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Ozzy Osbourne - Speak Of The Devil
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La vicenda del divorzio tra Ozzy e gli altri tre (poi due) Sabbath non è certo tra le più rosee e idilliache che la storia del rock ricordi. Nella sua romanzata autobiografia, il nostro John parla del maremoto che ha fatto traboccare il vaso: addormentato in una camera dell'albergo diversa da quella che gli era stata assegnata, lo danno per disperso e cancellano nel frattempo la data a Nashville. Licenziato al telefono: è l'aprile del 1979. Il seguito lo conoscono tutti, dalla latitanza vegetativa in hotel, alla formazione dei Blizzard of Ozz con audizioni annesse e connesse, alla pubblicazione dei suoi due capolavori solisti (Blizzard of Ozz e Diary of a Madman) e alla tragica fine del chitarrista e compagno Randy Rhoads, morto schiantato al suolo con un aereoplano, dopo che il conducente tentava acrobazie sopra il bus della band: è il marzo del 1982. Per arrivare alla pubblicazione del live Speak of the Devil bisogna rammentare la concorrenza tra il born again Madman e i nuovi Sabbath, che nel frattempo hanno assoldato l'ex-Rainbow Ronnie James Dio e hanno prodotto Heaven and Hell e Mob Rules. Della querelle interpersonale tra Ozzy e i vecchi compari è meglio lasciar parlare la stampa gossip, focalizzandoci più sulle pernacchie -ben più visibili- che le rispettive case discografiche si sono fatte vicendevolmente: se in dieci anni i Sabbath "originali" non hanno mai pubblicato un live (se non si contano i bootleg e il Live at Last pubblicato dalla NEMS senza consenso, ora contenuto nel graziosissimo Past Lives), quale momento migliore per una scazzottata discografica, se non dopo il funerale della Mark I? Infatti, mentre Ozzy arranca in tour dopo la morte di Rhoads, i Sabbath sotto Vertigo registrano quello che diventerà il Live Evil; per ripicca, casa Jet Records (del suocero Don Arden) impone l'uscita di un live contenente unicamente brani dei Sabbath. Tanto apprezzerà l'imposizione, che dal 2002 Ozzy lo eliminerà dal catalogo.
In questa cornice brevemente tratteggiata si colloca Speak of the Devil, alias Talk of the Devil per gli amici oltremanica. La scelta per la scaletta ricade su tutta la produzione del vecchio gruppo, escludendo unicamente il bistrattato Technical Ecstasy: ecco che, uno dopo l'altro, nel concerto al Ritz di New York vengono chiamati alle armi i "pezzi da novanta" sabbathiani, a partire da Symptom of the Universe, badilata proto-thrash da Sabotage, privata purtroppo dell'intermezzo jazzy. La prestazione del Madman è praticamente impeccabile, se chiudiamo un occhio per l'inevitabile arrancare sui picchi vocali più alti… Ma forse ci sono un po' troppo poche stecche. Qualche ritocco in studio per questa voce un po' impastata? Chi lo sa. La riesumazione del cadavere procede con Snowblind, l'inno cocainomane di Vol. 4, con un Rudy Sarzo in grande spolvero in guisa di sostituto di Butler, mentre l'ottimo Brad Gillis (ex-Night Ranger) ce la mette tutta per sostituire Iommi. L'eredità è ben più gravosa con la successiva Black Sabbath, presentata da Ozzy come «the very first song I ever wrote in my life», l'autentico Sabba Nero che da altri non può essere evocato se non dai quattro dei sobborghi di Birmingham; se la gioca, comunque, con la mefistofelica interpretazione di Ronnie James Dio contenuta nel concorrente Live Evil, che rende con teatralità e drammaticità l'horror vacui ispirato dalle parole del testo. Fairies Wear Boots non perde di giocosità, anzi l'accoppiata Gillis/Sarzo l'incrementa con un che di danzereccio, mentre il duo se la cava un po' meno in War Pigs, impastandola con troppi funambolismi…e intanto Ozzy ci fa insospettire nuovamente. E' poi nuovamente il turno del debutto Black Sabbath, con la suggestiva The Wizard e la celebre NIB; mentre il secondo inno alla droga, questa volta alla dolce foglia, è da Master of Reality, con una Sweet Leaf che vede il battipelli Tommy Aldridge in formissima. La messa -tanto nera non lo è più- continua con il pezzo forte Never Say Die! , che quattro anni prima aveva fatto partecipare la band a Top of the Pops (altri tempi?), per poi arrivare ai fuochi d'artificio finali con Sabbath Bloody Sabbath (e Ozzy di nuovo fa inarcare sopracciglia quando arriva disinvolto a quel Do5 di fine strofa), Iron Man e la super cavalcata Children of the Grave. E come encore: l'immortale Paranoid.
