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Hypocrisy - Hypocrisy
( 5150 letture )
Capita a molti nomi importanti di mettere fine ad un progetto di successo per poi, dopo qualche anno, decidere di riesumarlo e di continuare, per motivi di solito prettamente economici. In genere ne risulta uno stanco trascinarsi tra gossip e litigi, ed una serie di prodotti via via più mediocri. Le eccezioni alla regola però non mancano e gli Hypocrisy del geniale Peter Tägtgren sono una di queste: se si fossero veramente fermati a The Final Chapter ci avrebbero privati di una discreta serie di buoni album, tra cui la perfetta fusione di malinconia e violenza che è Hypocrisy.
Apro una piccola nota autobiografica per ammettere un po' di parzialità verso questo lavoro: Hypocrisy è stato l'album con cui ho scoperto il metal estremo e grazie a cui mi ci sono avvicinata. D'altro canto, pur trattandosi di death metal è un album ricco di brani dal ritmo medio o lento, di tastiere e di suoni puliti, il che lo rende particolarmente adatto come primo assaggio per chi vuole introdursi ai generi più duri. Per me è stato amore al primo ascolto e non si è trattato di una cotta fugace ma di un amore che è cresciuto col tempo. Sono consapevole del fatto che la band svedese ha prodotto ottimi dischi sia prima che dopo questo sesto album e che quindi si tratta di un bel fiore in un bouquet piuttosto che di una gemma rara. Nonostante ciò, è innegabile il valore di questo lavoro, un full length perfettamente equilibrato e dal fascino ammaliante. Tutti i 10 brani contenuti in Hypocrisy catturano l'ascoltatore a partire dalle prime note: non ce n'è uno che non convinca, che faccia venire voglia di passare alla traccia successiva. Inoltre, Hypocrisy riesce nel compito non banale di mantenere una certa omogeneità di suoni ed atmosfere pur riuscendo a variare considerevolmente tra un pezzo e l'altro. Volendocisi mettere è possibile individuare ibridazioni con ogni singolo genere di metal esistente all'epoca. Ovviamente death, ma anche heavy, thrash, gothic. Quest'album è come una pietanza ben realizzata: ricco di ingredienti e sostanzioso, ma mai stancante.

Basta il primo minuto di Fractured Millennium per capire con cosa si ha a che fare: un inizio pomposo e solenne, 30 secondi di gelida tastiera che conducono sulle porte dell'incubo dove ci accoglie il lacerante urlo di Peter. Un inizio in grande stile, che ti agguanta subito e ti scaglia in un tunnel spazio-temporale in cui si rimane intrappolati fino alle ultime note di Paled Empty Sphere.
Apocalyptic Hybrid non spezza l'atmosfera ma la rende più violenta, creando un contrasto con l'opener grazie al suo ritmo veloce e violento. Qui il growl predomina sullo scream e le chitarre sono particolarmente feroci. Gli assoli non mancano, creando un mix incredibilmente coinvolgente.
Fusion Programmed Minds rallenta un po', stabilendosi su un ritmo incalzante, ma cadenzato. Pur mantenendo un impatto da pugno in faccia, questo terzo brano rallenta un po' rispetto ad Apocalyptic Hybrid facendoci recuperare le forze e ha un tono decisamente meno disperato e più reattivo che dà la carica.
Ecco che si torna alle atmosfere siderali dell'inizio: Elastic Inverted Visions inizia lenta e gelida, si insinua nelle orecchie dell'ascoltatore con calma, piantandogli in testa la melodia principale prima di introdurre delle chitarre tritaossa. Assoli, voce, tastiere: tutto è preda di una malinconia disperata.
Reversed Reflections rimane su toni malinconici e si avvicina al gothic, anche perché è cantata interamente con voce pulita filtrata. Ogni tanto delle chitarre particolarmente chiare e decise sembrano portare un po' di positività, ma la voce sofferente di Tägtgren non ci dà tregua e presto torna a rinchiuderci nella nera cella di nome Hypocrisy.
La nostra mente non ha ancora smesso di elaborare il finale in fading quando entrano in scena le prime, possenti note di Until the End, un pezzo lento e forse uno dei più immediati del disco, con un riff più che orecchiabile ed un irresistibile ritmo sincopato. La voce filtrata di Peter sembra infranta dal dolore.
Paranormal Mysteria inizia accompagnata da una tastiera cyber e si sviluppa su un giro ripetitivo e deciso, alternando suoni puliti ad altri grezzi e ruvidi.
Time Warp, brano dai suoni dissonanti in cui le tastiere sono assenti, è stato molto criticato per la sua vicinanza al nu metal di quegli anni. A parer mio, è un pezzo convincente che contribuisce parecchio all'estrema varietà di questo album e ci dà un'idea della versatilità di cui è in grado questa band.
Con Disconnected Magnetic Corridors la melodia torna a farla da padrone, dato che le tastiere e le chitarre hanno un suono pulito e che la voce non tocca mai growl e scream. Anche qui il gothic è appena dietro l'angolo, grazie ad un ritmo lento, a delle chitarre scandite e cupe e ad una voce dal tono triste e stanco.
Paled Empty Sphere chiude in bellezza: è un vero e proprio lento, quasi dolce nella sua disperazione. I suoni sono puliti e cristallini, con una chitarra distorta che interviene solo per irrobustire e rendere più tormentato il ritornello. La sensazione che lascia è quella di rassegnazione e di dolore, di stanchezza estrema e scoraggiamento. Dopo le ultime note, l'unica cosa che ha senso fare è rimanere in silenzio guardando nel vuoto.

