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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Sevendust - Black Out the Sun
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( 3012 letture )
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A tre anni dall’album Cold Day Memory, tornano alla ribalta gli americani Sevendust con la loro nona fatica discografica intitolata Black Out The Sun. Il longevo gruppo originario di Atlanta (è in attività dal 1994) permane indefessamente nell’ambito dell’alternative metal con qualche variante che evidenzia spunti interessanti alternati, però, ad altri non del tutto soddisfacenti. Il sound si presenta per certi versi più arcigno e grooveggiante in contrapposizione con le numerose aperture melodiche, peraltro ben supportate dall’ugola del singer Lajon Witherspoon. Il problema principale risiede nel fatto che i troppi cambi da un’atmosfera all’altra alla fine risultano stucchevoli. Oltre ciò reputo il songwriting a tratti ripetitivo e solo in taluni frangenti convincente. Impeccabile sia il lavoro in sede di registrazione che la qualità degli arrangiamenti, ma da soli non bastano a rendere il prodotto pienamente interessante. Una maggiore essenzialità avrebbe assicurato un risultato senz’altro migliore.
Dopo l’accattivante intro acustico di Memory, la susseguente Faithless è aperta da un’adrenalinica parte metalcore che esalta letteralmente, ma il pezzo s'impantana in sezioni melodiche poco significative finendo inevitabilmente per rovinare il tutto e non sarà il solo caso. Till Death, caratterizzato da un doppio vocalism diviso tra il melodico e il growl (caratteristica che tornerà ancora), va inquadrato in un contesto thrash e risulta tra le composizioni migliori. L’andamento convenzionale di Mountain si fa apprezzare per un bel refrain. Meno indicativo il mid tempo di Cold As War (stavolta il ritornello è davvero modesto), mentre la title track ha una struttura per lo più melodica nella quale risalta l’ottima prova vocale del singer e un tagliente solo di chitarra. Nobody Want It è un’altra chicca di questo full lenght soprattutto grazie all’eccellente refrain. Dead Roses ha contorni meno esaltanti, meglio il metalcore del singolo Decay e il riffing deciso posto alla basi di Dark AM. Picture Perfect scorre via senza infamia e senza gloria su canovacci ormai consueti. La ballata Got a Feeling dispone di un buon incedere, anche se non si tratta di una song memorabile. Nella dirompente conclusiva Morder Bar sono in risalto l’utilizzo dei cori ed il riffing aggressivo delle chitarre.
In definitiva Black Out the Sun è un prodotto accettabile, sebbene per certi versi confuso e prolisso; ritengo che una struttura meno articolata e un paio di tracce in meno avrebbero assicurato un risultato complessivo di maggior spessore artistico. Se proprio volete approcciare ai Sevendust, formazione ahimè poco conosciuta nel nostro Paese, vi consiglierei l’ascolto di Animosity del 2001…tutt’altra musica!
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2
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ricordo di averlo ascoltato grazie alle vostre anteprime in streaming... per essere un album del 2013 appartenente al genere "nu metal/alternative" per me è già più che dignitoso... la 3 era quella che più mi aveva impressionato... anch'io mi allineo al 70 di mac. |
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1
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Discreto e nulla più: voto 70 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Lajon Witherspoon (Vce) John Connolly (Chitarra, Cori) Clint Lowery (Chitarra, Cori) Vinnie Hornsby (Basso) Morgan Rose (Batteria, Cori)
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Line Up
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1. Memory 2. Faithless 3. Till Death 4. Mountain 5. Cold as War 6. Black Out the Sun 7. Nobody Wants It 8. Dead Roses 9. Decay 10. Dark AM 11. Picture Perfect 12. Got a Feeling 13. Murder Bar
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RECENSIONI |
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