Serve dire: «preferisco l'originale»? Non credo: tutti -o quasi- preferiamo l'originale. E preferiremmo che le canzoni dei Sabbath "originali" le suonassero i Black Sabbath "originali", che Dio pensasse alle sue fate e lasciasse perdere occultismo, guerra e disagi sociali, e che il povero Brad Gillis sbrodolasse assoli funambolici e armonici artificiali nei suoi Night Ranger, piuttosto che nei capolavori sabbathiani. Ma come uscire da questo circolo vizioso fossilizzante? Magari prendendo in mano dischi come Speak of the Devil e il coevo Live Evil come dei validissimi testimoni dei days of old, per tentare di inserirli in un quadro storico e per poterne apprezzare le interpretazioni. Sì, e poi ditelo: «preferisco l'originale».
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90.30 su 131 voti [
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Idem, per me Sabotage è tra i top album dei Sabbath e non solo e di una potenza sonora devastante e con Ozzy indiavolato! |
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Mai capito perché i sabbath non facessero mai symptom of the universe |
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Il \"disco di risposta\" a Live Evil degli Ex colleghi.... io preferisco questo anche perché sono cantati dalla voce originale... poi qui fatta da una line up incredibile. |
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a me piace questo album ,è molto in linea con la nascita e il proseguo del metal che da la a poco riprendera' a piene mani dai black sabbath ai judas priest , da' una nuova veste a brani che erano un po troppo incerti e poco studiati come the wizard o snowblind , almeno la penso cosi anche dell album di tributo a randy , i musicisti presenti pur essendo dei turnisti danno un contributo piu che buono a brani in origine un po troppo grezzi ........insomma a me certe versioni garbano piu delle originali |
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oh lo sto ascoltando ora dopo decenni,me ne ero quasi scordato e porca miseria quanto è bello,pazienza se ozzy stesso lo ha disconosciuto,se è una ripicca,se è ritoccato (meno di live evil cmq),qui ci sono le radici della nostra musica ,c'è un ozzy che ancora spaccava...per me 90
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Ottimo Live del bel tempo che fu....la versione di Black Sabbath mai cosi' intensa ed orrorifica, l'heavy massiccio di Symptom of the Universe e' un gran bell aperitivo per l'album in questione che sicuramente e' stato ritoccato sulle parti vocali un po' "troppo" intonate x i canoni di un Ozzy strafatto 24 h / 24 ...ma qui si parla di un grande live album incorniciato da un eccelso folle artwork. Brad Gillis fa la sua parte in modo impeccabile e professionale ma altrettanto fredda...la base ritmica affidata a Sarzo e Aldridge era quanto di meglio scorreva sulla piazza in quegli anni (e non solo).....In definitiva un pezzo di storia che nonostante il passare di decenni continua ad entusiasmare come il primo giorno che l'ascoltai. |
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Sicuramente una versione Cromata dei classici dei sabbath, al di là delle speculazioni, o dei ritocchi in studio ( chi più chi meno li hanno fatti tutti) è un ottimo album, il mio primo vinile che ho comperato da ragazzino, indimenticabile per me quindi. |
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Bello senz'anima. Mai piaciuto Speak Of The Devil. Parere personale come tutto ciò che segue. Non è che se tu metti dei Musicisti stratosferici la ciambella deve venire bene x forza; alle volte succede l'esatto opposto. La (troppa) bravura dei componenti della Band, unita alla foga di mostrarla a tutti i costi, rende il Live pesante come pochi; esempio gli assoli, tutti da capogiro, bravo e tutto, ma senz'anima. A parte OZZY, che è OZZY e fa OZZY, il discorso si può applicare a tutta la Band. Un discorso simile a The Last In Live di DIO di qualche annetto + tardi (anche se questo non era un live ufficiale), dove il chitarrista, cercando di compensare con la tecnica un certo VIVIAN CAMPBELL, tolse l'Anima praticamente ad ogni assolo. |