Concludo con alcuni commenti sulla performance dei musicisti, che è impeccabile e perfettamente valorizzata dalla produzione. La batteria è precisa e gelida. il basso non ricopre mai un ruolo di primo piano, ma con il suo greve ribollire fornisce una solida ossatura ai brani. Le chitarre sono estremamente mutevoli, ora robuste e ruvide, ora più sottili e scattanti. Le tastiere sono fondamentali nella creazione delle atmosfere dell'album, fornendo sonorità aliene e solenni. La voce, neanche a dirlo, è grandiosa: versatile, cangiante, ma soprattutto ricca di un'espressività che da sola è responsabile di almeno metà della magia che riesce a rendere quest'album così coinvolgente. Decisamente da non perdere!



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
85.64 su 14 voti [ VOTA]
Aceshigh
Domenica 24 Dicembre 2017, 9.41.15
10
Buon album, ma un po' altalenante, soprattutto nella seconda metà. Così come Fractured Millenium è un'opener spettacolare, allo stesso tempo Time Warp è un brutto passaggio a vuoto... Comunque nel complesso un 75 ci sta tutto.
gianmarco
Domenica 18 Settembre 2016, 21.39.29
9
mancano un pò di dischi obsculum obscenum , the final chapter , into the abyss ,catch 22 ethe arrival l'ultimo con il vecchio batterista .
Metal Maniac
Venerdì 4 Ottobre 2013, 21.21.57
8
...a questo punto manca solo il piatto forte, ABDUCTED...
enry
Sabato 28 Settembre 2013, 14.51.10
7
Per me non c'è un disco brutto nella loro discografia, neanche il tanto contestato Catch 22. Buonissimo anche questo ma mi fermerei a 80, sia dopo che soprattutto prima hanno fatto di meglio.
Er Trucido
Sabato 28 Settembre 2013, 14.43.18
6
Corretto, grazie.
gianmarco
Sabato 28 Settembre 2013, 13.19.23
5
the final chapter
Kara
Sabato 28 Settembre 2013, 13.15.44
4
Grazie per la segnalazione! Adesso è quella giusta
lux chaos
Sabato 28 Settembre 2013, 12.17.29
3
Anche per me un discreto album, il meglio è venuto sia prima che dopo! Ragazzi segnalo un problema con la tracklist del disco, un pò...strana!!
Undercover
Sabato 28 Settembre 2013, 11.37.50
2
Gli Hypocrisy hanno una discografica piena di alti e bassi, mai insufficienti, ma questo è uno dei dischi che onestamente mi dice di meno, se "Penetralia" e "Virus", sì capisco siano recensiti da autori diversi, prendono 72, questo dovrebbe prendere 20.
xYx
Sabato 28 Settembre 2013, 11.16.29
1
STUPENDO e a dir poco "APOCALITTICO" come atmosfere! il mio disco preferito (93/100) che corrisponde al loro album più "LENTO" ... qualche mezza-rasoiata ancora c'è ( tipo la 2 "apokalyptic hybrid" e la 8 "time warp")
INFORMAZIONI
1999
Nuclear Blast
Melodic Death
Tracklist
1. Fractured Millennium
2. Apocalyptic Hybrid
3. Fusion Programmed Minds
4. Elastic Inverted Visions
5. Reversed Reflections
6. Until the End
7. Paranormal Mysteria
8. Time Warp
9. Disconnected Magnetic Corridors
10. Paled Empty Sphere
Line Up
Peter Tägtgren (Voce, Chitarra, Tastiera)
Mikael Hedlund (Basso)
Lars Szöke (Batteria)
 
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