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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Rainbow - Difficult To Cure
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( 10134 letture )
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Su Ritchie Blackmore si possono dire due verità assolutamente incontrovertibili: la prima riguarda il suo eccelso virtuosismo alla chitarra; la seconda è che ha un carattere molto ma molto propenso alla litigiosità soprattutto con i suoi cantanti. Analizziamo un po’ più approfonditamente questo secondo aspetto: quando militava nei Deep Purple non era soddisfatto di Ian Gillan e lo costrinse insieme a Roger Glover ad abbandonare la band; successivamente non gli piaceva lo stile musicale intrapreso con David Coverdale e Glenn Hughes e, pertanto, lasciò il gruppo per fondare i Rainbow; ad un certo punto per sfondare in America decise di “commercializzare” il sound della sua nuova band e finì con il costringere Ronnie James Dio a lasciare il gruppo; con il nuovo cantante Graham Bonnet registrò un solo album per poi sbatterlo cortesemente fuori. Al suo posto venne arruolato (peraltro nel corso della registrazione del nuovo disco Difficult To Cure) Joe Lynn Turner dal carattere malleabile e dotato di una voce idonea per il mercato americano, caratteristiche perfette per il nostro chitarrista: non c’è che dire davvero un bel curriculum! Difficult To Cure, quinto album in studio dei Rainbow pubblicato nel 1981, ha in questo senso un titolo azzeccato: difficile trovare per Blackmore una cura giusta per la sua mania di cambiare i componenti dei suoi gruppi. La line up di questa release prevede, infatti, oltre a Turner, la presenza di un nuovo batterista in sostituzione di Cozy Powell ovverosia Bobby Rondinelli.
Sotto il profilo musicale quest'album non si discosta molto dal suo predecessore Down To Earth includendo tracks più tendenti al pop rock piuttosto che all'hard rock, molto orecchiabili, quindi, e lontane dal sound che aveva caratterizzato i grandi album con Dio.
L'album si apre con I Surrender, brano composto da Russ Ballard che fu anche il singolo del disco; un buon hard rock tutto sommato ma con un fastidioso ritornello facile facile quasi irritante: d’altronde il nuovo corso del gruppo è purtroppo questo. Decisamente di ben altro livello la stupenda intensa Spotlight Kid caratterizzata da un ritmo molto sostenuto con un assolo di moog da parte di Don Airey molto efficace. Si scende paurosamente di tono con la melensa No Release, un brano del tutto insignificante, e la seguente scontata Magic, composta da Brian Moran, altra canzone semplice buona solo per riempire l’album. Vielleicht Das Nächste Mal (Maybe Next Time) è, invece, una straordinaria ballata strumentale caratterizzata da una superba prestazione del duo Blackmore/Airey nel contesto di una musica malinconica. Can't Happen Here è un discreto pezzo rock’n’roll con in evidenza l’assolo grintoso di Blackmore. Dopo un’altra song deprimente Freedom Fighter, ottima Midtown Tunnel Vision con un grande Turner alla voce in una canzone blues che risolleva di tono l’album. La title track mette in evidenza tutta la bravura di Blackmore nel contesto di un brano strumentale trasposizione in chiave rock del famoso Inno Alla Gioia tratto dalla Nona sinfonia in Re minore, Op. 125 del compositore Ludwig Van Beethoven; Airey impreziosisce il brano con vari azzeccatissimi effetti. Questa track da sola sorregge l’intero disco così denso di sonorità semplici, tastiere melodiche e ritornelli sovente banali. In definitiva i Rainbow sembrano ormai un progetto solista di Blackmore e non sono più una band unita come un tempo. L’album ebbe un successo discreto presso le stazioni radiofoniche americane ma fu bocciato dalla critica e dai fans al punto che le vendite non andarono affatto bene.
In conclusione Difficult To Cure può essere considerato solo un lavoro discreto con pochi picchi e tante davvero tante ombre.
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22
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E\' un periodo troppo interlocutorio. Si alternano brani a 1000 con ritornelli fenomenali e assoli grandiosi a boiate e ciofecate da radio.. Per fortuna che nell\'84 RB è rientrato all\' ovile |
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21
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Qui non troverete Highway star, Burn, Stargazer o altre canzonette da nulla cantate da quei tre vocalist di basso livello, ma dei veri inni hard rock del calibro di I surrender e Can\'t happen here.
