Un ventennale di tutto rispetto ed il tour per promuovere il nuovo album ancora in corso: gli Impaled Nazarene sono ormai una macchina inarrestabile. A pochi giorni dalle date italiane, sentiamo cosa ha da raccontarci il cordialissimo Mika.
Blackout: Prima di tutto benvenuti sulle pagine di Metallized.it, è un piacere avervi qui!
Mika: Grazie molte.
Blackout: Come sta andando il vostro Road To The Octagon Tour?
Mika: Fantasticamente, a parte qualche piccola stronzata: non siamo riusciti ad invadere la Romania e la Bulgaria! Ad ogni modo, finora abbiamo toccato l’Italia, la Svezia, la Finlandia, la Polonia, la Turchia, la Grecia e la Slovenia.
Blackout: E’ iniziata da poco la seconda parte del vostro tour e, dopo le date di Parma e Roma, vi avremo nuovamente in Italia ad Aprile. Che rapporti avete con il nostro Paese?
Mika: Beh, in realtà non si tratta di una vera e propria seconda parte del tour. Gli spettacoli che abbiamo realizzato finora erano in tutto e per tutto degli show speciali per celebrare il nostro ventesimo anniversario. Non stavamo suonando per promuovere il nuovo album, anzi abbiamo eseguito una setlist che d’ora in poi non ripeteremo più. Si potrebbe perciò dire, in un certo senso, che il Road To The Octagon Tour inizia proprio adesso con le date italiane, anche perché abbiamo intenzione di cambiare completamente la nostra scaletta. L’Italia è il miglior mercato per noi, lo è da anni. Ci sentiamo a casa quando arriviamo nel vostro paese, abbiamo un sacco di buoni amici ed è come un incontro di famiglia. E, naturalmente, ci sono le donne italiane, il cibo e l’alcool!
Blackout: Come stanno andando le vendite dell’ultimo album? E che rapporti avete con il digital download?
Mika: Non ne ho idea, dato che riceveremo i resoconti delle vendite non prima della fine di Maggio. Herve (della Osmosi) mi ha detto che sta andando meglio di Manifest e questa è una cosa buona. Per quanto riguarda il digital download, beh, è certamente una cosa moderna: personalmente preferisco i veri vinili ad un triste file mp3.
Blackout: Parlaci del periodo di lavoro che ha portato al risultato di Road To The Octagon, arrivato a circa tre anni di distanza da Manifest.
Mika: Dopo che Manifest fu completato, suonammo dal vivo, come al solito. Decidemmo già a quel punto che non ci saremmo precipitati a realizzare un nuovo album, anche perché avevamo pubblicato All That You Fear, Death Comes In 26 Carefully Selected Pieces, Pro Patria Finlandia e Manifest in un intervallo di tempo molto breve. Perciò ci rilassammo e non provammo per mesi. Poi, ad un certo punto, cominciammo a valutare il periodo nel quale entrare in studio ed eccoci qua.
Blackout: Conosci la scena black italiana? Hai qualche nome che vorresti consigliare? E per quanto riguarda la Finlandia?
Mika: Potrei rispondere che conosco una serie di band metal italiane, ma non seguo la scena black di alcun paese, perché non è una cosa che mi interessa. Frangar, Schizo, Mortuary Drape, Necrodeath, Death SS e così via.
Blackout: Ero presente alla data di Roma e vi siete esibiti in una performance molto intensa, niente pause e una distruttiva onda d’urto musicale. Come vi siete trovati con l’organizzazione dell’evento?
Mika: Non abbiamo avuto alcun tipo di problema, il nostro staff è stato rispettato e questa è la cosa più importante, unito al fatto che il club aveva un bagno nel backstage.
Blackout: Siete venuti a conoscenza dei numerosi guest annullati all’ultimo minuto e delle conseguenti lamentele da parte dei musicisti che dovevano suonare?
Mika: Non ho la più pallida idea di che cosa tu stia parlando!
Blackout: Quali sono i progetti per il futuro degli Impaled Nazarene?
Mika: Abbiamo cominciato a stilare una setlist completamente rinnovata per i prossimi show ed abbiamo iniziato anche a provare. Purtroppo abbiamo un solo appuntamento per un festival estivo, pertanto credo che questa sarà un’altra estate passata a cazzeggiare. Se avrò abbastanza soldi, trascorrerò le vacanze in Italia.
Blackout: Quali sono le vostre maggiori influenze? Avete qualche gruppo in particolare da citare?
Mika: Siamo cresciuti ascoltando Venom, Sodom, Cryptic Slaughter, Death, Napalm Death, Extreme Noise Terror, Sarcofago, Sex Trash, Whiplash, Exodus, Slayer, The Exploited, Macabre ecc. Tutti hanno avuto una qualche influenza, in un modo o nell’altro.
Blackout: L’intervista è arrivata alla fine. Spero di rivedervi a Roma in futuro!
Mika: Non è finita, almeno non fin quando la cicciona canta (proverbio americano traducibile con un’espressione simile a “non è detta l’ultima parola”, ndr)! Grazie mille (in italiano, ndr)!
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