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Altro live di discreto livello, ma che sta sotto di uno o due gradini al Tribute. Randy Rhoads era veramente un marziano. |
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Grandissimo disco diOzyy.. lasciamo stare iSe e i Ma... La Storia del metal passa anche da qui!! |
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album che ho sempre amato, e che guarda caso sto ascoltando proprio ora. voto 80. |
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Gran disco, ascoltato mille volte, mai stufato |
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Soltanto per le canzoni che contiene questo live dovrebbe prendere un voto altissimo... Poi certo: l'originale è sempre la cosa migliore, ma queste qui presenti sono delle versioni stratosferiche, suonate da una band in pallissima (Aldridge su tutti secondo me)... Sulla questione dei live ritoccati Speak of the Devil non sarebbe stato il primo né sarà l'ultimo che viene modificato in fase di mastering; in confronto a quanto e come oggi nel 2017 si modifica in studio tali registrazioni... questo live (vecchio di 35 anni) paradossalmente è tutto sommato abbastanza veritiero... Se ci facciamo questi problemi possiamo anche smettere di ascoltare dei live (o prendere solo dei bootleg). |
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A me è sempre piaciuto moltissimo. |
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I lettori sono stati bassi anche stavolta secondo me, merita un 85 solo per la grinta di Ozzy... sovrumano, qui come sempre, dal vivo nel '92 era uguale. |
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magnifico!sia nella copertina che nella musica(i classici dei sabbath non conoscono rivali)!un album a cui sono attacatissimo!prestazione di ozzye grandiosa cosi come la sua band disco fenomenale! |
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e nel mio post mancava la frase "la scaletta di Speak of the devil è decisamente migliore". Pardon. |
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Tra l'altro sto appena riascoltando Past lives. Ebbene non c'è paragone con la prestazione di Ozzy in Speak of the devil, quest'ultima nettamente - e ripeto nettamente - migliore. |
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Partiamo con una premessa: la leggenda narra che molti pezzi del live sono stati registrati durante il pre-show del concerto del Ritz e che in seguito è stato aggiunto il pubblico; aggiungiamoci anche che si potrebbe anche definire questo live una registrazione di una cover band dei Black Sabbath; concoludiamo infine che qualche ritocco probabilmente c'è stato. Conclusa la premessa, dico che è un live straordinario che merita di essere ascoltato allo sfinimento Le interpretazioni dei pezzi dei Sabbath sono ottime, magari un pò barocche, però la personalità dei sostituti emerge alla stragrande. Magari per qualcuno dirò un'eresia, ma preferisco questo live al Tribute (che, nel bene e nel male è più una compilation su quel fenomeno di Rhoads). Sarà anche che preferisco di gran lunga il periodo di Ozzy trascorso nei Black Sabbath che la sua carriera solista, quindi questo lavoro mi è rimasto nel cuore, però devi dire che di live migliori con Ozzy alla voce forse non ce n'è (Past Lives ha il difetto non trascurabile che nelle ultime cinque canzoni la qualità della registrazione non è delle migliori, mentre per quel che concerne il primo disco - l'originale live at last - la scaletta di Speak of the Devil). Se guardiamo all'intera carriera dei Black Sabbath, beh il live at Hammersmith Odeon e il Live from Radio City Hall sono insuperabili (quest'ultimo non avrà il monicker Black Sabbath, però...), solo che non c'è Ozzy alla voce. Dunque, in attesa che esca il definitivo live dei Black Sabbath con Ozzy alla voce, questo è un ottimo surrogato. Voto: 85. |
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Gillis è mostruoso e questo live spacca di brutto  |