Della serie \"non c\'è limite al peggio..\" |
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20
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Disco carino, si lascia ascoltare e nulla più. Del secondo periodo dei Rainbow (ovvero la fase AOR-oriented) lo metto al di sotto del successivo e sullo stesso livello di \"Bent Out Of Shape\". Ci sono alcuni pezzi notevoli (su tutte spicca \"Spotlight Kid\" e \"Freedom Fighter\"), il resto buono, ma nulla per cui strapparsi i capelli. Diciamo che ad emergere su tutto è la prova generale dei musicisti (Blackmore e Rondinelli), ma nel songwriting han fatto di molto meglio (sempre restando nella fase più \"americana\"... perchè se si prende a paragone il periodo \"epic rock\" con Ronnie, lì il confronto è impietoso). Come detto, buon disco di rock radiofonico, e niente più! |
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19
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A me questo disco piace. Non capisco come mai è così poco considerato nella discografia dei Rainbow. I primi due pezzi poi, a mio avviso, reggono il confronto con l'era Dio a livello qualitativo. Ci sono anche un paio di canzoni piuttosto insipide, lo riconosco, ma l'album è davvero godibile, scorre che è un piacere. Per me 69 è un voto molto basso che quest'opera non merita.. |
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18
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il disco vale l'acquisto per 4 pezzi veramente ottimi ovvero la 1A, 2A lo strumentale dal titolo tedesco e la rivisitazione di Mozart. Quindi per quelli che sono cresciuti a pane e Blackmore (come me) l'album è imprescindibile per gli altri dico che il voto del recensore è giusto lui scrive 69 io arrotondo a 70. |
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17
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Sottoscrivo il commento 16, Joe lynn Turner grande cantante, personalmente segnalo la partecipazione a Watchmaker's Dream degli Avantasia, con una prestazione impressionante. |
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16
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Quando vedo ridurre turner a "fedele comprimario" resto basito. Stiamo parlando di un grande cantante. Odyssey e live ij leningrad di malmsteen dicono niente? |
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15
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Mi dispiace molto dirlo ma a parte SPOTLIGHT KID é un fisvo ORRENDO!!! |
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un famoso detto dice : mai sputare in aria che ti ricade addosso.....della serie "a volte ritornano" 9 anni dopo con il mediocre " Slaves and Masters " dei Purple ( considerato da molti come disco Raimbow a tutti gli effetti ) in cui Blackmore , spalleggiato dal fedele comprimario Turner , ripropose nel bene e nel male la direttiva radiofonica voluta negli anni 80 relegando leggende musicali quali Lord e Paice a semplici e umili accompagnatori . |
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13
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Viva l'opinione personale...perchè leggere I Surrender come una canzonetta commerciale con un ritornello irritante, quando è una canzone che ha TUTTO !! Potenza, stile, senso melodico impeccabile e immediatezza !! Sarò influenzato dal mio amore per l'AOR fatto come si deve,e ovviamente ai fan puri dei Rainbow con Dio potrà dire poco....ma canzonetta...Però ripeto...viva l'opinione personale. |
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12
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Album discreto nel complesso, caratterizzato dall'alternanza di brani strepitosi, come nel caso della doppietta iniziale, e da altri che non possono essere definiti che semplici filler. Ad ogni modo Joe Lynn Turner bravissimo, un timbro vocale e un'espressività notevoli. Voto 78 |
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11
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Devo rivedere il mio precedente commento l'ho riascoltato dopo circa 30 anni sarò invecchiato ma lo rivaluto molto, tranne un paio di ruffianate commerciali il resto e ottimo hard rock. Merita un bel 75. |
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10
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Devo essere sincero, la svolta commerciale dei Rainbow non mi ha mai entusiasmato. Ma Blackmore è sempre Blackmore e quindi in ogni album piazza quei tre quattro capolavori immensi in cui sparge talento ad ogni nota. Qui si chiamano: Spotlight kid (l'assolo è da insegnare a scuola), Maybe next time, la title-track e Midnight Tunnel Vision sono brani che confermano che Ritchie era ancora il numero 1 anche in quegli anni. 80 |
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9
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Quando un disco inizia con una canzone come "I Surrender"per me è impossibile che come voto sia sotto 80.........Non bisogna,secondo me,commettere l'errore di paragonarli ai Rainbow con Dio,questa è un altra band......Io li adoro in tutte le loro incarnazioni,compresa quella col grande Bonnet,detto questo,ribadisco che quì ci sono canzoni strepitose,cantate da un grandissimo vocalist che è Joe Lynn Turner.voto:80!Alla grande! |
