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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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( 3622 letture )
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Quarta fatica discografica per i DGM, la prima a suggellare il tuttora duraturo matrimonio con Scarlet Records, i quali pubblicano quello che oggi possiamo considerare il vero e proprio disco di confine nella propria discografia. Ovviamente, come da prassi, anche per questo Hidden Place la line up della band vede nuovi cambiamenti e l’abbandono stavolta è del secondo dei tre membri fondatori, il tastierista Maurizio Patriotti, sostituito dall’ex Abstracta, Fabio Sanges.
Guidati ormai dal solo Diego Reali, i nostri sfornano un disco che comincia il graduale allontanamento della band dai binari "del sogno", improntando il sound su atmosfere e sonorità più ricercate ed eterogenee, pagando sì qualche dazio qua e là ma riuscendo a non perdere mai la rotta ed evitando quel mero citazionismo che troppo spesso coglie in fallo chi si cimenta in un genere che nel 2003 sembrava non avere più molto da dire ancora. Il disco risulta fin dai primi ascolti bilanciato, ricco di spunti di notevole fattura e con una lunghezza media dei brani mai esagerata, dato non banale se pensiamo a quanto impatto abbia sulla fruibilità delle composizioni, che dunque non vengono mai abusate e svilite dalla continua ricerca di stucchevoli variazioni. Ne è un fulgido esempio A Day Without A Sun, power-prog song dalla spiccata ritmica sghemba sulla strofa, in cui l’interpretazione di Titta Tani spadroneggia in lungo ed in largo, sorretta da un tappeto musicale dinamico ed in continuo divenire, a cavallo tra Symphony X e Dream Theater, o la successiva Save Me, che nei suoi circa sei minuti riesce a risultare molto più quadrata, con una strofa minimale che fa da contraltare al bridge ed al ritornello sapientemente articolati ma comunque di facile assimilazione. Non possono poi non essere citate Storm #351, con il suo intermezzo solistico jazz/fusion, la "rock-ish" Blind! e Age Of The Flame, dove troviamo ancora una volta un intermezzo jazzistico di ottima fattura, per un brano in continuo bilico tra Symphony X e Liquid Tension, con un Tani ancora una volta sugli scudi.
Hidden Place non è solo un disco ottimamente suonato, ma è soprattutto un’opera che trasuda una coesione ed un amalgama insospettabili se pensiamo ai tanti e continui cambi di formazione che hanno segnato la carriera dei DGM sin dagli esordi. La sezione ritmica Costantino-Arcangeli è granitica là dove serve e delicata nei momenti più soft e dilatati, mai invadente e sempre pronta ad assecondare i "capricci" solistici di Reali e Sanges, questi ultimi davvero ispirati ed a proprio agio in ogni variazione sul tema. Quello che forse è mancato è una produzione che desse lustro al songwriting dei DGM. I brani sono sì godibili ma si avverte sempre l’assenza di quella spinta sul riffing più aggressivo, così come mancano di profondità e di sfumature i brani più cadenzati. D’altra parte il mix down degli strumenti è più che buono, con il basso ogni tanto troppo nascosto ma che lascia sempre intendere la sua presenza, ed in generale non si avverte una particolare egemonia di uno strumento rispetto agli altri.
Ci troviamo tra le mani un disco non epocale, ma focale. Un crocevia essenziale per una band che oggi ci rappresenta con classe e qualità in giro per il mondo, un album che senza voler imporre è riuscito a imporsi con tre semplici ingredienti: passione, talento e umiltà. Il tutto targato DGM.
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7
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Sempre un piacere riascoltare quest’album. Probabilmente la punta di diamante della loro discografia. Come scriveva herrjulius ormai 6 anni orsono : “non solo tecnica, ma belle canzoni... assimilabili”. Esemplari in tal senso pezzi come l’iniziale A Day Without Sun, Winter Breeze, Save Me... Voto 90 |
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6
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L'inglese questo sconosciuto... "don't LET me alone"?!? Sarà LEAVE, al massimo... "we have TAKE"??! TAKEN, semmai... "passionS ruleS"?! Singolare e plurale, regole basilari..."it's too much time I'm still losing my life" cosa CAZZO vuol dire?! Tempi verbali a caso, proprio... per non parlare di "insane promise" pronunciato PROMAIS... Orgoglio italiano, già... del tipico popolo che non si degna di studiare un minimo per uscire dai propri confini: in questo sono proprio degni rappresentanti |
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5
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Gran disco anche a distanza di anni... |
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4
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secondo me non solo italiana...prodotto e band di caratura assolutamente internazionale. Ascoltare per credere. Eppoi non c'è solo tecnica ma anche belle canzoni, orecchiabili e assimilabili che è una bellezza |
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3
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comprato a 10 euro al GOM 2003 dove loro erano tra i primi a suonare e ancora gira che è una meraviglia,il loro salto di qualità,uno stile personale che poi si è ancor più evoluto ,tra i 5 migliori dischi prog metal di una band italiana |
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2
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ragazzi grandi questo è un disco pazzesco di una band fenomenale, tecnica, belle canzoni, melodie, una gemma di prog metal, se fossero stati stranieri sarebbero delle stelle. La voce di Titta Tani è bellissima...ed è un grandissimo drummer con Claudio simonetti. Uno spettacolo |
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1
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Il loro disco migliore assieme a misplaced. Proprio vero, passione, talento e umiltà. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Day Without The Sun 2. Save Me 3. Hidden Places 4. Invisible Rain 5. Storm #351 6. Heaven 7. Alone 8. Blind!! 9. Age Of The Flame 10. Winter Breeze
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Line Up
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Titta Tani (Voce) Diego Reali (Chitarra) Fabio Sanges (Tastiere) Andrea Arcangeli (Basso) Fabio Costantino (Batteria)
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