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@jek: Io sono stato "battezzato" a Paranoid con la versione di Tribute (che era contenuta nel best-of "The Essential Ozzy Osbourne"), e da quella volta (quasi dieci anni fa) credo sia rimasta la mia interpretazione preferita. Anche Children of the Grave e Iron Man sono venute da paura...chissà come avrebbe reso Black Sabbath o War Pigs! |
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Ciao Rada !! eh spaccava si caz...  |
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Hola Billo...lo zio Ozzy all'epoca spaccava eh? |
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grandissimo disco, ben suonato e ottima scaletta, come voto mi attesto su un 85 !! Si si da avere... |
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una delle mie cassette ormai quasi distrutte.. devo ricomperarmi il cd al più presto.. grandissimo zio ozzy!!! |
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Vero conte mascetti, i loghi e le copertine erano fantastici un tempo! |
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trasuda di anni 80 partendo dalla grafica...che bei tempi, certi loghi e certi artwork erano fantastici |
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Questo live (ho in vinile la versione inglese "talk") chiude un trilogia di dischi che hanno fatto la storia del metal. Tra ascoltare i Sabbath dal vivo con il sound della chitarra di Iommi o l'interpretazione vocale di Ozzy non so proprio cosa preferire, forse con la pistola alla tempia scielgo Iommi, anche perchè Dio è immenso . Forse il live è un po' ritoccato ma il 92 dei lettori e più giusto. Senza nulla togliere a Brad, mi sono sempre chiesto con rammarico come sarebbe venuto questo disco con Rhoads. Di dovere i complimenti per la recensione. |
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Un Brad Gillis strepitoso... |
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bell'album live voto 85 , ricordo sempre da bimbetto quando vidi x la prima volta la copertina di questo album e dissi ho chi e' questo pazzo? in seguito capii che era grandissimo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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bello, preferisco i sabbath con rj dio decisamente però! certo che qui siamo davanti al metal allo stato puro! - voto 90 |
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alcune tracce sono molto migliori su questo live che su disco ad esempio symptom of the universe o la stessa black sabbath , la leggenda vuole che il povero tony (iommi) s'incazzo come una iena e solo dopo una battaglia legale speak of the devil fu pubblicato .voto 93 |
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Bellissimo live con i brani dei Sabs, una scaletta da urlo: una sorta di best of dell'era Ozzy nei Black Sabbath! Ottima interpretazione del singer e dei musicisti! Voto 87 |
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..ho sempre ritenuto Gillis stratosferico e questo live non fa altro che confermare il mio giudizio! |
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A me questo disco non mi è mai piaciuto troppo, trovo i suoni troppo "anni 80". Inoltre le (ottime) interpretazioni dei musicisti hanno il difetto di appesantire troppo il sound sabbathiano con un virtuosismo che alla fine un po' stona... E' un'opinione personale, ma secondo me alla fine si rischia di snaturare il suono del Sabba Nero che ha sicuramente raggiunto i suoi vertici quando è stato essenziale e duro allo staesso tempo. Comunque un 80 non glielo toglie nessuno!!! |
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in questo live il grande Ozzy è stupendo, a mio avviso è un ottimo live. Lo ascolto spesso ancora oggi! A dire il vero il voto lo alzerei un po',proprio perchè è un live: 88. |
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lo preferisco nettamente al Live Evil. Sono legatissimo a questo album, che rende giustizia ai pezzi del periodo Ozzy. Il Madman in grandissima forma, nonostante la morte dell'amico. |
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