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8
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quoto @raven : hai centrato secondo me molto bene il concetto. Ad esempio i Pink Floyd furono maestri nel "rodare" canzoni e perfezionarle in sede live prima di registrarle nel disco successivo ... variando spesso anche il titolo. Era qualcosa di molto in voga all'epoca, quando tutte le grandi band sfornavano dischi a ripetizione, spesso anno dopo anno o ogni 2 anni ... metteteci i tour in mezzo e si può capire quanto poco tempo poteva rimanere per lavorare in studio a livello compositivo, aldilà della registrazione in sè. I veri Rainbow comunque fiiniscono con la dipartita di Dio ... dopo: nulla di così speciale (certo che se paragonati alla musica attuale allora la prospettiva cambia eccome). Per quanto riguarda il discorso cantanti, c'è da dar merito al caratterino di Blackmore che se da un punto di vista ha creato certo problemi, ha creato anche incosapevolmente davvero delle carriere (drummer compresi) ... permettendo il più delle volte a sconosciuti o semi-sconosciuti di avere opportunità e visibilità. Aldilà delle doti immense comunque dimostrate e dai successi meritati dei vari R.J Dio, Coverdale, Hughes, ecc ... non si può certo negare quanto le carriere di questi abbiano avuto spinte decisive e nella storia grazie Ritchie B. ...Gillan lo considero per gusti personali inferiore ai 3 elencati, ma nessuno dei 5 di quel MK-2 sarebbe stato ciò che è stato senza gli altri 4 ... |
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7
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Io sono sempre dell'opinione che tolto DIO finiti Raimbow, comunque di questo disco salvo e osanno Vielleicht Das Nachste Mal che continua a commuovermi, e Difficult To Cure che racchiude la miscela di sound alla base dell'hard'n'metal, classica folk e r'nr |
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6
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...molto bella la cover di "Spotlight kid" rifatta dagli ANGEL DUST nell'album "border of reality"del 1998 |
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5
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Per quel che ne so, ma prendete la cosa moooolto con le molle, alcuni pezzi, tra cui Kill the king vennerocomposti direttamente in tour e poi registrati in studio, da questo pezzo fu tratto un singolo - credo - live. E poi era normale all'epoca rodare lungamente i pezzi composti in corso d'opera direttamente col pubblico, ma è solo una indicazione di massima la mia |
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4
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Forse sono pezzi che venivano scartati in studio, ma una volta testati in sede live venivano usati x il disco successivo...certo però che a scartare pezzi così ce ne vuole di coraggio....cmq è solo una mia supposizione, bella domanda davvero! |
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3
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"Spotlight Kid" è stupenda...a me, però, piace anche (forse di più) "I Surrender"...ok, è più commerciale...ma se una canzone è orecchiabile non significa che non possa essere bella...e poi, avercene di canzoni commerciali così, adesso, nel 2009!!! Comunque l'album nel complesso non è niente di particolare...come del resto tutti quelli senza Dio...ah, a proposito: voi che di rock ne sapete, mi sono sempre chiesto come mai nei live dei Rainbow dal 1975 al 1978, in scaletta erano sempre comprese canzoni che sarebbero poi finite in album successivi ai live stessi? Per esempio: "Kill The King" era usata per aprire i concerti del '76 e del '77, mentre è uscita in album solo nel '78...come anche "Do You Close Your Eyes", usata come opener nel '75, mentre uscita solo in "Rising" del 1976...ma perché? |
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2
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..mi è sempre piaciuta la copertina, con il logo della Polydor, bellissimi ricordi....cmq il disco è un mezzo disastro! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. I Surrender – 4:10 (Russ Ballard) 2. Spotlight Kid – 5:04 (Ritchie Blackmore, Roger Glover) 3. No Release – 5:42 (Ritchie Blackmore, Roger Glover, Don Airey) 4. Magic – 4:15 (Brian Moran) 5. Vielleicht Das Nachste Mal (Maybe Next Time) – 3:23 (Ritchie Blackmore, Don Airey) 6. Can't Happen Here – 5:09 (Ritchie Blackmore, Roger Glover) 7. Freedom Fighter – 4:28 (Joe Lynn Turner, Ritchie Blackmore, Roger Glover) 8. Midtown Tunnel Vision – 4:44 (Joe Lynn Turner, Ritchie Blackmore, Roger Glover) 9. Difficult To Cure – 5:58 (Ludwig Van Beethoven, arr. Ritchie Blackmore, Roger Glover, Don Airey)
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Line Up
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Ritchie Blackmore - Chitarra Joe Lynn Turner - Voce Roger Glover - Basso Don Airey- Tastiere Bobby Rondinelli - Batteria
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