pubblicazione di Long Live Rock’n’Roll, cambia radicalmente la line up dei Rainbow. Della vecchia formazione rimane solo il fido Cozy Powell: il nuovo cantante (che ha l'improbo compito di sostituire il grande Ronnie James Dio) è Graham Bonnet (dal look davvero improponibile ed ex The Marbles); al basso troviamo l’ex Deep Purple Roger Glover mentre alle tastiere Don Airey. Un tale stravolgimento è spiegabile unicamente con l’intento del chitarrista di orientare il sound della band verso atmosfere più semplici e commerciali alleggerendo di molto i brani rispetto al glorioso passato. L’obiettivo è chiaramente quello di cercare di far breccia nel mercato americano; le caratteristiche vocali di Graham Bonnet, a suo agio sia nel contesto di brani più hard che in quelli più leggeri, ben si addicono a questo scopo.
Nel 1979, a distanza di un solo anno dalla precedente release, i Rainbow pubblicano Down To Earth, prodotto da Roger Glover, che comprende otto brani. L’iniziale All Night Long è un energico pezzo hard rock che varrà spesso eseguito nelle esibizioni live della band; il radiofonico refrain di Bonnet fa già ben capire l’antifona. Eyes Of The World, aperta dal suono delle tastiere, poteva ben figurare in uno dei tre album in studio dell’epoca Dio: belli i riff e l’assolo di Blackmore. No Time To Lose è un pezzo orecchiabile sorretto, però, da un efficace riff e da un ottimo lavoro della sezione ritmica. Makin’ Love è una ballata venata di blues, tutto sommato si può considerare un melenso riempitivo del disco. Since You Been Gone è una cover di Russ Ballard molto commerciale con un ritornello efficace che ti si stampa nel cervello per non andare più via. Si tratta del brano dell’album che ha avuto maggiormente successo negli U.S.A.. Love’s No Friend ha un andamento blues con in evidenza la voce di Bonnet e l’assolo di Ritchie. Danger Zone e Lost In Hollywood sono due buoni pezzi tirati con una performance di spessore del duo Bonnet/Blackmore. In evidenza in questa release il prezioso lavoro di tessitura delle tastiere di Don Airey.
Le sonorità epiche dell’epoca Dio sono ormai un lontano ricordo ed i brani, piuttosto semplici, permangono in perfetto equilibio tra melodia, blues e hard rock. La chitarra di Blackmore è tagliente ed efficace come sempre ma al servizio di tracks, come predetto, con caratteristiche diverse dal passato. La band, peraltro, non è ancora coesa e, già a partire dal successivo Difficult To Cure, vedrà l’allontanamento di Bonnet sostituito da John Lynn Turner (ex Fandango) le cui caratteristiche vocali porteranno il sound ancora di più lontano da quello dei primi favolosi album. Nel complesso Down To Earth è un platter comunque buono, ben arrangiato ed ascoltabile che non apporta, tuttavia, nulla di significativo nell’universo rock.
Certo con Dio i Rainbow erano tutta un’altra cosa!
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VOTO LETTORI
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79.68 su 118 voti [
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35
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Dare un voto così basso significa non averlo ascoltato fino in fondo o non averci capito nulla!!! Minimo 85 |
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34
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Gran bel disco, uno dei miei preferiti, consumato come tutti gli altri. insomma con i Rainbow tutta roba buona, voto 85/90, con buona pace delle vedove del mitico Ronnie James Dio. |
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33
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A parte l\'imbarazzante prima canzone (per me...), disco più che degno del monicker che porta in copertina... 78 |
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32
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I Rainbow di Dio rimangono ovviamente i miei preferiti, compreso il sempre poco celebrato debutto ( fantastico ), ma questo disco per me è il migliore di quelli venuti dopo, con una formazione sempre di prim\'ordine. Lost In Hollywood bellissima e All Night Long sarà commerciale ma è un classico, ricordo un mio amico che aveva una compilation, Monsters Of rock, dove c\'erano brani importanti di fine anni \'70 inizio \'80, ed era presente. Voto basso visto quelli che si danno alla marmaglia di oggi. Un classico anche questo per me, d\'altronde la \'sacra famiglia\' ha sempre sfornato a turno dischi più americaneggianti vedi Slaves & Masters |
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31
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Bonnet ottimo cantante in studio, ma dal vivo a volte stona, ciò non toglie che abbia un bel timbro e sappia comporre. Sul disco c\'è da dire che è un buon album, con pezzi molto interranti ma sulla svolta commerciale nel complesso mi piacciono molto di più gli album con Turner. Voto 86. |
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30
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Bell\'album ma siamo al cospetto di una band diversa,se lo paragoniamo ai lavori precedenti appare come un lavoro piu\' ruffiano,grezzo ma preso come album a se\' e\' un ottimo lavoro...Bonnet e\' un cantante sottovalutato a mio parere... |
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29
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Voto ridicolo, discone, considerando poi che regalate gli 8 e oltre ai gruppini e dischini del cazzo pieni di nulla o identici uno all'altro, recenti o meno, italiani e non... |
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28
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Bellisso album, uno dei migliori insieme ai primi tre. Bellissima voce di bonnet. Non capisco come si faccia a denigrare un album del genere... Certo non c'è più l'epicita di rising, il sapore fantasy medievale di long live o del primo omonimo... Rimane una manciata di ottime canzoni ben suonare ed ottimamente interpretate |
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27
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Scusate l'OT ...ma provate ad ascoltare Bonnet in Assault Attack di MSG anno di grazia 1982 prodotto da Martin Birch. SPETTACOLARE.
