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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4600 letture )
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Quella che sto per presentarvi è considerata una delle band più importanti del panorama alternative-metal statunitense degl'anni '90, la quale fu capace di influenzare molte formazioni nu-metal del momento e di mantenere immutato nel tempo uno style inquieto e dissonante, tipica costante dell'Helmet-sound. Il combo nacque nel 1989 a New York dall'idea di un promettente musicista jazz -insospettabile- di nome Page Hamilton, che fondò la prima lineup realizzando un particolarissimo debut-album (Strap It On) sulle spalle di un potente quartetto, che successivamente mutò in trio con la nascita di Aftertaste nel 1997. Con il passare degli anni si susseguirono diverse produzioni accompagnate da sempre nuove lineup, giungendo al capolinea della carriera Helmet con Hamilton nel ruolo di voce e chitarra, affiancato da due giovani strumentisti quali il bass-man Chris Traynor proveniente dalla band post-hardcore Orange 9mm ed il batterista Mike Jost. Il mondo della critica non ha mai scritto troppo sugli Helmet, pur essendo graditi da una bella fetta di ascoltatori, ma ritengo sia molto importante riaprire una finestra su questo style in quanto protagonista di una fetta di storia sulla quale molte band hanno trovato la scintilla dell'ispirazione. Betty, pubblicato nel 1994, è indiscutibilmente il loro miglior lavoro, il quale conteneva massicce dosi di estro e genio, ma questa volta il mio pensiero si è rivolto all'ultimo nato Monochrome, album dall'elevato spessore artistico pubblicato nel 2006 dalla Warcon Enterprises, che impresse nella storia dell'alternative-metal a stelle e strisce, l'ennesimo passaggio di qualità.
Suono grezzo, graffiante ed intriso di noise-rock come al loro solito, Monochrome ci dà la possibilità di riavvolgere la pellicola del tempo ri-calpestando il sentiero delle origini ma con l'introduzione di maggiore precisione e linearità della rhythm-session; scelta stilistica che potrebbe trovare consensi ma anche dissapori nei giudizi dei propri fan. L'intero album è basato su richiami nostalgici nei confronti del loro recente passato, senza introdurre particolari innovazioni sia nei suoni che nel format compositivo, improntando la spina dorsale di Monochrome su un persistente letto di basso e batteria dai continui cambi ritmici, accelerazioni inaspettate miscelate ad una voce alquanto melodica rispetto al passato ma coerentemente sgraziata, graffiante ed onnipresente nella storia degli Helmet. Quello che salterà molto all'orecchio, sarà la variabilità di successione di stili della tracce, aprendo con una complessa Swallowing Everything sostenuta da una massiccia e contenuta ritmica, stimolata da poca frenesia ed accompagnata da massicci passaggi di libera espressività chitarristica -mantengono la stessa filosofia compositiva le sorelle Bury Me ed Almost Out of Sight. Il vento si sposterà rasentando sporadicamente le valli del punk, con il passaggio di tracce dall'accentuata frenesia di Brand New, Gone e 410, le quali lasciano comunque spazio a passaggi chitarristici di solismo senza freni. Strano ma vero, in questo album si potranno sentire tracce dall'elevata melodiosità ed armoniosità, cosa che gli Helmet di Page Hamilton non ci avevano quasi mai dato l'opportunità di ascoltare, incentrando la loro filosofia sull'aggressività e sulla falsa fluidità. Monochrome conclude la sua discesa con una traccia in chiusura dal titolo propiziatorio, Goodbye, che riassume tutte le caratteristiche principali del platter e che ci introduce verso un'addio vero della bands newyorkese.
Non so voi, ma la nostalgia che provo nei confronti delle band come gli Helmet, è veramente tanta, perchè sento questo modo di fare musica come un affronto nei confronti di tutto ciò che è stato reso conforme, fregandosene dei giudizi della massa e concentrandosi nel perseguire una filosofia d'intenti senza scendere a compromessi. Monochrome non resterà di certo nella storia per qualità artistica, ma resterà comunque un importante tassello nella storia di una nicchia di mondo.
