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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Falkenbach - …Magni Blandinn Ok Megintiri…
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( 4049 letture )
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Sebbene venga solitamente ricordato come uno dei nomi più importanti del viking metal, sarebbe veramente riduttivo limitarsi a questa definizione per descrivere un progetto come Falkenbach. Oltre all’unione viking/folk con il black metal, il progetto è responsabile di aver dato un tono ben distinto a quello stile atmosferico ed ipnotico del black metal che fa un grande uso di influenze ambient; lo stesso stile che è stato reso famoso dal progetto norvegese Burzum. Ma se la one man band di Varg Vikernes utilizza l’ambient e il folk nordico come elemento ipnotico inserito in un contesto grezzo e tagliente, il progetto Falkenbach è noto per la stessa formula portata in vita attraverso un suono più epico ed elegante, ottenendo un risultato abbastanza diverso dalla band norvegese citata prima.
Vratyas Vakyas fonda il progetto nel 1989 in Islanda: da sempre mostra uno stile evocativo ed atmosferico, che si rivela davvero singolare nonostante la produzione più sporca dei primi demo. Si sposta poi a Dusseldorf in Germania e dopo il promo album chiamato …En Their Medh Riki Fara… il progetto Falkenbach dà alle stampe nel 1998 questo full-lenght, che è probabilmente il migliore della sua discografia, nonché uno dei più importanti di quel periodo. L’atmosfera nordica si nota da subito, le primissime note di When Gjallarhorn Will Sound fanno immergere subito l’ascoltatore nello scenario freddo delle antiche terre del nord e lo farà restare lì per tutta l’intera durata del disco che si articola senza un solo momento di cedimento. Tutti e sei i lunghi brani presentano una struttura fortemente lineare, dettata da una batteria dinamica e dai riff di chitarra particolarmente trascinanti. Le vere protagoniste sono però le tastiere che durante lo scorrere del disco svolgono il ruolo di elemento evocativo per eccellenza, si passa da strumenti folk come flauti ed arpe fino a tappeti sinfonici di grande impatto. Anche le parti vocali rappresentano uno dei punti fondamentali dell’album e dello stile generale del marchio Falkenbach. Si passa da cori epici in stile viking indubbiamente debitori ai Bathory di Quorthon (basta ascoltare l’inizio di Towards the Hall of Brozen Shields per sentire gli echi della band svedese) sino agli screams graffianti tipici del black metal anni ’90, che si perdono a meraviglia in questo contesto così ipnotico e trascendentale. Ad accompagnare la musica Vratyas Vakyas aggiunge anche dei suoni naturali come pioggia o onde nel mare, che rendono ancora più reale l’atmosfera gelida che questo disco vuole trasmettere e da questo punto di vista è d’obbligo menzionare anche lo splendido layout disegnato dal musicista stesso, assolutamente ideale e perfetto per una musica come quella di …Magni Blandinn Ok Megintiri….
L’influenza di questo disco su tutto il viking, il folk e l’ambient black metal è stata determinante, probabilmente è la band ispirata ai Bathory che è riuscita meglio a dar vita ad un suono originale e singolare e che in qualche modo è arrivata a diventare un punto di riferimento quasi quanto i maestri, e contando l’irraggiungibile status di divinità che giustamente il progetto di Quorthon detiene, direi che non è affatto poco! La storia del metal passa indubbiamente anche tra le note di questo album!
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13
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Ritrovare questo album dopo 26 anni grazie a mio nipote, ammalatosi a sua volta di Metal, lo ha reso ancora più grande. Evocativo senza essere mai scontato o chiudersi in se stesso. Da gustare dall\'inizio alla fine. |
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12
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Unico Album che possiedo... Mi è piaciuto un casino! Copertina inclusa... |
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11
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Dei primi tre è quello che mi piace di meno. Comunque un capolavoro imprescindibile. |
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10
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uno dei dischi che mi ha portato ad amare il metal ancora più del dovuto. davvero evocativo, atmosferico, ti suggestiona in un modo incredibile. mi sento a mio agio ad ogni ascolto |
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9
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Dimenticavo: voto 85 perché il primo album è superiore a questo (secondo me, ovvio).  |
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8
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Quanto è bella "Walhall"!!! Album spettacolare! |
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7
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Ottimo disco, anche se secondo un mio personale parere le chitarre risultano poco potenti... |
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6
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uno dei più bei dischi di questo immenso artista, che precisando, non è islandese ma tedesco (ha solo vissuto in islanda un periodo da ragazzino) |
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5
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Bellissimo, sotto En Their... ma comunque stupendo. |
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3
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Non si commenta, si ama. |
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Bellissimo, per me giusto un pelo sotto al clamoroso debut ma son dettagli...Voto giusto. |
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1
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Custodisco con estrema gelosia una copia di questo CAPOLAVORO del Viking. 100/100 ed ammirazione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. …When Gjallarhorn Will Sound 2. …Where Blood Will Soon Be Shed 3. Towards the Hall of Brozen Shields 4. The Heathenism Foray 5. Walhall 6. Baldurs Tod
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Line Up
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Vratyas Vakyas (Voce, tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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