Comunque per tornare in argomento,.Rainbow sempre di livello aldilà dei periodi che possono essere anche soggettivi a livello di gusti. Inarrivabili con Dio, ma anche tutto il resto della produzione resta per quanto mi riguarda di ottimo livello e di gran classe. Formazioni spesso stravolte ma che incroci di musicisti!! Di passi falsi poi per seguire le mode o per cercare di sfondare in qualche mercato, la storia di tante grandi band ne è piena..Valutare il post Dio solo in base a questo , credo possa risultare un pò ingiusto. |
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26
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Un disco bellissimo con un cantante fenomenale, dove un artista come Blackmore si esprime liberamene cercando altre strade non è necessariamente un male cambiare, C’è ne fossero oggi dischi così. |
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25
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Che schifo di album.. Una svolta commerciale senza limite al peggio, ascoltare -per credere- i dischi con Turner.. Da qui in poi non saranno più i Rainbow e Richie ritroverà se stesso solo con Perfect Strangers |
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24
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appena ascoltato adesso dopo tempo buon album 85 ci sta tutto |
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Svolta commerciale sì, ma un gran bell'album lo stesso. Bonnet ha un timbro particolare ma a me è sempre piaciuto. Ci sono un paio di episodi sotto la media, ma Eyes of the World, Lost in Hollywood o All Night Long non si discutono. Voto 82 |
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22
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Eyes Of The World è veramente fenomenale. |
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Il cambio di cantante si sente eccome anche se Eyes of the World, Love's no friend (figlia di Mistreated), danger zone e Lost in Hollywood sono degne del passato.80 |
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20
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Avercene di dischi commerciali come questo! |
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Stevjoker: quest'album non è affatto inferiore a quelli con Ronnie James Dio. |
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Come volevasi dimostrare.........Parole al vento. |
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Questo disco non è nemmeno lontanamente paragonabile a quelli con Dio non scherziamo proprio |
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Come se la discriminante di un disco fosse la sua commercialità o meno......Commerciale poi,cosa vuol dire?Catchy una parolaccia....Io ascolto le canzoni,poi se son buone e mi piacciono ok,non mi domando se son troppo orecchiabili,se son corte,quindi facili,quindi banali e brutte......mah.......A volte,non capisco certi arrovellamenti..... |
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15
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Commerciale?Banale?Ma chissenefotte!Graham Bonnet rocker di razza,a me piace anche il suo periodo,adoro i Rainbow,e li adoro in ogni loro periodo,dove coi vari cantanti han dato il meglio!E Graham ci stà di brutto,ed ogni paragone ovviamente è fuori luogo,non sussiste in quanto ogni cantante è talmente diverso e talmente ha contribuito diversamente nell'economia della band in diverse ere che paragonarli,come spesso leggo è triste se non inutile! |
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14
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Questo disco mi è sempre stato decisamente sulle palle, una ruffianata bella e buona, tutte canzonette da meno di 5 minuti pidocchiosi, sempliciotte e catchy. Simboleggia l'abbandono della magnificenza dei primi, bellissimi dischi in nome del guadagno facile dentro al mercato americano, quello "facilone" per antonomasia, appunto. Senza Ronnie i Rainbow non hanno ragione di esistere. |
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Un Album decisamente buono, Graham Bonnet al top ( purtroppo decimato dai troppi problemi di alcoolismo) Lost in Hollywood , Eyes of the World le migliori |
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@ Alex Metalheart: infatti gli ho dato 73 che non è di certo un voto malvagio. |
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11
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disco sicuramente commerciale che tuttavia ha dei contenuti abbastanza buoni, non è da sottovalutare, almeno a mio avviso |
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Disco brutto fortemente commerciale i primi lavori erano nettamente migliori sotto tutti i punti di vista per me la rece si poteva chiudere così |
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Tranquillo, ogni cosa a suo tempo e nella sede appropriata! Stasera al Concilio delle Alte Sfere di Metallized discuteremo anche di queste cose. Fine OT |
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Beh quì le righe sono 40 e cmq rivisto in che senso? |
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Lo "stile di 30 righe" andrà rivisto  |
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Rispondo a Ribbon premesso che il cantato di Bonnet, così come quello di Turner, non mi piace in assoluto proprio perchè ben attagliato per brani leggeri e semplici (quanto basta per carcare di vendere di più in America), nel particolare queta canzone è eccesivamente orecchiabile con un ritornello decisamente banale; il buon riff e la sezione ritmica efficace finisce per sollevarlo di tono. Per quanto riguarda la rece ritenuta un pò corta è nel mio stile non dilungarmi più di 30 - 35 righe per poi approfondire varie tematiche, come questa interessante della song No Time To Lose, in sede di commenti. Ciao Fabio |
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5
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Ma non si riesce a scrivere niente tra le virgolette per i discorsi diretti !!! Comunque intendi dire che "No Time To Lose" per fortuna ha un bel riff e un'ottima base ritmica, perché altrimenti una canzone orecchiabile di per sé non è bella? |
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. E questo che intendi? |
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Bella recensione...forse un po' corta...ma in effetti non c'è molto da dire: da questo album in poi i Rainbow cambiano totalmente faccia...comunque "HM is the law", vorrei che mi spiegassi una frase (non riesco a cogliere a quale apetto dai una sfumatura negativa): . Intendi dire: |
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dopo l'uscita di R.J. Dio, i Rainbow non hanno più azzeccato un album....si salva solo qualcosina di Straight Between The Eyes |
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1
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Troppo commerciale per i miei gusti ma rimane un gran disco. |
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