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13
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lambruscore, ma te sei proprio duro di testa?!? questo tuo commento me l'ero perso, ma non c'è problema, ti rispondo ad oltre un anno di distanza... io nel 1992 avevo 10 anni, frequentavo la quinta elementare, secondo te io in quinta elementare mi mettevo a guardare "in the meantime" degli helmet alla tv?!? io gli helmet ho cominciato ad ascoltarli nel 2013 (anche se li conoscevo già ma solo di nome, e li avevo snobbati colpevolmente, per poi pentirmene con gli interessi), spinto dalla recensione qui su metallized proprio di quel disco, me lo sono procurato e solo successivamente mi sono guardato i video (su youtube peraltro)... e così per tutti i gruppi crossover, nu metal e alternative che ascolto io, mi sono preso i cd per pura passione verso queste sonorità, e non perché attratto dai video che passano sempre alla tv... quelli li ho visti solo in un secondo momento, e grazie a internet, che ce l'ho da appena pochi anni... e poi devi sapere che a casa mia le tv musicali non si sono mai viste! le seghe davanti allo schermo al limite me le sono fatte per qualche trasmissione erotica sulle tv private, quello sì, che a casa mia almeno quelle non sono mai mancate! quindi se lo vuoi capire bene, sennò significa che sei solo un ubriacone ignorante... |
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12
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Te nu metal head hai la testa annebbiata da troppe seghe davanti alla tv.....se no non li cagavi neanche ,come quasi tutti quelli che ascoltano questa roba..... |
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11
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sì sì qua lambruscore ha toppato alla grande, forse ha le idee annebbiate dalle sue solite vicende erotiche! comunque, anche se non sono uno dei miei ascolti primari, io da parte mia reputo gli helmet importanti non di certo perchè c'era il video di "in the meantime" sempre in televisione, e poi come pezzo non mi sembra affatto scontato, le mie orecchie hanno sentito molto di peggio... come ho già detto nel mio post n. 7, di quella canzone mi esalta soprattutto la voce, davvero pazzesca a mio avviso... |
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10
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Assolutamente si, Meantime è il massimo. Buono anche questo comunque...grande band, non date retta a LAMBRUSCORE.  |
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9
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Non conosco il disco e non mi interessa comunque, volevo dire che ricordo quando era uscito il video di Meantime, penso uno dei pezzi più scontati ed inutili dell'epoca, però si vedeva spesso in tv .....e quindi tutti ad esaltare gli Helmet.....MO PER PIASER.... |
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8
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di questo album "gone" è stupenda... |
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7
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beh sì, come dice bene la recensione questo è un gruppo molto influente... anch'io reputo meantime il loro capolavoro... bella la carica con cui veniva cantata in the meantime, voce marcia e corrosiva ai massimi livelli. |
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6
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Nutro un grandissimo rispetto verso Page Hamilton e soci!!Gli Helmet sono il gruppo che musicalmente mi ha influenzato più di tutti!!Ho sentito l'ultimo disco,è stato un grande ritorno!! |
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5
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No, no...il migliore rimane "Strap It On" e poi "In The Meantime." |
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Grandi Helmet! Sicuramente l'apice arrivò con Betty. purtroppo non andai al Velvet di Rimini all'epoca. mi sono rifatto lo scorso anno quando li vidi in concerto il 31 gennaio al Bronson di Ravenna. Bel concerto potente, nonostante gli anni e le formazioni passino, con un Page Hamilton senza la voce di un tempo ma gentilissimo durante e a fine concerto. io li ho sempre considerati come un gruppo hardcore... p.s. anche il 1974 è una data da maturi, direi da esperti ;-D speriamo di non vadere dall'albero  |
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3
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Grazie Maiden ... non sentirti vecchio, se il 1976 corrisponde alla tua data di nascita siamo quasi coetanei e direi proprio non si tratta di vecchiaia ... al massimo belli maturi come cachi!!! ahahahahaha ...... @Ghenes: hai ragione, ma nella lista dei generi da selezionare, alternative-metal non v'è, metal o rock sono fuori dal loro ambito ... ho pensato al NuMetal ... ) |
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2
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questo disco non lo conosco ma sono curioso di ascoltarlo. personalmente trovo "Meantime" superiore a tutti gli altri loro lavori. @Bone Pumpkin: vorrei dissentire sulla tua scelta di inserirli nella categoria nu metal... |
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Ottima rece Marco, ma come dici tu stesso il loro apice creativo è Betty. Conservo con gelosia una copia autografata personalmente dal mitico Page in quel di Rimini al Velvet, un concerto stratosferico!!! Quanti anni.....sono vecchio!!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Swallowing Everything 2. Brand New 3. Bury Me 4. Monochrome 5. On Your Way Down 6. Money Shot 7. Gone 8. Almost Out of Sight 9. Howl 10. 410 11. Goodbye
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Line Up
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Page Hamilton - voce, chitarra Chris Traynor - basso Mike Jost - batteria
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